L'infognamento letterario.
Questa nuova tragica condizione che può affliggere gli scrittori(emergenti e non) me la sono inventata un po' per riempire un aggiornamento del blog (gli argomenti cominciano a scarseggiare... ma tanto d'estate non lo legge nessuno ^^) e un po' perché spero di ricevere qualche consiglio interessante da parte vostra.
Ma vediamo un po' di capire di cosa sto parlando: scrivete un bel libro con dei personaggi che piacciono e con delle idee che colpiscono l'immaginario collettivo. Insomma, avete sotto mano un romanzo interessante destinato ad avere successo. Magari finisce che lo pubblicate, e la gente se lo compra pure e addirittura si affeziona ai protagonisti... e da questo punto in poi vi ritrovate a essere un autore con un pubblico da dover accontentare.
In sintesi, siete rimasti infognati col vostro personaggio e con la vostra ambientazione, che piace tanto ai vostri lettori che vi rapiranno per torturarvi e farvi la pelle nel caso il seguito del seguito del seguito delle avventure del loro beniamino non sia di loro gradimento (mi pare che ci abbiano fatto un film, su 'sta storia ^^).
Certo, una volta avuto successo con un determinato libro di un determinato genere uno può comunque mettersi a scrivere altro, e magari se è bravo creare altre ambientazioni e altri personaggi che piacciano comunque. Questo, però, oltre a essere davvero difficile (chi è bravo nell'horror come nel fantasy e nella fantascienza?) potrebbe essere addirittura impossibile nel caso che siate incappati nell'infognamento letterario totale: quando cioè la storia che state scrivendo non è ancora finita.
Un classico esempio sono le trilogie fantasy: se scrivete i primi due, poi non potete dire ah che palle mi sono rotto e non scrivere il terzo. I lettori vi uccideranno, e credo anzi che un editore pretenda di avere in mano tutti e tre i volumi prima di accettare la pubblicazione del primo.
Ancora, la povera Rowling s'è infognata con Harry Potter, al punto che è evidente come dal quarto in poi non si sforzasse più nemmeno di chiudere il libro come si deve lasciando direttamente un finale aperto. Secondo me lei H.P. lo odiava, e davvero voleva farlo crepare per non vederlo più.
Altro infognamento letterario è la esalogia (ma si parla che diventino nove, e non so come si dice) di Guerre Stellari. Girato il primo in ordine di storia che sarebbe il quarto in ordine cronologico, qualcuno è dovuto starsene lì a mettere insieme gli altri due, altrimenti i fan si sarebbero accampati sotto casa di Lucas e company con intenzioni bellicose e cartelli del tipo: chi la seconda trilogia terminato non ha, noi uccidere volere!
Il povero Arthur Conan Doyle aveva addirittura ucciso il suo personaggio più famoso (Sherlock Holmes, ovviamente) ma poi si è ritrovato a scrivere l'ennesimo capitolo della serie ritirandolo fuori dal nulla e facendo finta che nella storia precedente non fosse successo niente. Ma pensate che palle poveraccio, cosa doveva pensare durante la preparazione di un nuovo libro: allora, adesso c'è questa cosa misteriosa e poi... e poi... e poi arriva Holmes che la butta in caciara con una spiegazione assurda e finisce tutto. Speriamo che se la bevano pure 'sta volta!
Ultimo caso di infognamento letterario che mi viene in mente è la serie Lost. Per quanto non lo guardi (e qualcuno direbbe che non guardandolo non dovrei neanche stare qui a parlarne ^^) da quel che ho capito la trama si è talmente complicata che sembrerebbe impossibile tirare fuori un finale decente.
I poveri autori si trovano allora nei casini: se chiudono senza finire la storia andando a rintanarsi sull'isola del film, chi ha seguito la serie per anni vorrà la loro testa. Se buttano lì un finale accroccato, invece, pure. Però credo che il finale accroccato sia dovuto da contratto, per cui aspettatevi che prima o poi arrivi.
Mi pare che sia lo stesso ragionamento alla base della conclusione di Twin Peaks, anche se non posso esserne sicuro: non ho mai visto nemmeno quello.
Insomma, non vi fanno pena questi poveri scrittori famosi, costretti a scrivere libri che già sapranno essere dei best seller? Eppure, pur non essendo proprio famoso allo stesso modo, nell'infognamento letterario sto rischiando di finirci anch'io col povero (??) Primo Mazzini.
In sostanza, sono nella seguente situazione:
- Mettere un finale a impatto ma completamente aperto, che mi costringa a scrivere un secondo libro (senza sapere se il primo verrà mai nemmeno pubblicato!) La gente che legge il libro si dirà chiaramente: ah, che figata! Però adesso mi tocca comprarmi il secondo... e mi odierà.
- Mettere un finale meno aperto, che io trovo di minore impatto ma che mi lascia un ottimo spunto per l'eventuale secondo libro. La gente che legge si dirà: ah sì, vabbe'... ma tanto non mi freghi perchè è ovvio che ci sarà un secondo libro, per cui sarò sempre infognato ma con un odio minore, mentre il finale sarà più moscio.
- Mettere un finale chiuso. L'idea di un seguito resterà sempre (anche perché è evidentemente una storia "serializzabile") ma sarà evidente che il tema del primo libro è chiuso. Questo però mi mette nei casini per l'eventuale secondo libro (che però non sarebbe più obbligatorio scrivere) perché molte delle idee che ho per un seguito partono da quel finale aperto che in questo modo avrei scartato.
Insomma, che ne pensate? Mi piacerebbe molto la vostra opinione, anche se sono quasi certo che alla fine propenderò per il finale chiuso: non voglio mica infognarmi a scrivere best seller da milioni di copie per tutta la vita! ^^
Simone