Il vero grande scrittore. Secondo me.

Proviamo a mischiare le carte in tavola: quante volte siete rimasti sdegnati nel vedere un film dalla trama pessima (che però dai trailer pareva chissà cosa), o durante la lettura di un libro di cui si parla ovunque ma che si rivela essere una gran cagata? Io direi che questa è diventata più la regola che l'eccezione al punto che - specie quando vado al cinema - la sorpresa è in realtà trovarmi di fronte a qualcosa che non faccia semplicemente schifo.

Siamo insomma invasi da prodotti di bassa qualità che ci vengono propinati come lavori di alto livello, se non addirittura vere e proprie opere d'arte. E un'opinione piuttosto diffusa su questo fatto è che produttori, scrittori, cantanti ed editori provino a rifilare spazzatura e porcherie varie ai propri acquirenti perché - semplicemente - non sono in grado di produrre materiale di qualità.

Ma su questo ragionamento io non sono daccordo.

Prima di tutto, qualcuno che gestisce una società che fattura milioni e milioni di euro (se non addirittura centinaia di milioni di euro) non può essere talmente idiota da non saper distinguere una cosa bella da una porcata. Anche volendo ammettere lo stereotipo del ricco stupido e cattivo (passi che sia cattivo, ma come è diventato ricco se era tanto stupido?) se butto 10 miliardi di una qualunque valuta per produrre e pubblicizzare un prodotto commerciale, TANTO VALE che aggiunga qualche migliaio di euro per assumere uno scrittore per lo meno decente, no?

La verità è che un editore pubblica semplicemente i libri che spera di vendere, e quello che si vende è semplicemente ciò che la gente compra. Ergo (come vedete da queste parti il livello è estremamente elevato ^^) in giro è pieno di spazzatura perché - evidentemente - è quello che noi stessi preferiamo acquistare.

Una volta ho discusso con una mia amica americana proprio su questo argomento. Col mio fare un po' da stronzo gli ho detto: ma perché qui in Italia arrivano tutti questi film americani di merda? Con una nonchalance che mi ha spiazzato, lei mi ha semplicemente risposto: perché si vede che voi ve li guardate. E io non ho detto più niente.

Insomma è uno scenario un po' deprimente, vero? Per avere successo come scrittori bisogna per forza scrivere robaccia commerciale di basso livello, oppure fare gli intellettuali incompresi e rassegnarci a rimanere più o meno sconosciuti per il resto della vita. Verrebbe quasi voglia di lasciar stare con la scrittura e impegnarsi in qualcosa di più gratificante, siete daccordo anche voi?

Eppure (stavo mischiando le carte in tavola, no?) le cose non stanno nemmeno così. O meglio, non proprio: tra l'essere dei falliti e l'essere dei cattivi scrittori, esiste anche una terza opzione. Potreste essere degli autori talmente bravi da riuscire a scrivere qualcosa di bello e che allo stesso tempo ottenga un buon successo di pubblico.

E questo è molto più difficile che produrre semplicemente un testo o un film che vende solo in base a qualche thrend di mercato. Così difficile che autori in grado di realizzare qualcosa del genere ne nascono una manciata una generazione sì e una invece no. Ma sono questi i veri grandi scrittori: Dostojevsky, Pirandello e compagnia bella, e i loro libri sono i cosiddetti capolavori della letteratura. Quelli che vendono tanto e che stranamente sono anche belli.

Un gruppetto di persone molto chiuso e soprattotto molto ridotto. Ma se vi siete messi in testa di scrivere un romanzo anche voi, ci sono ottime possibilità che - anche inconsciamente - nutriate la speranza di entrare a farne parte. Purtroppo è quasi scontato che le cose non andranno a questo modo. Sulla base di semplici considerazioni statistiche, magari tutti noi pubblicheremo qualcosa e vendicchieremo pure, ma alla fine della fiera presto o tardi i nostri romanzetti mediocri verranno sostituiti da altri romanzetti mediocri scritti dai futuri autori emergenti.

Eppure, chi lo sa? Potrebbe anche essere. Di certo sarà la vita stessa a giudicare quanto vale ciò che ci accingiamo a scrivere, e non il giudizio di qualche scemo incontrato per strada o su Internet o - peggio che mai - di qualche editore rincoglionito ancora convinto che stampare libri sia un buon modo per far soldi.

L'unico modo per scoprire quanto valiamo davvero è metterci al lavoro e tirare giù il nostro romanzo: se le cose devono accadere tutto il resto verrà da sé, mentre se proprio non vanno allor amen. Se non altro ci abbiamo provato.


Simone

15 commenti:

White Boar ha detto...

Le stesse domande me le sono fatte molte volte anch'io. Girando su MySpace per le pagine di gruppi musicali assolutamente sconosciuti, 9 su 10 ci si imbatte in gente che è molto ma molto meglio di quella che gira H24 su MTV. Perché quelli là, più scarsi, sono su MTV, e quegli altri non se li fila nessuno? Non lo so.

Però non credo che gli editori (e i produttori musicali, cinematografici, ecc) diano al pubblico ciò che il pubblico vuole. Il pubblico è come una spugna, assorbe qualsiasi cosa, gli editori e i produttori sanno che possono manipolare i suoi gusti come vogliono, con la pubblicità. Ergo, gli editori e i produttori danno al pubblico ciò che loro stessi vogliono dargli. Sul perché scelgano quel tale scrittore, regista, attore, cantante, e non un altro, per me rimane un mistero. Sono certo però che non ha nulla a che fare con la qualità del prodotto. Se ogni tanto un autore che fa successo è anche bravo, è perché era nipote di un cardinale, e solo incidentalmente era anche bravo.

Sul perché preferiscano spendere fino all'ultimo centesimo in pubblicità, è presto detto: in Italia ad esempio una buona fetta del mercato pubblicitario è in mano ad una persona molto potente anche ad altri livelli, in primis quello politico.

C'è un altro fatto. Fare di un perfetto idiota un divo lo lega a te mani e piedi, lo puoi distruggere quando vuoi e rimpiazzarlo con un altro idiota uguale. Di fronte ad un genio, invece, saresti tu editore/produttore a dipendere da lui. Abituando il pubblico alle porcate, hai il totale controllo della situazione. Viceversa, se lo abitui alla qualità, la situazione diventa molto più difficile da gestire.

Glauco Silvestri ha detto...

Oddio... se uno cerca la fama e/o il successo, allora forse deve cambiare approccio e, piuttosto che fare l'artista, converrebbe facesse l'attore o il calciatore.
Se invece uno ama scrivere, deve scrivere e proporre i suoi scritti. Vadano bene o vadano male, chissenefrega... la gioia dovrebbe arrivargli dall'atto di scrivere, no?

:)

Anonimo ha detto...

In questo argomento non ho nulla a dire.
A parte che...
E' ovvio che anche il più idiota può giungere al successo, basta avere le amicizie giuste ed agganci solidi.
Poi un idiota te lo rigiri come vuoi: è la tua fortuna, la tuafonte di denaro ma può anche essere un capro espiatorio.

Andrea

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Bah, non tutti i classici sono delle grandi opere... XD Pensa a Tolstoj: Guerra e Pace è abbastanza barboso, i Racconti di Sebastopoli invece è grandioso.
Ma io sono fiducioso. In giro su Internet non mi sono sfuggiti giovani molto promettenti (suona ridicolo, detto da me...).

E poi ci sono sempre io. Fra qualche anno mi vedrete come il nuovo genio della letteratura mondiale. 8-)

P.S. Scherzo.
P.P.S. Ma non troppo. :P

Anonimo ha detto...

E' un tema difficile da liquidare in poche righe... si potrebbe scrivere un libro!
In realtà credo che parte della "spazzatura" sia richiesta dal pubblico consapevolmente, mentre la maggior parte è pubblicizzata talmente tanto da rendere l'idea al lettore di volerla acquistare, per pi rimanere deluso.
I futuri classici? Chissà forse uno di noi! Molti scrittori sono stati apprezzati solo dopo la loro morte… sinceramente non ho fretta di essere apprezzata!

Anonimo ha detto...

In uno dei passaggi del primo vero bestseller del nuovo millennio, il sottoscritto scrittore emergente sentenzia che "... perché hai imparato che dare il meglio di te in qualunque cosa tu faccia è sempre una vittoria..."

In bocca al lupo!

Simone ha detto...

Angra: che commentone! Interessante il tuo punto di vista, ma io resto delle mie idee. E poi anche a fare una porcheria che vende milioni di copie bisogna essere bravi, perché altrimenti tutti i libri sarebbero best seller e invece non è così ^^

Gloutchov: bo' io sul blog scrivo quello che mi viene in testa ma adesso che ricevo un bel po' di commenti sono molto più contento di quando mi commentavo da solo con un altro account per far finta che mi leggesse qualcuno. Non l'ho mai fatto davvero, eh! ^^

Andre: può darsi, ma secondo me chi pubblica o produce gli autori nemmeno li guarda in faccia e fa tutto attraverso terze parti, per cui non so quanto possa giudicare l'intelligenza (o mancanza di essa) di uno scrittore.

Federico: "giovani" promettenti... allora non parli di me? ^^

Kinsy: sì forse è meglio una via di mezzo... e con tutti gli scrittori che ci sono oggi mi sa che ci sarà affollamento anche nell'aldilà altro che fama postuma!

Lofa: che ottimismo, bravo! E crepi il lupo!

Simone

Unknown ha detto...

Bell'intervento, Simò :)

Però ti voglio rispondere con semplicità.
Non mi ritengo un grande scrittore; non scriverò mai un "classico". Non lo farò perchè i generi di cui mi occupo io sono quelli "di nicchia".
Fa niente se poi dietro a una storia di fantascienza si può nascondere un grande messaggio: per gli intellettuali sarà sempre "robaccia".
Ciò che scrivo mi piace. Spero piaccia a qualcun'altro.
Forse è solo svago, un romanzo che sarà dimenticato presto, soppiantato da un altro fac-simile al mio, che a sua volta era certamente ispirato a qualcosa di già scritto.
Quel che mi fa rabbia non è il genere di materiale venduto.
Voglio dire, se a uno piace leggere solo i romanzi tratti da Dragonlance, cavoli suoi.
Quello che mi fa arrabbiare è che molti di questi libri sono scritti male, al di là dei contenuti.
E tu sai che sono stati pubblicati perchè sono "amici di", "nipoti di", oppure perchè hanno partecipato a un reality show, o a Zelig.
Ecco, questa è la mignotteria peggiore della scrittura.
Trovare sugli scaffali il libro delle barzellette di Totti, o quello di Sconsolata.
Marò...che incubo.

Simone ha detto...

Alex: la fattoria degli animali, mattatoio n°5 o anche arancia meccanica... mi pare che il genere per intellettuali sia proprio la fantascienza. O forse qualsiasi racconto può essere più o meno "colto", mentre il genere non c'entra niente.

Riguardo a quello che arriva sugli scaffali... io vorrei solo che ci fosse uno spazietto anche per me ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Federico ma quando dici "giovani promettenti" parli di me, vero?
Lol...

Unknown ha detto...

Ciao Simone, ogi ho inizato a leggere il tup libro "La sindrome di Reinegarth", e... (errori ortografici a parte) non riesco più a staccarmi! La lettura è travolgente, complimenti per aver saputo usare molto bene l'effetto diario (difficilissimo oggi giorno - a mio avviso)!!!

Simone ha detto...

Scrittore: grazie! Per gli errori ho fatto un sacco di revisioni non credo ne siano rimasti poi molti... ma alla fine qualcosa scappa sempre specie a fare tutto da soli.

Fammi sapere quando l'hai finito!

Simone

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con la chiosa del tuo post (provarci sempre e comunque), e con quel che ha detto il buon vecchio Gloutchov (scrivere sempre e comunque).
Quando si tireran le somme, io credo che la coscienza di ognuno dirà quello che si ha prodotto, se mediocre, da schifo o di qualità.
My two cents, ecco.

LauBel ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te quando sostieni che editori e registi "creano" quello che la gente vuole leggere o vedere. E' la regola del marketing... se il livello culturale è piuttosto bassino (per essere ottimisti, eh!) non è possibile proporre prodotti elevati. In un suo libro-saggio, Curzio Maltese riporta il punto di vista di un noto imprenditore (non ricordo il nome... sorry) secondo il quale se su cento utenti novantanove sono stupidi (ma comprano) e uno è intelligente... la produzione va "mirata" alle novantanove... con tutte le conseguenze "contenutistiche" del caso... che tristezza!

Simone ha detto...

Matteo: sempre bene accetti i tuoi spiccioli.

Laubel: ecco, e a me 'sta cosa mi fa un po' rabbia. Bisognerebbe creare qualcosa di attraente e che allo stesso tempo sia di buon livello. È vero che è difficile, ma è per questo che gli scrittori "bravi" non nascono tutti i giorni.

Simone