Come diventare uno scrittore così viscidamente accondiscendente da essere famoso.

Non bisogna per forza sforzarsi di essere antipatici per avere successo! Esiste infatti anche un bel gruppo di autori famosi che si comporta nel modo esattamente opposto: cerca così tanto di piacere e di soddisfare i desideri del pubblico (che poi sono quelli degli editori) da riuscire addirittura a convincere la gente di possedere chissà quali capacità letterarie.

Si tratta in sintesi di vendersi a tal punto da trasformarsi in ciò che la gente vuole, che in fondo è l'unico modo per produrre un best-seller se non capite un cazzo di scrittura (o se ci avete capito tutto, a seconda dei punti di vista).

Vediamo allora tutti i segreti su: come diventare uno scrittore così viscidamente accondiscendente da diventare famoso.

Il genere del libro: non deve essere quello che a voi piacerebbe scrivere, ma quello che a i lettori (eventuali) piacerebbe leggere. Che poi questo si traduce nel vedere quale libro ha venduto di più e rifarlo uguale. Del resto, da cosa credete che nasca la creatività se non dal desiderio di imitare ciò che piace a qualcun altro?

Senza che vi mettiate a scervellarvi su cosa i lettori vogliono che a voi piaccia scrivere (la frase di prima è corretta) ve lo dico io. Un giallo thriller a tinte forti, con una spruzzatina di sesso da pornoletterato del tipo: affondò la sua mascolinità fino in fondo al suo essere, riempiendola di caldo piacere. E sapeva già che dopo l'avrebbe uccisa.

Mirabilante, eh? Da notare che il thriller è per gli uomini e il sesso è per le donne, visto che su certi argomenti i maschi restano coinvolti solo se scrivete: gli mise il coso nella cosa. Che se ne facciano invece le donne dei testi erotici al tempo di Internet rimane per me un mistero.

Ancora più misterioso rimane il fatto che il mio giallo-thriller fantascientifico (Mozart di Atlantide) ricada invece nel genere che interessa meno in assoluto. Togli il sesso, ed ecco che la magia della latteratura muore di colpo. Così è la vita.

Vanno anche bene il fantasy con personaggi sessualmente attraenti inseriti in vicende lineari (lui uccise i suoi nemici e scopò molto è una buona sinossi) e la storia d'amore difficile scritta però in un Italiano semplice (che adesso approfondiremo).

Lo stile: la gente non vuole affaticarsi in quello che fa, e chi siete voi per imporre la lettura di un testo complicato? Un trucco è usare poche parole semplici, e ripeterle tante volte:

Lei sapeva di amarlo, perché questo le diceva il suo cuore: il suo cuore le diceva che lei lo amava, lo aveva sempre amato e lo avrebbe amato per sempre. Sì, lo sapeva, quello era vero amore... eppure mai come prima di allora il loro vero amore le era sembrato tanto impossibile. Un amore vero ma impossibile. Impossibile, come ogni vero amore.

E come potete ben vedere, il congiuntivo è un tempo verbale superfluo.

I personaggi: nei corsi di scrittura vi parlano di personaggi originali e interessanti. Be', sbagliano! I personaggi positivi (che poi per forza di cose saranno i protagonisti buoni) devono essere la trasposizione di quello che i lettori vorrebbero essere: l'eroe cazzuto e muscoloso, l'eroina figa, il medico belloccio che salva tutti, l'avvocato che sgomina complotti internazionali, i gatti randagi e lo scrittore famoso.

Gli antagonisti malvagi saranno invece la rappresentazione letteraria dei preconcetti stereotipati del lettore tipo: il politico corrotto, il poliziotto cattivo, il mago malvagio, l'imprenditore senza scrupoli e l'editore stronzo. Guai a indicare come cattivo qualcuno in cui il lettore potrebbe riconoscersi, tipo l'impiegato fancazzista, lo studente pipparolo o lo scrittore sfigato che nessuno vuole pubblicare: vi assicuro che se la prendono da morire.

Il vostro aspetto è fondamentale (questo l'ho riciclato da un commento al blog di Alex, che approfitto per salutare): dovete mostrare ai possibili lettori che, anche fisicamente, voi siete quello che loro cercano in un libro (qualsiasi senso questo possa effettivamente avere). Per questo motivo fatevi fotografare con la barbetta o il pizzetto e la faccia incazzata, e mentre vi ritraggono pensate intensamente: io conosco il lato oscuro della vita, e dentro i miei libri c'è tutta la mia rabbia repressa.

Gli occhiali da sole sono un optional bene accetto, specie se li portate anche di notte o in buie sale per presentazioni. Vi posterei i link di una quindicina di scrittori che fanno proprio questa cosa, ma poi si offendono e mi sono giocato tutti e tre gli editori che li pubblicano (quando si parla di linee editoriali, eh?). Cercateveli da soli ^^.

Ancora, l'aspetto è davvero fondamentale! Se prevedete di voler piacere a un pubblico di destra allora meditate un bel lifting e rifatevi i capelli. Se siete di sinistra il lifting deve essere talmente moderato da poter dire che il tutto dipende da quelle robe strane che vi mangiate, mentre l'unica cosa che potrete farvi aggiungere chirurgicamente sono le tette, ma solo nel caso che siate nati maschi.

Io desideravo apparire piacevole e gradito indifferentemente agli uni e agli altri, e non per niente mi sono rifatto il sedere.

Ok, abbiamo finito. Se mettete in pratica tutti questi accorgimenti vedrete che sarete circondati da ammiratori adoranti. I lettori infatti non penseranno: è bravo, dunque mi piace bensì un: mi piace, dunque è bravo. Eh sì, la gente è veramente così idiota... ma non tutti! Voi che leggete i miei post appartenete a una categoria diversa: siete quelli che studiano s'informano e si fanno una loro opinione sulle cose, e il solo fatto che leggiate un mio post mi riempie d'orgoglio infinito che non so come esternare se non nella scrittura di altre mie opere imperiture ispirate da voi.

Per cui quando sarà compratevi il mio cacchio di libro.

Simone

12 commenti:

riccardo gavioso ha detto...

mi permetterei di aggiungere: giustificare qualsiasi tipo di debolezza umana, e vedere di ricomprenderne un catalogo più ampio possibile, che spazi del dito nel naso alla necrofilia. I censori non sono mai graditi, gli avvocati gratis, con quello che costano quelli veri, fanno andare il lettore in brodo di giuggiole.

Davvero un ottimo articolo... e non è un adeguarsi alle tue raccomandazioni :)

Giuseppe Nicosia ha detto...

Un altro bel capitolo dell'ormai famoso: "Come diventare uno scrittore..."! Questo sì che potrebbe diventare un libro! :-)

Simone ha detto...

Riccardo: adeguati pure, a me non dispiace ^^ E comunque grazie!

Giuseppe: a dire la verità quello che leggi fa parte del secondo libro su come (non) diventare uno scrittore. Adesso se solo riuscissi a farmi pubblicare il primo sarei già a buon punto ^^.

Simone

Angelo Frascella ha detto...

In verità poi indovinare cosa vuole il pubblico sul serio è più facile a posteriori : quando Dan Brown ha azzeccato il codice da Vinci, magari con l'aiuto di una buona campagna pubblicitaria, o la Rowling ha tirato fuori Harry Potter, abbiamo un bel dire "si vabbè ma hanno scritto quello che voleva il pubblico"... Però chissà quanti altri ci hanno provato e non ci sono riusciti.
Forse è un Talento anche quello di assecondare esattamente i gusti del pubblico, che ancora non si è riusciti a replicare scientificamente (almeno nei libri . Magari nel cinema e nella musica un pò di più)

White Boar ha detto...

Quoto Riccardo, e aggiungo un esempio concreto. Se la protagonista mette le corna a qualcuno, ha un ottimo motivo per farlo: lei soffre, lui la trascura, lei aveva un cattivo rapporto con la madre, quella sera era ubriaca, l'altro aveva pochi mesi di vita e gliel'ha chiesto come ultimo desiderio, eccetera.

Unknown ha detto...

Contraccambio i saluti :)

Dunque, riguardo alla parte ironica del post, devo dire che è particolarmente azzeccata e divertente! Soprattutto per noi "scrittori" che frequentiamo l'ambiente!

Però vorrei analizzare quella che tra le battute sembra una vera e propria accusa al "sistema".

Quello che condivido:
esistono effettivamente gli scrittori-clone e i libri-clonati. Basta vedere Moccia e i "similmoccia" spuntati come funghi, cibo prelibato per le ragazzine a basso QI.
E poi l'horror a tinte Harmony: vampiri froceggianti che si innamorano delle loro prede, etc etc. Oramai abbondano anche i cloni di Dan Brown (oddio, qualcosa del genere l'ho scritto pure io!). La cosa singolare è che almeno il 50% dei libri similari al Codice Da Vinci sono più belli della zozzeria scritta da D.Brown.
Ah, non dimentico nemmeno i tanti emuli di Harry Potter... e qui ci vorrebbe la faccina del vomito!
Condivido anche l'uso "furbesco" del sesso, magari borderline, tanto per attirare lettori. Oramai è immancabile almeno un coito a romanzo. Che palle!
Quello che condivido meno
Il thriller non mi sembra un genere di ripiego che tutti possono affrontare... a dire il vero credo che un thriller decente possa essere scritto solo da chi ama questo tipo di romanzi, altrimenti ne escono porcate!
Sul look di certi scrittori (io e te i nomi li sappiamo), sai che non concordo sul giudizio severo... In fondo anche giocare una parte fa parte del lavoro di scrittore... Non mi pare prendano per il culo nessuno. Tutto sta nel non mitizzare troppo uno scrittore che si atteggia a uomo vissuto. Io ho avuto la fortuna di conoscerne un paio, e devo dire che sono molto più simpatici e alla mano di tanti colleghi molto più "secchia" che vogliono fare gli intellettuali (di 'sto cazzo, aggiungerei, se fossi volgare ^_^)

Ops, mi sono dilungato!

Simone ha detto...

Angelo: be' io non ce l'ho necessariamente con i best seller del momento, che magari nascono da idee originali oppure sono "costruiti" per apparire anticonformisti. Tra l'altro considero il primo Harry Potter un ottimo romanzo.

Angra: è vero, c'è sempre una giustificazione di questo tipo ^^.

Alex: be' tu scrivi thriller magari perché ti piacciono davvero ed è ovvio che la vedi in un certo modo. Che poi sia il genere che vende più facilmente (o almeno così mi dicono) non vuol dire che tutti i romanzi del genere siano del gruppo dei "cloni".

Però io credo che l'editoria sia in buona parte il creare un prodotto adatto a un rientro economico (non che ci sia niente di male, è un lavoro creativo come tanti, per carità!). Molti autori puntano solo a proporre qualcosa di vendibile e se ne fregano di altri aspetti che ormai restano legati alla scrittura solo nell'immaginario collettivo dei lettori e degli scrittori ingenui come il sottoscritto.

Simone

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Vero, concordo. Ora mi spiego perché non hai una tua foto, nel blog. Vuoi ribadire il concetto di "Scrittore umile ma cazzuto". XD

Simone, è da capodanno che cerco di scrivere un commento dettagliato sul Libro dei gatti, ma non trovo mai il tempo. Perdonami se ci ho messo tanto e se sono così sintetico ma, davvero, se non lo faccio ora (e così), non lo farò mai... XD

Avevo già un'idea di come fosse, perché lessi quell'estratto che postasti tempo fa (quello in cui Nessuno attraversa la strada ed entra, se non ricordo male, in un edificio abbandonato, ecc...). Ora mi sono fatto un'idea più chiara.

L'idea di fondo è molto bella, e anche il modo in cui l'hai sviluppata mi piace. Questi sono i due ottimi elementi su cui, a mio parere, si basa il racconto.
Non condivido il "gli" riferito a una gatta femmina, che considererei un refuso, se non fosse che da qualche parte, forse sul blog 31 ottobre di Gloutchov, avevo letto un tuo commento in cui sostenevi che, secondo te, non era poi tanto sbagliato dire "gli" pur riferendosi a un personaggio femmina, perché a Roma e un po' ovunque si dice così. Sarei anche d'accordo su questo tipo di ragionamento, non fosse che però questa cosa fa confondere, quando nella narrazione si è costretti a far abuso di pronomi per non ripetere i nomi. Ma questa faccenda è una bazzecola, non curartene più di tanto.
Ancora, la scena che trovo più coinvolgente, nel nuovo estratto del Libro, è quella del flashback, che però arriva un po' tardi. Dopotutto, però, non è tanto coinvolgente, dato che riferisce, appunto, un evento passato, di cui già si conosce qualcosa. Quindi, fossi al posto tuo, inserirei scene movimentate per destare il lettore più sfaticato.
Un'ultima cosa: se dovessi trovarmi in libreria, a leggere la quarta del libro, su cui sta scritto "romanzo fantasy" non credo che lo comprerei. In primis perché non è un genere che mi attira particolarmente (non il fantasy, ma il genere "animalesco"), e poi perché, vedendo scritto "Romanzo fantasy", penserei:"Uhm, questo è uno specchietto per le allodole", dato che la sospensione dell'incredulità si ha solo, mi pare, per il fatto che i gatti parlino, e basta. Per il resto, è realistico, no?
Ripeto, mi piace l'idea e il modo in cui l'hai sviluppata. Inoltre, è accessibile a ogni tipo di pubblico, e questo è un punto a favore.

Scusa il ritardo, buona giornata. ;)

Simone ha detto...

Federico: grazie per il commento! Su Gli/le alla fine mi sono arreso a darvi retta e quello nel libro è un errore che mi è scappato ^^.

Non so se il libro sia fantasy o meno, comunque è una storia fantastica. La collina dei conigli che genere è?

Ciao e grazie davvero!

Simone

prostata ha detto...

Secondo me un bel romanzo contro gli impiegati fancazzisti, meglio se statali, invece potrebbe vendere vagonate di copie ai qualunquisti del post precedente.

Glauco Silvestri ha detto...

Qualche anno fa andavano di moda i libri con i finali alternativi. Quelli in cui potevi scegliere il proseguo della storia semplicemente scegliendo tra una serie di possibili opzioni. In questo modo, il lettore, legge il libro così come gli piace e non così come lo avrebbe voluto lo scrittore.
Però è geniale. Prova ad immaginare se nel tuo mozart ci fosse una serie di situazioni del tipo:

Mozart, camminando, incontra una bionda da urlo e...

a) ci fa sesso lì sul posto (vai a pagina 50)

b) la ignora perché troppo impegnato nel suo intento di risolvere una questione importantissima (vai a pagina 100)

c) nota le sue nuove scarpe di prada (vai a pagina 10)


Forse è la soluzione ideale, no?
:)

Simone ha detto...

Abs: ci sono un sacco di impiegati fancazzisti nel romanzo a cui sto lavorando... si vede che è una buona idea ^^

Glauco: c'è un sito dedicato alla creazione di nuovi racconti come questi... ma aspetta mi sa che il link l'ho trovato sul tuo blog.

Simone