I difetti degli aspiranti scrittori 2: le "D" eufoniche della morte.

Eccoci alla seconda parte della lezione aggiuntiva del corso avanzato del secondo libro del blog dello scrittore emergente. Mica capperi eh! ^^ Ma partiamo subito, che se no il post finisce domani.

I difetti degli aspiranti scrittori 2:


- Le "d" eufoniche della morte: altro errore, che errore non è ma a cui vi toccherà comunque fare attenzione se volete lavorare come scrittore (nel senso che la gente vi dà dei soldi per leggere quello che scrivete). Volete che chi vi legge prenda sul serio il vostro lavoro? E allora, mannaggia alla miseria: le volete cancellare ste piripicchio di d eufoniche che tutti gli editori del mondo sono fissati che non vanno messe? Non ci sono sé, ma, però o perché: se cercate un editore dovete smettere di mettere le "d" al posto sbagliato, e non gliene frega niente a nessuno se gli editori sono stupidi e il posto sbagliato sarebbe in realtà giusto: se volete fare l'architetto disegnate quello che piace al committente. Se volete fare il medico curate i disturbi che i pazienti lamentano, e se volete fare lo scrittore togliete le d che gli editori non vogliono!

Per chi cadesse dalle nuvole:

Ad andare, ed era, od ontoiatra e company vanno bene, perché la vocale è sempre la stessa prima e dopo la D.

Ed io, ad essere, od alisca non vanno bene! In nessun libro edito in italia dal 1980 a oggi trovate una d tra due vocali spaiate, e gli editori arrivano a inventarsi che non si scrive ad esempio ma per esempio, così l'autoimposta regola della vocale è sempre rispettata. Ovvio che questa cosa molti aspiranti scrittori non la sanno: qualcuno ha addirittura l'ardire di seguire le regole dell'Accademia della Crusca (secondo la quale la "D" può starci sempre, anche con le vocali spaiate)!

Purtroppo al giorno d'oggi nessuno vi chiede di scrivere in Italiano, bensì in editorialese, che è diverso. Per cui le cose sono due: o volete passare la vita a lamentarvi che il mondo corrotto non accetta la vostra arte fino a precipitare in un triste turbinio di mestizia e acredine (e no, non l'ho fatta più pesante di quello che è la realtà ^^) oppure volete che la vostra arte venga letta anche con la pesante mutilazione della "D" eufonica, e spendete questi benedetti dieci minuti a rivedere il vostro testo col comando Trova/Sostituisci.

Io alla fine le D le ho tolte, e nessuno capirà mai il vero significato di quello che si cela nel profondo della mia anima. Anche se, a dire il vero, mi pare che i miei testi suonino meglio.

Simone

49 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

La mia od alisca ha detto che devo mettere nei miei testi le "d" eufoniche... pena sette anni di sfighe non ben precisate!! D'altra parte, stasera vado dal mio od ontoiatra per una pulizia e, credo che ci penserà lui a toglierle tutte quante.
^_^

Ok! Mi hai convinto. Toglierò le "d" eufoniche. Ma ho paura che la Lina, ovvero la mia prof di italiano, si risveglierà dalla tomba per darmi l'ennesimo 4... fortuna che ci sarà Alex, con la sua beretta 9" a far fuori la zombie appena nata :)

Unknown ha detto...

Le "D" eufoniche le ho abolite all'epoca dei sumeri, quando ho capito che sennò gli editori avrebbero usato i miei manoscritti solo per accendere i caminetti...

@Glauco: io ho una Glock, ma andrà bene lo stesso per sistemare la vecchia non-morta :)

Anonimo ha detto...

Oh, anche tu intervieni sulle D eufoniche...:) Ci ho messo una vita a liberarmene e non ci sono ancora riuscita del tutto. ma, certo, bisogna...

Simone ha detto...

Glauco: perché, ancora non le avevi tolte dopo la mia recensione? ^^ E Alex credo che con gli zombi stringerebbe subito amicizia.

Alex: io al limite da bambino avevo la P6 elastik... ve la ricordate? ^^

Lara: be' io quando ho deciso di farmi convincere ho preso e le ho tolte, e adesso non mi mancano neanche un po'... anche se più avanti scriverò qualcosa con le d messe apposta, tanto per litigare con il mio futuro editor ^^.

Simone

Glauco Silvestri ha detto...

la P6elastick... caspita! l'avevo anche io :)

@Alex:
Caspita. Una Glock! Bel gioiellino!! :D

Anonimo ha detto...

quelli che si impuntano su queste cose somigliano a quanti dibattono inutilmente sulla forma dei pennacchietti delle note dalle crome in giù. tipicamente, sono persone che o non comporranno mai in vita loro, o, se riescono a farlo, è a costo di sforzi inenarrabili e penosi, come uno stitico che si sforzasse di cagare e infatti cagate è tutto ciò che riescono a buttare fuori dal loro corpo

non so se vi rendete conto della figura (della stessa materia di cui sopra) che fate, facendo conoscere al mondo che siete della razza degli "stitici"

simone è un tipo tanto sfizioso...forse che qualche arrogante personaggio che hai conoscuto ultimamente ti ha messo in testa queste idee? dovresti andarti a vedere come non-scrive questo tizio, poi impedirgli di darti consigli del cavolo

Simone ha detto...

Ivan: non so di chi parli, o meglio credo di saperlo ma potrebbero essere tante di quelle persone... comunque con tutti quelli che mi vengono in mente ho già discusso anche animatamente, per cui di sicuro anche con quella che dici tu ^^.

Comunque che devo dirti? Il senso del mio post mi pare chiaro: anche per me sono cazzate, e anch'io quando ho iniziato a provare a pubblicare mi incavolavo con chi mi faceva notare certi dettagli ridicoli, prendendola per roba da idioti.

Il fatto è che alla fine SUCCEDE DAVVERO che magari un editore ti scarta solo per questa cosa perché il libro nemmeno lo legge. Tu puoi pensare "e allora chissene frega di quell'editore", ma alla fine che c'hai guadagnato?

Io credo che ci si debba arrabbiare e lottare per le cose serie, per far arrivare i nostri messaggi così come li abbiamo pensati, e non perché ci siamo affezionati a qualche consonante in più o in meno. Se mi dicessero (anzi è già successo) di presentare qualcosa in cui non mi riconosco allora direi che la cosa non mi piace, ma buttare mesi di lavoro (perché con la fantascienza prendi due rifiuti e il libro lo metti sul blog, che gli editori sono finiti) per sentirmi anticonformista con qualche d in più non mi sta bene.

Presentarsi da sconosciuti con un testo che a qualcuno apparirà sciatto e non professionale, anche solo per uno stupido preconcetto, non ci avvantaggia e non migliora il nostro lavoro. Se uno vuole lavorare in editoria sa benissimo che le d eufoniche verranno comunque tolte prima della pubblicazione, perché nessuno le usa più. Usarle non è che una conferma che non si conoscono i meccanismi editoriali e che si parte allo sbaraglio sperando che qualcuno ci venga a offrire la prima pubblicazione.

Io stesso, emergente a vita, quando trovo le "d" al posto "sbagliato" penso subito: questo qui vuol fare lo scrittore ma non sa nemmeno da che parte si comincia, perché ormai mi viene istintivo. È brutto, è ingiusto e sbagliato e uno fa anche bene a pensare che siano pippe mentali, ma è la verità e se nei mie consigli queste cose non le dicessi sarei poco onesto.

E alla fine l'apertura mentale è anche dire "a me non cambia nulla" e adattarci noi quando gli altri non sanno farlo.

Simone

Simone ha detto...

E comunque certe persone dicono:

"non usate le d, perché è sbagliato".

Io ho detto:

"non usate le d, perché alcune persone pensano che sia sbagliato".

Una certa differenza c'è, no?

Simone

Marmott79 ha detto...

Concordo pienamente con 'sta faccenda delle "d", qualcuno, secoli fa, mi disse che non erano grammaticalmente corrette. Ci vollero mesi per disfarmene ma alla fine il risultato dei miei scritti ea sicuramente migliore.
Il problema degli editori che non le vogliono però non lo capisco... credo di aver trovato almeno una cinquantina di testi che fanno un uso improprio della "d" eufonica... anche se ritengo che sia colpa dei traduttori.
Dunque il punto è "ciò che è permesso ai traduttori non è permesso agli aspiranti scrittori"?
Potrebbe essere un buon mezzo per estirpare il male alla radice.

Simone ha detto...

La d eufonica non è un errore di grammatica, è una questione di "stile" imposta dall'alto.

Di traduzioni non so nulla... magari quelle che hai letto erano un po' vecchiotte?

Simone

Anonimo ha detto...

allora ho capito il problema. editore è talvolta presuntuoso. lui crede che solo per avere tanti libri intorno a sé, possa avere diritto di parola in questioni tanto delicate come dello stile.

ecco dunque che se ne esce con regolette scolastiche apprese alla scuola elementare e mai più rielaborate alla luce della ragione. per un testo universitario , ho trovato anch'io un editore che non voleva stamparle, quando invece ci volevano. ho dovuto cedere, ma ho formato un acrostico con le prime parole di ogni rigo del primo capitolo: L'EDITORE XXX È UN EMERITO IDIOTA

a simone raccomando di non farsi mettere i piedi in testa da persone per le quali la scrittura non è propriamente il loro forte.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Paradossalmente, la D si chiama eufonica proprio perché dà un bel suono. XD
Toglierla non è un grosso sacrificio, infatti. Ma se ci pensiamo, un testo pieno di D nelle congiunzioni non è illeggibile, ma comunque dà sui nervi. XD In altri testi noto che addirittura si omette la D anche quando l'altra parola comincia con la stessa vocale (un po' estremo, no?).

"Purtroppo al giorno d'oggi nessuno vi chiede di scrivere in Italiano, bensì in editorialese, che è diverso"

Bah, andiamoci cauti. :P L'italiano è oggettivo, l'editorialese no. Un editore può avere certe preferenze, ma scrivere in italiano è sempre la scelta giusta. ^^

P.S. Se non ci si può più affidare nemmeno all'Accademia della Crusca, siamo perduti! XD

Bruno ha detto...

Sarei disposto a morire per difendere le mie D eufoniche. State attenti.

Simone ha detto...

Ivan: ah, sono contento che ci siamo capiti ^^. Alla fine non è nemmeno presunzione ma forse il desiderio di cercare delle sicurezze in un settore che ne lascia poche. Un certo tipo di testo PER LO MENO è scorrevole, e già è qualcosa.

Io sto sempre attento a tutti, comunque dubito che senza certe persone un mio libro sarebbe mai stato pubblicato, perché mi hanno fatto capire un paio di cose e credo che l'abbiano fatto nell'intenzione di aiutarmi... poi vedremo dopo che succede.

Federico: certo che l'italiano è oggettivo, ma tant'è... ^^

Simone

Simone ha detto...

Bruno: be', a me piace scoprire che c'è ancora chi le "d" le preferisce... anche se la reazione mi pare un po' esagerata ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

certe persone credono che il loro forte sia nella scrittura, quando invece non sanno che voglia dire scrittura. la scorrevolezza dipende dal cursus del testo, dal modo di disporre i periodi, le frasi in essi e le parole dentro quest'ultimi, non certo dalle D (chi lo crede è asino forte). in definitiva questa faccenda delle d palesa solo la stupidità e l'ignoranza di chi le tira in ballo. ignoranza perché non sa la verità, stupidità perché dopo che glielo si dice, rimane del suo errato parere.

agli stupidi che vi dicono di scrivere senza d, chiedete se stamperebbero ED ECCO oppure E ECCO? invariabilmente, chi si impunta su queste faccende, ha un'istruzione bassissima, da scuola elementare o meno

Lo Sparviero ha detto...

Simone: Grazie per la perla di saggezza. È un buon consiglio Ed io credo che lo seguirò. XD

Simone ha detto...

Ivan: la regola è che la d tra due vocali uguali si mette, per cui stamperebbero ed ecco.

Sparviero: ed fai bene!

Simone

Cristò ha detto...

Mi pare che la questione sia diventata più pesante di quello che merita. Gli editor, in genere, non si limitano a togliere le d eufoniche ma spesso decidono quale sarà il titolo del romanzo. Tu hai trovato un titolo che a te sembra strafigo e loro ti dicono che non va bene e che il tuo libro si chiamerà "SMS d'amore". O così oppure ti cerchi un altro editore.
Quindi fanculo alle d eufoniche... conviene toglierle e cominciare a lottare per le cose serie, tanto per chi è ossessionato dallo stile manzoniano non c'è posto comunque.

Rapidità ragazzi.

Anonimo ha detto...

Queste semplici regole di leggibilità dovrebbero estendersi anche ai testi universitari.
Se decidessi di aprire un blog in materia camperei di rendita. Specialmente in alcuni settori delle scienze umane.

Per non parlare dei neologismi trendy, come quando ti dicono di 'implementare' qualche cosa. Non si capisce mai nulla perchè implementare non esiste in italiano. Scusate, sto divagando...

Anonimo ha detto...

"Il fatto è che alla fine SUCCEDE DAVVERO che magari un editore ti scarta solo per questa cosa perché il libro nemmeno lo legge."

No dai, simo, questo non succede mai, non esageriamo. Ma ti pare che se uno trova un buon libro se lo lascia scappare per una sciocchezza del genere? Alla fine ci vogliono due minuti per togliere le d eufoniche, quindi chissene. Tanto, per capire se un libro è bello o brutto basta leggere una-due pagine, e non è certo la presenza di qualche d eufonica a inficiarne la qualità.
Ciao,
Heian

Simone ha detto...

Cristò: mi trovi perfettamente daccordo!

Emilio: ottimo, così abbiamo tutte le opinioni pro e contro. Secondo me alla fine meglio toglierle ste D, ma all'inizio non ci facevo caso.

E qualche volta le parole me le invento anch'io ^^

Heian: è vero che solo per quello non ti scarteranno mai, ma il fatto è che c'è anche quello. Per dire con Mozart di Atlantide tutte le "analisi" distruttive si sono soffermate su una parola all'inizio che non piaceva e che si cambia in un secondo.

Solo che qualsiasi valutatore invece di passare oltre mi ha scritto mezza pagina di scheda di lettura per spiegare che quella parola rovinava l'inizio e che confondeva i lettori e non so quali altri reati.

Adesso mettici pure le D eufoniche che comunque a qualcuno stanno sulle scatole e magari 2 aggettivi di troppo ed ecco che il valutatore di turno già ha dato un giudizio negativissimo fin dalla prima pagina, del tipo: "questo libro inizia male, è confuso, non stimola la lettura ed è anche scritto in modo amatoriale" e buonanotte al secchio (è il caso di dirlo).

E poi alla fine anche tu sei per togliere, mi pare di aver capito. O no?

Simone

Anonimo ha detto...

Ivan, scusa. Non è l'editore fetente a sconsigliare l'uso delle D eufoniche.
E' l'Accademia della Crusca, che non si può tacciare di ignoranza e che non è indifferente alle evoluzioni linguistiche. La d eufonica dovrebbe essere usata solo per certe locuzioni, come "ad esempio".
Poi, certo, è una questione di stile e di gusto dello scrittore: c'è chi le ha sempre avversate, e chi le utilizza ancora.
Però.
Non userei toni sprezzanti nei confronti di quelle che non sono affatto sottigliezze. Da cosa è fatta la scrittura? Naturalmente da una buona trama e da personaggi credibili. Ma è fatta anche di lingua, e di lavoro sulla medesima. Non è un caso che King (scusate se lo cito spesso), in On writing, insista fino alla nausea su "dettagli" come "l'avverbio non è tuo amico".
Bene fa Simone a soffermarsi su quelli che sono gli strumenti base, invece.

Anonimo ha detto...

l'ignoranza a volte deve essere scusata. il vocabolario dell'accademia della crusca aveva FRATE per FRATRE (fratello) il Leopardi argutamente commentava la scelta di FRATRE in una sua canzone. disse che usò FRATRE non trovando mai che Abele si facesse FRATE in un monastero. eccola la CRUSCA! esempio preferto di coloro che rimarranno sempre sulla soglia dell'arte in fatto di scrittura, senza mai mettere piedi nel palazzo

è interessante sentire queste opinioni, sembra di assistere ad un dibattito sulle ottave nascoste da parte di due strimpellatori della domenica. se sanno il 10% di quello di cui straparlano è anche troppo

Anonimo ha detto...

Ivan, è adorabile sentir parlare di ciò che non si conosce, non trovi?
Hai idea di come funzioni l'Accademia della Crusca? Sai che recentemente, proprio qualche settimana fa, si è discusso proprio della loro apertura a svariate espressioni linguistiche più che contemporanee?
Quanto all'entrare nel cosiddetto Palazzo: come pensi di entrarci tu? Pensando di essere a prescindere dalla parte della ragione o accettando di scendere al livello di noi poverini ignoranti e confrontare le tue opinioni con serietà, e magari mettendo via un poco di presunzione?
Senza offesa, naturalmente.

Simone ha detto...

Ivan: da come ti esprimi sei tipo Umberto Eco in incognito ^^.

Simone

Marmott79 ha detto...

Brava Lara. Meglio portare dati anziché parole.
La questione non è l'editorialese ma l'italiano.
La "d" eufornica tra vocali differenti è ormai "sconsigliata" dal Migliorini (che per chi non lo sa è uno dei più stimati storici della lingua italiana), per di più ci si può fidare dell'Accademia della Crusca perché ormai hanno preso atto anche loro di questo fatto (loro ci mettono sempre un po' di più). Perciò... non le mettete.
Inoltre non siate superficiali: lo scopo di una casa editrice è di fare quattrini e non è una "d" a impedire l'edizione se la materia è buona... se un'idea è buona sono capaci anche di rifarti scrivere capitoli interi, altro che "d".

Simone, a quando il prossimo capitolo delle regole di scrittura?
Io propongo la consecutio temporum

Lara... qual'è la tua pagina?... non riesco a trovarla.
Ciao ciao

Simone ha detto...

Marmott79: guarda, io sono sempre stato contrario a dare importanza a queste cose... ma dopo 2 anni di blog un post credo che ci stava, no? Il prossimo articolo credo Lunedì prossimo, perché siamo in fase estiva e io non ho tempo (studio scrivo e lavoro, anche se poco di tutto) e soprattutto i lettori sono tutti al mare! ^^

Credo che parlerò di dialoghi o di un'altra cosa che ho già scritto ma che non mi ricordo ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

Marmott, eccola qui, non so perchè blogger non me la prende in firma:
www.laramanni.wordpress.com

Simone: i dialoghi, eh? Ne ho parlato... bestiaccia NERA. :)

Anonimo ha detto...

la triste verità è questa:spesso vi dicono di fare cambiamnti inutili che non andrebbero fatti per il solo gusto di cambiare e di farsi in qualche modo "coautori", trascurando l'opportunità o meno.

ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, sul fatto che certi crederebbero di imporre regole a chi scrive senza una ragione plausibile. le d hanno avuto, hanno e sempre avranno la loro attualità e uso e utilità, solo che certi sono miopi e non lo vedono, né capiscono la loro vera funzione che è quella di produrre una buona prosa adatat a essere letta a voce, senza pericolosi incontri di vocali (ma andate a dirglielo, loro non vedono più in là del loro naso)

quelli che vorrebbero darvi lezioni su come scrivere, somigliano al gonfaloniere Soderini che visto il naso del David di Michelangelo, trovandolo troppo grosso (non era affatto vero) pregò Michelangelo di farlo più piccolo. Michelangelo che sapeva quanto fosse minchione (disse il Verga) il Soderini, fecefinta di scalpellare il naso gettando ogni tanto a terra un po' di polvere presa prima di salire sulla statua.

alla fine il Soderini disse ORA A ME PIACE. ecco, se voi scrivete un testo e fate finta di modificarlo come pretendono certi, l'effetto è lo stesso e l'ego di quella persona è pienamente soddisfatto.

ma la finiranno mai gli uomini di impicciarsi di ciò di cui non son competenti?

Anonimo ha detto...

"E poi alla fine anche tu sei per togliere, mi pare di aver capito. O no?"
Sì, io sono per toglierle ovviamente, eppure sono d'accordo con te, e lo saranno anche tutti gli editori d'Italia: si tratta di una convenzione che si è fatta strada negli ultimi 20 anni dall'alto, e in qualche caso è esagerata. Ma ormai c'è, quindi l'unica cosa da fare è seguirla, pena farsi tacciare di scarsa professionalità. Però, se la trovo nei romanzi non me ne frega niente... al limite posso pensare che l'autore non conosce la regola e quindi non è abbastanza navigato, come tu stesso dici, ma questo non inficia minimamente la qualità del suo romanzo. Se un valutatore si fa condizionare da questi particolari minimi, vuol dire che è un incapace. Distuggilo.
Ciao,
Heian

Anonimo ha detto...

Ican ha scritto: "la triste verità è questa:spesso vi dicono di fare cambiamnti inutili che non andrebbero fatti per il solo gusto di cambiare e di farsi in qualche modo "coautori", trascurando l'opportunità o meno."

Verità?! Non credo proprio.
Ma che, secondo voi gli editor sono degli idioti? Ma magari si trovassero romanzi che non hanno bisogno di essere rimaneggiati per essere belli, così guadagnerebbero senza nemmeno aver bisogno di lavorare. ^^
Un editor perde mesi per rimettere in sesto un romanzo, ma quando gliene capita uno già buono e ordinato può solo ringraziare il cielo. Altro che co-autore, quella è l'ultima cosa che mi passa per la testa. ;)
Heian

Simone ha detto...

Lara e a tutti gli anonimi del mondo: ma fatevi un account blogger che poi linka al vostro sito, no? ^^

Ivan: ecco, quella storia di Michelangelo non la sapevo è m'è piaciuta molto ^^.

Heian: sì, certo. Ma io di brutte esperienze le ho avute e alla fine sono diventato paranoico. Ormai il rapporto con lettori ed editori mi sembra come quegli esami di Ingegneria dove scrivevi 4 ore e ti bocciavano per un segno sbagliato ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

sì, lo sono, e quando trovano un testo buono, possono fare due cose, o dare direttive stupide per far includere propri puerili pensieri e brillare di luce riflessa, essendo scrittori falliti, oppure, sempre per lo stesso discorso, più trovano che un testo è bello più per inconscia invidia tendono a distruggerlo

inoltre se non manipolano qualcosa il loro datore di lavoro può pensare che non abbiano lavorato anche il loro ego ne esce umiliato, vedendo che uno scrive bene

nell'arte, chi non sa fare, deve astenersi da qualsiasi tipo di manipolazione, talvolta, si prendono per difetti cose che non sono. non vi capita mai di riflettere sul fatto che anche nelle grandi opere d'arte, l'autore vi lascia volutamente qualche trascurabile imperfezione?

tra le opere d'arte, sicuramente trova posto l'inizio di shining di kubrick

http://it.youtube.com/watch?v=EoHm6UywRTw

al secondo 56, si intravede l'ombra dell'elicottero che filma la scena. perché kubrick che se ne è sicuramente accorto non ha rigirato la scena? perché sentiva che difficilmente avrebbe potuto rifarla tanto perfetta e logicamente, non buttava una cosa fatta al 99% bene per un dettaglio che appena si nota

già me lo immagino uno che, scioccamente, pretende di rifare la scena, povero kubrick, meno male che nel cinema non ci sono i curatori editoriali!

Anonimo ha detto...

Ivan, mi piacerebbe sapere su quali basi poni i tuoi ragionamenti e le tue critiche. Non credo che tu abbia mai parlato con editor o sappia come lavorano, perché altrimenti probabilmente avresti un'opinione diversa.
Io mi baso su fatti che conosco di prima mano, avendo fatto da editor e conoscendone tanti altri molto in gamba, e ti posso assicurare che questo tipo di ragionamento non corrisponde alla realtà, come ho già detto.
Libero di fidarti o di perseverare nella tua crociata antieditoriale, poco mi cambia.
Ciao.
Heian

Lara ha detto...

"quelli che vorrebbero darvi lezioni su come scrivere", sostiene Ivan, sono delle gran seghe (scusa la semplificazione). Mi permetto di citare un signore che si chiama Stephen King e ha scritto una cosina che si chiama "On writing", che dovrebbe essere mandata a memoria da tutti gli aspiranti scrittori.
Nella succitata opera si sostiene tra l'altro che senza "gli attrezzi del mestiere" (la grammatica) nessuna fertile mente può andare non nel "Palazzo", ma da niuna parte.
In parole povere: un romanzo non è solo trama-personaggi. E' lingua. E sulla lingua, a costo di essere noiosa, si lavora. Si rifinisce. Si studia, anche.
Quanto ai curatori editoriali, concordo con Heian: ho il sospetto che tu non ne abbia mai visto uno, o che quell'uno ti abbia rifiutato un testo. Nella stragrande maggioranza dei casi, gli editor lavorano per aiutarti, non per affossarti, perchè è nel loro interesse che il libro sia buono.

Simone, io ho un account google, ma non rimanda a un bel niente. Probabilmente oltre ad essere ignorante in italiano sono una capra informatica. :)

Anonimo ha detto...

forse che King è un curatore editoriale? perché citare a sproposito? Sarà vero quel vecchio adagio che dice: DIFFIDA DI COLUI CHE HA LETTO UN SOLO LIBRO, perché lo tirerà sempore in ballo, anche quando non è il caso

tanto più che King non ha stile, lui è tutto idee.è come un cantante che finché la voce lo sorregge, bene, ma quando l'abbandona, non avendo tecnica, deve smettere per sempre di cantare. perciò, come si deve apprendere la tecnica di canto per servirsene quando avremo meno voce, così si deve imparare la tecnica di scrivere per aiutarci con essa quando non avremo più idee così originali come un tempo. Abbiamo il Manzoni, Il Verri, Francesco Redi nelle sue prose, Giacomo Casanova, illustrissimi esempi di stile e forma e contenuto e uno dove si va a cercare consigli? in americani che da noi hanno solo da imparare. togliete le idee a king e che rimane? un cavolo di nulla

la GRAMMATICA, questo mito evocato così spesso da chi nulla capisce dello scrivere... e sapete perché? la grammatica ce la insegnano a scuola elementare, chi non ha imparato a scrivere o perché negato o perché non si è esercitato, vi si rifugia come in una torre d'avorio che lo difende dai cattivoni che lo farebbero sfigurare svbrigliando la loro fantasia e il loro periodare che sono l'essenza dello scrivere, la scrittura, essendo l'arte lunga e la vita breve, non tutti vi possono aspirare

non sanno essi che la scrittura produce la grammatica e non il contrario. quando sentite qualcuno che afferma l'inverso state certi che è di estrazione culturale bassissima

Simone ha detto...

Be', devo dire che la conversazione resta (almeno per me) interessante, anche se vi prego di non alzare troppo i toni visto che tanto le idee di ognuno mi sembrano già chiarissime.

E a questo punto m'immagino che il post contro i puntini di sospensione sarà molto interessante ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

perché qualcuno di molto evidente (cerca evidente in greco e saprai di chi parlo), ti vuole mettere in testa strane idee anche lì? al vero artista è concesso di usarne anche più di tre, per esprimere una reticentia maggiore del normale

io me lo figuro il povero burgess rimproverato da un curatore editoriale invidioso e incapace (soprattutto invidioso) perché scrive milician per policeman, moloko per milk, gulliver per brain ecc... per fortuna non era ancora nata la cattiva moda del cambiamento a tutti i costi

Anonimo ha detto...

Ivan, il fatto che tu dica che King non ha stile si commenta da solo e chiude la conversazione, per quanto mi riguarda. :)

Simone ha detto...

Ivan: guarda che Franco lo conosco da 2 anni e non da quando ho annunciato la pubblicazione del libro. Tra l'altro è una persona che stimo molto.

Simone

Anonimo ha detto...

Azz quanti commenti... le d eufoniche fanno proprio inca... tutti!

Anonimo ha detto...

Molto interessante questo articolo, grazie!

Anonimo ha detto...

Discussione interessante.
Personalmente però, avendo studiato un po' come si evolgono le lingue, tendo a dubitare che da un giorno all'altro l'editore abbia deciso che le d eufoniche non gli piacevano e andavano bandite.
Piuttosto credo che quest'editore abbia sentito in misura sempre maggiore amici/parenti/lettori a cui queste d davano fastidio, e di conseguenza abbia deciso di toglierle.
Altro che ghiribizzo momentaneo.

Il punto è che il linguaggio non è creato dalle grammatiche, ma dai parlanti. Le grammatiche semplicemente constatano regole, non ne creano. Sono i parlanti a crearle. Le grammatiche si limitano a riportarle una volta che hanno preso piede.

In generale credo che negli ultimi anni ci sia stato un progressivo cambiamento di gusto nel leggere (e/o nella lingua parlata) che ha fatto sì che le d eufoniche siano sempre meno sopportate. Niente di sorprendente, per esempio nessuno ai giorni nostri scrive ancora come Manzoni e nessuno si lamenta della cosa.

Infatti credo che chi ancora utilizzi le d eufoniche in scrittura non sia particolarmente infastidito dalla loro mancanza quando legge testi altrui, mentre io che non le uso quando ne vedo una mi blocco e ciao ciao al sense of wonder.

Poi, il fatto che la lingua letteraria italiana sia stata creata a tavolino e sia storicamente resistente a qualsiasivoglia cambiamento, ha come conseguenza che chi si attiene ciecamente ai suoi dettami provi fastidio quando qualche novità fa capolino. È successo nel passato, sta succedendo e succederà ancora.

Quindi, per concludere, altri 20 anni e non ci sarà più nessuno che rimpiangerà le d eufoniche messe sempre e comunque, anzi.

Ps: Simone, ti suggerisco un bell'articoletto sugli avverbi in -mente: la discussione che ne seguirà sembra promettere bene.^^

Simone ha detto...

Federico: grazie del contributo, e gli articoli e avverbi e altro sono già stati litigati a suo tempo... ma credo che farò un accenno anche su quelli.

Simone

streetphone ha detto...

cioé ma dicevi sul serio?
davvero in tipografia si tolgono sistematicamente le d eufoniche?? sempre, come "nuova" consuetudine??
sono esterrefatto...

Unknown ha detto...

Nella boria di scrivere hai sparato un bel "non ci sono sé"! Correggere di corsa! :D

Anonimo ha detto...

Un progetto di Social Writing in parte collegaro con Eggers2.0 (www.eggduepuntozero.com).
I giovani talenti della scrittura possono scrivere le loro ministorie di massimo 140 caratteri e, oltre a farsi notare da grandi esperti della comunicazione e poter dar sfogo alla propria creatività, le migliori verranno esposti in centri espositivi e gallerie di volta in volta differenti!
Vi aspettiamo!


http://www.facebook.com/pages/Walk-In-Your-Tweets/146529718753598

Hogash ha detto...

maledetti Ed Itori