Non c'avete capito un cavolo: ecco come si diventa scrittori davvero!

C'ho messo un pochettino (svariati anni) ma alla fine ci sono arrivato anche io. Non è colpa di come scriviamo, dei cattivi editori, del mercato o di chi legge! Se come autori non abbiamo successo (o peggio nemmeno ci vogliono pubblicare niente) è colpa delle stupide idee preconcette di cui è impregnata la nostra mente di aspiranti scrittori.

Il sistema che più o meno tutti utilizziamo è il seguente:

Passione personale - idea - scaletta - scrittura - proposta all'editore - lunga attesa - fallimento.

La passione è quella che ci spinge ad (appunto) appassionarci a un genere e a voler scrivere cose analoghe.

L'idea è l'intuizione per il nostro romanzo.

Scaletta e scrittura riassumono ovviamente il lavoro di stesura del romanzo stesso di cui avevamo l'idea.

La proposta all'editore sarebbe l'invio del manoscritto a qualche casa editrice.

L'attesa e il fallimento sono il finale ovvio e scontato di qualsiasi progetto partito con questi malsani presupposti.

Ecco invece come scrivere davvero un libro e come presentarlo se vogliamo fare della scrittura una professione. Lo schema questa volta è il seguente:

Analisi del mercato - idea - proposta all'editore - scaletta e scrittura - invio all'editore - successo.

L'analisi del mercato consiste nel saper capire cosa si vende e cosa vogliono i lettori (che poi è lo stesso che vogliono gli editori).

L'idea sarebbe il vostro spunto per una storia che si inserisce nelle richieste del mercato. Tipo se va di moda il fantasy con gli gnomi volanti, scrivete un altro fantasy con altri fottuti gnomi volanti.

La proposta editoriale, che deve avvenire PRIMA della scrittura del romanzo e non a posteriori, indica semplicemente questo: voi telefonate all'editore e chiedete se sarebbero disposti a valutare un romanzo di un certo tipo e con una certa trama, specificando che in caso affermativo voi lo scriverete appositamente per loro.

Scaletta e scrittura è il meccanico e noioso lavoro di costruzione del prodotto libro necessario alla vendita di nuovi gnomi volanti.

L'invio all'editore è sempre lo stesso, fermo restando che trattandosi di qualcosa di costruito sul mercato e su richieste dell'editore stesso se non ve lo pubblicano sono proprio delle teste di cappero (anche se può sempre succedere).

Il successo finale non è certamente scontato, ma tutto rema già a vostro favore (in fin dei conti avete scritto un libro che la gente ha già piacere di leggere). Direi che un pochino potete sperarci.

Fine della storia. Siete scrittori professionisti! Certo, il vostro romanzo non ha più tutto questo fascino (almeno per chi sa come lo avete scritto ^^), non c'è il bello dell'invenzione, non trasmetterete nuove idee e non cambierete il mondo.

Che poi, in fin dei conti, è lo stesso discorso che vale per qualsiasi altro lavoro. Solo che invece che dire che fate l'avvocato, il medico o l'ingegnere potrete dire che fate lo scrittore.

Eh be'... volete mettere? ^^

Simone

25 commenti:

Paolo Melis ha detto...

eccola lì, la delusione era dietro l'angolo...
il crollo di un' illusione...
la fine di un mito...

Non vorrà forse insinuare che il mondo è governato dalle leggi del businnes e non dalla ricerca del bene comune!?

White Boar ha detto...

Tutto bene, solo che poi quello con cui parli al telefono ti dice "Un altro romanzo sugli gnomi volanti? Eccome! Ce lo mandi al più presto, tre copie scritte a mano su pergamena!"

Quello invece che se lo ritrova sulla scrivania dice: "Un altro fottuto romanzo su dei fottuti gnomi volanti? Mavaff..." e butta via tutto.

Il dramma all'interno delle aziende italiane (tutte le aziende, non solo gli editori) è che quelli che hanno potere decisionale non si parlano tra loro, nemmeno se sono vicini di scrivania. Cioè, parlano sì, ma di calcio di figa e di motori, non del lavoro. Se ci aggiungi che quasi mai in un'azienda è chiaro chi decide su cosa, ecco perché i cinesi ci fanno il culo. Cosa che succederà anche in campo editoriale appena avranno fatto abbastanza pratica con l'uso della lettera "R".

Glauco Silvestri ha detto...

Beh... ecco la casa editrice che lo dice esplicitamente: La Untitl.ed

:)

Simone ha detto...

Paolo: dice che potevo anche arrivarci un po' prima, vero? ^^

Angra: be' devi sapere con chi parlare. Io qualche nome di editor lo conosco, e di solito buona parte della decisione spetta a loro.

Glauco: be' quella casa editrice è un po' diversa, ma sì qualcosa del genere. In realtà si può avere una buona idea e si può piacere agli editori, bisogna solo usare un percorso diverso.

Simone

Paolo Melis ha detto...

Nessuna pretesa di fare il saccente...
Era amara ironia per me stesso, non certo per lei...

Simone ha detto...

Paolo: anche ironica anche la mia risposta, ci mancherebbe altro! Comunque io sono ottimista, per fortuna esiste Internet per chi altrimenti non avrebbe alcuno spazio.

Simone

Paolo Melis ha detto...

Bene!
L'ottimismo è il sale della vita...
Per caso ha eletto domicilio presso il parcheggio di un grande centro commerciale?

A parte gli scherzi Internet è una grande ciambella di salvataggio...
Spero che presto o tardi qualcuno non ce la levi...

Simone ha detto...

Paolo: ci possiamo anche dare del tu, credo... e magari il centro commerciale è il mio ed è per quello sono contento.

Scherzi a parte, non credo che si possa "togliere" internet. Credo anzi che tra qualche anno leggeremo libri scaricati da Internet come adesso si ascoltano gli Mp3... che poi già adesso leggo molti più blog che riviste o giornali per cui il sorpasso in buona parte è già avvenuto.

Simone

Paolo Melis ha detto...

Ok per il tu...
(anche se per un istante sono stato tentato di rifiutare perchè trovo sconveniente una simile libertà... by jove! ;-D)
Quanto al leggere anche io da un pò leggo quasi solo lo schermo del pc...
anche se, per quel che riguarda i libri, nulla supera la bellezza di una libreria colma, l'odore della colla ed il fruscio della carta...

Anonimo ha detto...

Ho come l'impressione che il cinismo si stia impossessando di questo blog ormai inesorabilmente.

Simone ha detto...

Francesco: probabilmente è come dici, anche se il cinismo non è che mi piaccia troppo. Io vorrei essere un po' più positivo e PROpositivo, per cui speriamo col tempo di migliorare atteggiamento ^^

Simone

Bruno ha detto...

Tu pensa che c'è chi VOLEVA GIA' scrivere storie su fottuti gnomi volanti, non desiderava altro. Come farai a combattere contro di lui, sentendoti così compresso e costretto dalle spietate leggi del mercato? Insomma, non è molto meglio scaricare cassette di frutta all'Ortomercato?

Anonimo ha detto...

merd! ero arrivato a scrivere metà di una storia su gnomi volanti (con le treccine rotanti, erano i miei) e adesso devo smettere perchè mi hai bruciato l'idea!
maledetto...maledetto internet!
:D

Simone ha detto...

Bruno/Gelo: non credo davvero ci sia una grossa concorrenza. O meglio: un libro sugli gnomi, dieci libri sugli gnomi, anche cento o mille libri sugli gnomi... vengono pubblicati finché c'è qualcuno che continua a comprarseli non è che arrivato il primo si chiude per passare ad altro.

Simone

Unknown ha detto...

Io di scrivere romanzi su misura proprio non ci riesco!
Per fortuna ho anche la passione del genere thriller, e su quello punto per avere speranze di pubblicazione.
Viceversa non starei certo ad arrovellarmi per scrivere cose che non mi interessano. Anche perchè sarebbe facile scrivere un romanzo adolescenziale pieno di sesso e canne, e assicurarsi il suc-cesso :)

Anonimo ha detto...

mette parecchia tristezza questo post, sai?

Simone ha detto...

Alex: infatti da questa logica si salvano quelli che hanno la passione personale per cose che hanno già un mercato (ma il mercato cambia e si può restare fregati), quelli che amano scrivere a tal punto che sia quel che sia va bene tutto e i geni (o semplici paraculi) che riescono a dire quello che gli pare travestendolo da quello che pare agli altri.

Querz: be' mi spiace... comunque credo che funzionasse così anche in epoche remote e per forme d'arte ormai dimenticate (tipo le statue greche saranno state scolpite su richiesta di vecchi panzuti che si ritrovavano giovani atleti col pisellino - una volta andava di moda così ^^).

Il fatto è che è giusto che chi paga ottenga ciò che vuole... e poi conoscere le "regole" è sempre il primo passo per riuscirle ad aggirare, no?

Dai che i prossimi post sono pieni di sorprese... o quasi ^^.

Simone

Unknown ha detto...

Io non vedo così pessimista questo post. Io stessa, nella mia enorme inesperienza, con svariate idee e tentativi (in parte falliti) di racconti più o meno lunghi, alla fine ho scelto l'idea che mi potrà permettere di ottenere un minimo di visibilità, anche se solo su internet.
Il racconto lungo che ho in cantiere, infatti, è sì il classico fantasy, ma scritto su misura per un'ambientazione uscita in Italia che mi è piaciuta tantissimo. Ho cominciato a collaborare con gli autori e ora mi trovo a scrivere qualcosa che mi piace, mi ispira e che troverà posto come e-book nel sito ufficiale.
Certo, niente di eclatante, ma io sono partita con zero ambizione. Credo che chi voglia veramente fare un passo ulteriore, non debba pensare al mercato = male e idee personali = bene. Il compromesso ci può e ci deve essere, ma non per forza risultare negativo.
Spesso i "creativi" rifiutano questo andare incontro a quello che potrebbe essere il loro target, perché viene considerato un inquinamento del proprio lavoro, ma anche l'irrigidimento, il voler andare a tutti i costi controcorrente è un atteggiamento errato, che di sicuro non dovrebbe appartenere a chi lavora con la mente e con le idee.
Poi ovvio che c'è compromesso e compromesso e che comunque non ha senso tuffarsi in campi in cui non si è competenti (non potrei mai scrivere un romanzo storico, tanto per fare un esempio).

Simone ha detto...

Samirah: commento stupendo, complimenti. Effettivamente a volte possiamo essere noi ad avere l'atteggiamento sbagliato.

Simone

Anonimo ha detto...

grazie per il tuo intervento. hai ragione, ma non intendo uno scrittore come nuo che fa la cronaca. si può scrivere dei tempi di oggi anche in un romanzo storico, o in un fantasy o in qualunque cosa. leggi l'intervista a wu ming 1 che ho pubblicato ieri. molte cose lui le spiega meglio di me. ciao.

Anonimo ha detto...

Se fosse così non basterebbe scrivere romanzi d'amore alla Moccia? =D

Anonimo ha detto...

Cinicamente rispondo che quando io, scrittore sconosciutissimo, telefonerò alle case editrice per proporre la mia idea, queste mi risponderanno: "Chi? Come? Su che? Bwahahahahaha". E il sogno finirà già prima di iniziare!

Anonimo ha detto...

Sai, Simone, cosa ti manca per un'analisi completa? Un numero decente di lettori disposti a comprarsi il tuo romanzo.
Se per esempio ti presenti come blogger che ha all'attivo post con 3000 interventi perché lancia provocazioni degne di questo nome dal suo blog, stai sicuro che l'editore nemmeno aspetta la telefonata: viene lui a stanarti di persona!!! Capsita, gli assicuri 3000 copie vendute, qualunque sia l'argomento... (ti viene in mente nessuno a cui è capitata una cosa del genere? Io ho un paio di nomi... Anche 3)

Anonimo ha detto...

Ecco perchè si scrive tanto e male!

G.

Simone ha detto...

Nic: Moccia è un caso particolare (nessuno voleva pubblicarlo e ha avuto successo con un libro autoprodotto). Comunque in genere conviene puntare su qualcosa che ha già successo almeno per raggiungere la pubblicazione. Poi è da vedere, certo.

Exairo: c'è questo rischio, in effetti!

Giuliana: certo, quello è un altro sistema. Perché credi che abbia aperto questo blog, del resto? Adesso posso assicurare la vendita di ben... 23 copie. Mica male, però.

Simone