Il Piccolo Principe
Dopo un'attesa che immagino avrete trovato struggente, torno finalmente ad allietarvi con la recensione di un classico della narrativa che - come da programma - se fosse scritto oggi da un autore ancora sconosciuto non troverebbe mai un editore disposto a darlo alle stampe.
Il Piccolo Principe - Tascabili Bompiani
Autore: Antony De Saint Exupèry
La trama: Scritto come una sorta di racconto autobiografico (lo stesso autore del libro era un pilota di aerei), questo breve romanzo ci racconta dell'incontro tra un aviatore precipitato nel deserto e un bambino di sei anni. Una volta fatta la sua conoscenza, il ragazzino rivelerà al protagonista di provenire da un piccolissimo asteroide, raccontando del suo viaggio per arrivare fino alla Terra e rivelando allo stesso tempo il suo particolare modo di vedere il mondo.
Recensione: nel suo viaggio fantastico attraverso la Terra, i pianeti e le stelle, il Piccolo Principe ci racconta di come troppo spesso i grandi si diano tanto da fare per nulla, non riuscendo invece a capire che l'essenziale non è quello che risalta agli occhi. Ecco allora che il disegno di una scatola può rappresentare una pecora (che è dentro la scatola, ovviamente), che è bello farsi addomesticare da qualcuno anche se poi si piange quando lo perdiamo, e che tra migliaia e migliaia di rose identiche tra loro quella che ci appartiene è l'unica davvero speciale, semplicemente perché ci siamo occupati di lei.
Perché non me lo pubblicherebbero: a parte che se credete davvero che qualcuno vi pubblichi un romanzo con delle illustrazioni (per di più a colori!) siete degli scemi, e a parte che l'editore potrebbe essere talmente puro di cuore da strillare di paura e buttare all'aria il manoscritto nel vedere il disegno del boa che ha mangiato l'elefante, il vero problema che seppellisce ogni velleità di pubblicazione è l'aver detto che il Piccolo Principe proviene dallo spazio, e in particolare da un asteroide.
Non devo certo essere io a spiegarvi che nello spazio non c'è aria, sugli asteroidi non c'è gravità (almeno non su uno tanto piccolo) e soprattutto non si può volare da un pianeta all'altro attaccandosi a degli uccelli o facendosi morsicare da un serpente (cosa questa particolarmente priva di senso).
Al nostro editore che apprezza solo libri seri e ben scritti il romanzo di Antoine De Comesechiama non parrà altro che una raccolta di scempiaggini senza senso, e nel migliore dei casi userà i fogli del manoscritto per incartocciare le caldarroste (uno dei suoi tanti impieghi stagionali). Leggendo che l'autore è un pilota potrebbe sentirsi particolarmente ispirato e usare la pagina di presentazione per fare un bell'aereoplanino, da far planare nella brace delle caldarroste di cui sopra.
Cosa abbiamo imparato: se scrivete un romanzo pieno di cose particolarmente impossibili, assicuratevi di giustificarle in qualche modo particolarmente plausibile. O al limite provate a spacciare tutto per un racconto fantasy.
Simone