E adesso diamogli una sistemata!

C'è stato un lieve rallentamento, ma finalmente riesco a mettere giù la sesta parte dei miei consigli per diventare uno scrittore a cui nessuno pubblica i libri.

Eravamo arrivati a completare la prima stesura del romanzo. In questo momento, il nostro capolavoro immortale sarà zeppo di ogni genere di errori, con ambientazioni che spariscono, personaggi che cambiano etnia e gialli in cui l'assassino si capisce a pagina tre, ancora prima che riesca ad ammazzare qualcuno.

Volendo intervenire per sistemare (per quanto possibile) tutti i casini che abbiamo combinato, possiamo utilizzare diversi sistemi. Invece di dirvi subito come faccio io (che poi ovviamente è il metodo migliore ^^) vi farò un breve elenco delle diverse modalità che ho utilizzato negli anni (va bene, le sto inventando sul momento) evidenziando di volta in volta pregi e difetti di ognuna.

Rileggere il testo direttamente al computer: davvero ve lo devo spiegare? Aprite il file, tornate a pagina 1 e lo rileggete tutto apportando le dovute correzioni. Sistema buonissimo in quanto a praticità (non dovete nemmeno stampare) e rapidità, un po' meno per i risultati. Leggendo a schermo si perdono tante cose, e oltretutto vi bruciate gli occhi. Tutti i miei primi lavori li ho corretti così, poi ho cambiato... e devo dire i risultati sono stati migliori.

Correggere il testo stampato: molto più comodo per non accecarvi, meno comodo perché costa tempo e soldi. Se dovete riscrivere interi passaggi, vi toccherà comunque utilizzare il PC (a meno che non siate i 2 o 3 scrittori ancora rimasti che ancora scrivono su carta... io è già tanto se mi ricordo come si fa la mia firma ^^). Vi consiglio di stampare a caratteri larghi e spaziosi, così si legge ancora meglio e avete spazio per fare le correzioni. Io uso anche questo sistema... ma andiamo avanti.

Correggere il testo stampato... mentre lo scrivete: in sostanza, ogni volta che scrivo qualcosa (almeno un paio di pagine) lo stampo immediatamente e lo correggo al volo, vedendo ovviamente di riportare le correzioni sul PC. Terminato il romanzo completo, stampo tutto una seconda volta e lo ri-correggo tutto insieme. Questo è il metodo che ho usato per l'ultimo romanzo (non so se ve ne ho già parlato... è una storia coi gatti ^^), e devo dire che funziona benissimo. Fin dalla prima stesura infatti il testo scorre decisamente bene, e adesso non resta che smussare certi particolari e rendere tutto un po' più omogeneo.

Mandare il testo a un collaboratore che ve lo corregge lui: questo è il sistema che userete quando sarete famosi. Per il momento, rischiate che il vostro collaboratore scriva meglio di voi e che l'editore decida alla fine di pubblicare qualcosa scritto da lui.

Non correggete un cazzo e l'editore si arrangia. Poi quando vi manda il testo corretto v'incazzate che c'è qualcosa che non vi sta bene e gli fate una scenata. Tutto rigorosamente dopo le due di notte e il giorno prima che il libro vada in stampa: questo lo farò IO quando sarò famoso, insieme alle mille altre perfidie che sto già escogitando per vendicarmi degli editori.

Adesso qualcuno potrebbe domandarmi: sì, ma cosa bisogna correggere di preciso? Effettivamente, esiste il rischio che il romanzo nella versione originale sia migliore di quello riveduto, perché siamo degli scrittori talmente pietosi da aver cambiato le poche cose che invece andavano bene. E allora, cosa bisogna fare? Ecco un'ottima scusa per la settima puntata del corso di scrittura... che arriverà con le solite modalità delle prime sei, e cioè quando avrò voglia di scriverla.

Simone

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Quella della revisione è la parte più interessante (dal mio punto di vista di curioso, ovvio).

Una cosa che mi (ti) domando è: al di là di correzzioni sintattiche che dovrebbero rendere più fluido il testo, si commettono anche errori descrittivi o di trama mentre si scrive? Mi spiego meglio: Tizio era calvo, poi 50 pagine dopo ha i capelli, Caio ha un carattere bonario e fa l'operaio ma 30 pagine dopo diventa un informatico incazzoso, parlando di Sempronio svelo a pagina 10 un particolare che il lettore dovrebbe conoscere solo a pagina 200 per non bruciarsi la lettura.

Ovvio che i miei esempi siano grossolani e iperbolici, però scrivendo 150-200 pagine in cui si raccontano situazioni differenti con molto personaggi, si tratta di errori così remoti? Come si può fare per evitarli? Ad es. mi faccio le tabelline dei personaggi: Tizio - calvo, sportivo, gay, fumatore, ecc...

Ti dirai, miiii, anzi, aò che rompicojoni... Ma questa e la prossima sono le mie puntate preferite, quindi dovrai sopportarmi. ;-)

Ciao, dacty

Anonimo ha detto...

Ho scritto correzioni con due zeta... che scandalo sono. A proposito di revisioni... dacty

Simone ha detto...

Per non incappare in certi errori, bisogna avere le idee chiare fin dal principio su quello che vogliamo scrivere... poi certo qualcosa sfugge sempre e per questo è meglio avere anche qualcuno che ci aiuti.

Fare le "tabelline" non è tanto importante, ma avere in mente chi è e cosa fa un personaggio fin dalle prime scene invece sì.

Poi meditavo di raccogliere tutte le puntate e fare un ebook, che ne dici?

Simone

Anonimo ha detto...

L'idea dell'e-book con le puntate sul corso di scrittura mi piace molto. Potresti integrare anche qualche commento (non quelli stupidi come i miei, ma qualcuno di valido approfondimento) e un dizionarietto che spieghi qualche termine tecnico o meno comune (tipo "cartelle").
Buon fine settimana.
dacty

Simone ha detto...

Buona l'idea dei commenti, anche se poi diventa un lavoraccio sceglierli e soprattutto chiedere il permesso agli autori. Vedremo...

Simone

Anonimo ha detto...

Prima di tutto mi sono dimenticato di ringraziarti per la risposta alle mie curiosità; lo faccio ora.

In secondo luogo, quanto all'inserimento di eventuali commenti, se dovessi trovarne qualcuno di decente tra i miei, puoi usarli senza problemi.

Una soluzione alternativa sarebbe quella di non copiare i commenti così come sono, ma di "sfruttarne" il senso per integrare la puntata con un'eventuale chiosa di approfondimento.

Ciao, dacty

Anonimo ha detto...

Scusa se commento solo ora, ma sono stato musicalmente impegnato. ^^

E' vero, correggere su carta è totalmente diverso dal correggere su pc. Però è anche questione di abitudine. Io scrivo al pc da quando avevo cinque anni (allora c'era il windows '95 che era la tecnologia assoluta) e oramai mi sono abituato a valutare un testo anche esclusivamente sullo schermo.
Ma poi rischi di ciecarti, e di avere un grado e cinquanta di miopia a entrambi gli occhi... Meglio comprare schermi piatti ad alta definizione - le avessero inventate prima... sigh...