Ma come campano i piccoli editori?

Me lo stavo chiedendo questa notte, mentre come sempre più spesso accade mi rigiravo tra le coperte in preda a un turbine di idee letterarie che m'impediva di prendere sonno (o forse avevo solo caldo). Come cacchio fanno a rimanere aperte le case editrici piccole, quelle che piangono e si disperano a causa dei lettori che non comprano e i libri che non vendono?

Allora mi sono messo a fare due conti:

Un libro, quando è un best-seller, vende 3000 copie. Un libro che va male, vende anche 0 (leggesì ZERO) copie, per una media molto molto molto buonista (nel senso che non è vero che metà dei libri sono best-seller) pari a 1500 copie.

Non so quanti libri stampi in un anno un piccolo editore. Su Internet trovo case che in 12 mesi realizzano 8, 10, 15, 20 libri. Facciamo anche qui una media, e immaginiamo che un piccolo editore stampi più o meno 14 libri in un anno.

Considerando poi che in media una copia di un libro viene venduta a 10€ (ovviamente lordi e in libreria), in un anno le vendite di un piccolo editore tipo equivalgono a:

1500 x 14 x 10 = 210.000 euro

Da queste sottraiamo il 60% che se ne va tra distributore e libraio:

210.000 x 0,6 = 126.000 euro

Togliamo il 10% del prezzo di copertina che va agli autori:

126.000 - 21.000 = 105.000 euro

Dobbiamo inoltre sottrarre le spese di stampa, che ipotizzo con un OTTIMISTISSISMO 2 euro a libro e ipotizzando che si stampino solo le copie vendute (cazzata clamorosa):

2 x 1500 (copie vendute in media) x 14 (libri in un anno) = 42.000

Tolte le spese di stampa, all'editore rimangono:

105.000 - 42.000 = 63.000 euro annui, equivalenti a 5250 euro mensili

Ok, 5250 euro al mese sono buoni, no? Direi di no! Immaginando di fare tutta la selezione dei testi da soli e di delegare solo le cose che effettivamente l'editore non sa fare, bisogna ancora pagare un editor e un grafico (puntando poi sul fatto che l'editor farà anche la correzione delle bozze, il grafico farà anche il sito Internet e il marketing l'editore se lo fa da solo). I primi due si beccano 600 euro al mese, mentre tutti quelli che collaborano in qualunque altro modo non vengono retribuiti con la scusa che imparano il mestiere. Detto questo, in un anno ci siamo succhiati:

2 x 12 x 600 = 14400 euro, che corrispondono a 1200 euro ogni 30 giorni che riducono il nostro budget mensile a:

5250 - 1200 = 4050 euro. Lavorando giorno e notte, nella più ottimistica delle situazioni inventate, tolto il 40% di tasse in un mese l'editore guadagna al netto:

4050 x 0,6 = 2430 euro.

Con cui ovviamente deve pagarsi casa, macchina (benzina e assicurazione), bollo, ICI... con la perenne spada di Damocle che il giorno che fa due libri sfigati che non vendono le 1500 copie di media, bensì ne vendono ZERO e ZERO (che in media fa appunto ZERO) chiude baracca e burattini

A dirla tutta, pensavo peggio.

Simone

17 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Beh.. ci sono i contributi statali per l'editoria, che non sono bassi (ma li prendono solo se possiedono una pubblicazione periodica, cioè una rivista... e molti piccoli editori ce l'hanno, guarda caso). Poi, molti piccoli editori chiedono un contributo agli autori... spesso mascherato nell'obbligo di acquisto di un certo numero di libri.
E, infine, per fare il maligno, potrei anche sospettare che non stampano tutte le copie dichiarate e/o almeno, non le rilegano tutte e subito (le spese di magazzino sono piuttosto alte!).

Interessante, questo post. Non avevo mai pensato di fare i conti in tasca ad un editore... eh..eh..
:)

Simone ha detto...

Ecco, dei contributi statali so poco, mentre non ho voluto inserire altri "trucchi" immaginandomi un editore che non chiede soldi, che paga i dipendenti e che soprattutto non è poi così piccolo, con una media di 1500 copie a libro (io sento sempre parlare di 2-400 da parte di chi lavora nella piccola editoria).

Simone

Anonimo ha detto...

A Superquark ieri hanno detto che c'erano i copisti, nel medioevo, e che un libro costava molto e in media si scrivevano due bibbie all'anno. Stavano messi male allora, e stiamo messi male adesso. La storia si ripete! XD

P.S. Penso proprio che fra una decina d'anni diventerai editore... Ci scommetto! Bellissimo post, comunque.

Simone ha detto...

Fede: anche meno di dieci anni, credo... con gli emergenti sarò cattivissimo, ovviamente. ^^

Simone

Anonimo ha detto...

magari Simone scrivi questo post sul forum del mio editore e vedi cosa ti risponde

Anonimo ha detto...

Bhe, alla fine, conti alla mano, il piccolo editore se la passa meglio dello scrittore emergente.
Ciao, dacty.

Simone ha detto...

Raffaele: mi manca solo di stargli anche sulle scatole, agli editori! ^^

Dacty: in effetti...

Simone

Anonimo ha detto...

Simone, mi tieni informata quando pubblicherai (e se pubblicherai) un libro su Lulu.com?

Simone ha detto...

Marzia: credo che nel caso informerò il mondo intero, per cui puoi contarci... grazie ^^

Simone

Ylenia ha detto...

Dai dai vieni stasera!!!
Tanto non scapperai perchè siamo troppo belli e simpatici.. :)
E se ti va mi racconterai pure un pò del tuo libro,visto che è la prima volta che ti vengo a leggere c'ho capito poco!!
Pagliaccetto
www.lasottilelineabianca.splinder.com

Anonimo ha detto...

Ehi, quante gentili donzelle appaiono su questo blog.
Aspettate un attimo, nessuno mi aveva detto che lo scrittore emergente riscuote tanto successo sul pubblico femminile.
Mi sa che mi darò anch'io alla scrittura. Emergenti, cominciate a tremare... ^^

Ciao, dacty

Simone ha detto...

Dacty: Eh, sarà il mio modo di scrivere affascinante... ^^

Simone

daniela c. ha detto...

Come piccolissimo editore posso dirti che i tuoi conti sono stati ottimistici! Ho lavorato per molti anni anche in una casa editrice medio-piccola che sopravviveva solo perché l'amministratore e sua moglie non percepivano alcun compenso. Sono convinta che nell'editoria non si arricchisca nessuno, tranne ovviamente gli editori di grandi dimensioni, le librerie di grandi dimensioni e pochissimi scrittori.

Simone ha detto...

Danang: lo so di essere stato ottimista (una media di 1500 copie a libro... ma quando mai? ^^). Io non credo che uno che lavora in editoria debba necessariamente arricchirsi, ma almeno pagare l'affitto o le bollette sarebbe auspicabile ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Questione interessantissima. Come dice Gloutchov, ci sono i contributi statali, che a mio avviso drogano non poco il mercato. Voglio dire: chi te lo fa fare di sbatterti a leggere manoscritti se tanto c'è lo stato che ti regala i soldi? Comunque, con il conto che hai fatto tu (e col quale concordo), è chiaro che un piccolo editore non può camparare se non coi "contributi" degli autori. Poi bisogna vedere se il contributo va davvero alla stampa del libro o all'acquisto di un grosso SUV per il piccolo editore (che lo immatricola autocarro e si scarica pure l'IVA).

Giulio ha detto...

Aggiungerei che bisogna togliere l'Iva (4%), le spese per l'Inps, le tasse sul reddito finale, le spese per il commercialista, le spese fisse per la sede della casa editrice (bollette, consumabili, ecc.), nonchè una quota per l'investimento fatto (ho investito, nel tuo ragionamento, circa 200000 euro su 14 libri).
E forse sfugge ancora qualcosa...

Nonno Papero ha detto...

Quoto: "A dirla tutta, pensavo peggio".
Beh, si' che e' peggio... quando calcoli il 60% di 210000= 126000, questo e' quello che devi togliere dai 210000, non quello che rimane all'editore.
Quindi restano 84000, e non 126000, da cui sottrarre tutto il resto. Se non ho fatto male i conti, poi ti restano 6600 all'anno.
Togli il 4% di IVA sul 70% forfettario di 210000 = 5880 euro e ti restano circa 700 euro (all'anno).
Togli commercialista, telefono, ecc. e ti accorgi che non hai il problema di pagare le tasse... perche' sei in perdita :-(