La scaletta della morte: come preparare un romanzo che poi non scriverete mai.

Per scaletta si intende una serie di eventi concatenati che riassumono la storia e gli avvenimenti nell'ordine in cui si presentano all'interno del romanzo che abbiamo intenzione di realizzare.

Per fare sempre quello che da opinioni eccessive, arrivo a dirvi che se avete preparato una buona scaletta il vostro romanzo è praticamente finito, visto che oramai non vi resta altro da fare che... scriverlo.

In fin dei conti nella scaletta avete già i personaggi, la trama, i colpi di scena, il finale e insomma tutto quello che dovevate inventarvi per creare una storia dall'inizio alla fine. La parte difficile è fatta, mentre per scrivere un testo accettabile quando tutto è gia prestabilito in fin dei conti non è che ci voglia questa gran capacita letteraria. È solo questione di lavoro, e questo è facile.

Il problema è che una buona scaletta non è una cosa così semplice da realizzare, ed è ancor meno semplice da seguire al punto che inizio a chiedermi se non sia effettivamente impossibile scalettare (che verbo usereste voi? ^^) un romanzo al 100% e poi scrivere solo quello che si è progettato in precedenza.

Vi faccio un esempio con la Sindrome di Reinegarth, il romanzo che potete scaricare dal mio sito. Ovviamente il sito in questione, mio, da cui potete scaricare il romanzo, è quello su di quale state leggendo ora. E sì io faccio lo scrittore e scrivo bene.

SCALETTA DELLA SINDROME DI REINEGARTH (PRIMI CAPITOLI) - PRIMA VERSIONE

- Protagonista vuole fare il disegnatore di fumetti.
- Gli commissionano un lavoro per una casa editrice.
- Ha bisogno di soldi per mantenersi.
- Trova lavoro in un laboratorio di ricerca.
- Qualcosa va storto durante gli esperimenti sui sogni.

Be', la prima parte del romanzo è più o meno questa, e i più sprovveduti si diranno che come scaletta va bene e che anzi il lavoro sia più o meno ben progettato. E invece, ovviamente, no, visto che la storia reale ha tutto un altro livello di dettaglio che in questo riassunto non compare minimamente.

SCALETTA COME REALMENTE È IL ROMANZO FINITO

- Marco (il nome del protagonista) litiga col padre perché vuole fare il disegnatore di fumetti invece che lavorare nel ristorante di famiglia (sì è un coglione ^^)
- Marco fa il colloquio con la casa editrice, in cui gli propongono un fumetto di un certo Crammond che però a Marco non piace. In ogni caso accetta di realizzarlo fingendo che sia di suo gradimento.
- Marco trova lavoro con degli scenziati che fanno degli studi sui sogni grazie al fatto che da quando è nato egli (sempre Marco!) riesce a ricordare tutto quello che sogna la notte.
- Durante gli esperimenti Marco sogna un'entita misteriosa che lo assale facendolo svegliare in preda al terrore.

Insomma, visto? La storia segue l'idea della scaletta iniziale, ma scrivendo e andando avanti con la trama il tutto si fa più complesso e denso di spessore. Il difficile è proprio questo: non tanto inventare la trama e gli eventi principali (che comunque erano chiari anche all'inizio) quanto riempire la storia con quello che deve succedere tra un punto fisso e l'altro, dando allo stesso tempo spessore ai personaggi, colore alle relazioni interpersonali e soprattutto un'atmosfera e delle descrizioni piacevoli e credibili.

Ecco, finora io non sono mai stato in grado di fare questo lavoro a priori. Il passaggio dalla scaletta di partenza a quella definitiva è sempre stato fatto in corso d'opera, mentre scrivevo, e sinceramente non so se anche continuando a migliorare le mie capacità di scrittore riuscirò mai a partire direttamente dalla scaletta più completa.

Col nuovo romanzo, Primo Mazzini, c'è stato un piccolo passo avanti. Ho molte scene complete in mente già pronte da tempo, ma tra un passaggio e l'altro della trama ci sono comunque dei buchi incredibili e dei tempi morti che vanno in qualche modo riempiti e che rallentano davvero molto il lavoro.

Insomma, le cose stanno così. Adesso... come avevo progettato di finire il post? Ah, certo, ecco qui: questo era l'argomento del giorno, e come sempre attendo i vostri commenti.

Simone

15 commenti:

Unknown ha detto...

Scusa se m'intrufolo ancora, ma proponi sempre argomentazioni interessanti.

La scaletta...
Io ne faccio un uso moderato. Vale a dire che mi piace appuntare le linee generali di un romanzo, magari segnandomi passaggi minori (per assurdo sono i più facili da dimenticare) e i vari nomi dei personaggi secondari.
Non stendo un "copione" esaustivo del romanzo, perchè mi piace fare delle correzioni a scrittura in corso.
Più che avere degli schemi cartacei precisi, credo che occorra avere le idee ben chiare, e sapere dove s'inizia e come si va a finire.
Quello che c'è nel mezzo si può adattare durante la stesura.
Almeno, questo è il mio metodo ;)

Glauco Silvestri ha detto...

Pure io scaletto come alex... Tendo però a costruirmi delle "schede personaggi" per ricordare nei dettagli sia la fisionomia, sia la loro storia (che magari non verrà citata nel libro ma mi è utile per costruirne il carattere).
La cosa buffa?
La mia scaletta di solito non è testuale come quelle che citi... io faccio dei diagrammi di flusso!!!

Son pazzo, eh?

Simone ha detto...

Alex: come già visto in più di un'occasione direi che abbiamo metodi molto simili. Però a me pesa molto questo adattarmi di volta in volta, perché devo fermarmi a decidere e il ritmo della scrittura ne risente molto.

Per dire la prima parte del nuovo romanzo era più "pronta" e l'inizio è andato velocissimo, poi ora è un po' che ho rallentato molto perché sono in una fase un po' di stallo. Speriamo di raggiungere presto un nuovo momento "veloce".

Glauco: il diagramma di flusso l'ho fatto per il libro dei gatti... per Primo Mazzini ho fatto un mega schema su Excel di tutte le scene una di seguito all'altra... che evidentemente non è stato sufficiente! ^^

Simone

Anonimo ha detto...

ecco si, se con diagrammi di flusso ed excel non ha funzionato direi che puoi bypassare powerpoint e tentare di fare direttamente un programmino in pascal che implementi i vari capitoli e i loro sviluppi...già già
oppure fai tutto in html. ecco si.
scalettami tutto! ti dirà il tuo romanzo nuovo prima ancora di nascere.
bene, basta.
torno a leccare la pancia delle rane...(il dorso è finito)

Anonimo ha detto...

Non sono un fanatico delle scalette ma ne riconosco l'utilità.
Tuttavia confesso che, come direbbe Marco Vichi, "scrivo per stupirmi" :-)

Angelo Frascella ha detto...

Buongiorno a tutti!

Visto che si parla in questi giorni qui di scalette, tempi di revisione ecc, da aspirante scrittore chiedo a voi che siete un pò più avanti un parere.

Mi sono imbattuto in quetso interessantissimo corso di scrittura di un romanzo dell'Internazionale : http://www.internazionale.it/romanzo/

Nella prima lezione Louise Doughty parla della vita dello scrittore e di quanti tempo ci voglia per scrivere un romanzo. Lei afferma che se non hai altro da fare ce la puoi fare entro un anno. Se lavori e/o hai famiglia i tempi si allungano molto.

Voi quanto ci mettete pià o meno dall'inizio alla ultima revisione?

ciao
Angelo

Anonimo ha detto...

In questo momento sto usando la versione share di Writer's café: è un programma semplice, ma che si adatta in modo perfetto alle mie esigenze (in pratica permette di visualizzare varie "storylines" in una sola pagina e di tenere tutto ordinato e facilmente richiamabile su schermo).

Senza la scaletta sarei perduto, ormai non posso farne più a meno: questo non vuol dire essere incapaci di scrivere in modo istintivo né per me è una limitazione della creatività (anzi! con la scaletta si possono creare trame complesse come meccanismi a orologeria).

x angelo
ma quento sarebbe lungo il romanzo di cui parla la signora Doughty?

Unknown ha detto...

Per me è diverso è la storia che si "impossessa di me" e io la butto giù e mentre la scrivo definisco i particolari come i nomi dei personaggi, le descrizioni e le ambientazioni. Anch'io tengo degli schemini a parte per appuntarmi fatti e personaggi secondari per evitare di cadere in contraddizione.
Ho comunque letto da qualche parte che alcuni scrittori usavano addirittura disegnini attaccati qua e là con i vari spostamenti dei personaggi per aiutarli visivamente nello svolgimento della trama.
E' umano perché trovo stancante tenere a mente tutto mentre sei concentrato a dare il meglio di te...
Bella l'idea del programma share. Vado da curiosare come funziona!

Angelo Frascella ha detto...

x fabiuzz

sulla lunghezza non dice nulla.

Cito un pezzetto:
"Insomma, quanto ci si mette a scrivere un romanzo?
Il vostro v'impegnerà in proporzione alle vostre forze, però in tutta onestà devo dirvi che, se non ne avete mai scritto uno e avete un lavoro o una famiglia o – dio non voglia – entrambi, calcolate circa tre anni per finirlo.

Il primo anno è solo un assaggio, serve a buttare giù l'argomento e provare a farlo stare in piedi. Poi vi rimarrà ancora un'enorme quantità di lavoro."

Da qualche parte invece ho letto che Fred Vargas "scrive le prime stesure dei suoi romanzi in ventuno giorni durante il periodo di vacanza che si concede annualmente."

Poli opposti insomma...

sommobuta ha detto...

L'esempio più lampante di qualcuno che ha usato (o non ha usato?) bene una scaletta è Manzoni per i "Promessi Sposi"...

Evidentemente, per "Fermo e Lucia", Manzoni avrà utilizzato un tipo di scaletta in cui succedevano "a", "b" e "c"...

Poi per la prima edizione dei Promessi Sposi, avrà usato come scaletta l'intero "Fermo e Lucia"...

Infine, per la stesura finale del sopracitato "Promessi Sposi",come scaletta si è servito di "Fermo e Lucia" più "Prima edizione dei Promessi Sposi"...


Ognuno ha i suoi metodi "scalettistici" e la sua tempistica...

Ma sulla tempistica (sopratutto per la revisione di un romanzo) ho visto che hai già scritto e non mi dilungo oltre... ^__^


A prestoooooooooooo!

Simone ha detto...

Gelo: credo che ci siano programmi che il romanzo te lo scrivono... almeno i libri fantasy li fanno così, credo ^^.

Massim. be' lo stupore davvero è ritrovarsi con un romanzo finito!

Angelo: il tempo è molto variabile. Il libro dei gatti dall'ideazione al completamento l'ho scritto in 1 anno e mezzo, anche se il tempo effettivo di scrittura sarà stato un sei mesi. Col passare del tempo comunque si diventa molto più veloci, poi farò un post anche su questo... spero ^^.

Fabbiuzz: non conoscevo quel programma, ora lo provo va'!

Michela: qualche volta capita di fare dei disegnini anche a me. Ne ho fatti alcuni per il libro dei gatti, e poi nel libro finito la scena non l'ho inserita ^^

Angelo: "non ne avete mai scritto uno" è un punto chiave. Poi ci si velocizza molto, almeno per me è stato così.

Sommobuta: buona idea quella di guardare gli scrittori "famosi". Se senti loro, ognuno ha tempi e modi diversi anche se in linea di massima si dividono in scaletta sì/scaletta no. Io per dire da quel che ho capito sono in una via di mezzo.

A presto!

Simone

Glauco Silvestri ha detto...

@angelo:
Per quanto riguarda me, dipende! Comunque in media un annetto è necessario. Ma io sono uno di quelli che l'editing post "prima revisione" lo fa dopo un po' di tempo (vedi post precedente).
31 Ottobre, prima stesura, è stato scritto in circa 6 mesi. Poi tra revisioni, tagli, aggiunte e quant'altro, ho avuto in mano un manoscritto definitivo solo l'anno successivo. :)

Ho linkato (qualche giorno fa) quel libro sul mio blog. E' interessante e contiene anche degli esercizi che possono essere utili.

Anonimo ha detto...

Ciao complimenti per il blog, mi sembra molto ben fatto! Il tema della scaletta è nel mio caso un punto dolentissimo: ne sento la necessità, ma non sono mai riuscito a "scalettare" scena per scena senza perdermi in inutili scansioni temporali...insomma, trovo sia veramente il punto più caldo in assoluto, anche se ultimamente sto uscendo da questo pantano. In ogni caso, la domanda (particolarmente ispirata) che ti (vi) pongo è la seguente: DOVE SI TROVA IL TEMPO PER SCRIVERE UN LIBRO? Ritengo sia un'attività che ne assorbe moltissimo. Occorrono interi pomeriggi di tranquillità, silenzio, periodi "fertili"..Ma esistono: lavoro, famiglia, fidanzate, noiosissime code alle poste, dal fruttivendolo, dal panettiere. Per permettermi il lusso di dedicare del tempo al mio travagliatissimo romanzo sono costretto a tirare fino a tardi con il cervello in ebollizione, dormire 5-6 ore per notte. Scusate il mio commento sembrerà banale, ma alla fine è anche un fatto di vita quotidiana: non tutti possono concedersi un isolamento eclettico da "guardiano del faro", o rifugiarsi in una baita in montagna per un mese intero. Come si deve organizzare un aspirante scrittore che parallelamente conduce una vita lavorativa di tutt'altro genere?

complimenti ancora per il blog!

Frank

Simone ha detto...

Frank: scusa il ritardo e la brevità nella risposta. Togliere tempo alle altre cose è una costante della scrittura, specie per chi è all'inizio e deve "campare" con un altro mestiere. Purtroppo è così, e devo dirti che la scrittura fine a se stessa mi affascina poco per cui personalmente spero di dover fare sempre altro oltre a scrivere.

Ciao e grazie per i complimenti!

Simone

AliceNorthernLights ha detto...

Io ho scritto sia con una scaletta (plotter), sia all'acqua di rose(panster).
Secondo me è molto utile saper cambiare anche radicalmente metodo, per restare sempre fluidi e freschi. Ma in genere (nel mio caso) il lavoro fatto con la scaletta è superiore in qualità e concretezza.

Io comunque racconto solo ciò che è necessario ai fini della trama. Ciò che non serve va tagliato.