I motivi per cui dopo anni che ci provate fate ancora pena come scrittori

Terminiamo il discorso iniziato qualche giorno fa. Se ricordate (immagino di no, e per questo riassumo) ero partito proponendo l'ipotesi che ci fossero persone seriamente negate nella scrittura. Un non essere portati per la narrativa, insomma, che precludeva a priori qualsiasi risultato futuro.

Mi ero poi smentito da solo, dicendo che forse no: non si può essere negati per lo scrivere, e un impegno costante porta comunque a dei risultati. Non necessariamente un capolavoro o nemmeno un best seller, ma per lo meno un libretto leggibile dovrebbe essere alla portata di tutti. E a questo punto potevamo anche chiudere.

Resta comunque il fatto che una diffusa incapacità è evidente nel mondo degli scrittori, non necessariamente aspiranti. Nonostante le mie filantropiche convinzioni che dipingono un mondo formato da potenziali autori almeno piacevoli, è innegabile che la gran parte dei testi prodotti da sedicenti scrittori emergenti in realtà non lo sia.

Per dire le cose come diceva qualcuno tempo fa (sempre io, credo): i romanzi degli aspiranti scrittori fanno regolarmente schifo. Ma non schifo per dire che sono poco meravigliosi o non completamente fantastici. È uno schifo che ci evita di dire un potenzialmente offensivo: orrende porcate illegibili.

E in questo ultimo post (su questo argomento, il blog ancora non lo chiudo, mi dispiace ^^) proverò a scoprire...

I motivi per cui dopo anni che ci provate fate ancora pena come scrittori

Perché non vi sforzate nemmeno un po': scrivete un racconto all'anno, e siete felici così. Pensate che un giorno o l'altro scriverete il romanzo della vostra vita, ma oggi è troppo faticoso per cui è sempre meglio posticipare la cosa. Ma come sperate di migliorare se non vi esercitate praticamente mai e a scrivere 'sto benedetto romanzo non ci provate nemmeno?

Nota: ci sono scrittori che in vita loro hanno scritto 1 solo romanzo e per di più anche molto bello... ma io posso dare consigli validi in linea generale e non nello specifico di pochi casi isolati. Insomma chissene frega, ok? ^^

Perché siete di coccio: usate meno aggettivi (o leggetevi il mio post a riguardo). Usate meno aggettivi (o leggetevi il mio post a riguardo). Usate meno aggettivi (o leggetevi il mio post a riguardo). Usate meno aggettivi (o leggetevi il mio post a riguardo). Usate meno aggettivi (o leggetevi il mio post a riguardo). Usate meno aggettivi (o leggetevi il mio post a riguardo).

Ok, io ci ho provato di nuovo a farvelo entrare in testa. Il senso è che se tutto il mondo vi ripete la medesima cosa per infinite volte FORSE avete ancora ragione voi, ma volendo accontentare il gusto degli altri (volevate essere letti, ricordate?) potreste commercializzarvi un po' e dare retta a qualche consiglio. Se no fate ancora come vi pare, ma siete di coccio.

Perché non vi confrontate: io ho visto cosa non piaceva nei miei primi romanzi, e ho provato a non ripeterlo nei miei secondi romanzi. Per far questo ho dovuto scrivere il libro, stamparlo, metterlo online o comunque farlo leggere, sopportare le stupide opinioni di volenterosi critici rompipalle (e dai adesso non ricominciamo! ^^) e soprattutto mettermi lì a capire che cosa andava effettivamente migliorato e che cosa no.

Perché avete seguito la strada sbagliata: a volte, e dico a volte, certi consigli non vanno seguiti e certi punti di vista non vanno presi per oro colato. E quello che è andato bene per qualcuno non necessariamente va bene anche per voi. Comunque a tornare indietro si fa sempre in tempo... a meno che non sia troppo tardi, ovviamente ^^.

Perché vi siete fissati con un genere che non è il vostro: non è che dovete essere per forza Stephen King, ma forse l'horror vi viene meglio del fantasy. Se non ci provate non lo scoprirete mai, ed eventualmente potete sempre cambiare di nuovo.

Perché non cambiate mai: il libro che avete scritto 5 anni fa era brutto. Ok, cose che capitano. A sessanta mesi di distanza, però, fate ancora lo stesso lavoro, non avete fatto nuove esperienze, non avete studiato qualcosa di nuovo, non avete cambiato gusti narrativi, non avete variato stile, non avete... bo' non mi viene più niente. In ogni caso insomma non avete fatto qualcosa che segni un cambiamento anche minimo nel vostro essere. Perché il vostro nuovo libro dovrebbe essere diverso?

Perché frequentate le persone sbagliate: lo sai (?) quanti critici conosco che danno consigli stupidi? Lo sai quanti scrittori peggio di me (sì, sto esagerando ^^) vengono letti e imitati da gente convinta che sia la maniera giusta per migliorare? Lo sai quanti postacci ci stanno su Internet dove gente impedita a scrivere fa corsi di scrittura senza capo né coda con tanto di commentatori che gli danno anche ragione?

Perché siete davvero negati: ok, questo s'era detto che non era possibile, per cui come ipotesi continuerei a scartarla. Però, in fin dei conti, chi lo sa...

Potrei sempre avere torto.

Simone

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Come hai ragione!

Unknown ha detto...

I due punti più importanti che hai citato a mio parere sono:
1) Mancanza di confronto;
2) Perchè non cambiate mai.

Ovvio poi c'è il "punto zero", che è il più importante
0) Perchè siete negati (come dici bene anche tu).

Insisto in particolare sulla mancanza di confronto: insieme al leggere tonnellate di libri è l'altro modo in cui sono migliorato molto (spero!) dai miei primi, imbarazzanti esordi.

As usual, post molto interessante!

Glauco Silvestri ha detto...

ahahahahahahahha :D

Simone ha detto...

Kinsy: ^^

Alex: sì, il difficile è trovare modo di confrontarsi. Personalmente solo un'estrema minoranza dei miei amici intimi ha mai accettato di leggere qualcosa di mio... figurati gli sconosciuti! ^^

Gloutchov: ^^

Simone

Unknown ha detto...

Perché avete seguito la strada sbagliata: a volte, e dico a volte, certi consigli non vanno seguiti e certi punti di vista non vanno presi per oro colato.

questo pezzo mi inquieta e non poco. Avrò seguito la strada giusta?
Interessantissimo Simone!

Simone ha detto...

Michela: non voglio inquietare nessuno... però a guardare in giro c'è tanta gente che si fissa con idee assurde (tipo quella di applicare pedissequamente le "regole" della scrittura), che si accoda a gruppi di aspiranti scrittori molto chiusi (non che il mio blog faccia necessariamente eccezione, nel senso che se state solo a sentire quello che dico io forse non è il massimo ^^) o ancora che decide che scriverà per sempre di un determinato genere quando magari è portato per tutt'altro.

Ma forse certi "errori" si cancellano da soli col tempo... speriamo! ^^

Simone

Luigi Milani ha detto...

Caro Simone, il tuo post contiene molte verità, ahinoi... :-)

Unknown ha detto...

Io per paura di scrivere il genere "sbagliato", quello per cui non sono portata per quanto mi ci sia fissata, mescolo tutti i generi assieme: fantasy, horror, noir...
Alla fine del primo "romanzo" vedremo il risultato: o piacerà a tutti, o non piacerà a nessuno! XD

Tornando seri, penso che il punto sul cambiamento e sul fare esperienze sia forse il più importante. Ciò che più è deleterio per chi crea (o anche solo ci sta provando) è la fossilizzazione, il pensare che ciò che si è già fatto, per quanto mediocre, sia comunque un risultato e, come tale, vada emulato. E' una trappola pericolosa per chi è alle prime armi (ma forse anche per i presunti esperti), perché quando non si ha nulla da perdere si rischia il tutto e per tutto, ma quando si ottiene qualcosa, ci si scervella sul come conservarlo, senza rendersi conto che la mancanza di mutamento è la tomba della creatività (parafrasando il detto sul matrimonio ^_^).

Simone ha detto...

Im: eh sì ^^

Samirah: credo che raggiunti certi livelli sia normale restare sempre simili e non cambiare (vedi i vari King, Rowling ecc). Il problema è chiudersi a nuove esperienze quando ancora non si è arrivati da nessuna parte.

Simone

Angelo Frascella ha detto...

Hai ragione su tutta la linea!

E come dici tu, il confronto è importante, ma trovare qualcuno che abbia tempo (non dico voglia, ma davvero tempo) di leggere quello che si è scritto è sempre difficile (ed è difficile anche trovare qualcuno che abbia poi voglia di darmi le sue critiche negative: se la persona è un amico potrebbe non volermi deludere o smplicemente non essere completamente obiettivo. Se invece è un conoscente, manca la confidenza per essere sincero fino in fondo...)

ciao

Simone ha detto...

Angelo: infatti è difficile fare lo scrittore a un certo livello anche perché generalmente ci si ritrova un po' "soli" senza qualche punto di riferimento che ci dia una mano o che ci indirizzi.

Simone