Lo scrittore disfattista.

Stavo per intitolare il post lo scrittore che rompe i coglioni, ma è da un po' che cerco di limitare la volgarità nel blog, per cui ho evitato.

Detto questo, veniamo all'argomento: come autore emergente di successo, trovandomi ormai tra i più famosi scrittori mai pubblicati (nel senso di MAI pubblicati), sono in contatto con moltissimi altri emergenti tanto via Internet che dal vivo. Parlo di gente che vuole fare lo scrittore (e altri addirittura lo fanno), che scrive e spera, un domani, di vivere con questa professione. Finito di ridere? Andiamo avanti.

Insomma, il fatto è che data anche la situazione dell'editoria non solo italiana, la maggior parte degli emergenti (nel senso di tutti, tranne me e altri due che se volete vi scrivo come si chiamano) sono ormai talmente scoraggiati e disfattisti che qualsiasi cosa uno cerchi di fare per uscire da questo abisso di chissenefottismo del mondo nei nostri confronti, stanno lì a buttarti giù e a fare i menagrami. Praticamente, ogni idea non è una buona idea, qualunque essa sia.

Ma vediamo qualche esempio insieme, passando per 3 gradi di disfattismo sempre più totale:

Io: Ciao, ho messo online un mio ebook se ti va dacci uno sguardo.
Risposta 1: Eh no, gli ebook non soppianteranno mai l'editoria.
Risposta 2: Se metti l'ebook online, allora te lo copiano e nessuno ti pubblicherà mai più!
Risposta 3: Gli ebook fanno tutti schifo. (Che penso sottintenda anche i miei, no? ^^)

Io: Sto pensando di stampare un libro con un servizio di stampa (e con cosa se no?)
R1: Il servizio di stampa X non è un editore.
R2: Ah, no! Se lo stampi da solo poi nessuno se lo compra e poi nessuno ti pubblica più e io non li spendo i soldi per stampare e poi non capisco la gente che fa queste cose poi come si fa con le bozze devi fare tutto da solo è impossibile sei destinato a fallire.
R3: I libri autoprodotti fanno tutti schifo. (Qui non è che gli si possa dare proprio torto... diciamo quasi tutti, ok?).

Io: Ho aperto un blog per farmi pubblicità:
R1: Il blog è solo tempo perso. (Inizia a starmi sul cazz...volo questo qua!)
R2: Oh, ma poi quello che scrivi si vede su Internet? E come fai col contatore se non è aggiornato (??) e poi se hai un virus ti viene il bug col trojan e gli hacker ti entrano nel PC e ti rubano i libri (!!!!!) e nessuno ti pubblica più. (Come da copione, direi).
R3: Sui blog ci stanno scritte solo stronzate. (Questo è vero, però! ^^).

Io: Ho messo in vendita un mio libro con un sito Print on demand o quello che è.
R1: E no! Vuoi mettere con un piccolo editore, che si batte per te, ti fa pubblicità e organizza presentazioni? (E vende 50 copie, aggiungo io).
R2: Oh mamma mia! Se vendi qualche copia nessun editore vorrà mai più neanche prendere il tuo libro in considerazione (e certo, perché pubblicare un libro che vende?) E poi come fai con il copyright, la partita IVA, la finanza... aaah!!! (Ha un mancamento).
R3: I libri venduti sul sito Print on demand fanno tutti schifo, e poi tanto non li compra nessuno. (Io veramente qualcuno ne ho comprato, e non faceva schifo. Vabbe', erano le bozze dei miei ^^)

Simone

11 commenti:

Neottolemo ha detto...

Leggerti mi ricorda che solo trovare lavoro nel campo umanistico è un terno al lotto. Inoltre mi ricorda che io sono iscritto a storia... Panico...

Anonimo ha detto...

Permettimi di restare anonimo, ma solo per timidezza e per non fare pubblicità a nessuno. Per tirarti su di morale e invitarti a perseverare, ti racconto una storia vera.
Mia moglie, come molti di voi scrittori, ha inviato a vari editori i suoi racconti (per bambini). Poi, dopo più di un anno, è arrivata la telefonata dell'editor (non ridete, sembra che si chiamino così) di un grosso editore (questa volta con la "e" finale): "Abbiamo letto i tuoi racconti, continua che sei brava"... e poi, seconda telefonata, "Ti pubblichiamo".
E così ha iniziato.
Ecco, può capitare. Per cui, coraggio! Certo, ci vuole fortuna (tanta), ma anche talento e costanza. In bocca al lupo!

Anonimo ha detto...

Geniali!!! Li voglio conoscere, 'sti qua!!
(Purtroppo comunque questi atteggiamenti sono diffusi un po' ovunque, e son cose che ti fan girare le balle, sempre gente che ti dà contro e ti butta giù e basta!)

Anonimo ha detto...

Ognuno faccia quello che vuole, dico io, nei limiti del possibile. Ché se poi uno scrive il romanzo del secolo e vende un bordello grazie a Lulu, beh, io continuerei così e non accetterei alcuna proposta editoriale. Tanto l'unico scopo dell'editore è mettere i soldi che tu non hai (o non vuoi mettere) per pubblicarti. Lulu fa la stessa cosa, ma mille volte meglio.

Anonimo ha detto...

"Anonimo", non è che per caso sei il marito della Rowling?
Scherzi a parte, credo che la tua storia possa infondere un po' di fiducia nei giovani scrittori che si battono con costanza per conquistare un piccolo posto meritato.

Ciao, dacty

Piero Sermasi ha detto...

Sono d'accordo con te per quanto riguarda il mondo che circonda l'editoria. Non mi ritrovo molto nella "preparazione" del manoscritto, nella sua presentazione e, se si edita, nel suo lancio. Ogni media va bene. Io sono stato fortunato e ho trovato un editore: http://misterpin.splinder.com/post/12250339/Ad+un+PASSO+DALL%E2%80%99ANIMA%2C+l%E2%80%99impresa+ciclopica+di+trovare+un+editore

Simone ha detto...

Neottolomeo: almeno io posso sempre fare l'ingegnere... che palle però ^^

Anonimo: grazie dell'incoraggiamento! La costanza ce l'ho, il talento spero. Aspettiamo ancora...

Matteo: sì credo sia lo stesso in tutti gli ambienti di lavoro. C'è chi fa e chi predice sventura... così è la vita ^^

Fede: l'editore dovrebbe fare qualcosa di più (dico dovrebbe). Poi vediamo se questo Lulu ingrana...

Dacty: infatti a volte è la fiducia è quella che manca, e un incoraggiamento può aiutare molto.

Piero: ogni media è validissimo, certo. Solo che, per ovvi motivi anche solo commerciali, la carta stampata ha una maggiore autorevolezza. Molto interessante il tuo sito, devo ricordarmi di tornarci.

Simone

Anonimo ha detto...

io sinceramente funziono differentemente...discuto con gli altri ma gli auguro sempre le migliori cose, e ci tengo che si avverino i loro progetti....io mi giudico sempre una me/daccia invece... -.-

ps ot: per matteo scandolin, ma come cavolo faccio a lasciare un commento di risposta al tuo blog????? l'ho fatto 3 volte e non lo lascia mai -.-

Anonimo ha detto...

una volta volevo almeno partecipare..era un concorso per scrittori under 21, o qualcosa del genere, e la regola era inventarsi una storia ambientata di notte.
la mia idea era che dietro il distributore di sigarette incassato nell'edicola ci fosse l'edicolante dentro.
un pervertito fallito, tanto per cominciare perchè restava nascosto nel negozio tutta la notte.
qualcuno di ridicolo e patetico, insomma..del tipo..quando una serata va storta e aspetti di sfogarti al cesso con le boccacce, ma c'hai paura che ti vedano dal buco della serratura.
magari, se sei coraggioso, ne fai una delle migliori proprio indirizzata alla porta, e te ne esci da gnorri.
la storia poteva eventualmente prendere la piega di un horror, cosa che a me personalmente piaceva di più.
mixare gli stili non potevo e volevo, perchè andavano di moda i cannibali.
alla fine ho pensato che se non sapevo far ridere sotto i 21 anni era meglio che lasciassi perdere.
p.s.provate il romanzo di elisabetta bilei..scrittrice, articolista, etc.da non perdere

Anonimo ha detto...

Ciao, non sei uno scrittore che rompe i coglioni, sei uno che vuole lavorare in un campo che, specie in Italia, è saturo come il posto alla posta. Io sono uno scrittore da 5 anni, sceneggiatore Mediaset, ho collaborato con Mario Monicelli, scritto sceneggiature per la Scuola Internazionale Comics, autore de Il Foglio, Montedit, Premio Jacques Prevèrt, KVP e roba simile con qualche bla bla bla in più che evito. Ho collaborato con 42 riviste Italiane e straniere, sono stato presentato in TV e in radio, su quotidiani etc etc. Vuoi sapere il mio stipendio? 6% sulle copie vendute, qualche centinaio di euro per editing o articoli e... insomma, ci campo a malapena in Portogallo, nazione in cui vivo e dai prezzi bassi, molto. Si può vivere facendo lo scrittore, ma ci si deve accontentare di una vita di merda e lasciare da parte i sogni di una famiglia, di una casa lussuosa e cose simili e sopratutto, non pensare ad altro che alla carriera. Il 10% degli scrittori Italiani riesce a vivere del proprio mestiere, così facendo.

E' una triste verità ma almeno, è una verità.

Alessandro Cascio

Simone ha detto...

Alessandro: Io come scrittore vorrei solo pubblicare i miei libri e magari riuscire a guadagnarci qualcosa (sempre nella speranza di avere fortuna e imbroccare il titolo o il filone giusto). Poi per "campare" ho anche un altro lavoro, e cercherò di trovare un equilibrio.

Comunque la verità è sempre ben accetta, ciao e grazie!

Simone