Un amico ritrovato su Internet.
Saranno ormai passati dieci anni da quando andavo in giro per gallerie e teatri a presentare i miei primi lavori. Si trattava per lo più di raccolte di racconti scritte insieme ad altri autori emergenti pescati da Internet, e avevo anche un paio di libri stampati a mie spese che con scarso successo cercavo di smerciare un po' in giro.
E Reno l'ho conosciuto proprio così: poeta, regista e scrittore, gli piacevano le cose che scrivevo (chissà se gli piacerà anche quello che scrivo adesso? ^^) al punto che più di una volta è stato presente alle mie presentazioni ed è arrivato anche a introdurne qualcuna.
Come già dicevo sono passati diversi anni da allora, finché un bel giorno mi sono detto: ma che fine ha fatto Reno? È inutile dire che grazie a Internet in meno di un minuto gli avevo già mandato una mail, e che in brevissimo tempo siamo tornati di nuovo in contatto.
Insomma tutta questa storia strappalacrime serviva solo per introdurre Le ali dell'anima, l'ultimo romanzo di Reno Bromuro edito da EdarC Edizioni.
Ecco alcune impressioni sul libro da parte di chi lo ha letto:
«Un uomo, la sua storia, i suoi amori, i suoi sogni, le sue incertezze, i suoi dubbi: tutto questo è "Le ali dell'anima", un romanzo coinvolgente, commovente, a tratti divertente anche, senz'altro bello.
Notevoli le descrizioni, nelle quali sicuramente l'autore eccelle. A volte sembra proprio che dipinga, con le parole, i luoghi e gli ambienti in cui si svolgono le molteplici vicende che punteggiano il romanzo ed ecco quadri bellissimi si vengono a delineare davanti agli occhi della mente». (Diana Moscatelli)
«La lettura del libro è fluida, trasmette un quid di misterioso che avvolge. Ogni pagina è un dipinto che trascina, incuriosisce, coinvolge totalmente il lettore, lo introduce nella storia dei personaggi con piacevolezza e trasporto, regala immagini che si susseguono in sequenze armoniche ed energiche, senza eccessi.
“da un libro cadde un foglio, sul quale erano scritte due righe: “Ogni cicatrice ha la sua storia ogni storia ha la sua cicatrice”. Giovanni personaggio bivalente, le sue cicatrici e la sua storia, fanno da snodo alla sua stessa storia e alle sue stesse cicatrici: emancipato, tenero, debole ed audace nello stesso tempo...» (Eleonora Ruffo Giordani)
Il fulcro dell’intero romanzo credo, si possa sintetizzare in questa specifica parola: “ricercatore d’amore”.
Pagina dopo pagina, la vita di Giovanni mi ha riportato alla mente storie fantastiche e parallelismi incredibilmente fuori gli schemi dello stesso libro.
Romanzo apparentemente descrittivo e statico nella dinamicità dello stesso racconto di vita, con all’interno la forza incredibile di un eroe mitologico.
Durante gli sporadici flashback del personaggio che racconta ricordando se stesso, il tempo mi ha condotto lungo le sue passeggiate, giungendo agli antichi ricercatori d’oro... (Andye Hallen)
Infine una brevissima biografia dell'autore, tanto per sapere qualcosa in più su di lui:
Reno Bromuro scrittore, regista, attore e giornalista nato a Paduli (provincia di Benevento) debutta in teatro con un atto unico «Pascalino ‘o piscatore», nel 1953, in cui affronta il problema degli invalidi permanenti di guerra e, per la prima volta, l’esperienza del teatro che amalgami parola – gesto - suono in contrapposizione alla tradizionalità del teatro italiano.
Nel 1957 fonda a Napoli il «Centro Sperimentale di Ricerca per un Teatro Neorealista», manifestandola nel dramma «Il vaso dei sogni perduti» rappresentato dal 13 dicembre dello stesso anno al Teatro Bracco. Nel 1970, fonda a Roma la Compagnia di Prosa «I Corinti» con la quale, rappresenta nei teatri De’ Satiri, delle Muse, de’ Servi un dramma sui pericoli della droga dal titolo «...Quella Maledetta...» in cui i segni fondamentali parola-suono-gesto-illuminazione sono tutt’uno con l’azione teatrale, che tende a sviluppare nello spettatore l’immaginazione della scenografia e del luogo di azione. Per la prima volta, lo spettatore è chiamato anche a «scrivere» ogni sera, il finale dell’opera. Nasceva il «Teatro dell’Immagine o dell’Immaginazione».
Dal 1986 continua la sua ricerca teatrale, con i giovanissimi della Scuola Media Statale San Giorgio di Fregene, Torrimpietra, La Rustica fondata sulla teoria del Teatro povero grotowskiano.
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