Maledetta Ghirba - di Giuseppe Taras alias Peppistrillu

Ancora il libro di uno scrittore emergente, e ancora la segnalazione sul mio blog nella speranza di far conoscere un nuovo autore a chi potrebbe trovarlo interessante.

Oggi è la volta di Giuseppe Taras, che forse qualcuno conoscerà come Peppistrillu, e la cosa interessante è che il libro che ci presenta (anzi, che vi presento io ^^) è una raccolta di poesie.

Inutile ripetere per l'ennesima volta quanto sia difficile diffondere e far conoscere la poesia, per cui evito di farlo. Vi lascio piuttosto alla brevissima presentazione del testo, mentre ai link che seguono trovate diverse altre poesie con cui farvi un'idea su questo nuovo autore.

Maledetta Ghirba - di Giuseppe Taras
Edizioni Montedit - Collana I gigli (poesia).



Se qualcuno mi avesse chiesto, volentieri, avrei ceduto il passo.
Se ammettessi che la mia esistenza, la mia anima, sono state programmate da altri; se lo dicessi, sarei un figlio ingrato.
Se raccontassi che non c'entra la mia codardia, la premierei nuovamente.
Io sono codardo e ingrato.
Io non voglio e non vorrò essere padre, perché subisco la vita come figlio e non voglio aggiungere al mio patimento, quello dell'essere genitore.
Il mio voto è per l'accesso in paradiso a tutti quelli che versano lacrime da figli e si consumano di dolore da genitori, vivendo.


Link correlati:

Alcune poesie contenute nel libro.

Il sito di Peppestrillu.

I difetti degli aspiranti scrittori 3: l'attacco dei puntini assassini.

Eccoci al terzo punto dei consigli banali per futuri grandi scrittori. Riepilogando il senso dei post, se mettete queste cose nei vostri libri vuol dire che scrivete male, ovviamente secondo me e secondo la mentalità abbrutita e corrotta di coloro che decidono cosa pubblicare (gli editori) e anche di molti di coloro che decidono che cosa leggere (non so chi siano, ma qualcuno ci sarà).

Insomma sono solo opinioni personali, per cui insultatemi piano:

- I puntini di sospensione scassapalle, e i punti esclamativi presi durante i saldi:

«Ciao amore... è che io... io...»
«...????»
«Ah no... ecco».
«Che succede? L'hai fatto di nuovo... confessa!»
«No... io non volevo... ecco...»
«...confessa ho detto!!!!!!!! Guarda che m'arrabbio!!!!111!»
«No!!!! Ti prego... non arrabbiarti... no! No111!!!»
«...ti prego... ti prego? Ti... prego hai detto?!?! Come osi!!!!!! Confessa subito!!!!.... altrimenti... altrimenti io....!»
(e ok, diamoci un taglio).

Il puntino di sospensione è un oggetto letterario molto utile. Potete metterne mille per pagina e continuare a domandarvi per quale motivo i vostri bei dialoghi non piacciano in realtà a nessun altro a parte voi.

La verità è che potreste accontertarvi di utilizzarli 2 o 3 volte per libro (per un totale di 6 o 9 puntini) e anche in questo caso se mettete una virgola o un punto solo nessuno ne sentirà la mancanza. Se volete ricreare un testo pieno di pause, pensieri, paure, interruzioni e tentennamenti fatelo magari descrivendo pause, pensieri, paure e tentennamenti vari. E i puntini di sospensione rivendeteli su ebay, che tanto qualche altro scrittore che se li compra lo trovate sempre.

Forse il concetto non è mai chiaro, in questi post, per cui riassumo: se mettete altri mille puntini piuttosto che aggiungere una descrizione che descriva (eh!) lo stato d'animo di chi parla, non siete degli intellettuali vittime di un oscuro sistema che aborrisce il dialogo lento e strascinato. Anzi, magari lo sarete anche, ma a troppa gente sembrerà che siete soltanto terribilmente pigri ed è per questo che il vostro libro non piace. Poi potete sempre fregarvene, ci mancherebbe altro.

Di punti esclamativi e interrogativi, poi, anche se non mi crederete mai, basta metterne uno. Il fatto è che se provate a immaginare il punto esclamativo come uno che alza la voce (alcune persone provano a visualizzare ciò che leggono, sapete) allora quattordici esclamazioni per frase vi daranno l'idea di un pazzo che sbraita e si agita e si rotola per terra sbavando e rantolando.

«Nooo!!!!!!» Lulù si strappò i vestiti, poi si gettò in terra e iniziò a sbavare e rotolare artigliando il fango. «Il film sta per iniziare e noi perderemo l'inizio, aaaargh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!»

Trovereste tollerabile una persona che si esprime sempre a questo modo qualsiasi cosa succeda? Io no, anche perché un testo tutto così farà sì che alla gente venga il mal di testa durante la lettura, e credo che il vostro proposito di scrittori dovrebbe essere quello di vendere libri, e non aspirine.

E concludiamo riscrivendo il testo iniziale senza puntini e robe varie, così si vede cosa intendevo dire e soprattutto allunghiamo un po' il post, che è venuto corto:

«Ciao amore» Zizù si passò una mano tra i capelli, imbarazzato. «Sono venuto a cercarti perché volevo dirti che io, ecco...»
Zizì sollevò lo sguardo dalla tastiera e gli rivolse un'espressione perplessa.
«Ma di che parli?»
Zizù fece per rispondere, ma era talmente in difficoltà che si limitò a farfugliare qualcosa.
«Che succede?» lo aggredì Zizì, insospettita da quel comportamento. «L'hai fatto di nuovo, confessa!»
«No, io non volevo. Il fatto è che...»
«Confessa ho detto, guarda che m'arrabbio!»
L'uomo scosse la testa.
«No, ti prego, non arrabbiarti».
Zizì però era già scoppiata su tutte le furie, al punto che balbettava per la rabbia.
«Ti prego, hai detto?» riuscì a dire, rossa come un peperone (delle analogie magari parleremo un'altra volta). «Confessa subito, altrimenti io non so che ti faccio!»


Fa ancora piuttosto schifo, ma almeno è leggibile e infatti c'ho lavorato il triplo rispetto all'altra versione. E se vedete, qualche puntino l'ho pure lasciato ^^.

Simone

Primo Mazzini e il titolo che forse mi toccherà cambiare... ma che comunque sia ho finito di scrivere. Finito finito finito finito.

Non ci posso credere neanche io. O meglio non ci potevo credere ieri pomeriggio, quando ho scritto l'ultimo paragrafo, ma già questa mattina riguardando il materiale ho visto che effettivamente era ancora tutto lì e che non me lo sono sognato.

Primo Mazzini e la stanza fuori dal tempo è finito. Ok, è finita la prima stesura, nel senso che è ancora da rivedere, ma come ho detto più volte io faccio la revisione in corso d'opera di ogni cosa che scrivo per cui dalla prima bozza al romanzo finito ci passa veramente poco... così poco che il testo sarebbe già (più o meno) interamente leggibile e - si spera - apprezzabile.

Ma diamo qualche notizia di carattere tecnico, che credo risulterà interessante agli altri aspiranti scrittori che si chiedono quanto ci voglia davvero a mettere giù un romanzo. E poi sennò il post era già finito ^^:

L'ho iniziato a Giugno 2007 per finirlo appunto ieri (Luglio 2008) anche se a dire il vero c'ho lavorato seriamente a partire da Gennaio. Diciamo allora che il tempo di scrittura si aggira attorno ai 7-8 mesi.

668.000 e rotti caratteri, pari a 370 e rotte cartelle: sembra quasi un romanzo vero!

Openoffice dice che il documento è stato utilizzato per 467 ore (porcaputtana!) ma non è vero perché molto spesso lascio il file aperto mentre faccio altro. Comunque sì, se contate che le correzioni le faccio su carta è chiaro che per scrivere un libro ci vuole un sacco di tempo da butt... ehm, dedicare all'arte.

Così su due piedi, 500 ore in 8 mesi sono 2 ore al giorno. Basterebbe un impegno costante, insomma... anche se io posso stare giorni senza scrivere nulla e poi in una botta sola scrivo 8 ore di fila.

Ancora, se scrivo un ora in genere viene fuori 1 cartella. 2 ore già stiamo sulle 5 cartelle, in 3-4 ore se sono in vena arrivo anche a 15-20 pagine ma poi c'è un crollo totale. Per dire che c'è un tempo minimo e uno massimo, di più e di meno - almeno per me - la scrittura funziona male.

Se non tenessi questo stupido blog magari avrei già scritto un altro libro e avrebbe anche avuto successo. Il fatto invece che mi pubblichino un libro tratto dal blog mi lascia alquanto perplesso ^^.

Vorrei farvi leggere qualche estratto, per cui appena finita la revisione finale metterò qualcosa online. Non ce la faccio a scrivere una storia "a parte" come dicevo invece in uno dei passati aggiornamenti, ma pensavo piuttosto di fare un ebook con i primi due capitoli.

Per il finale del romanzo, se ricordate il discorso di qualche tempo fa, ho optato per una chiusura quasi definitiva al posto del finale aperto e basta che avevo pensato inizialmente. Trovare un sistema per chiudere come si deve è stata veramente una faticaccia, ma alla fine credo che il finale sia una delle parti migliori, per cui è andata bene.

E adesso veniamo al titolo. Per ora il romanzo si chiama ancora:

Primo Mazzini e la stanza fuori dal tempo.

Considerate che, a libro finito, forse ci sta meglio:

Primo Mazzini e la cripta della conoscenza.

A parte che io sono affezionato al primo (e anche al Primo, a questo punto), secondo voi quale suona meglio?

Grazie per i vostri consigli, ciao e a presto!

Simone

Un angelo di nome Giuda - di Daniele Traferro.

Come accade ormai regolarmente, vi segnalo il romanzo di un nuovo scrittore emergente che è incappato sul mio cammino di vecchio emergente scrittore.

Così su due piedi il libro mi sembra decisamente interessante, e secondo me - nel bene o nel male - non potrà lasciare indifferenti i lettori o anche solo le persone che ne sentiranno parlare. Si tratta infatti di un romanzo a sfondo religioso, che va a toccare un punto delicato della fede Cristiana.
Non avendo letto il libro non posso dare un giudizio, anche se la mia speranza è che il testo di Daniele possa essere davvero un mezzo per discutere e riflettere su temi profondi e degni di interesse che tante volte nella letteratura moderna vengono trattati in modo superficiale o semplicemente ignorati.

Vi lascio alla presentazione scritta dall'autore, che in questo caso mi sembra molto interessante e approfondita.

Un Angelo di Nome Giuda – di Daniele Traferro.
Edizioni Montag


Ogni volta che ho ascoltato la storia del tradimento di Gesù da parte di Giuda Iscariota, sin dalle prime lezioni del catechismo della mia infanzia, ho sempre provato un forte senso di compassione e simpatia verso chi, pur facente parte del piano di salvezza deciso da Dio, veniva poi trattato come il peggiore dei delinquenti.

“Quello che devi fare fallo al più presto”, gli diceva Gesù, e lui, ubbidiente e con enorme coraggio, faceva quello che era il suo compito, ciò che il suo Maestro si aspettava da lui. “Quello che devi fare” gli disse Gesù, dopo che “cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.”

Tutto era stato deciso, tutto era stato scritto e tutto consapevolmente accettato da Gesù, il Protagonista tra i protagonisti, che lo ha scelto come discepolo, che lo ha avuto seduto al suo fianco durante l’ultima cena, che non ha mai cercato di fermarlo, perché non doveva essere fermato. Così, cercando di placare la fastidiosa sensazione per quella che ho sempre sentito come una grande ingiustizia verso colui che si è invece caricato della parte più gravosa del piano divino della salvezza dopo Gesù stesso, ho sentito che era giunto il tempo di trasformare quella storia in un romanzo che in qualche modo “rimettesse apposto le cose”.

Ecco come è nato “Un Angelo di nome Giuda”, la storia del discepolo traditore che torna nuovamente in forma umana per raccontare, ad un giornalista destinato a raccoglierne i racconti, la verità sui fatti accaduti due millenni fa; chi era veramente, come e perché è diventato il traditore più famoso dell’Umanità, ma, soprattutto, quale fu il suo vero ruolo, svelando tutti i retroscena della sua azione, rimasti fino ad ora segreti.

Il testo è appunto il racconto, scritto in prima persona dal protagonista, dei pochi giorni passati con Giuda che lo mette a conoscenza di quanto realmente successo quando Gesù camminava in mezzo agli uomini, svelandogli anche insegnamenti giunti in forma segreta fino a noi. Con l’arrivo di Giuda nella sua vita, il protagonista è accompagnato in un viaggio fantastico, dapprima dentro di se, dove scopre il “Doppio Sigillo” che lo lega al Cristo da molto tempo, e quindi in altre dimensioni, dove inizia a rivedere molte delle certezze della sua vita presente, mentre è coinvolto in incontri, e scontri, con esseri di vari livelli di consapevolezza, sia umani sia spirituali.

Si trova quindi nel mezzo dell’eterna lotta tra il bene ed il male, ne scopre le ragioni profonde, ne comprende il senso e l’utilità legata alla nostra dimensione umana mentre gli è mostrata la natura del tempo, della materia e dei livelli d’esistenza, in un continuo altalenare tra presente e passato, tra mondo materiale e spirituale, tra spiriti incarnati e spiriti disincarnati, tra Angeli e Demoni, i primi che operano affinché la verità di Giuda sia svelata, i secondi che cercano ferocemente di impedirlo.

“Un Angelo di nome Giuda” è un’interpretazione, fantasiosa quanto si vuole, ma pur sempre un’interpretazione di quanto raccontano le Sacre Scritture riguardo la storia di Gesù, ed è un libro che vuole creare dubbi più che rivelare verità, vuole generare domande più che fornire risposte. Vuole essere un libro in cui chi legge, come accade al protagonista, possa essere messo di fronte alla opportunità di rivedere le credenze su cui ha creato il suo proprio mondo. E’ un viaggio all’interno di ciò che la maggior parte di noi crede, è un’ambientazione fantastica in cui i dubbi e le incongruenze si possono finalmente manifestare e, grazie all’aiuto di un essere soprannaturale, trovare vie di comprensione diverse da quelle cui siamo abituati.

Daniele Traferro


Link correlati:


Il sito dedicato al libro.

I difetti degli aspiranti scrittori 2: le "D" eufoniche della morte.

Eccoci alla seconda parte della lezione aggiuntiva del corso avanzato del secondo libro del blog dello scrittore emergente. Mica capperi eh! ^^ Ma partiamo subito, che se no il post finisce domani.

I difetti degli aspiranti scrittori 2:


- Le "d" eufoniche della morte: altro errore, che errore non è ma a cui vi toccherà comunque fare attenzione se volete lavorare come scrittore (nel senso che la gente vi dà dei soldi per leggere quello che scrivete). Volete che chi vi legge prenda sul serio il vostro lavoro? E allora, mannaggia alla miseria: le volete cancellare ste piripicchio di d eufoniche che tutti gli editori del mondo sono fissati che non vanno messe? Non ci sono sé, ma, però o perché: se cercate un editore dovete smettere di mettere le "d" al posto sbagliato, e non gliene frega niente a nessuno se gli editori sono stupidi e il posto sbagliato sarebbe in realtà giusto: se volete fare l'architetto disegnate quello che piace al committente. Se volete fare il medico curate i disturbi che i pazienti lamentano, e se volete fare lo scrittore togliete le d che gli editori non vogliono!

Per chi cadesse dalle nuvole:

Ad andare, ed era, od ontoiatra e company vanno bene, perché la vocale è sempre la stessa prima e dopo la D.

Ed io, ad essere, od alisca non vanno bene! In nessun libro edito in italia dal 1980 a oggi trovate una d tra due vocali spaiate, e gli editori arrivano a inventarsi che non si scrive ad esempio ma per esempio, così l'autoimposta regola della vocale è sempre rispettata. Ovvio che questa cosa molti aspiranti scrittori non la sanno: qualcuno ha addirittura l'ardire di seguire le regole dell'Accademia della Crusca (secondo la quale la "D" può starci sempre, anche con le vocali spaiate)!

Purtroppo al giorno d'oggi nessuno vi chiede di scrivere in Italiano, bensì in editorialese, che è diverso. Per cui le cose sono due: o volete passare la vita a lamentarvi che il mondo corrotto non accetta la vostra arte fino a precipitare in un triste turbinio di mestizia e acredine (e no, non l'ho fatta più pesante di quello che è la realtà ^^) oppure volete che la vostra arte venga letta anche con la pesante mutilazione della "D" eufonica, e spendete questi benedetti dieci minuti a rivedere il vostro testo col comando Trova/Sostituisci.

Io alla fine le D le ho tolte, e nessuno capirà mai il vero significato di quello che si cela nel profondo della mia anima. Anche se, a dire il vero, mi pare che i miei testi suonino meglio.

Simone

I difetti degli aspiranti scrittori 1: il punto di vista, e poi ancora il punto di vista.

Se ricordate (be', qualcuno che segue il blog se lo ricorderà) già qualche tempo addietro ho parlato di quali siano gli errori più comuni che si possono trovare all'interno di un romanzo. Principalmente dimenticanze, e problemi che nascono da una cattiva preparazione del lavoro o evidente incapacità dell'autore (fate voi ^^).

Recentemente, però, qualcuno mi ha chiesto di parlare degli errori non tanto dei romanzi, quanto della scrittura in sé. In sostanza: quali sono i difetti intrinsechi dello stile e della narrazione tipici di chi non scrive tanto bene? Non parliamo di trame, idee o sentimenti espressi malamente, ma di veri è propri intoppi che riguardano la prima cosa che cadrà all'occhio di chi ci legge (sto parlando della scrittura, ovviamente).

Lungi da me essere un esperto di queste cose (se fossì bravo magari qualcuno mi pubblicherebbe qualcosa... azz, non funziona più! E adesso?!) trovo questo un argomento importante e che mi era sfuggito nell'arco del corso di scrittura passato. Mi pare giusto, e magari anche interessante, provare a dire qualcosa, per cui questo è solo il primo di una serie di tre o quattro post sul presente argomento. E meno male che volevo dire solo poche cose ^^.

Insomma, veniamo al dunque:

I difetti più comuni nello stile degli aspiranti scrittori.

- Il punto di vista. Questa è una cosa che facevo anche io, o meglio forse faccio ancora ma con più cognizione di causa. La storia inizia con un protagonista particolare, si sviluppa a partire da lui, inizia a farsi interessante, c'è uno spunto narrativo anche buono, il testo è scorrevole, piace, attira il lettore e... inizio del capitolo 2: adesso il protagonista non c'è più, e la storia parla di un'altra persona.

Ok, lo so. Stephen King lo fa, così come lo fanno anche tanti autori famosi. Però, e c'è un però, loro sono famosi, i loro libri sono lunghi 6-700 pagine (segno che alla fine ogni protagonista ha una storia ben sviluppata) e in fin dei conti usano questo stratagemma per costringervi a leggere: volete sapere cosa accadrà al protagonista, e allora vi sorbite anche l'inutile trattazione del punto di vista di un altro personaggio di cui in realtà non frega niente a nessuno.

Il fatto è che questo cambio repentino lo fanno tutti gli scrittori emergenti che conosco, me stesso compreso, anche all'interno di un raccontino di 5 pagine.

La verità è che se lo fanno tutti forse l'unico motivo sono due:

1) è più facile saltare di palo in frasca piuttosto che sforzarsi di seguire un solo punto di vista, che evidentemente è più difficile.

2) e visto che lo fanno Stephen King e compagnia bella un autore magari ancora insicuro tende a dare per scontato che fare così sia una buona idea, ritrovandosi con un libro scopiazzato, oltre che scritto male.

La verità è che a me non piace affatto... e quando lo facevo all'inizio della carriera (devo sempre fare una battuta quando parlo di carriera letteraria?) la triste e cruda verità era che semplicemente non sapevo nemmeno io dove mettere le mani. Con Mozart di Atlantide è stata una scelta voluta per davvero fin dall'inizio, ma se una scelta letteraria fatica a discostarsi dall'errore di un emergente, chi volete che ne rimanga favorevolmente impressionato?

- Il punto di vista 2, la vendetta: uguale a sopra, solo che questo salto tra un personaggio e l'altro avviene in corso d'opera, all'interno dello stesso capitolo senza separazione di spazi, paragrafi, lineette e asterischi vari.

ESEMPIO:

Gino guardò il suo nemico all'interno delle pupille dei bulbi oculari degli occhi.
«Ho paura» pensò. «Ma non devo farglielo notare, perché sennò poi mi riempie di legnate col suo mazzone laser».
Il nemico di Gino guardo Gino a sua volta negli occhi di lui a cui questi appartenevano (ok, questo testo ha più di qualche problema, ma è un autore emergente non scordatelo).
«Non sarà mica paura quella che leggo nei suoi occhi?» pensò. «Perché se è così accendo la mazza laser e gliela sfracello nella zona tra la base della schiena e le gambe dimodoché poi avrà difficoltà a sedersi».

«Sta riconoscendo la mia paura?» si domandò il nemico del nemico di Gino, accostando la zona del suo corpo compresa tra le gambe e la schiena al muro di recinzione dell'esterno dell'astronave della flotta dei terrestri dell'armata dello spazio, così da apporre una protezione tra la zona stessa e lo stesso suo nemico.

E così via per 3-400 pagine... non vedo l'ora di leggere il seguito, e voi?

Come vedete, è impossibile identificarsi nell'uno o nell'altro personaggio, e la storia viene un po' moscia. Qualcuno vi dirà che questo è addirittura un errore (anche se non lo è), ma in ogni caso non mi pare proprio il miglior modo di presentare una storia... ma gli aspiranti scrittori questo non lo sanno ^^.

A breve (più o meno) il punto due, in cui mi sono già scordato di cosa parlo per cui non chiedetemelo.

Simone

Gli ebook degli altri emergenti: le sinapsi di Evaristo, di Amedeo Gaiezza.

La mia bella idea di recensire gli ebook degli altri scrittori emergenti si è tramutata in un afflusso direi notevole di nuovi libri nel mio lettore (cosa questa che mi fa immensamente piacere) ma anche nell'evidente impossibilità di scrivere una recensione completa e approfondita per tutti.

Ho deciso però che voglio comunque parlare dei lavori che mi sembrano più interessanti ma che per un motivo o per un altro non mi sento di poter giudicare, magari presentandoli velocemente senza però andare a parlare di contenuti e qualità letterarie... cosa che del resto potete fare tranquillamente da soli, visto che si tratta di testi comunque distribuiti gratuitamente sotto forma di ebook.

È questo il caso di Amedeo Gaiezza e del suo le sinapsi di Evaristo, pubblicato (sì, pubblicato!) dalla Trabant Edizioni.

Le cose degne di nota di questo lavoro sono:

- L'ebook è di una casa editrice che pubblica libri elettronici gratuiti (la Trabant Edizioni, appunto). Cosa questa che si nota moltissimo nella semplice qualità del testo. Non parlo di contenuti (ho appena detto che non l'avrei fatto!) ma di impaginazione, copertina, forma, aspetto... insomma, è un ottimo lavoro editoriale, anche se COME TUTTI GLI EBOOK CHE HO LETTO nessuno si è posto il problema della leggibilità del pdf sui lettori portatili. Meno male che esistono Calibre e altri programmini, anche se comunque l'impaginazione ci perde un po'.

- Questo libro è un testo impegnativo. Amedeo Gaiezza ha già realizzato un altro testo letterario, e questo lavoro, seppure di narrativa, presenta in più punti una struttura tipica del teatro (NOME DEL PERSONAGGIO: battuta del personaggio). Lo stile è complesso, ci sono continui passaggi introspettivi e spunti di riflessione, e insomma mi sono subito trovato nella condizione di non sentirmi in grado di dare un giudizio onesto su questo lavoro.

Credo che alcuni lettori si troveranno spaesati da un libro così difficile, e lo abbandoneranno presto per letture più accondiscendenti. Altri, invece, si sentiranno presi dai discorsi e dai ragionamenti, riusciranno a partecipare ai tanti spunti che si trovano al suo interno, e probabilmente ne usciranno ognuno con la propria opinione.

Ma io, ripeto, non mi posso permettere di giudicare esperimenti, contenuti specifici, testi teatrali di cui non so nulla o ricerche introspettive su cui non mi sono soffermato a riflettere. Posso solo dirvi che mi fa piacere trovare su Internet un libro così, e anche tanto, perché davvero non credo che un testo del genere troverebbe facilmente spazio in un'editoria che cerca solo il nuovo fenomeno fantasy o l'ennesimo clone di qualche palloso romanzo che parla dell'essere umano nelle sue espressioni più basse e mortificanti.

È bello insomma che esista la Trabant Edizioni e che si dia la giusta dignità anche a libri come questo, per quanto nel solo ambito digitale (anche se ormai c'è da chiedersi quanto sia realmente limitativo quel solo) e per quanto limitata ai lettori che hanno la pazienza, oltre che di affrontare una lettura così impegnativa, di superare gli ostacoli del libro elettronico stampandosi magari il testo o - come il sottoscritto - investendo in uno strumento che ci consenta di leggerlo con la necessaria comodità.

Link:

Il sito della Edizioni Trabant

Le sinapsi di Evaristo.pdf (692 Kb) File compresso .zip

Ed ecco a voi: l'editore emergente!

Allora, ho deciso di fare il grande passo!

Da oggi simonenavarra.blogspot.com diventa casa editrice, principalmente e totalmente e indiscriminatamente indirizzata alla promozione, stampa, vendita e promozione e stampa e vendita e poi ancora un po' di promozione dei lavori letterari dei nuovi aspiranti scrittori sconosciuti emergenti.

Il nostro progetto editoriale all'avanguardia nello standard da noi stessi inventato e brevettato offre i seguenti servizi per tutti gli scrittori bravi e anche bravissimi che chissà perché non li pubblica nessuno, ma noi stranamente invece sì:

- Creazione di un ebook: se il vostro romanzo verrà giudicato idoneo, Lo scrittore emergente.com realizzerà un ebook gratuito, il cui costo sarà compreso nel costo totale del servizio. Se l'autore desidera una copertina, potrà tranquillamente prepararla da sé e mandarcela per inserirla nell'ebook.

- Servizio di editing: ogni autore verrà sinceramente invitato a ridare un'occhiata a quello che ha scritto, prima della pubblicazione. Se trovate qualche casino dopo, è colpa vostra ma non vi chiediamo comunque altri soldi.

- Servizio di correzione delle bozze: la nostra casa editrice corregge attentamente le bozze da voi prodotte, fermo restando che come sopra è meglio che le rilegga bene anche l'autore. Se no, come sopra.

- Servizio di stampa e vendita con diffusione a livello internazionale: tramite il nostro servizio di stampa già famoso in tutto il mondo e con cui vi invieremo le copie acquistate da voi a prezzo pieno di copertina, potrete vendere i vostri libri online semplicemente spedendoli a chi ve li chiede via email e senza avere a che fare con noiosi distributori e librerie. Chiunque sia in possesso di un PC con connessione alla rete diverrà un potenziale acquirente della vostra opera letteraria!

- Pubblicità e marketing: il vostro libro verrà pubblicizzato in siti dall'enorme popolarità quali lo scrittore emergente, simonenavarra.it, il newsgroup it.arti.libri.spam e la sezione off topic dei maggiori forum dedicati alla letteratura. Verranno organizzate presentazioni a spese dell'autore in librerie scelte e contattate dall'autore stesso, previo interessamento dell'autore medesimo che potrà usare tali eventi per promuovere il proprio libro.

- Royalties: l'autore riceve il 10% del prezzo di copertina senza iva e tolti i costi di stampa, spedizione, trasporto e smazzamento vario su tutte le copie vendute dall'autore stesso, fatto salvo il pagamento delle clausole vessatorie da parte dell'autore.

- Concorso: ogni quando ci pare, faremo un concorso estraendo a sorte uno dei manoscritti a noi pervenuti. Al vincitore del concorso verrà offerto un contratto di pubblicazione con noi che include tutti i vantaggi fino adesso elencati. I manoscritti ricevuti saranno sempre restituiti, a spese vostre, con l'aggiunta delle dovute spese di redazione e di scassamento di palle.

Attendiamo con ansia l'arrivo delle vostre opere, che non meritano di rimanere nel cassetto. L'indirizzo però preferiamo non metterlo, che c'è il rischio che qualcuno mi prenda per pazzo o che mi mandi il manoscritto per davvero.

Ma nessuno cascherebbe mai in un'offerta del genere, o no?

Simone

NOTA: l'immagine è di uno che stava su Wikipedia alla voce editore, ma non ho idea di chi cavolo sia. E sì è solo una battuta... visto che sempre su Wikipedia c'era la spiegazione ^^.

Un Oceano di fantascienza!

Perdonatemi la battuta che del resto avranno fatto tutti i siti del mondo su cui appare una presentazione di questo libro, ma era impossibile aprire il post altrimenti.

Cavolate a parte, ci tenevo a rendere noto il fatto che è uscito il vincitore del premio di fantascienza a cui avevo partecipato lo scorso anno... ovviamente non vincendo perché altrimenti starei qui a parlare di me, cosa che del resto faccio sempre con tutti gli altri post. Ci tengo a chiarire che nessuno mi ha chiesto di fare questa presentazione, ma trattandosi in fin dei conti del testo che mi ha battuto mi pareva quasi doveroso citarlo sul blog.

Il libro s'intitola Stella Rossa, appartiene (credo) al genere ucronico con i Russi che vincono la Guerra Fredda o cose del genere, e l'autore si chiama Fabio Oceano che tra l'altro trivate tra i commentatori del blog col nick di Fabbiuzz (sperando di non ricordarmi male ^^).

L'editore è ovviamente la Delos Books, mentre il romanzo dovrebbe essere addirittura meglio di quello con cui avevo partecipato io per cui se fossi al posto vostro me lo comprerei subito!

Come da consuetudine vi lascio con la presentazione ufficiale del libro:

Stella Rossa - di Fabio Oceano
Vincitore del premio Fantascienza.com 2006
Editore Delos Books


In un mondo in cui gli Stati Uniti sono ridotti a un pugno di stati litigiosi e la superpotenza vincitrice della Guerra Fredda è l'Unione Sovietica, la Stella Rossa – un'astronave di nuova concezione – è l'arma definitiva per ottenere il dominio del nuovo campo di battaglia: l'orbita terrestre. Quando però l'astronave precipita in un wormhole e si ritrova nel nostro universo, gli ufficiali a bordo devono confrontarsi con l'addestramento e gli ordini ricevuti prima di partire. Mentre il mondo scivola verso una guerra globale, l'unico che può impedire il disastro è Dimitri Valenko, Comandante in seconda della Stella Rossa, pedina consapevole in un gioco più grande di lui.


Simone

Ed ecco a voi... il romanzo non vincitore del Premio Urania 2007!

Come i più avveduti tra voi avranno già avvisto, il premio Urania 2007 è andato a Donato Altomare.

Donato aveva già vinto lo stesso premio diversi anni fa, e tra l'altro è autore di tantissimi romanzi e racconti di fantascienza già pubblicati e di cui si parla molto bene in giro (confesso che ancora non ho letto niente di suo, ma rimedierò!)

Se proprio doveva vincere qualcun altro allora è meglio che abbia vinto il signor Altomare, visto che è un ingegnere Civile come il sottoscritto e il suo primo Urania l'ha vinto che aveva 9-10 anni più di me. Insomma, a parte che non c'era confronto e si potrebbe quasi dire che così non vale, diciamo che io ho tutto il tempo di partecipare al prossimo Urania con Primo Mazzini, di perdere anche quello e di riprovarci altre 8 volte prima che mi dica bene.

Tra i finalisti al premio troviamo i seguenti nomi:

• Il traghetto polena di Marco Alessi;
• Uomon di Marco Minicangeli;
• Pianeta di ventura di Fabio Oceano.

Se vi ricordate, Fabio Oceano ha vinto il premio Delos che ho perso lo scorso anno, e questo mi fa pensare che se a me non mi segnalano nemmeno mai e altri vincono praticamente sempre un motivo dovrà pur esserci... anche se a dire il vero mi sfugge.

In realtà io so perché il romanzo viene sempre buttato al secchio dopo 2 pagine, cosa che posso riassumere con una regola che avevo già detto mesi fa: se volete rompere le regole, fatelo col vostro secondo romanzo.

O ancora: se pensate che i lettori andranno avanti con fiducia fino a pagina X, siete X-1 volte troppo ottimisti. (Tradotto: se l'inizio è noioso, il libro finirà nel secchio a pagina 2).

O ancora: se non hai voglia manco tu di rileggerlo, vuoi che qualcuno addirittura lo paghi?

O ancora: se dopo aver letto l'incipit qualsiasi editore mi dice: dovresti puntare sul comico, forse c'è anche qui una ragione precisa.

O ancora: adesso che mi pubblicano un libro che parla di come non mi hanno pubblicato questo libro, forse se poi invece me lo pubblicavano era anche un guaio.

O ancora: adesso posso riprendere a fare lo scrittore fanatico che non partecipa ai premi letterari per principio. (E risparmio almeno qualche soldo!)

O ancora: nessuno leggerà la divertentissima scena d'azione che hai messo a metà libro.

O ancora: ma quanti romanzi vincitori di premi letterari ho mai letto? E Painlog è arrivato secondo, per cui non vale.

O ancora: ma tanto io volevo andare in libreria, mentre l'Urania esce solo in edicola (l'autoconsolazione più patetica mai sentita, vero?)

O ancora: il mio romanzo si trova addirittura in formato ebook. E scusate se è poco (o se ho appena detto che volevo andare in libreria ^^).

O ancora: ci sono un sacco di scrittori che non hanno mai vinto un premio letterario in vita loro: e se mi mettessi a fare una ricerca, sono sicuro che ne troverei anche qualcuno.

E vabbe', basta.

Allora, per il momento vi ri-linko il vecchio ebook, anche se a questo punto dovrei decidermi a rivedere quei cacchio di dialoghi e a ritagliuzzarlo un po'. E ringraziate il signor Urania che mi ha segato, se no vi toccava comprarlo ^^.

Simone

Versione stampabile:

Simone M. Navarra - Mozart di Atlantide.pdf (2,8 Mb)

Versione per lettori portatili:


Simone M. Navarra - Mozart di Atlantide - Lettore.pdf (3,1 Mb)


Simone M. Navarra - Mozart di Atlantide - Lettore.rtf (1,7 Mb)

Il libro stampato tramite print on demand:

Mozart di Atlantide - Il libro in print on demand.

Gli ebook degli altri emergenti: Il contributo - di Glauco Silvestri

Vi è mai capitato di aspettare l'uscita di un film? Vi è mai capitato di vedere la pubblicità di un gioco o di un libro, e di dirvi: non vedo l'ora che esca per comprarlo? E be', che ci crediate o no, quando Glauco ha annunciato sul blog la futura release (è questo il gergo tecnico della roba messa a disposizione online) di questo ebook mi è subito venuta voglia di leggerlo... e per di più neanche l'ho dovuto pagare!

Il contributo - di Glauco Silvestri
Ebook autoprodotto

Il libro: il perché di tanta febbrile anticipazione (e vabbè ^^) è presto detto:

- Glauco lo conosco da quando ho aperto il blog (o poco dopo) e mi fa semplicemente piacere leggere altro di suo.

- Questo ebook è una sorta di seguito di 31 Ottobre, il romanzo che Glauco ha pubblicato lo scorso anno e che avevo già letto.

- Il contributo è ambientato a Roma! Insomma, un horror sanguinolento ambientato sotto casa mia: come potevo non leggerlo?

La trama: uno scrittore emergente (non sto scherzando!) manda un manoscritto a una casa editrice, dove viene più o meno letto e valutato da uno dei redattori. È l'inizio di una serie di morti inspiegabili collegate a questo manoscritto e a un misterioso contributo. Non avete già paura? No? Vabbè, nemmeno io... però la storia è lo stesso intrigante.

Lo stile: mi piace come scrive Glauco. O meglio, mi piace molto per alcuni versi, e per nulla per certi altri, e la media tra le due cose resta un giudizio positivo.

Di positivo c'è il fatto che il testo è veloce. È così rapido e scorrevole che le situazioni passano sullo schermo del lettore di ebook come se niente fosse, e alla fine - come è stato per 31 Ottobre - sono rimasto addirittura un po' deluso: ma che, è già finito?!

Di positivo, ancora, c'è che Glauco non ha chissà quali pretese, o idee strane o variazioni non necessarie o sbrodolature. Questo è un racconto horror con gli ammazzamenti, e nel racconto c'è l'horror, ci sono gli ammazzamenti... e basta. Niente noia, niente secondi fini, niente cavolate che rovinano la trama.

In realtà c'è un qualcosa di più in quel personaggio dello scrittore emergente che non si sente realizzato, o in quel manoscritto misterioso che i personaggi descrivono come: ben scritto ma con qualche problema di punteggiatura. C'è insomma la firma dell'autore in tutto questo, ma i personaggi restano tali e la storia non esce mai dalle righe.

Volendo confrontare questo Il contributo con 31 Ottobre, il suo per così dire prequel, mi pare evidente che l'autore sia maturato nell'arco di tempo che separa i due libri. I personaggi sono migliori, la storia scorre meglio e insomma si sente un generale miglioramento.

Veniamo ai lati negativi, ah ah!

Il testo ha qualche difetto puramente tecnico che nasce, a parer mio, da un cattivo metodo di revisione usato dall'autore. Dico così perché facevo gli stessi errori anch'io, per cui più che una critica è un complimento ^^ Ma ne parliamo più avanti.

Per il resto, il problema principale è che è talmente breve da lasciare la sensazione che si sarebbe potuto dire di più, specie su alcuni personaggi che vengono eliminati un po' troppo in fretta. E pure qui più che una critica mi pare un altro complimento (però adesso basta, eh!)

Una cosa che ho notato io, è che certi personaggi sono più riusciti di altri. Credo che la cosa dipenda proprio dal fatto che l'autore è migliorato col tempo. Per dire: il personaggio dello scrittore è molto interessante (anche per ovvi motivi, no? ^^) mentre quando ritroviamo il protagonista della storia precedente non c'è assolutamente lo stesso tipo di coinvolgimento emotivo. Per assurdo, non tirare per nulla in mezzo il vecchio 31 Ottobre ma scrivere una storia nuova, per quanto correlata alla precedente, avrebbe potuto dare dei risultati migliori.

Buona, anzi buonissima, l'idea di usare questo ebook per pubblicizzare il romanzo attualmente in vendita. Sicuramente, se avessi incontrato Glauco per la prima volta con questo testo mi sarei incuriosito e forse avrei acquistato il suo libro... ma visto che 31 Ottobre ce l'ho già mi sono tenuto la copia che avevo ^^.

Tecnicismi: qualche riflessione inutile su come scrive il caro Glauco Silvestri:

- Il testo è ambientato a Roma, in ambienti verosimili e realistici. Ci sono però presenze esoteriche che hanno un'influenza assoluta sulla realtà (quando arriva il cattivo le vittime non hanno via di scampo, non ci sono colluttazioni o possibilità di fuga).

- Il romanzo è scritto saltando dal punto di vista di un personaggio all'altro: il capitolo I è visto dal redattore, il capitolo II è visto dallo scrittore, il capitolo III è visto dal poliziotto e così via. È uno stile che non mi piace molto (arrivo a giudicarlo un difetto, ma questo è un altro argomento) ma funziona e tra l'altro lo si ritrova in molti horror e thriller... e anche nei miei primi romanzi ^^.

- Ci sono poi certe situazioni che sembrano un po' forzate (il padre che segue l'autopsia della figlia?!) ma ok è un tipo di narrativa e alla fine dipende dai gusti e dalle aspettative del lettore.

- L'idea del manoscritto assassino è ottima. Ricorda molto The Ring e compagnia bella e rende stimolante la lettura.

- La violenza e il sangue sono a livello zero. I personaggi muoiono, ma non ci sono scene truculente, sangue e squartamenti vari. A qualcuno piacerà questo non ricorrere a immagini scontate, a qualcuno non piacerà. Fate voi.

- C'è molto: tizio accese il computer con cui scriveva i suoi romanzi. Aveva utilizzato quel computer per molti anni, e ricordava ancora il giorno in cui finì il suo primo racconto e ne stampò una copia. Il suo primo racconto parlava di un gatto randagio che viveva per strada e bla bla bla... qualche triglia dirà che è un errore scrivere così. Secondo me non è un errore (e anzi alle volte è necessario tagliare corto e dire delle cose senza costruirci sopra scene inutili) però è un tipo di scrittura che rischia di danneggiare il testo per cui bisogna saperla usare bene. In questo caso il testo è molto breve per cui queste informazioni date di fretta si sarebbero potute espandere un po' di più.

- Nel testo ci sono errori di punteggiatura o ripetizioni o altri piccoli problemi di cui credo l'autore si renda conto (si parla di errori del genere nel manoscritto di cui si racconta nella storia) ma che per qualche motivo non ha corretto. Anche io facevo qualche pastrocchio con le virgole (facevo, ok? Al passato!) e ho risolto stampando tutto con un carattere 14 e interlinea 120% e rileggendo ad alta voce. In questo modo la pausa fuori posto sarà evidente, o almeno per me è stato così.

- Il testo è pieno di D eufoniche messe tra due vocali diverse (ed adesso, ad essere... ad esempio invece va bene, perché altrimenti suona malissimo) che non sono un errore per io, me, il sottoscritto e quello che penso io, ma sono mal viste dall'editoria moderna. Un consiglio che vale per tutti: da un autore che vuole essere commerciale (essere pubblicato e vendere) gli editori si aspettano manoscritti senza "d" al posto sbagliato. È come andare a fare un colloquio alla Ferrari con la maglietta della McLaren: non c'è alcuna possibilità che vi assumano se vi presentate così, per cui toglietevela e basta.

Pubblicabilità: non credo che Glauco intenda pubblicare questo ebook, che vuole principalmente tornare su trama e personaggi del suo romanzo attualmente in vendita con una nuova storia ambientata in un'altra città.

Credo che l'autore sia in grado di scrivere trame avvincenti, e che si noti un suo continuo miglioramento rispetto ai primi lavori. Il mio consiglio resta comunque di lavorare di più sulle revisioni, perché punteggiatura e D non conformi a quello che vogliono gli editori (è questa la realtà) rischiano di donare una brutta sensazione di scrittura amatoriale a un testo che in realtà è ottimo e ha bisogno soltanto di alcuni accorgimenti.

Per chiunque abbia apprezzato 31 Ottobre (come il sottoscritto) questo Il contributo è invece una lettura obbligata visto che ne riprende i temi e i personaggi, ha un'idea molto interessante, si sente che l'autore è migliorato, è ambientato a Roma e poi è pure gratuito.

Insomma, ma che altro volete? ^^

Simone

VOTO FINALE: B- (il - per le virgole assassine e perché lo volevo lungo il triplo!)

Vi ricordo che recensisco solo ebook gratuiti di roba lunga (racconti di poche pagine non valgono). Qui trovate un utile elenco delle valutazioni.

A=Mi sono stati dati dei soldi/"Io scrivo e bla bla", ovviamente.
B=È Ok, o mi sono stati dati pochi soldi.
C=C'è di meglio/l'autore è uno che mena.
D=Così così, ma tanto meno di C non lo darò a nessuno che mica voglio litigà.
E=Il romanzo di una triglia ^^.
F=Il romanzo di una triglia, se è pure brutto davvero.
G=Qualsiasi libro che assomigli a uno dei miei e che potrebbe farmi concorrenza.
H=Mozart di Atlantide.
I=Primo Mazzini 2, quando venderò i diritti e lo scriverà qualcun altro.
L=Un mio romanzo quando, dopo aver venduto milioni di copie, deciderò di essere sincero.
M=Qualsiasi ebook che contenga un virus che mi sfasci il lettore!

Link:

Glauco Silvestri - Il Contributo.pdf (330 Kb)


31 Ottobre (il blog di Glauco Silvestri)

Ma io facevo per scherzo... e invece mi pubblicano per davvero!

E sì, è proprio successo: ho firmato un contratto di pubblicazione con la Delos Books e nei primi mesi dell'anno prossimo (fatti salvi slittamenti vari) dovrebbe uscire la versione editoriale di quello che è da sempre universalmente noto in tutto il mondo (più o meno) come il libro del blog.

Per chi non la conoscesse (difficile visto che metà dei commenti arriva da gente che legge anche il loro forum ^^) la Delos è una casa editrice che pubblica (tra le altre cose) fantasy e fantascienza e che porta avanti diverse iniziative legate al mondo degli scrittori emergenti. Insomma mi sembra l'editore ideale per un libro sulla scrittura, per di più scritto da un autore di narrativa fantastica e per di più ancora addirittura emergente. O sbaglio?

Dopo molteplici discussioni, discussioni e ridiscussioni con la casa editrice, in questo momento il libro dovrebbe intitolarsi:

Io scrivo!
Manuale di sopravvivenza creativa per scrittori esordienti


Tra l'altro, sulla rivista dedicata alla scrittura creativa edita sempre dalla Delos Books (si chiama Writers Magazine Italia... magari qualcuno di voi già la conosce ^^) nei prossimi mesi dovrebbero apparire un paio di miei articoli sempre tratti dal blog/libro, nell'idea di iniziare a presentarmi anche a chi non ha mai incontrato il mio sito o i miei ebook (chi ha detto: ma chi te conosce?! ^^).

Insomma, dopo tanti piagnistei e polemiche e psicodrammi personali finalmente una bella notizia (e scusate se forse nell'ultimo post l'avevo anticipata un po' malamente!) Di sicuro non c'è da montarsi la testa, visto che questo è appena l'inizio della partenza dell'incipit della prima parte di un certo percorso che mi sono messo in testa di fare, ma come inizio della partenza dell'incipit direi che non c'è male e non posso che essere contentissimo.

Un ringraziamento particolare va a Franco Forte della Delos che adesso seguirà il libro, ma ancora di più grazie a tutti gli amici del blog che mi hanno incoraggiato fino a questo punto. Senza di voi avrei mollato due anni fa... e pensate che il blog è aperto da un anno e mezzo!

Ovviamente vi terrò dovutamente informati, nel senso che quando uscirà il libro tappezzerò internet con tutto lo spam possibile e immaginabile e saranno in pochi a non sapere della sua esistenza.

Di nuovo grazie a tutti e a presto!

Simone

Il punto della situazione: ogni tanto succede anche qualcosa di nuovo!

Vi sarete rotti di questi post un po' tutti uguali sui miei trascorsi da scrittore emergente, ma che ci posso fare io se i tempi editoriali sono quelli che sono? Mi vedo costretto a calcare un po' la mano e a dare a notizie banali il peso di qualcosa di grosso... cosa del resto che immagino facciano un po' tutti.

Primo Mazzini potrebbe addirittura vedere la luce: ho passato i 500.000 caratteri, sono attorno alle 300 cartelle, e ormai non resta che da scrivere l'ultimo capitolo, e poi è andata. Continuo a maledirmi ogni volta che mi impantano in un punto perché non trovo un'idea abbastanza originale da metterci e non mi va di andare avanti buttando lì qualcosa di trito e ritrito perché sono pigro e senza fantasia. Ma non potevo fare lo scrittore fantasy, o di thriller? Che dite, io sono uno scrittore fantasy?! Cappero! ^^

Seriamente, mi sa che ormai ci siamo davvero, e quasi non ci credo nemmeno io. Se seguite il blog (e credo che lo facciate, se leggete questo ^^) saprete inoltre che le mie revisioni le faccio in corso d'opera, correggendo cioè i capitoli a mano a mano che li scrivo, per cui la rilettura e ri-correzione finale dovrebbero essere abbastanza rapide. Riepilogando:

NOTIZIA NUMERO 1: PRIMO MAZZINI E LA STANZA FUORI DAL TEMPO È QUASI FINITO, E AVRA' UN FINALE CHIUSO.

Mozart di Atlantide è finalmente sulla via del ritorno: ormai la fine del premio Urania dovrebbe essere alle porte (e non avendo avuto alcuna notizia inizio a intuire che cosa aspettarmi ^^) e così le ipotesi sono due. O avrò vinto a brevissimo, e tutti i siti letterari del mondo (se!) parleranno di me e del mio meraviglioso libro, oppure visto che non ho un cappero da fare per tutta l'estate (sono ironico) potrei fare una nuova stesura e rimetterlo online gratuitamente.

Ancora, potrei infischiarmene e rimetterlo online così com'è... magari spacciandolo come un esercizio di scrittura: trova le cose da correggere in questo libro, e poi correggitele da solo che a me non mi va. Riepilogando anche qui:

NOTIZIA NUMERO DUE: MOZART DI ATLANTIDE STA PER TORNARE!

Quest'ultima che vi lascio forse non è una notizia altrettanto importante, visto che non sono sicuro che la cosa vi interessi più di tanto. Magari se proprio qualcuno me lo chiederà ne parlerò meglio un'altra volta, o forse in privato per non disturbare gli altri. Comunque sia...

NOTIZIA NUMERO TRE: IL LIBRO DEL BLOG SARA' FORSE PROBABILMENTE EVENTUALMENTE DI SICURO CERTAMENTE PUBBLICATO.


Che volete, non potevo mica giocarmi la cosa con un aggiornamento solo, no? ^^

Simone