Perché i libri degli scrittori emergenti fanno regolarmente schifo.

Adesso finiremo a litigare eppure dai, ammettiamolo: è così.

Io di libri di emergenti incontrati per la rete (e anche fuori) credo di averne letta una caterva, e la pura e sacrosanta verità è che nessuno mi ha mai colpito più di tanto. Anzi, diciamo semplicemente che nessuno mi ha mai colpito e basta (nemmeno meno di tanto).

È sempre roba magari carina, ma con uno stile letterario acerbo che sa di pensierini delle elementari. Oppure sono scritti bene ma a ben guardare i personaggi sono stereotipati e le situazioni poco originali. Ancora, troppo spesso le storie si perdono nel banale o dimostrano che l'autore non aveva in fondo niente di speciale da raccontare. Si è messo lì e ha scritto un libro ma così, tanto per fare qualcosa di originale invece di passare il solito pomeriggio davanti al televisore.

Eppure che c'è di male? In fondo di emergenti stiamo parlando, e il livello medio della letteratura italiana (non emergente, questa volta) non è che sia poi tanto meglio, mentre gli autori stranieri arrivano a farci rimpiangere quelli nostrani.

Eppure i libri dei grandi, i classici o semplicemente quelli famosi sembrano migliori dei nostri (io mi sono messo nel gruppo, tanto gli altri emergenti li ho già offesi tutti e ormai cambia poco). A leggerli sembrano più freschi, più scorrevoli, e anche se poi i contenuti si rivelano delle enormi vaccate arrivare fino alla fine del libro risulta più piacevole. Sembrano scritti meglio, insomma.

Ma come mai succede questo? Cosa differenzia veramente un libro che quando iniziate a leggerlo pensate: bleaaaah! da uno che invece vi tiene incollati fino all'ultima pagina (anche se magari alla fine concluderete: bleaaaah! lo stesso)?
Ok, adesso ve lo spiego io, visto che avendo assunto per una volta il ruolo del critico antipatico posso anche fare la parte di quello di libri e letteratura capisce sempre tutto lui. Anche perché del resto è così.

Perché i libri degli scrittori emergenti fanno tutti regolarmente schifo:

Perché di solito vengono pubblicati da editori scarsi che A: non capiscono un cappero di libri e pubblicano vaccate. B: non sanno editare sistemare e presentare un libro come si deve. C: tanto si fanno pagare dall'autore e il libro nemmanco se lo sono letto e se fa schifo è anche meglio perché non devono preoccuparsi di spedire le copie vendute.

Perché magari si sono pubblicati da soli con qualche sistema di stampa on demand trovato online, e di come si presenta un libro ne capiscono ancora meno di un editore incapace. Proprio come un tipo che conosco io ^^.

Perché seguono pedissequamente tutte le regole di corsi e manuali di scrittura e alla fine il testo sembra uscito da qualche generatore casuale di storie modello regime oppressivo alla 1984. E no, non è colpa del MIO corso di scrittura, perché quello insegna semplicemente come non farsi pubblicare.

Perché Dio ce ne scampi: un altro scrittore fantasy! (Ma i gatti è roba fantasy?).

Perché se i suoi libri non facessero schifo l'autore non sarebbe più emergente ma emerso.

Perché scrivere un bel libro è difficile per davvero (così come dare consigli di scrittura originali ^^).

Perché uno scrittore agli inizi deve ancora maturare e bla bla bla... insomma il solito contentino che si da agli autori scarsi per paura di incitare qualcuno al suicidio.

Perché molti autori non scrivono libri che la gente vorrà leggere ma libri che la gente vorrà comprare... e questo sottintende al prossimo punto:

Perché se la gente comprasse di più i libri belli forse ci sarebbero più bei libri... e questo sottintende a:

Perché dovrebbero pubblicare i miei libri e voi dovreste comprarli (e possibilmente anche farveli piacere). E lo so che con l'ultima affermazione non c'entrava niente, ma tanto lo sappiamo tutti che era a questo che volevo arrivare.

A questo punto, tanto valeva tagliare corto.

Simone

41 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Un libro sui gatti è fantasy? Si, ovvio. Il più famoso fantasy sui gatti mi sembra sia "Il gatto con gli stivali" :D

Sai qual'è il trucco per far sì che i libri degli esordienti piacciano? E' la qualità della "roba" che metti sulle pagine. E non parlo delle parole scritte, parlo di sostanze che creano assuefazione cosparse in modo capillare sul bordo delle pagine. Il lettore, sfogliando le pagine, leccandosi la punta delle dita per inumidirle, assumerà la sostanza e, beh, il gioco è fatto. Un esempio? I libri per bambini devono avere un estratto di nutella sul bordo pagina. Per gli adulti si può passare dalla nicotina a sostanze illegali quali la maria. Ma ho saputo che anche una bella spruzzata di ferormoni femminili (o maschili a seconda del genere letterario), è molto efficace... specie per l'acquisto impulsivo in libreria.
Con 31 ottobre, in effetti, io uso i ferormoni. I libri pari con quelli femminili, i libri dispari con quelli maschili... peccato però che il libro non si trova sugli scaffali tanto facilmente :(

Anonimo ha detto...

La cosa bella di questo blog è la sua evoluzione. Agli inizi..quasi intimido. Adesso, cazzutissimo e aggressivo. MI piace :) Ciao.

Simone ha detto...

Gloutchov: sarà che c'hai messo troppi feroquellaroba e il distributore vuole tenerseli tutti lui.

Francesco: dici? Effettivamente doveva essere un periodo però mi sa che non finisce tanto in fretta ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Ah, perchè invece tutti i romanzi che si trovano il libreria sono belli, originali ed entusiasmanti?
^_^
Perfino dei successono globali (Il Codice Da Vinci, Io Uccido, tanto per citarne due) in realtà sono delle boiate pazzesche.
Il primo, del buon Dan Brown, è scritto coi piedi (giuro che so fare di meglio...); il secondo, alla fin fine, vale tanto quanto un giallo Mondadori qualsiasi che puoi trovare in edicola a circa 4 euro.

Cosa fa la differenza con noi emergenti?
1) Un (fottutissimo) editing serio!!!
2) Una campagna pubblicitaria degna di questo nome.

Ci sono in giro degli esperti di marketing che saprebbero far vendere miglioni di copie perfino di un libro scritto da Totti (ops...è già successo?)

Ovvio che poi ci sono gli esordienti che fanno cagare i porci, tanto per dirlo con finezza, però altri, con qualcuno disposto a puntare su di loro, venderebbero mica male ;)

Anonimo ha detto...

Scrivendo di fretta ho fatto degli errori pacchiani, sorry!
Ho bisogno di editing anche x scrivere in un blog :)

Anonimo ha detto...

alex mcnab ha scritto:
"Cosa fa la differenza con noi emergenti?
1) Un (fottutissimo) editing serio!!!
2) Una campagna pubblicitaria degna di questo nome.

Ci sono in giro degli esperti di marketing che saprebbero far vendere miglioni di copie perfino di un libro scritto da Totti (ops...è già successo?)"

Ecco, quando ho letto il titolo di questo post lo sapevo che sia andava a finire con questo discorso.
Quante volte la devo sentire la leggenda metropolitana del pubblicitario e del suo proiettile magico? Ma magari bastasse un po' di pubblicità per vendere qualsiasi cosa, tutti i pubblicitari sarebbero ricchi sfondati!
E pensare che il mio professore di marketing, per provare la falsità di questa affermazione, ci ha proprio detto: "be', provate a vendere un libro, e vi accorgerete che se nessuno lo vuole, nessuno se lo compra, nonostante i miliardi spesi in pubblicità e le apparizioni televisive."

Alex, le differenze fra un autore affermato e uno emergente sono l'abilità, la capacità di scrivere di cose interessanti che la gente vorrà comprare e la notorietà dello scrittore stesso(che non possiamo negare non c'entri, in parte).
Il fottutissimo editing funziona solo per opere valide in partenza, e la pubblicità funziona solo per libri suscettibili di interessare i lettori (come le barzellette di Totti o 100 colpi di spazzola, purtroppo).
Tutto il resto, sono scuse bell'è buone, perché nessun pubblicitario, per quanto abile sia, potrà costringerti a comprare quello che tu non vuoi già comprare di tuo.
Caspita ragazzi, un po' di amor proprio!

Un'ultima cosa. Per quanto Dan Brown non sia 'sto gran librone, è comunque un libro dall'argomento interessante che tutti volevano e aspettavano. Se davvero sei in grado di fare di meglio di Dan Brown o di un giallo mondadori, Alex, be' allora fallo, e ti assicuro che il tuo libro non cadrà nel vuoto.
Ciao, scusa la lunghezza del post Simo.

Heian

Anonimo ha detto...

@Heian: è la tua idea, che rispetto, ma non condivido affatto.
Ci sono troppi libri in giro che sono palesi opere di marketing "inscatolate" per vendere a determinati target di lettori.
Specialmente nel fantasy, dove alcuni romanzi non hanno uno straccio di valore letterario, eppure sono così ben confezionati che vendono, eccome.
Guarda che non ci vuole poi molto: piazzi la giusta copertina, un paio di personaggi accattivanti, un drago, e il gioco è fatto (tanto per stare sulla questione fantasy).
Sono anche convinto che certi scrittori in realtà non esistano nemmeno...Vale a dire che dietro a certi libri secondo me c'è un vero e proprio team creativo per vendere un romanzo che sia inevitabilmente attrattivo per una fetta di pubblico (specialmente giovane).
Questo ovviamente avviene nel mercato anglossassone, non nel nostro paese delle banane.
Riguardo a Dan Brown, lo dico da grande appassionato del genere: i suoi libri sono porcate.
Basta paragonarlo con autori che scrivono thriller "esoterici" come lui:
Rollins: mille volte più bravo;
Berry: cinquecento volte più bravo;
Asensi: cinquecento volte più brava;
Reilly: cento volte più bravo.
I romanzi di Brown sono risibili dal punto di vista storico (non lo dico io, ma chi ha analizzato in questo senso tali romanzi) e hanno dei protagonisti così piatti e insulsi che, se fossero stati inventati dall'esordiente "Mario Rossi", gli avrebbero garantito la cestinatura immediata.

Cmq, giusto per chiarire e concludere, non cercavo alibi per gli esordienti inetti. Come ho scritto, alcuni fanno schifo e meritano di non essere pubblicati.
Da qui a dire che gli esordienti sono tutti dei piagnoni, non ci sto.
Anzi: mi hanno rotto proprio i cogl**ni quelli che lo dicono :)

Anonimo ha detto...

Il problema è che ci dimentichiamo sempre che, per un caso letterario che diventa un successo, ce ne sono altri mille che non vanno in porto e cadono nel dimenticatoio.
Perché la gente non punta il dito contro questa massa cimiteriale di libri invenduti, infrangendo il luogo comune della pubblicità onnipotente di stampo anglosassone? Perché nessuno dice che, tutti i maggiori pubblicitari moderni di stampo universitario si stanno finalmente rendendo conto di questo errore madornale?
Un buon libro, per essere venduto, deve anche arrivare al momento giusto. Esempio Troisi: i suoi libri, per me, sono delle enormi porcate. Eppure, capisco perché vendono: sono semplici, leggeri, sopra le righe, non richiedono molto impegno cognitivo. E' tutto? No! Perché anche i libri della Troisi forse non avrebbero MAI venduto se non fossero sapientemente nati sulla scia della Rowling, con orde di fan affamati di storie fantasy scritte da giovani donne. E queste non sono mie speculazioni, ma è la realtà.
Alla base di tutto, c'è sempre il filtro percettivo del lettore a farla da padrone, è l'offerta che risponde alla domanda, e non il contrario. Anche se un libro è inscatolato per un "target" ben preciso, allora il lettore può sempre buttare via la scatola. Non tutte le storie di draghi vendono, solo quelle interessanti (per qualcuno, chiunque esso sia).
Alex, credo anch'io che ci siano scrittori più bravi di Brown. Però, il mio e tuo giudizio non è universale per tutti, molti possono non essere d'accordo con te. Questo però non significa che qualcuno li ha infinocchiati, ma semplicemente che loro cercavano libri diversi da quelli che leggi tu, magari anche più semplici, più brutti, con più scene di sesso gratuite, chissà.
Non dico che tutti gli esordienti sono dei piagnoni. Solo, quando c'è da prendersela con il sistema o con le case editrici grosse e cattive (che tanti demertiti hanno, ma non certo quello di controllare mentalmente il popolo bue), cerchiamo di farlo quando davvero se lo meritano.

Heian

Simone ha detto...

Alex: una cosa antipatica di blogger è che non ti fa correggere i commenti... poi magari in futuro l'editor del blog ce l'avremo davvero eh eh ^^

Heian: no evviva i commenti lunghi che sembra un blog serio! Io credo che la pubblicità sia fondamentale, nel senso che senza di essa un libro non verrà mai venduto. Il contrario però non funziona: se fai molta pubblicità non è detto che il pubblico sia interessato per cui rischi di rimetterci i soldi.

Alex: effettivamente anche secondo me certi fenomeni sono "costruiti", e forse il fantasy più di tutti è un genere nato per riciclare qualche idea che piace particolarmente (adesso Taotor mi hackera il blog ^^).

Gli scrittori "comitiva" sono quelli che trovi in edicola con quelle serie di libretti che escono tutte le settimane. Se il tuo sogno è produrre cotanta letteratura credo che cerchino sempre nuovi collaboratori... e alcuni sono anche carini come romanzi di genere.

Dan Brown secondo me ha scritto un libro carino-ino-ino in cui anche io che di storia non so una sega mi accorgo che s'è inventato un sacco di fregnacce. Poi ha avuto un culo pazzesco con la storia che è uscita fuori ma non si può montare a tavolino un casino del genere è questione di fortuna.

Simone

Simone ha detto...

Ah, e ovviamente l'unica cosa che rimane veramente verissima in tutto questo discorso è che tutti i romanzi degli scrittori emergenti fanno irrimediabilmente cagare.

Simone

Federico Russo "Taotor" ha detto...

E' tutto vero, Simone, ma alla fine, ingiustizie a parte, il concetto è semplice: il più bravo (o il più culone) ce la fa. E' una giungla! XD
"Io ho un sogno!": un giorno il mondo leggerà i libri belli, fregandosene dei luoghi comuni, di chi li pubblica e di chi li scrive!

(O.T. che non c'entra quasi niente: devo assolutamente citare Tom di Scary Movie 4: "Io ho un sogno!" - "Quale sogno?" - "Avere un sogno!" XD)

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Concordo con AlexMcnab e col grande Heian contemporaneamente. In realtà uno conferma l'altro, mi pare.
Concordo anche sulla "raccolta differenziata fantasy", Simo - stavolta il tuo blog è salvo... lol. E' vero, c'è qualche eccezione, ma dopo tutto è vero.
Non stiamo dicendo nulla di nuovo, appuriamo che il mondo dopo tutto non è ingiusto, che chi vale lo dimostra, e chi non vale rimane nella mer*da (l'asterisco è una censura fasulla, come si può notare XD).

Anonimo ha detto...

Alcuni qui sanno gia come la penso (vero Alex McNab? ;)): secondo me è esagerato dire che chi pubblica lo fa grazie allo stuolo di editor, ed è pure sbagliato dire che tutti gli scrittori emergenti sono impubblicabili. Perchè queste due affermazioni?
1) Le case editrici sono pur sempre aziende, quindi non spenderebbero mai un solo euro a pubblicare qualcosa che poi non venderebbe. Né in pubblicità né in altro, quindi, ciò che finora ha pubblicato, ha i suoi validi motivi (come dice Heian);
2) Se gli scrittori emergenti fossero tutti illeggibili e impubblicabili nessuno emergerebbe mai!! Invece c'è sempre qualcuno che pubblica, nonostante non abbia ancora un nome famoso!
Per quanto riguarda Il Codice Da Vinci... Beh, ok, non sarà scritto bene, ma pensate a come è strutturato: tra enigmi in stile videogioco (a me fa venire in mente i primi Resident Evil :D) e struttura, in un modo o in un altro ti tiene incollato alla pagina (e quando lo si legge in effetti non si capisce il perchè). poi è stato geniale anche nello scegliere "il soggetto" del romanzo (ok, ok, non stiamo più parlando di bravura artistica, ma dell'essere ruffiani, è vero), in quanto l'argomento di cui parla era esattamente l'argomento che tutti volevano.
Poi per quanto riguarda i fantasy sinceramente non conosco molto bene il successo editoriale di questo genere, in quanto io li prendo in biblioteca. Ho visto e letto i romanzi della Troisi, storia carina, personaggi assai vivi (Nihal in primis), stile da scrittura quasi da liceale, ma fondamentalmente mi è piaciuto molto. Di altri successi editoriali fantasy purtroppo non sono aggiornato... A meno che non parliate dei successi di Paolini e della Rowling...

Unknown ha detto...

@JackVenom: bentrovato :)
Guarda che diciamo esattamente le stesse cose, in modi diversi.
Su esordienti ed editoria, che non si può generalizzare.
Magari io mi sbilancio un po' di più dalla parte degli scrittori, sarà perchè m'inalbero quando mi sento dare genericamente del "piagnone".
E poi, cosa che tutti dimenticano, ogni scrittore è stato prima di tutto un esordiente ;)
Anche su D.Brown diciamo la stessa cosa. E'un libro che tutti hanno letto, e nessuno alla fine sa perchè.
Perchè è stato scritto in modo ruffiano. Non mi stupirei se non fosse nemmeno farina del sacco di DB.
Specifico e sottolineo che, quando parlavo di fantasy-spazzatura, NON mi riferivo a Licia Troisi.
Non avrà rivoluzionato il genere (anzi), ma i suoi libri si fanno leggere. Seguivo il blog della Troisi, ragazza di grande cultura e sensibilità, anche se non sono un fan dei suoi romanzi, nemmeno li "condanno".
Per precisare, solo per quello.

Simone ha detto...

Federico: ok almeno il blog è salvo ^^

Jackvenom: se penso al fantasy mi viene in mente la parola "trilogia", e se penso a "trilogia" mi viene in mente roba tipo i draghi crepuscolari/la dragolancia/i gemelli gay magoguerriero/gli avatari scarsi/l'elfo dzrzdrzrzrzrd e compagnia bella. Libri che ovviamente ai tempi leggevo di gusto perché qualcuno mi aveva detto che erano "fighi" ^^.

Credo ci voglia un post in cui parlo male delle trilogie fantasy.

Simone

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Simone: io non ho nulla in contrario, anzi sono curioso, ma sinceramente credo che potresti perdere qualche visitatore... Potresti offendere qualche fan di Licia Troisi o di Weis e Hickamn, e non vogiamo che vadano in bagno a piangere, vero? XD

Anonimo ha detto...

@Alex McNab: No, ti assicuro, non mi riferivo a te, ho solo letto l'andamento della discussione e volevo dire la mia! Poi non potrei mai darti del piagnone in quanto... non ti conosco! :D
Quanto alla fantasy spazzatura, effettivamente è un genere parecchio stereotipato, ma quello secondo me lo è anche perchè molti lettori vogliono ritrovare certi stereotipi...

@Simone: scusa, sarà l'ora tarda, ma non ho capito la tua risposta... :D O meglio, ho capito che hai messo tutti gli stereotipi del fantasy, ma non ho capito perchè li hai detti proprio a me!
Come scritto sopra, è vero, questi stereotipi ci sono, ma secondo me stanno nascendo anche nuove correnti (se così le possiamo definire) come Jonathan Stroud, Neil Gaiman, e China Mielville, che possono anche non piacere, ma non si possono certo definire stereotipati. E vi assicuro che in questi autori non troverete nessuno dei classici luoghi comuni fantasy! ;)

Simone ha detto...

Federico: ma esistono pure i fan?

Jack: hai ragione forse era l'ora ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Tutta 'sta menata per farti dire che tu come scrittore emergente non fai affatto schifo? Non facevi prima a chiederci in PVT di lasciarti qualche commento pieno di complimenti? :-)
Laura

Simone ha detto...

Laura: come emergente faccio obbligatoriamente schifo pure io, ma un po' meno degli altri. E attenta che tra un po' potrei fare un post "come insultare pesantemente chi critica il mio blog". ^^

Simone

Anonimo ha detto...

E' vero, molti emergenti fanno schifo, ma altri no.
E' vero, molti autori noti sono bravi, ma altri no.
Quindi dove sta la vera differenza tra emergente ed emerso? Io non saprei, però di una cosa sono certo; ci sono molti pregiudizi in questo ambito, del tipo: questo libro l'ho trovato gratis su Internet e l'ha scritto uno che non conosce nessuno, quindi sarà sicuramente una cazzata illeggibile. Parimenti, questo libro l'ha pubblicato la Mondadori, quindi sarà sicuramente bello.
Cosa, se non la pubblicità, inculca questi pregiudizi?

Ciao, dacty

White Boar ha detto...

Ok, ragazzi, la pubblicità non sarà tutto, ma il fatto di trovare un libro all'Ipercoop in posizione di passaggio in una pila che arriva fino al soffitto, l'espositore dedicato con la grafica figa, la fascetta "200.000 copie vendute" qualcosa fa.

Non si fa che leggere sui forum "licia 6 trpp mitika!!!!!!!! è il prm lbr ke lggo ma è il + bello dl mndo!!!!!!! sennar t amo!!!!!!!"

Se è il primo libro che legge, vuol dire che la fanciulla non è mai entrata in una libreria, allora vuol dire che trovare il libro al supermercato con le modalità di cui sopra è quello che fa la differenza tra 2000 copie e 200.000. Per quanto un libro possa essere non dico bello, ma azzeccato, non si arriva a quei numeri col passaparola, senza una campagna di marketing stile Blitzkrieg.

Anonimo ha detto...

@ dactylium: semplicemente, un libro pubblicato dalla Mondadori ha passato una selezione (di qualunque tipo essa sia), e viene messo sul mercato per essere venduto, quindi l'editore non può permettersi di mettere sul mercato qualcosa che non ha in sé il potenziale di vendere, perché altrimenti dovrebbero toglierlo dal mercato e tenersi i resi (o bruciarli).
Invece, l'autore presente su internet non ha passato una selezione e non ha ricevuto un editing adeguato, e quindi ha molte più probabilità di fare schifo (99 su 100, dati assai realistici) rispetto a un autore pubblicato da una casa editrice seria (che inoltre è anche dotata di un patrimonio di fiducia spendibile verso i propri lettori, avendo pubblicato tanti libri buoni, e non diciamo che non è così).
Come vedi, la pubblicità c'entra poco, se non nel alzare il livello di fiducia della casa editrice rispetto al pubblico (cosa lunga e difficile a farsi).
Ciao,
Heian

Anonimo ha detto...

@ Angra: quello che dici è giustissimo, la distribuzione di un libro è un punto dolente, ma assolutamente rilevante. Assicurandosi le posizioni migliori sugli scaffali, si può di fatto scalzare i concorrenti dal gioco. MA... di nuovo, non è assolutamente detto che funzioni, perché ci sono tanti esempi di campagne pubblicitarie in stile Blitzkrieg che non hanno raggiunto i risultati sperati. Licia aveva le potenzialità giuste per riuscire, mentre altri forse no. E la fascietta 200.000 copie senza dubbio aiuta a far crescere la fiducia del lettore "leggero" verso il libro, pensando che se in tanti l'hanno comprato qualcosa di buono dovrà avere, un ragionamento in fondo non sbagliatissimo che lo aiuta a scegliersi quel suo unico libro all'anno. Potevano comprarsi l'ultimo premio strega, che ha in dotazione la stessa fascietta, ma hanno preferito la Troisi.
Chiamali scemi... ^^

Heian

Simone ha detto...

Secondo me dite più o meno le stesse cose. Probabilmente il punto di vista di Heian è un po' diverso perché se non sbaglio lavora nell'editoria e forse ha più chiare certe meccaniche.

Comunque certi discorsi si fanno da una vita e non arriveremo mai a una conclusione. Secondo me bisogna scegliere se vogliamo scrivere per piacere agli editori e (si spera) ai lettori oppure per ragioni magari più o meno nobili, e poi comportarci di conseguenza.

Simone

White Boar ha detto...

Personalmente non ho dubbi: voglio piacere agli editori e ai lettori, perché scrivere la prima stesura è divertimento ma fare 15 revisioni è lavoro. Se scrivessi solo per il piacere di farlo mi fermerei alla prima stesura...

La fortuna è che è difficile scrivere qualcosa che piaccia agli altri se non piace prima a te stesso e se non è nelle tue corde, per cui non ne farei un dramma :)

Anonimo ha detto...

Angra santo subito!
^_^

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Madò, concordo in pieno! Se non fossi arrivato in ritardo, avrei scritto ciò che ha scritto angra. Ma lui lo fa meglio. XD Non mi rimane che concordare. :)

P.S. Ribadisco anche il concetto di santità esposto da AlexMcNab... XD

Anonimo ha detto...

@ Heian: in effetti voglio sperare che un libro venga venduto non solo perché ha goduto di ottima pubblicità, ma anche perché abbia un contenuto valido.

Purtroppo non sono molto d'accordo sul fatto che le case editrici pubblichino solo libri buoni; certo pubblicano anche quelli, ci mancherebbe, però, come tutte le aziende, sono molto interessate (e non potrebbe essere altrimenti) al fatturato, quindi anche un libro meno buono ma che, per varie ragioni, è in grado di vendere molto, per loro va bene lo stesso. Altrimenti non mi spiego come sia possibile che si trovino (anche ) testi tanto mediocri nelle librerie.

Ciao, dacty

Anonimo ha detto...

Ma lo sai quanti scrittori classici non sono stati apprezzati al momento della/e prima/e pubblicazione/i? E poi sono stati rivalutati (magari da morto!)...
E poi ha ragione Alex: LA PUBBLICITA'!

Unknown ha detto...

Grazie Kinsy e Taotor :)
@Kinsy. Faccio solo un nome: H.P.Lovecraft, giustamente "santificato" da morto, da vivo, come scrittore, non lo caghicchiava quasi nessuno.

Anonimo ha detto...

@ dactylium: non ho detto che le case editrici pubblichino solo libri buoni, ma che pubblichino libri di valore, il che può essere tanto la qualità della scrittura che il grado di interesse dell'argomento per il pubblico ecc.

Heian

Simone ha detto...

Angra: mi verrebbe di darti ragione, ma visto che così mi rubi la scena mi sforzo di confutarti: se scrivi un trattato noiosissimo non è detto che sia meno "bello" di una storiella divertente piena di rutti e scuregge (praticamente i film di questo periodo ^^). Però alla gente le cose noiose non piacciono... non credo di essermi espresso al meglio ^^

Alex/Kinsy: a parte che porta sfiga parlare di queste cose da scrittori, Lovecomesiscrivecraft è diventato famoso col gioco di ruolo (almeno io prima non lo conoscevo) e sempre i giochi di ruolo hanno "importato" il fantasy in italia. Sarà che devo fare il gioco di ruolo dei gatti?

Per gli altri: se aggiorno il blog e la vostra discussione "va sotto" ve la prendete? Comunque ne riparliamo (anche perché ne parliamo sempre ^^).

Simone

Unknown ha detto...

@Simone: noooooooooo! Dai, Lovecraft è diventato famoso ben prima del gioco! Praticamente è diventato famoso...appena morto (uhm, non ricordo bene la data, cmq fine anni '30).

Aggiorna pure il blog, tanto la discussione non va a perdersi. Ah, e complimenti per questo post molto bello.

White Boar ha detto...

@Simone: nel mio nuovo romanzo c'è un nano che rutta a pagina 3 e un ogre che scorreggia a pag 5... fortunatamente è nelle mie corde! :)

Simone ha detto...

Alex: ok aggiornato ^^.

Angra: vabbe' conoscendoti poi chissà l'orco e il nano insieme che combinano... ^^

Sergio Consani ha detto...

Bene, ragazzi e ragazze, per caso sono entrato nel tuo blog, Simone, e vedo che l'amarezza è tanta. Devo dirlo, sono uno scrittore e sceneggiatore, non emergente, perché sono al mio terzo romanzo. Ma tutto quello che avete detto è vero: soprattutto delle piccole case editrici. Infatti io ho pubblicato per tre editori diversi. Questo ultimo, SBC di Ravenna, che ha in mano un mio buon romanzo (non lo dico solo per pubblicizzarmi), ha un buon sito e spero che abbia "il coraggio" di spingersi oltre.

Simone ha detto...

Sergio: be', quando esce il libro facci un fischio... e in bocca al lupo!

Simone

Cristina ha detto...

Caso raro trovare un blog che parli di scrittura con questa freschezza... lo sto leggendo molto volentieri. Mi piace!

Ciao
Cristina

shweppes ha detto...

che bel blog! anch'io sono stupito, soprattutto di trovare tanta gente "seria" sul web a differenza delle solite capre che infestano le pagine di fb oppure i commenti ai video di youtube

shweppes ha detto...

comunque io, parlando non da emergente ma da completo ignorante del mondo editoriale, dal momento che per ora il mio romanzo è ancora in fase di stesura, ci tenevo a fare alcune osservazioni dal punto di vista del lettore, giusto per fare il punto: come molti di voi hanno già detto, gli scrittori hanno più o meno successo a seconda di quale casa editrice si occupi di pubblicarli, pubblicizzarli, distribuirli e (e purtroppo questo non è affatto secondario) fare la copertina. questo perchè, sempre come già detto, le case editrici "serie" ispirano fiducia, e questa fiducia deriva proprio dal fatto che sanno proporre al pubblico ciò che il pubblico richiede: in pratica, sanno interpretare le tendenze del momento e rivolgere a diverse fette di pubblico ciò che a queste fette di pubblico interessa, indipendentemente dal valore artistico che un critico letterario serio e imparziale riconoscerebbe a tali libri, e questo secondo il criterio che devono pur vendere per tirare avanti. quindi, tutto sommato, se davvero i libri recenti fanno cagare è colpa del fatto che la massa ha dei gusti del c...o, detto in parole molto semplici.
Per questo, se uno vuole puntare su uno stile magari meno "leggero" per poter esprimere in maniera adeguata un contenuto più alto, diventa molto ma molto più difficile trovare un editore disposto a scommettere su di lui, soprattutto se è un emergente e nessuno lo conosce, perchè c'è il serio rischio che non venda un cavolo (e questa è la risposta alla domanda originale: i nuovi autori fanno cagare perchè è sempre la stessa minestra, finchè per fare un esempio gli stereotipi fantasy drago-antieroe-antico ordine-saggio maestro-signore oscuro/imperatore vendono, continueranno a presentarci queste porcherie a prescindere dal fatto che magari non hanno nulla da dirci nè, spesso, nulla di originale). Poi non generalizzo e non volevo offendere nessuno, a me i libri della Rowling, di Paolini e della Troisi oltre che di Brooks sono anche piaciuti come lettura da spiaggia, però rendiamoci conto che il loro valore letterario in confronto ad un'opera come il Signore degli Anelli è praticamente pari a zero (poi magari adesso mi asfaltate, però ci tenevo a dire come la pensavo-ripeto che non volevo offendere nessuno e che quei libri sono anche carini, Eragon in particolare lo considero uno dei più bei libri PER RAGAZZI mai scritti in assoluto, poi gli altri due mi son piaciuti di meno).