Visualizzazione post con etichetta Come diventare famosi. Mostra tutti i post
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Come essere uno scrittore così XXXista da diventare famoso. E come sempre vale anche (o forse soprattutto) per i blogger.

NOTA: questo post è di qualche tempo fa, per cui potete leggerlo ma mi dissocio da quello che ho scritto.

È una cosa che mi capita da sempre, ma devo dire che passate queste ultime elezioni gli animi sembrano essersi ancora più incattiviti e la noto sempre più spesso: leggo il sito, il blog, il post, il forum, l'articolo, il racconto o il romanzo di qualche collega aspirante scrittore, e mi girano a morte le palle (eh sì, è una morte terribile ^^).

Mi girano non tanto perché non sono daccordo con quello che viene detto (questo capita sempre) o perché mi sento circondato da un'infinità di opinionisti intellettualoidi sparapalle (anche questo capita sempre), ma per il fatto che noto sia a destra, a sinistra, sia al centro e sia da parte di chi non è affatto schierato in niente un incredibile e intollerabile... ismo.

Il prefisso può cambiare di volta in volta, ma sempre di ismo si tratta: molti pensatori moderni tendono ad abbracciare con tanta veemenza determinate scelte e ideali da darmi l'idea di stare ascoltando degli ideologisti folli pronti ad annientare - almeno verbalmente - chiunque non la pensi come loro. E da parte di persone che dovrebbero (condizionalissimo!) mostrare apertura mentale, la cosa mi pare leggermente inammissibile.

Ma facciamo qualche esempio di pensiero XXXista.

- Gli extracomunitari rubano e bla bla bla cacciamoli tutti, spesso contrapposta all'idea del vicino di blog che dice poverini gli extracomunitari rubano solo per necessità e bisognerebbe piuttosto cacciare "inserire altra minoranza qui".

Ecco, sì, avete espresso un'opinione, bravi. Ma perché dovete ripetere i soliti scioglilingua triti e banali? Siete degli scrittori o no? Allora potreste almeno una volta elaborare un pensiero nuovo che mi spinga a nuove riflessioni, per favore? E se ci tenete, il mio pensiero nuovo in merito è il seguente: è giusto ripetere cose trite e banali quando la gente continua a scordarle, ma poi non ve la prendete se a un certo punto non vi reggono più e vi mandano affancuore.

- I preti sono pedofili, i dentisti evadono le tasse e gli scrittori emergenti non sono capaci a scrivere e vogliono manipolare la gente o che cazzo ne so. Parlando di XXXismo (questo mi pare razz), ci sono preti e preti come ci sono bianchi e neri e gialli e verdi con tanti vari diversi comportamenti. Dire che una persona appartenente a un determinato gruppo ne assume automaticamente tutti i difetti standard è una cosa che s'era detto che fosse sbagliata... ma forse ricordo male.

- Chi è a favore della legge attualmente in fase di discussione (prendete quella che vi pare) è una specie di assassino. Chi è contro la stessa legge, è sempre una specie di assassino agli occhi degli assassini che erano a favore. È normale che un tema delicato abbia opinioni contrastanti, e dovrebbe essere normale accettare il fatto che la nostra opinione contrastante contrasti (appunto) con l'opinione contrastante di qualcuno in contrasto con noi. Ma a volte la gente si sente troppo intellettualmente libera per accettare la libertà intellettuale altrui, credo.

- Chi vota a sinistra è comunista, chi vota a destra è fascista. E comunque quegli altri sono ignoranti, ingenui, idioti o quello che scrivete di solito sul vostro blog mentre voi capite tutto di politica e votate dalla parte giusta. Questo paragrafo riassume il 99% dei post dei blog che parlano di politica... per cui potete fare a meno di leggere loro e leggere soltanto me, che almeno non faccio il copia-incolla dai post degli altri e scrivo cazzate made in Navarra.

- Io penso che questa mia scelta etica (prendete una qualunque scelta etica che potrebbe capitarvi, anche le gomme con o senza zucchero per dire) sia giusta perché è a favore della libertà di scelta e di pensiero. E chi la pensa diversamente è una testa di zufolo (??) che magari je pija un colpo. Splendido esempio di coerenza.

- Io questo tipo di libri (autoprodotti, porno, fantasy, print on demand, con contributo, commerciali, thriller, di Navarra, belli, brutti, medi o quello che sia) non li leggerò mai... perché SONO BRUTTI. E non rileggete nemmeno le vostre XXXiste affermazioni autoconfutanti, mi pare.

E in ultimo, il top del top delle affermazioni XXXiste, che vince il premio: mi ritengo intellettuale ma in realtà sono un idiota e adesso ve lo dimostro:

- Gli ebook e i libri elettronici non prenderanno mai piede, non mi piacciono e non avranno successo. Odio leggere sullo schermo, mi dà fastidio agli occhi e poi la letteratura digitale è brutta, non interessa a nessuno, se è distribuita gratuitamente si vede che non vale nulla, io non ne scriverei mai e tanto non potrà mai prendere il posto della letteratura vera perché a me piace troppissimo il fruscio delle pagine e il profumo della carta quando apri un libro nuovo che stringi tra le tue mani eh sì che bello il libro stampato aaaah!!!

E l'XXXista in questione, ovviamente, ha scritto questa frase sul blog.

Simone

Come essere uno scrittore talmente co-nfuso da diventare famoso.

Tra le tante categorie di scrittori, questa forse non è necessariamente destinata al successo. Non tanto perché il sistema in sé non sia efficace (e adesso ne parliamo) quanto perché raramente si tratta di una scelta voluta. Di solito infatti l'autore in questione è qualcuno che vive talmente immerso e sperduto in un marasma di confusione mentale da non rendersi più nemmeno conto di quello che fa o che scrive.

Ma cerchiamo di chiarire di cosa sto parlando: un autore confuso è quello che fa discorsi senza capo né coda, che si lamenta di problemi di cui lui stesso è la causa e che in generale non dà mai l'impressione di parlare di qualcosa su cui ha riflettuto.

Tanto per dissolvere ogni probabile incertezza, invece di confuso e sperduto avrei potuto usare gli aggettivi stupido, idiota o un più che chiarificatore coglione. Solo che ho preferito fare un giro di parole incomprensibile per inventarmi una nuova categoria da dover successivamente spiegare a tutti voi. Un classico comportamento della tipologia di cui stiamo parlando, insomma.

Ma perché questa categoria di autori piace e ha successo? Semplice! Perché la gente adora leggere cose che paiono scritte da un povero deficiente. La sensazione di sentirsi migliore delle persone con cui ci confrontiamo è impagabile, e merita per questo l'acquisto di qualsiasi libro insulso o l'iscrizione al feed di ogni blog particolarmente idiota.

Siete con me allora? Volete percorrere questo sentiero verso un'imperitura fama? E allora...

Come essere uno scrittore talmente cogl-nfuso da diventare famoso.

Come dicevo, lamentatevi di cose che potreste facilmente risolvere: uff, vorrei scrivere un nuovo racconto ma i blog e internet mi fanno perdere troppo tempo. E allora per quale cappero di motivo devi fare un aggiornamento solo per dire questa boiata?!

Ancora: odio il mio lavoro/vita/corpo/qualcosa che mi accade e vorrei cambiarlo... ma non ho tempo.

E quel poco tempo che hai lo perdi a lamentarti, per di più focalizzando l'attenzione generale sul tuo problema. Mi pare estremamente sensato.

Leggete solo robaccia tipo: il ritorno dei draghi vampiro e andate al cinema a vedere solo strombolate tipo: super massacro mutilante 19 parte quinta.

Ma questo non è totalmente da coglio... ehm da sperduti. Lo è invece quando vi mettete in testa di scriverne una recensione negativa per dimostrare ai dieci lettori del forum dove andate a incollarla che l'intento dell'autore era solo commerciale. Ma va?! E chi se lo sarebbe mai potuto immaginare! Un po' come quello che si dà le mazzate sulle palle e poi si dichiara stupito per aver provato dolore (anche se è più divertente che leggersi il ritorno dei draghi vampiro, su questo non ci piove).

Discutete in modo accorato di argomenti di cui non sapete nulla: un po' come quegli sfigati che stanno sempre a parlar male degli editori anche se nessuno di loro gli ha mai rivolto la parola (non parlo di me: una volta a una fiera un editore mi ha detto: e tu che cazzo vuoi?!).

Impegnatevi a voler convincere tutti di una cosa di cui è dato per certo il contrario, e se qualcuno vi smentisce non ammettete mai la sconfitta. Una delle mie preferite è la seguente:

Scrittore sperduto: ho scritto un racconto che spiega come in realtà non siamo mai andati sulla Luna (nel senso che non ci sono andati gli astronauti, ovvio che noi no).

Contestatore: veramente quando sono andati sulla Luna hanno lasciato degli strumenti che sono tuttora in funzione e utilizzati dagli scenziati (ok, sono solo degli stupidi specchi, ma stanno lì). Sta scritto anche sul sito della NASA.

Scrittore: ma tu credi a tutto quello che leggi su Internet? Le foto che hanno fatto erano false (ma questa cosa dove l'avrà letta, invece? ^^).

Contestatore: ehm... adesso che ricordo, ho partecipato personalmente alla missione sulla Luna. E quelle foto le ho fatte io. (Ok, che sfiga! Ma poteva anche capitare, no?)

Scrittore: ecco, dici così perché le cose non le sai e sei ignorante. (Risposta classica da sperduto messo alle corde).

Pretendete cose complicate senza dare indicazioni su come ottenerle: bisogna arrestare la disoccupazione! Vogliamo energia pulita a basso costo! Fermiamo tutte le guerre! Basta con tutta questa Entropia, cambiamo i principi della termodinamica! (Battuta da ingegnere confuso, lo ammetto ^^).

Date consigli inutili o palesemente stupidi: bisognerebbe evitare di prendere l'influenza. Rileggete quello che avete scritto e correggete gli errori (e chi ci sarebbe mai arrivato da solo?) La democrazia funzionerebbe meglio se prima di votare si facesse un test d'intelligenza.

Cioè, io sono daccordissimo con un'idea del genere, e anzi la cosa sarebbe davvero auspicabile.

Ma tra gli aventi diritto di voto ci sarebbero ben pochi aspiranti scrittori ^^.

Simone

Come diventare uno scrittore così viscidamente accondiscendente da essere famoso.

Non bisogna per forza sforzarsi di essere antipatici per avere successo! Esiste infatti anche un bel gruppo di autori famosi che si comporta nel modo esattamente opposto: cerca così tanto di piacere e di soddisfare i desideri del pubblico (che poi sono quelli degli editori) da riuscire addirittura a convincere la gente di possedere chissà quali capacità letterarie.

Si tratta in sintesi di vendersi a tal punto da trasformarsi in ciò che la gente vuole, che in fondo è l'unico modo per produrre un best-seller se non capite un cazzo di scrittura (o se ci avete capito tutto, a seconda dei punti di vista).

Vediamo allora tutti i segreti su: come diventare uno scrittore così viscidamente accondiscendente da diventare famoso.

Il genere del libro: non deve essere quello che a voi piacerebbe scrivere, ma quello che a i lettori (eventuali) piacerebbe leggere. Che poi questo si traduce nel vedere quale libro ha venduto di più e rifarlo uguale. Del resto, da cosa credete che nasca la creatività se non dal desiderio di imitare ciò che piace a qualcun altro?

Senza che vi mettiate a scervellarvi su cosa i lettori vogliono che a voi piaccia scrivere (la frase di prima è corretta) ve lo dico io. Un giallo thriller a tinte forti, con una spruzzatina di sesso da pornoletterato del tipo: affondò la sua mascolinità fino in fondo al suo essere, riempiendola di caldo piacere. E sapeva già che dopo l'avrebbe uccisa.

Mirabilante, eh? Da notare che il thriller è per gli uomini e il sesso è per le donne, visto che su certi argomenti i maschi restano coinvolti solo se scrivete: gli mise il coso nella cosa. Che se ne facciano invece le donne dei testi erotici al tempo di Internet rimane per me un mistero.

Ancora più misterioso rimane il fatto che il mio giallo-thriller fantascientifico (Mozart di Atlantide) ricada invece nel genere che interessa meno in assoluto. Togli il sesso, ed ecco che la magia della latteratura muore di colpo. Così è la vita.

Vanno anche bene il fantasy con personaggi sessualmente attraenti inseriti in vicende lineari (lui uccise i suoi nemici e scopò molto è una buona sinossi) e la storia d'amore difficile scritta però in un Italiano semplice (che adesso approfondiremo).

Lo stile: la gente non vuole affaticarsi in quello che fa, e chi siete voi per imporre la lettura di un testo complicato? Un trucco è usare poche parole semplici, e ripeterle tante volte:

Lei sapeva di amarlo, perché questo le diceva il suo cuore: il suo cuore le diceva che lei lo amava, lo aveva sempre amato e lo avrebbe amato per sempre. Sì, lo sapeva, quello era vero amore... eppure mai come prima di allora il loro vero amore le era sembrato tanto impossibile. Un amore vero ma impossibile. Impossibile, come ogni vero amore.

E come potete ben vedere, il congiuntivo è un tempo verbale superfluo.

I personaggi: nei corsi di scrittura vi parlano di personaggi originali e interessanti. Be', sbagliano! I personaggi positivi (che poi per forza di cose saranno i protagonisti buoni) devono essere la trasposizione di quello che i lettori vorrebbero essere: l'eroe cazzuto e muscoloso, l'eroina figa, il medico belloccio che salva tutti, l'avvocato che sgomina complotti internazionali, i gatti randagi e lo scrittore famoso.

Gli antagonisti malvagi saranno invece la rappresentazione letteraria dei preconcetti stereotipati del lettore tipo: il politico corrotto, il poliziotto cattivo, il mago malvagio, l'imprenditore senza scrupoli e l'editore stronzo. Guai a indicare come cattivo qualcuno in cui il lettore potrebbe riconoscersi, tipo l'impiegato fancazzista, lo studente pipparolo o lo scrittore sfigato che nessuno vuole pubblicare: vi assicuro che se la prendono da morire.

Il vostro aspetto è fondamentale (questo l'ho riciclato da un commento al blog di Alex, che approfitto per salutare): dovete mostrare ai possibili lettori che, anche fisicamente, voi siete quello che loro cercano in un libro (qualsiasi senso questo possa effettivamente avere). Per questo motivo fatevi fotografare con la barbetta o il pizzetto e la faccia incazzata, e mentre vi ritraggono pensate intensamente: io conosco il lato oscuro della vita, e dentro i miei libri c'è tutta la mia rabbia repressa.

Gli occhiali da sole sono un optional bene accetto, specie se li portate anche di notte o in buie sale per presentazioni. Vi posterei i link di una quindicina di scrittori che fanno proprio questa cosa, ma poi si offendono e mi sono giocato tutti e tre gli editori che li pubblicano (quando si parla di linee editoriali, eh?). Cercateveli da soli ^^.

Ancora, l'aspetto è davvero fondamentale! Se prevedete di voler piacere a un pubblico di destra allora meditate un bel lifting e rifatevi i capelli. Se siete di sinistra il lifting deve essere talmente moderato da poter dire che il tutto dipende da quelle robe strane che vi mangiate, mentre l'unica cosa che potrete farvi aggiungere chirurgicamente sono le tette, ma solo nel caso che siate nati maschi.

Io desideravo apparire piacevole e gradito indifferentemente agli uni e agli altri, e non per niente mi sono rifatto il sedere.

Ok, abbiamo finito. Se mettete in pratica tutti questi accorgimenti vedrete che sarete circondati da ammiratori adoranti. I lettori infatti non penseranno: è bravo, dunque mi piace bensì un: mi piace, dunque è bravo. Eh sì, la gente è veramente così idiota... ma non tutti! Voi che leggete i miei post appartenete a una categoria diversa: siete quelli che studiano s'informano e si fanno una loro opinione sulle cose, e il solo fatto che leggiate un mio post mi riempie d'orgoglio infinito che non so come esternare se non nella scrittura di altre mie opere imperiture ispirate da voi.

Per cui quando sarà compratevi il mio cacchio di libro.

Simone

Come diventare uno scrittore talmente qualunquista da essere famoso.

Ve l'avevo promesso, per cui eccovi l'analisi di questo tipo di approccio alla scrittura che potrebbe rendervi stimato e adorato da nutrite folle di lettori.

Simile allo scrittore lamentoso (di cui in fin dei conti è una sorta di versione avanzata) la caratteristica principale del qualunquista è che non lo sentirete mai e poi mai dire ciò che pensa realmente o raccontare qualcosa che trova davvero interessante. Lo scrittore qualunquista infatti si specializza solo e soltanto nel ripetere affermazioni comunemente accettate e opinioni condivise dalla maggioranza dei suoi probabili lettori.

Un modo sicuro per piacere (se lo pensano tutti si vede che è vero, no?) per tirarsi fuori dalle critiche (se lo pensano tutti mica è colpa mia, no?) e per non doversi mai giustificare anche nel caso in cui si venga brutalmente smentiti (se lo pensavano tutti io che ci potevo fare?).

Il qualunquismo letterario ha inoltre ottime applicazioni nella comicità televisiva (e nei libri che ne derivano) nei blog come il mio che cerco di arruffianarmi altri scrittori sfigati come me e nel cinema cosiddetto di denuncia sociale: hai visto? Le multinazionali vendono il tabacco per ricavarne dei soldi... ma chi l'avrebbe mai detto?

Vediamo allora qualche trucchetto per trasformarci in uno scrittore qualunquista perfetto e destinato al successo:

Prendetevela con le istituzioni: ma attenzione, guai a schierarvi in maniera discorde dall'opinione comune del momento! Il qualunquismo si attua infatti con una critica severa e continua a qualsiasi gruppo, classe, partito, ideologia, etnia o religione presenti un punto di vista discorde da quello più comunemente accettato.

Il fatto che idee diverse possano suonare sensate o addirittura accettabili non deve influenzarvi: se la maggioranza la pensa in un certo modo tutti gli altri hanno sicuramente torto, e stare dalla parte del torto è sbagliato.

Scandalizzatevi con facilità: se qualcuno dice un'opinione diversa dalla vostra (o un'opinione semplicemente diversa, che fa lo stesso) dichiaratevi stupiti e sconvolti e dategli del retrogrado sorpassato e ignorante qualsiasi cosa abbia detto (anche cose all'avanguardia del tipo: mettiamo gli orinatoi WiFi nei bagni pubblici).

Il succo del discorso deve essere sempre che se la gente non si ostinasse ad avere idee che si discostano dal luogo comune la società funzionerebbe meglio... che poi in effetti è anche vero.

Prendetevela con qualsiasi cosa anche in senso non politico: a differenza dello scrittore lamentoso, che in effetti indicava comunque un problema oggettivo (seppur inconsistente), come qualunquisti dovrete affinare la tecnica di sparlare di tutto senza però dire niente di concreto. Lo so che è difficilissimo, è per questo che io ho studiato! Vi faccio qualche esempio:

I medici sono tutti uguali. I politici dicono tutti le stesse cose. I libri di oggi non valgono più niente. Vale sempre il classico: non ci sono più i - inserire quello che vi pare - di una volta e l'intramontabile: non esistono più le mezze stagioni.

Non schieratevi mai in qualcosa che non rifletta l'opinione della maggioranza: non potete dichiararvi tifosi di una particolare squadra (che di per sé vi renderebbe membri di un gruppo specifico) ma potrete dire: non c'è più il calcio di una volta, e io seguo solo la Nazionale. Ancora, inutile che perdiate tempo a leggere libri o a vedere i film, ma dite la vostra direttamente in base alle recensioni che trovate su Internet.

Mai proporre soluzioni alternative: se poi non funzionano la gente se la prende con voi! Criticate tutto in maniera generica e non mettetevi mai in testa l'idea di risolvere qualche problema. E se qualcuno vi fa notare questo vostro atteggiamento tirate fuori qualcosa che non c'entrava niente:

Voi: i problemi del terzo mondo non vengono risolti perché non gliene frega niente a nessuno (ottima frase qualunquissima e verissima).

Oppositore: be', dovremmo iniziare a fare qualcosa per i problemi del terzo mondo, allora! (Attenti che vi sta fregando: potrebbe essere un prete travestito oppure un comunista che sta cercando di carpire la vostra opinione!)

Voi: eh, certo! Ma non ci sono solo i problemi del terzo mondo. Anche qui da noi c'è un sacco di gente che sta male (altra frase eccezionale, bravi!)

Oppositore: sì, ma che pupazzo c'entrava? Stavamo parlando di come risolvere i problemi del terzo mondo e tu hai cambiato argomento...

Voi: eh! Dei problemi del terzo mondo non gliene frega niente a nessuno.

Continuate finché l'oppositore non si stanca e non desiste, e poi commentate con queste parole: ecco, quando si parla di certe cose non si arriva mai a nessuna soluzione.

Se vi trovate in un campo minato (un argomento in bilico tra da due schieramenti altrettanto forti) tergiversate: come dire la vostra opinione quando il rischio è che metà dei vostri lettori si trovino in disaccordo? Non dicendola, ovviamente: io sono credente, anche se su certe cose sono ateo o ancora: io sono contro qualunque guerra, a meno che non sia davvero necessaria.

Ok, credo di aver detto tutto. Adesso sono curioso di leggere i vostri commenti per scoprire quello che ne pensate. Anche perché le critiche degli altri possono aiutarci moltissimo, scrittori non si nasce ma si diventa e soprattutto è proprio vero che le mezze stagioni non esistono più.

Ah... le care, vecchie, mezze stagioni! Se ne sono andate per sempre, ma il loro ricordo resterà comunque vivo qui in mezzo a noi.

Simone

Come lamentarsi così tanto da diventare uno scrittore famoso.

Da non confondersi con il qualunquismo assoluto (di cui parleremo in seguito), la lamentela infinita è uno dei sistemi che vi porteranno ad attrarre un numero sempre maggiore di lettori talmente desiderosi di farsi rovinare la giornata da voi al punto da essere disposti addirittura a pagarvi.

Proprio così, pagare per leggere uno che si lamenta. E in effetti c'è tutta una letteratura fatta da persone il cui unico interesse nella vita è quello di lagnarsi di qualunque cosa al punto da deprimere tutti per poi successivamente lagnarsi anche di questo: perché incontro solo gente depressa? In realtà quella di fracassare i coglioni (per usare un sinonimo) è una tecnica estremamente efficace anche in politica, nel lavoro d'ufficio, nei rapporti interpersonali quando desideriamo qualcosa dagli altri e negli sport di squadra: passa qui, passa qui, passa qui, passa qui, passa qui... ma come cacchio me l'hai passata?!

Però a voi interessa fare gli scrittori (e a me scrivere tante guide utilizzando sempre le stesse poche idee), per cui degli altri settori lavorativi parlerò magari altre volte mentre per il momento vi beccate:

Come diventare uno scrittore talmente lamentoso da essere famosissimo.

Lamentatevi sempre della bassa qualità dei libri degli altri: questo è ovviamente un punto fondamentale. Ma la critica non deve essere attiva o aggressiva, del tipo: il libro di Navarra fa schifo perché l'ha scritto Navarra (più consona allo scrittore famoso antipatico) ma di tipo passivo remissivo: ah, oggi si pubblica solo spazzatura perché non ci sono autori capaci e agli editori interessa solo vendere.

Vabbe', credo che già abbiate capito tutto e che il post potrebbe fermarsi qui. In effetti sembra così facile che il 99% degli aspiranti scrittori famosi (compreso il sottoscritto) utilizza questa tecnica. Il fatto è che per avere successo ci vuole un'applicazione perfetta che ovviamente è difficile da padroneggiare, per cui andiamo avanti con le spiegazioni.

Criticate i film tratti dai libri dicendo: sì ma il romanzo era meglio. E qui davvero non vi serve altro.

Prendetevela con un partito politico e con chiunque appoggi determinate idee: attenti però a non criticare mai il governo in generale, che è da qualunquisti! Dire qualcosa che sembri politicamente intelligente quando in realtà è solo un'insulsa lamentela è davvero difficile, per cui vi ho messo uno schema per aiutarvi. Le parti scritte in maiuscolo vanno cambiate con parole appartenenti a una determinata ideologia, etica o classe sociale che volete mortificare verbalmente, mentre quelle in corsivo vanno lasciate come sono.

OGGETTO DELLA LAMENTELA va sempre peggio. Il problema è che SOGGETTO POLITICO non gliene frega niente/rubano/sono interessati VITTIMA DELLA LAMENTELA per fare solo gli interessi/appoggiare/favorire AMICO DEL SOGGETTO POLITICO.

Esempio: il lavoro va sempre peggio. Il problema è che Berlusconi ha rubato i soldi ai lavoratori per appoggiare gli interessi della Chiesa Cattolica.
Ancora: l'economia va sempre peggio. Il problema è che ai Comunisti non gliene frega niente dei commercianti e favoriscono le Cooperative Rosse.

Attenti però a non sbagliarvi sparando una cosa del genere: la nazione va sempre peggio. Il problema è che la Chiesa ruba a Berlusconi per fare gli interessi degli omosessuali.

Se dite una cosa del genere siete fottuti, ok?

Qualsiasi cosa sia mai accaduta, accada o accadrà, in passato era meglio: mi ricordo da giovane quando per telefonare c'era bisogno del gettone, altro che questi cellulari che inquinano l'aria con le onde elettromagnetiche! O qualcosa di più lamentevole ancora: sì, oggi ci sono i computer, ma ai miei tempi era bello anche il contatto con le persone. (Specie con quelle che insultavi e che potevano picchiarti, aggiungo io).

Ancora, stufi dei recenti progressi medico scientifici potreste dire: certo che una volta quando avevi una brutta malattia almeno ti lasciavano morire in pace. Questa frase sembrerebbe associabile al qualunquismo, ma non è così perché dice una cosa vera. Ripeto che ci torneremo in seguito.

Ricordatevi le classiche lamentele stagionali: ah ma che inverno freddo! Ah quest'estate si muore dal caldo! E non scordatevi di sottolineare che odiate le feste e quanto sono state noiose le vostre vacanze.

Se avete un blog ricordatevi di allenarvi sempre nelle lamentele più sgradevoli e assurde. La mia preferita (e che vi ricompenserà con un fiume di nuovi visitatori) è la seguente: non capisco per quale motivo tutta questa gente apra un blog. Eppure un blog ce l'avete pure voi, no? Io lo trovo semplicemente geniale!

E non dimenticatevi mai del lamento generico fine a se stesso: sono stanco. Non mi va di scrivere. È un brutto periodo. È stata una brutta giornata.

I vostri lettori ne andranno pazzi.

Simone

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Come diventare uno scrittore tanto antipatico da essere famoso.

Prima di diventare uno scrittore (abbiamo detto di togliere gli aggettivi, no?) credevo che risultare antipatico agli altri fosse un difetto e che lo sforzarsi di stare sulle scatole al maggior numero di persone non fosse un comportamento da consigliare.

Be', mi sbagliavo: volendo apparire e di conseguenza essere conosciuti e letti, l'antipatia o la semplice e brutale stronzaggine ci renderanno molto visibili e di conseguenza non dico apprezzati (abbiamo appena detto che siamo antipatici, no?) ma almeno odiosi al punto giusto perché la gente si ricordi di noi.

È anche vero che ci sono tantissimi scrittori sfigati (ho rimesso l'aggettivo) che vorrebbero avere successo per motivi esattamente opposti: uno per tutti, quello di essere persone affascinanti e degne di essere ascoltate per il modo di vedere la vita e per i consigli che sono in grado di dare.

Però questo secondo metodo è troppo difficile, no? Cioè, non è che potete diventare una specie di premio Nobel o un genio della letteratura semplicemente decidendo di esserlo. Sono cose che richiedono tempo, costanza, dedizione e (non sia mai che ne abbiate!) anche un po' di talento. Diventare antipatici invece è semplicissimo, e vi porterà gli stessi (se non maggiori) risultati con una frazione dello sforzo.

Insomma eccoli qua: tutti i trucchi per diventare uno scrittore tanto antipatico da essere famoso.

Non accettate consigli e commenti: se i lettori fossero davvero capaci di migliorare un vostro testo a questo punto gli scrittori sarebbero loro, no? E ricordatevi di farglielo notare.

Siate sprezzanti nelle risposte: in fin dei conti voi siete più intelligenti degli altri, e l'insulto è il metodo migliore per dimostrarlo.

- Lettore che commenta il blog: sai, il tuo ultimo racconto non m'è piaciuto tanto.

- Scrittore antipatico: eh, lo so. Non sei il primo idiota che me lo dice.

Tenete un blog in cui rileggete qualsiasi avvenimento in chiave negativa: che poi è una tecnica giornalistica estremamente efficace! Ad esempio non dite: sono contento perché sono due giorni che c'è il sole ma piuttosto: mi rode il culo perché piove un giorno su tre. Ancora non si dice: il mio ultimo ebook è piaciuto quasi a tutti ma: c'è un gruppetto di stronzi che fa di tutto per affossare il mio lavoro. Da notare che in ciascuna frase la parolaccia è fondamentale.

Date sempre la colpa a qualcuno: ultimamente c'è qualche problema con i commenti sul blog. Tutta colpa di - inserire personaggio famoso che solitamente non fa causa. Più avanti nella vostra carriera dovrete incolpare il leader dello schieramento politico opposto al vostro (ma stranamente questo non vi renderà antipatico ai vostri lettori).

Parlate malissimo dei libri che vendono più dei vostri: non vorrete mica far girare l'idea che chi ha più successo di voi sia anche più bravo?

Trattate male chi sta sotto di voi: se è un collaboratore ditegli sempre che il suo lavoro poteva essere fatto meglio... ma col sistema spiegato sopra: il tuo lavoro è una merda. Se è qualcuno che vi chiede un favore dite sempre di no preoccupandovi di mortificare i suoi intenti e se vi contatta un aspirante scrittore non azzardatevi a rispondere. Al limite potete mettere su un forum qualcosa che ha scritto e prenderlo per il culo pubblicamente (e non crediate che questa me la sia inventata).

Millantate di aver scritto un libro bellissimo (specie nella seconda parte): e poi chiarite ai lettori del blog che non glielo fate leggere perché altrimenti sarebbe sprecato.

Nei commenti al lavoro degli altri scrittori: cercate un difetto risibile (un aggettivo che a voi non piace o una virgola fuori luogo) e fatelo presente in maniera brutale con argomentazioni più lunghe del testo in questione.

Ok, direi che più o meno è tutto. Io sono esperto nel millantare e a sparlare degli altri, e a questo punto devo solo allenarmi un po' sui commenti sprezzanti e poi è fatta: starò davvero antipatico a tutti.

Simone

Come diventare uno scrittore famoso... anche senza aver mai scritto una riga.

Premetto che - per quanto possibile - questo è un post più idiota del solito, ma dopo tante polemiche direi che ci vuole un minimo di pausa. Però poi state pronti perché ho un sacco di post offensivi già fronti ^^.

Il desiderio che accomuna tutti gli scrittori, anche quelli che non lo ammetteranno mai, è di vendere una caterva di libri arrivando a farsi tradurre in tutti gli angoli del pianeta.

Ma non si tratta solo di soldi! Uno scrittore vero desidera che il proprio libro abbia successo e venga letto (e apprezzato) in tutto il mondo. Poi ovviamente arriveranno anche i soldi (e quelli non fanno schifo a nessuno) ma tra l'essere conosciuti e l'essere ricchi molti scrittori sceglieranno senza indugio la prima possibilità.

Il problema vero, in tutto questo, è che scrivere qualcosa di così bello e interessante da renderci famosi non è poi così facile come potrebbe sembrare. Cioè, io sono anni che ci provo e che sono sempre fermo al punto di partenza (questo cazzo di blog) e inizio quasi quasi a credere (o rendermi conto) che forse forse forse forse non sono poi così troppo destinato al successo e alla celebrità.

Eppure la soluzione c'è sempre: si può diventare famosi con un libro, ma si può anche vendere un libro essendo già famosi. Anzi, direi che la seconda opzione è ben più verosimile della prima, visto che in genere i libri si vendono proprio grazie alla notorietà che l'autore ha guadagnato per vie totalmente diverse da quelle editoriali. E allora vediamo un po' di sistemi per realizzare questo malsano progetto, alla faccia di tutti gli altri emergenti stupidi che credono ancora che lo scrittore si faccia scrivendo (blah, che palle!):

Come diventare scrittori famosi anche senza aver mai scritto una riga.

Essere imparentati con un editore: questo è il sistema più facile e indolore. Credete forse che come figli di qualche (qui c'era una descrizione pesante che ho preferito togliere) editore avrete difficoltà a farvi pubblicare qualcosa? Meglio ancora, se siete talmente incapaci da non saper mettere due righe di senso compiuto una in fila all'altra potrete chiedere a papà di commissionare un romanzo a qualche scrittore sfigato più bravo di voi, per poi pubblicarlo col vostro nome.

Andare a qualche reality: attenzione perché ci sono due tipi di questi spettacoli. Quelli per gente che nessuno ha mai sentito nominare, e quelli invece a cui partecipano personaggi già conosciuti. Ovviamente a noi interessa il primo tipo (se fossimo già famosi saremo di conseguenza anche autori stimati) dove tra l'altro il bello è che per essere ammessi non è necessario saper fare un cazzo di niente.

Unico problema è che i reality sono (ingiustamente) considerati TV di basso livello, e ogni critico sensibile e desideroso di aiutarvi (adesso le critiche distruttive si chiamano così) dirà che il vostro libro è assolutamente ignobile anche prima di averne visto la copertina. Dicevo ingiustamente perché il termine basso livello presupporrebbe l'esistenza di un livello alto che magari qualcuno potrebbe indicarmi perché da solo non lo vedo... a meno di non riferirsi a pubblicità come quella dei frati che fanno la Comunione con lo sciroppo, del bambino che fa la cacca puzzolente o delle signorine che parlano degli affari loro con tale dovizia di particolari che non si capisce più se è uno spot o una puntata del Dr. House.

Finire sui giornali: scordatevi pubblicità e recensioni! A nessun giornalista gliene fregherà mai niente di parlare di un autore sconosciuto, anche perché in primo luogo a nessun lettore frega niente di voi. L'unica è inventarsi qualcosa per attirare l'attenzione come - per dirne una - minacciare di gettarvi dall'alto del Colosseo se non vi trovano un editore. Il problema è che direbbero che avete copiato Alberto Sordi, che lo sanno tutti che il Colosseo è alto e non c'era bisogno di specificarlo e soprattutto per soddisfare i delicati gusti del pubblico moderno non basterà più che facciate la scena, ma vi toccherebbe buttarvi davvero.

Entrare in politica: effettivamente un'attività pubblica è un bel trampolino per entrare nell'editoria... così come per entrare da qualunque altra parte. E vi renderete presto conto che qualunque altra parte è molto meglio dell'editoria.

Essere uno sportivo di successo: questo non conviene proprio: per avere fortuna nello sport non basta essere raccomandati, ma dovete effettivamente vincere qualcosa. Si parlava di diventare famosi senza impegnarsi, per cui lasciate perdere: non ne vale assolutamente la pena.

Aprite uno stupido blog, e riempitelo di cazzate: pareva una bellissima idea... però, se devo essere sincero, non sono più tanto sicuro che sia così efficace.

Simone