I libri che se non li leggi non puoi fare lo scrittore.

Tra le tante situazioni in cui può trovarsi un autore emergente, questa è assolutamente un classico:

Mi trovo a qualche noiosa riunione di scrittori sfigati (magari quelli che per non sfigurare con l'editore si comprano i libri da soli) e come sempre si parla di libri, letteratura e di men che improbabili successi editoriali.

Qualcuno ha appena scritto un raccontino carino carino (è una merda) qualcun altro ha pubblicato una poesia che la giuria del concorso ha definito molto intensa (e invece è sempre una merda) a me hanno appena rifiutato un po' di romanzi (che invece sono belli, ok? ^^). Insomma, le solite cose. Quand'ecco che si finisce col parlare di libri letti o da leggere, e puntualmente si verifica una situazione del genere.

Impiegato gobbo che si definisce poeta: ah, volevo scrivere un haiku in omaggio ai dolori del giovane Werther.

Studente obeso con racconti sudaticci sotto l'ascella: eh (sospirando), i dolori del giovane Werter! Come se invece di un libro stesse ricordando una super tettona che - per una volta - gliel'ha data senza farlo pagare.

Io (dall'aspetto curato e attraente): ah ma è bello quel libro là? No, perché io non l'ho mai letto.

Apriti cielo! I miei colleghi letterati, osteggianti qualunque valore estetico o edonistico (nonché le più banali forme d'igiene) mi fissano a bocca spalancata, come se stessero aspettando che scoppi a ridere dopo aver detto una delle mie solite cazzate (che del resto è l'unico motivo per cui m'invitano a certi incontri, e anche se sembra una battuta è la pura verità).

Rendendosi conto che (una volta tanto) sto dicendo sul serio, ecco che si scambiano un'occhiata come se volessero abbracciarsi e farsi un po' di coraggio dopo di che - praticamente all'unisono - esclamano: ma come, vuoi fare lo scrittore e non hai letto i dolori del giovane Werther, che è un libro importantissimo?

E io no, non l'ho letto davvero quel libro là di quel coglione di Werther... e vi dirò di più: non sapevo neanche il titolo corretto, e per non fare figuracce m'è toccato andarlo a cercare su Internet! E allora, che ci posso fare? Io ho una vita sola, e per quanto ci siano periodi in cui leggo anche due o tre libri a settimana (di quelli corti, magari ^^) la mia vita non sarà comunque lunga a sufficienza per leggere tutto quello che bisognerebbe leggere per fare lo scrittore. E sta a vedere che adesso è colpa mia se esistono la vecchiaia e la morte!

E poi diciamo le cose come stanno: un sacco di aspiranti scrittori studiano lettere, filosofia, sociologia... al limite lingue se hanno voglia di farsi il mazzo (per modo di dire). Loro certi libri se li leggono spaparanzati in poltrona col pisello in mano e dandosi le arie di studenti anticonformisti, mentre io tra un appello di meccanica razionale e un altro appello di meccanica razionale (l'ho dato quattro volte prima di prendere un 19) quella stessa identica cosa la chiamavo relax.

E adesso vorrebbero farmi credere di essere loro quelli colti, quando in cinque anni di studio si sono letti due romanzetti pure divertenti mentre di matematica e di fisica non capiranno mai un emerito cazzo?

Altro che fare gli scrittori o gli artisti impegnati: ma che se ne andassero a studiare, 'sti ignoranti!

Simone

40 commenti:

Anonimo ha detto...

Il punto è sempre uno: l'ostentazione di cultura (quando poi gli stessi grandi intellettuali de sto cazzo potranno leggere quanto vogliono, ma sempre merda producono) è patetica.

White Boar ha detto...

Quoto Simone! Chi non ha dato Meccanica Razionale non sa cosa vuol dire farsi il culo a studiare! ;))

Che il giovane Werther fosse anche lui studente di Ingeneria? Si spiegherebbero tutti quei dolori...

Anonimo ha detto...

I classici fanno male: li ho letti e li leggo, ma se uno deve imparare a scrivere tramite l'esempio allora riempirsi la testa di libri dal linguaggio infarcito e desueto non è certo il miglior addestramento.

La trama di quel libro di Goethe è semplice...

Werther è un giovane artista (quindi sfigato, intellettuale e se fosse nato oggi "di sinistra") che a un ballo si prende una cotta per Lotte (l'equivalente settecentesco della bella figa che se la tira in discoteca) e inizia a frequentarla. Ovviamente essendo un povero sfigato non è capace di sedurla, ma solo di diventare "l'amico scemo" che le ronza attorno con la devozione di un sacerdote per la sua Dea.
Naturalmente Lotte in realtà è interessata ad Albert, che a differenza dello sfigatino è un vero macho palestrato che fuma cento sigari al giorno e bestemmia col megafono (e probabilmente ha anche la virilità di un asino), ma per non rovinare l'amicizia Werther decide di rimanere in buoni rapporti con il rivale (invece di fare l'Uomo e sfidarlo a duello con la pistola). Goethe non lo dice esplicitamente, ma è ovvio che Albert e Lotte, i due figoni, nel frattempo stanno deridendo brutalmente quel "cagnolino scodinzolante".

Werther, forse perché accortosi di stare facendo la figura del completo idiota, decide di partire al seguito di un Ambasciatore.
Sfortunatamente l'ambiente perbenista e meschino della politica lo disgusta (o forse l'ambasciatore lo tocca in modo insistente, se si legge tra le righe) e decide di tornare al paesino.

Nel frattempo Lotte si è sposata con Albert, che ovviamente ora la picchia selvaggiamente e torna sempre a casa ubriaco, da bravo marito. Almeno credo. Una sera si trovano soli e Werther dopo averle letto una poesia pallosissima la bacia: Lotte sente che sta per cedere, ma resiste. In realtà sta solo facendo la ritrosa e spera che Werther, che è uno che potrebbe fare i soldi al fianco dell'ambasciatore, la porti via dal marito e la faccia vivere in una villa di lusso con piscina.

Werther, sentendosi rifiutato, le scrive un'ultima lettera e poi prende la pistola...
...ovviamente essendo un cretino non va ad ammazzare Albert, magari mentre torna ubriaco da un locale di Lap Dance, ma la usa per farsi esplodere la testa, tingendo metà del salotto.
Lotte scuote le spalle e scappa con il lattaio. Fine.

Simone ha detto...

Bitches: vero... io visti i voti che prendevo ho poco da ostentare ^^

Angra: ma che sei ing. pure te? Basta co' 'sti ingegneri scrittori!

Carraronan: bellissimo riassunto... adesso posso dire che l'ho letto anche se non è vero ^^

White Boar ha detto...

Sì, sono ingegnere anch'io :)

Essendo più masochista di Werther, e non soddisfatto dei dolori subiti, ho fatto anche il dottorato di ricerca. Ma quella è stata una pacchia, con le studentesse che ti si strusciano addosso per rabbonirti mentre fai esami ;))

Anonimo ha detto...

Praticamente la storia di Werther è la storia della mia vita, solo che io non mi sono suicidato ;-) Prima di togliere il disturbo ne voglio dare fastidio a questo mondo! :-)

Anonimo ha detto...

Al momento studio ingegneria informatica, ma ho scoperto che "dell'ingegnerizzazione dell'informazione" non me ne frega una cippa e preferisco guardare i film della Zero Tolerance. Vorrei passare a Ingegneria del Porno, possibilmente con indirizzo POV/Oral, sapete mica se qualche facoltà ce l'ha già?

:-)

Anonimo ha detto...

Quello di carraronan è uno dei migliori riassunti di un libro che abbia mai letto. Spiegato bene e attualizzato alla perfezione. Magari avessi avuto un professore di letteratura che sapesse insegnare con tale brio.

@ Simo: non mi dire che frequenti veramente i circoli letterari di aspiranti scrittori... Se è così, qualcosa mi induce a credere che ci vai solo per prenderli per il culo.

Adesso ti attirerai un po' le ire degli studenti umanistici, però l'immagine dello studente in poltrona con il pisello in una mano e il libro nell'altra è fantastica.

Ciao, dacty

Anonimo ha detto...

Premessa: non ho il pisello. Però ho studiato per conseguire una laurea in Lettere moderne, indirizzo Storia moderna e contemporanea. Centodieci e lode con bacio accademico dopo venti esami e una tesi sul giornalismo nel Risorgimento. Mi sono scontrata spesso con studenti di ingegneria o matematica convinti che la loro laurea valesse dieci volte la mia. E ho fatto spallucce. Io e i numeri, mai andati d'accordo. Con la fisica poi c'è una guerra aperta da sempre. Ho studiato quello che mi piaceva, ma questo non vuol dire che non mi sia fatta un bel mazzo. Esempio: storia dei partiti politici, prima annualità, solo il corso monografico annovera 12 (dodici) libri di testo con una media di 400 pagine l'uno. Occhio, parlo di qualche anno fa, niente a che vedere con i crediti di oggi. Voto: trenta e lode dopo un'ora abbondante di interrogazione. Mica pizza e fichi. Starete pensando: ecchissenefrega! E fate bene, perché quello che volevo dire, in realtà, è che "I dolori del giovane Werther" l'ho letto ma non ho mai neanche sfogliato "Guerra e Pace" e mi sento terribilmente in colpa perché è un caposaldo della letteratura e io sono una scrittrice (più o meno, tre romanzi pubblicati vorranno pur dire qualcosa) e non posso avere simile lacuna nella mia preparazione. Così ieri l'ho comprato: 9,90 euri in edicola. Un mattone alto dieci centimetri, 1015 pagine e un incipit tutto scritto in francese. Gulp! Ho l'impressione che, dopo averlo letto (sono testardissima io), mi renderò conto che potevo continuare a scrivere anche senza colmare quella lacuna.
Vi farò sapere.
Laura

Wick ha detto...

Leggendo questo post ho riso un sacco, ma poi mi sono ricordato che studio Lettere e ho smesso di colpo. =D
Molte cose che dici sono vere: Lettere è, sotto molti aspetti, una facoltà più leggera rispetto ad Ingegneria, o altre facoltà (ed io lo so anche perché ho fatto ben tre anni di Informatica, prima di iscrivermi a Lettere... indovinate cosa mi ha fatto cambiare facoltà? Esatto, la matematica =D ), ma ci sono gli esami tosti anche da noi. Ok, probabilmente il picco di difficoltà di Lettere sarà molto più basso del picco di difficoltà di Ingegneria, ma questo non vuol dire che ogni esame consiste nel leggersi un paio di romanzetti e poi discuterne con un professore amichevolmente: sono convinto che ben pochi studenti di Ingegneria, o di tante altre facoltà, invidierebbero l'esame di latino che mi sto trascinando da mesi ^^

P.S.: se vi interessa, comunque, neanche io ho mai letto I dolori del giovane Werther.
P.P.S.: fra l'altro, oltre ad essere uno studente di lettere, sono anche piuttosto obeso e spesso sudo, ascelle comprese, ma non scrivo racconti (e, soprattutto, se li scrivessi non li terrei sotto l'ascella, se so che suda) e ho una ragazza con le tette grosse (so che state pensando che sia obesa anche lei, ma no, non lo è) che non mi fa pagare per il sesso - non direttamente almeno, diciamo ^^

Federico Russo "Taotor" ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Federico Russo "Taotor" ha detto...

Laura: Guerra e pace l'ho cominciato e non ricordo perché ma non l'ho continuato; ho letto I racconti di Sebastopoli, un centinaio di pagine, lì c'è tutto ciò che rappresenta Tolstoj. Guerra e pace, d'altronde, l'avrà scritto soprattutto per campare, ma I racconti di sebastopoli era, credo, stato pubblicato su qualche giornale - insomma, è una nuga di Tolstoj, ma è davvero davvero bello.

@ Simone! Parole santissime!
Io di classici leggo solo quelli che che credo possano piacermi - e difatti poi mi piacciono. Certo, però, alcuni si leggono perché pensi:"Cavolo, sono famosi, chissà di che parla! Vediamo...", e poi è una mezza fregatura... Per esempio, La lettera scarlatta era pizzoso, idem Cime tempestose, di cui mi piaceva solo l'inizio, ecc...

Come penso di aver detto già mille volte, sto leggendo il Conte di Montecristo, e mi piace davvero molto. Non è necessario, a mio avviso, leggere tutti i classici solo perché così sembra giusto. Bisogna farlo se si vuole, altrimenti non ha senso.

P.S. Duca, magnifico riassunto!

prostata ha detto...

Grandissimo. :D
A me i dolori di panza del giovane coso là l'hanno fatto leggere al liceo, e mi fa cacare a spruzzo. :D

Anonimo ha detto...

vabbè...ostentare la propria cultura (spesso mera erudizione) è quanto di più patetico si possa fare.......ma anche farsi figo di aver studiato ingegneria non è il massimo dai!! Io poi studio Comunicazione d'impresa (lo so che molti di voi stanno facendo no con la testa) e studio cose sì interessanti, ma..attenzione: le studio. C'è sempre un approccio analitico. Immagino che per chi faccia lettere non si tratta solo di leggere libri, ma piuttosto di sapere dire qualcosa su quei libri. Dimmi poco.
Fiinisco qui la mi arringa. Ciao ;))

Simone ha detto...

Angra: vabbe' pure il dottorato in ingegneria ma che palle!

Anonimo: se dovevo suicidarmi per le donne che mi hanno dato buca allora da mo' che ero morto!

Carraronan: non so se esiste, anche se poi va a finire che a ingegneria sono tutti maschi e non so che film vengono fuori ^^

Dacty: circoli non ce ne sono, ma a riunioni, presentazioni e altre cose del genere ci vado così studio la concorrenza.

Laura: va benissimo anche il punto di vista dei letterati! ^^ E di Guerra e pace aspetto che mi scrivi il riassunto!

Wick: ecco, a lettere pure le donne tettone c'hai! Da noi 90% maschi...

Fede: che hai combinato coi commenti?

yngng: non t'è piaciuto dici? ^^

Francesco: mi pare di aver detto che per prendere un 19 ci ho messo 2 anni, lo chiami ostentare? Come molti ignoro cosa si studi a comunicazione d'impresa, per cui è un punto a tuo favore. ^^

Comunque non so il post, ma a leggere i vostri commenti sto morendo dalle risate ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Vorrei rispondere a Simone citando un grande poeta del rinascimento ma, non avendo mai letto una sola delle sue opere, ahimé per stavolta resterò in silenzio :-<

Anonimo ha detto...

Pensare che io sono sempre stata convinta che leggere i classici dovesse essere un piacere (sotto tanti punti di vista, non ultimo quello estetico) e non un obbligo morale per poter cominciare a scrivere narrativa...

Ammetto la mia colpa: ho studiato per qualche anno in una facoltà umanistica. A mia discolpa parziale posso dire che frequentavo il Corso di Laurea in Storia (e che ricordo il numero di libri del mio esame di Storia delle Dottrine Politiche... Anche se per facilitarmi l'esistenza, essendo digiuna di filosofia, lessi quel romanzone dello Chevalier), e a noi i romanzi non li facevano vedere manco dipinti. Giusto se si parlava di letteratura italiana (ma lì ci fermavamo a Dante, quindi ci davamo per forza alla poesia...) o a Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea, dove gente illuminata ci fece leggere romanzi di formazione degli scrittori italiani del '900 anzichè i classici dello Sturm Und Drang.
Ma conosco il tipo di scrittore fallito (perché quelli che ho conosciuto io erano tali...) che si atteggia a grande letterato perché ha letto quello che una persona intenzionata a intraprendere la carriera dovrebbe annoverare tra le letture.
Devo dire onestamente che tra queste letture ce ne sono molte di cui mi hai edotta in un altro post: Francis Scott Fitzgerald, Hamingway, Conrad...
Tutti classici moderni.
Da qui mi sorge una domanda spontanea: dove hai trovato gente che ti dice che per fare lo scrittore devi avere letto per forza I dolori del giovane Werther (che per inciso, lessi senza costrizioni a 18 anni mentre le mie compagne parlavano dell'ultima puntata di Beverly Hills e che trovai senza costrizioni una palla atroce...)?
Voglio conoscerli anche io.

Per inciso... A uno scrittore la cultura servirà sempre e comunque, qualunque sia la salsa in cui se la vuole servire. L'importante è che si ricordi di raccontare in modo onesto la sua epoca e che non si isoli troppo dal mondo di fuori per cui dovrebbe avere uno sguardo particolare, il suo specifico. Per fare questo posso assicurare chiunque che non serve né una laurea in ingegneria né una in lettere, ma possono essere utili entrambe (prova ne sia l'opera omnia di Kurt Vonnegut, che tutto si può definire tranne un esperto di letteratura inglese... Aveva una laurea in ingegneria e gli stessi problemi di credibilità presso la Cultura degli Accademici di cui gode un ingegnere scrittore italiano...)
Finita la filippica.

Quando posti contro i classici moderni, fai un fischio...

White Boar ha detto...

Simone ha detto...

Angra: vabbe' pure il dottorato in ingegneria ma che palle!

No, no, facevamo le gare di calcio coi robottini, mi son divertito un sacco ^_^ son stati tre anni di formidabile cazzeggio.

Comunque ingegneria non è più come una volta, quando non c'erano i bagni delle ragazze perché non ne era contemplata l'esistenza: a ingegneria biomedica il 70% sono ragazze... e che ragazze!

Anonimo ha detto...

Nemmeno io ho letto I dolori...
come qualcuno ha già scritto leggo per il piacere di leggere non per ostentare le mie letture.
Comunque... dato che è l'argomento del giorno Guerra è pace l'ho (quasi) finito tutto (gli ultimi due capitoli mi sono rifiutata di leggerli, ormai odiavo Tolstoj) e in quel periodo di pazzia mi sono pure divorata I miserabili, tutto d'un fiato...

Ps: Simone... no ingegnere noooo!

Unknown ha detto...

Simone, non so se hai mai letto le solite interviste cazzute che fanno ai vip.
Alla domanda "l'ultimo libro che hai letto?" le risposte standard sono:
- I dolori del giovane Werther.
- Guerra e Pace.
- Seta (se proprio vuoi qualcosa di più recente).
- Va dove ti porta il cuore.
- Delitto e castigo.
- Qualcosa a caso della Fallaci.

Ma secondo te 'sti libri li avranno mai aperti almeno una volta?
Odio chi ostenta cultura.
Fierissimo di leggermi gli Urania (almeno li leggo davvero, cazz...)

Simone ha detto...

Fabbiuzz: ok, qualcosa ogni tanto conviene leggerla ^^

Giuliana: mi piace il tuo discorso sulla cultura (a parte che io guardavo Beverly Hills ^^) e non so se hai visto ma il libro di Vonnegut è recensito qui da qualche parte.

Angra: infatti stavo per segnarmi a biomedica, poi solo l'idea di essere di nuovo iscritto a Ingegneria non mi faceva dormire la notte e ho lasciato stare.

Michela: io ho letto vari libri di 1000 e passa pagine, ma adesso oltre le 600 nemmeno ci provo che sto tutto il tempo a vedere quanto manca alla fine e mi stresso.

Alex: non so se fossi un VIP di quelli cazzuti magari pagherei qualcuno per farmi raccontare le trame di tutto quello che va di moda, così sembro sempre informato. Che poi mi sa che fanno proprio così ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Ragazzi, fatevelo dire da chi per lavoro intervista i Vip (cioé io): dpende dal Vip. Ce ne sono di una cultura enciclopedica (Tullio Solenghi, Pippo Baudo, Massimo Lopez, Alessandro Preziosi che per inciso è laureato in Giurisprudenza con 110 e lode, Milly Carlucci che parla correntemente inglese e tedesco, ha una laurea in architettura e legge molto, Alessandro Gassman, Gianmarco e Ricky Tognazzi, Simona Izzo che non è simpatica ma ha una gran mente) e, naturalmente, ci sono quelli più ignoranti di una scarpa. Quali? Prendete gli ultimi arrivati sulla scena televisiva e cinematografica: a parte rare eccezioni, tutti. E questo dovrebbe dar da pensare perché sono ragazzi e ragazze di età compresa tra i venti e i trenta e non brillano per preparazione. Basterebbe ascoltare le registrazioni dei loro tentativi di mettere insieme un discorso compiuto.
Laura

Anonimo ha detto...

Convengo e sottoscrivo su quanto hai scritto. Non ho avuto - a quanto leggo, devo dire il divertimento - di andare ad un circolo di pseudo-scrittori. Solo una volta, ad un ristorante, ho assistito al piano di sotto alcuni intellettualucoli recitare e parlare di poesia tra un piatto di lasagne e uno di cannelloni. Non è una metafora, è così.

Visto che anch'io sono un erudito - ma di quelli che cita e parla dei classici perchè li apprezza, ne fa uso critico e soprattutto li ha letti - cito una frase della Biografia letteraria di Coleridge attinente a quello che è stato detto: "Chi legge solo per pubblicare, con ogni probabilità legge male".

Arrivederci,

Enrico.

Dixi et animam levavi!

P.S: io sto laureandomi in "Letteratura e filosofia antica", e ti assicuro che la filologia e la traduzione di certi testi talvolta è ostica quanto la matematica (e lo so perchè non l'ho abbandonata, sebbene studi da autodidatta).

P.S.2: come classicista, affermo senza esitare che fino al Settecento tutto è buono, dopo si salvano solo alcune persone

P.S.3: non necessariamente chi studia lettere vuole fare lo scrittore. Per quel che mi riguarda, aspiro alla critica (ambito serio, ma poco gettonato e molto bistrattato) ed il giornalismo.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti. Sinceramente non sono molto d'accordo con certi post che avvallano la teoria secondo la quale i picchi di studio per Lettere e Filosofia sono inferiori a quelli di Ingegneria o Fisica o altro...
Personalmente, per fare il primo esame di Letteratura Italiana ho dovuto studiare oltre 10.000 pagine. Per fare il secondo esame di Lett. It. ho dovuto studiare tutta la Divina Commedia e la Gerusalemme Liberata, per fare Filologia Romanza ho dovuto studiare la Lingua d'Oc per leggere la Chanson de Roland. Mi fermo qui per non citare gli esami di Latino e di Greco.
Insomma, mica tarallucci e vino.
Sul resto invece - scrittori che se la tirano e pseudo-letterati che ormai se la sono pure staccata - sono assolutamente d'accordo.
Fabrizio

Simone ha detto...

Laura: io di VIP non ne conosco. Sarà che la televisione ormai è poco selettiva su chi manda in onda e guarda solo l'aspetto fisico?

Enrico: bella la citazione! Secondo me la matematica sembra difficile perché a scuola te la fanno odiare, ma secondo me ci vuole solo un po' di pazienza.

Fabbiuzz: 10 mila pagine io non le ho lette in tutta la vita, credo ^^

Simone

Federico Russo "Taotor" ha detto...

E' una mia impressione o l'argomento degenera? XD Siamo passati ai "vip" (uso le virgolette perché non le reputo persone *importanti*, e molti non meritano il minimo rispetto).

Anonimo ha detto...

ok...mi sento alieno...ma a quanto pare so l'unico che studia medicina...e che si ritrova ad aver fatto 12 esami in un anno e ora al quarto anno si ritrova a dover studiare anatomia patologica...2 mattoni, 2500 pagine (forse riesco a fare lo sconto di 1000! :O). Ora fatta la premessa sborona, visto che state per litigare, vi posso raccontare il mio aneddoto: conosco molte persone che stanno a scienze politiche che mi vengono a dire che la loro facoltà è immensamente più difficile di medicina...oh, non per dire eh, però cioè...ecco...

i classici? se mi va li leggo...basta guardare il comodino ora come ora, tutto tempestato di palahniuk, lovecraft, freud, maurensig e adams...e dall'altro lato? riviste pc...e devo trovare il tempo di scrivere boiate sul blog e cercare di scrivere le varie cose che ho cominciato (troppe...testa vomitina...).

Io quel fesso di Werther non l'ho letto, conosco storia ecc ma sinceramente per ora nn mi ci avvicino...appena mi servirà una pistola mi ci avvicinerò e in stile csi gliela sfilerò via (tanto è morto, che mme frega)...possibilmente indirizzandola verso qualcun altro (apro il moleskine e vedo chi c'è in lista...)

Anonimo ha detto...

Anche a me da molto fastidio l'ostentazione della cultura e l'atteggiamento "intellettualoide" di certe persone.
Però mi da ancora più fastidio chi critica senza conoscere, e parla di cose che non sa.
Io non mi permetterei mai di pensare che uno studente di una facoltà che non frequento e non conosco studi poco.
Invece mi permetto di dire che gli studenti di lettere quando studiano e passano gli esami non sono stati sdraiati sul divano con il pisello in mano a fare quello che un altro studente fa per relax.
Se leggere romanzi fosse l'unica cosa richiesta, allora in tanti saremmo già laureati.
Criticare un'intera categoria solo perchè frequenti un gruppo di persone che ti stanno antipatiche non mi pare un atteggiamento corretto.

Riguardo ai classici e ai libri che gli scrittori dovrebbero leggere assolutamente, hai ragione nel dire che il tempo è quello che è. E se preferisci leggere altro è giusto: la lettura è un piacere, non un obbligo.
Io ho letto il giovane Werther, non l'ho letto per l'università ma per curiosità. Infatti mi interessa sapere il perchè un romanzo diventa un classico, perchè non è stato dimenticato come invece succederà ad altri romanzi che magari ho letto e amato?
Un aspirante scrittore dovrebbe avere un minimo di curiosità verso i classici.
Naturalmente non c'è nulla di male a non aver letto il Werther, o altri pilastri della letteratura. E non c'è nessun motivo per scandalizzarsi di fronte a chi non li ha letti.
Però se vuoi fare lo scrittore devi anche avere dei maestri...
Se vuoi fare lo scrittore significa che vuoi produrre, creare, della letteratura. E quindi forse, faresti bene a leggere ogni tanto chi ha fatto la storia della letteratura. Puoi imparare tantissime cose.

Per concludere volevo informarti che ho letto "la sindrome di Reinegarth" e il racconto "Il cubo".

Un saluto,
Nick

Simone ha detto...

Fede: evvai adesso arriverà anche il difensore dei vip e scatta la rissa ^^

Shadow: dei medici parlerò male prossimamente. ^^ E scusa se Phalaniuk è un classico allora è un classico pure Il libro dei gatti che manco si sa se me lo pubblicheranno mai.

Nick: a parte la critica che mi hai fatto (che ci può stare), non dico che non bisogna leggere i classici ma solo che non si può leggere tutto.

Poi veri e propri "maestri" non ne ho avuti, anche se ci sono tante persone - non necessariamente scrittori - che mi hanno influenzato tantissimo (ultimo Schweitzer di cui parlavo giorni fa). Forse è quello che intendevi?

"Informarmi che hai letto" è un po' troppo distaccato per preludere a un commento positivo, per cui non ti chiederò se i miei testi ti sono piaciuti ^^. Comunque se vuoi leggere anche Mozart scrivimi una mail... o cerca un po'.

Simone

Anonimo ha detto...

Ho visto Mattatoio in giro per il blog, Simone, e ho anche letto altro di Vonnegut. Continuerò di sicuro, tra l'altro...
Ti consiglio per i prossimi tempi Madre Notte.

Anonimo ha detto...

no simo, nn hai capito...quelli che citavo presenti sul mio comodino non sono classici ma pe' niente...li citavo apposta, per far notare che si legge quel che si vuole, non si è obbligati a leggere classici per scrivere o per qualunque motivo a questo mondo...Palahniuk nn è classico, così come maurensig, così come lovecraft (classico dell'horror, questo si), così come adams, così come Freud (sarebbe classico, ma per altri versi...)...quindi...!

Anonimo ha detto...

@Nick: bla, bla, bla...ma quante parolone! A parte che il post di Simone era come al solito dissacrante, poi trovo questo politically correct di un noioso mortale!
Che male c'è se uno scrive chiaro e tondo che I dolori del giovane Werther gli fa schifo?
Io sono di quelli che ha fatto il tifo alla fantozziana affermazione: "La corazzata Potemkin è una CAGATA PAZZESCA!!!"
:-P

Anonimo ha detto...

@Simone: Io proprio non capisco come tu possa pensare che gli studenti di lettere studino seduti sul divano con il pisello in mano. Hai mai visto un programma di un solo esame di lettere? Pensi davvero che il tutto consista nel leggere un paio di romanzi? Se davvero pensi questo sei fuori strada, non offenderti. Io non mi permetterei mai di dire ad uno studente di una facoltà che non conosco di dire che non studia, mai. Dovrei conoscere la facoltà, e i programmi per poterlo dire.
Per quel che riguarda il discorso sui classici hai pienamente ragione a dire che il tempo è quello che è, e non si possono leggere tutti i pilastri della letteratura. Ma certo, uno scrittore emergente dovrebbe essere un minimo attratto, per lo meno per capire cosa lo contraddistingua da un altro libro. E come ben saprai la differenza c'è sempre.

@Alex: di un classico come il Werther si possono dire tante cose, può non piacere, può risultare noioso, anche smielato se vuoi, ma non può fare schifo, a prescindere da quello che ne penso io.
Anche per me la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca, ma infatti quello non è un classico per i suoi contenuti, ma solo in quanto è stato il primo film a dare al cinema un'idea di montaggio. Tant'è vero che difficilmente poi lo si considera un bel film.
Non è questione di politically correct, è che proprio alcune cose possono essere belle anche se non ti piacciono. A me Caravaggio può non piacere, ma da qui a dire che fa schifo ce ne passa... e non mi sognerei mai di dirlo...
;)

Un saluto da Jack

Anonimo ha detto...

@Simone:Hai ragione nel dire che non si può leggere tutto, e come ti ho detto non è una vergogna non aver mai letto il Werther o altro.

No, quello che intendevo dire era che uno scrittore dovrebbe avere dei maestri della scrittura a cui ispirarsi. I "maestri di vita" sono un'altra cosa, è bene che si abbiano, ma non è detto che ti insegneranno a scrivere bene.

Non dico che i tuoi maestri debbano essere degli autori di classici, ma la lettura di qualche classico ogni tanto non può che far bene alla scrittura.
Per maestro di scrittura intendo qualsiasi scrittore che ti insegni qualcosa. E i classici, anche quando non piacciono insegnano.

Riguardo ai tuoi racconti: il cubo non è male, è un buon racconto.
La sindrome non mi è piaciuto. L'idea è buona, non mi piace il modo in cui è scritto. Potrebbe migliorare comunque, le premesse per farne una buona storia ci sono.
Se Mozart è sul tuo sito lo leggerò, e se la cosa ti interessa ti darò la mia opinione. Sappi però che sono una critica cattivissima :)
Comunque in bocca al lupo.

Ciao,
Nick

Federico Russo "Taotor" ha detto...

@Jack, stai fraintendendo alla grande. L'esagerazione (voluta) di Simone si riferiva al fatto che ci sono persone che studiano qualcosa e in più fanno gli scrittori, altri invece che studiano direttamente la letteratura e tutto il resto...

O almeno, credo sia così...

Anonimo ha detto...

@Federico Russo: studiare la letteratura e fare gli scrittori non è esattamente la stessa cosa.
è normale che gli studenti di lettere si infastidiscano se leggono che tutto il tempo passato sui libri è in realtà una passeggiata, anche se si tratta di un'esagerazione voluta.

Nick

Anonimo ha detto...

ah, mi raccomando, nn mi permetto di dire che uno studente fa molto e l'altro sta con il reale augello in mano...il mio paragone con scienze politiche è per esperienze personali...trovare un amico che non fa niente dalla mattina alla sera e ammette che come facoltà è leggera e poi trovarne un altro che nn fa niente dalla mattina alla sera ma dice che la sua facoltà comunque è pesante...ma poi nn ti sa spiegare perché...

Anonimo ha detto...

O.T.: Ho letto "la Sindrome di Reinegarth" tutto d'un fiato, nel giro di un paio d'ore. Mi è piaciuto, forse un po' farraginoso il finale. Hai cercato l'happy ending? Non che sia brutto, per carità, ha anche una sua razionalità inaspettata vista la piega horror presa dal romanzo, però getta una luce di chiarimento, di speranza, di normalità che, a mio parere bada, toglie un po' di forza all'impianto della storia veramente bella ed originale. Ci verrebbe un grande film, perché non provi a proporlo come soggetto a qualche casa di produzione? Dovrebbero spendere di effetti speciali ma, cavolo, sarebbe un film che amerei vedere.
Laura

Simone ha detto...

Grazie per i commenti, adesso provo a rispondere un po' a tutti:

Giuliana: ok allora lo metto tra i libri da leggere.

Alex: non penso che quel libro faccia schifo (anche se davvero non l'ho letto), ma sì l'idea come dici tu era di essere un po' dissacrante.

Jack: quella battuta l'ho scritta perché mi piaceva e un po' per prendere in giro un certo tipo di persone (che non necessariamente sono tutti gli studenti di lettere). A dirla tutta ritengo che dallo studio del passato (per cui la storia, le lettere e la filosofia) si possa comprendere meglio anche il presente, ed è anche per questo che cerco di leggere molto.

Nick: ho capito cosa intendi, allora da un punto di vista semplicemente letterario ci sono degli autori che mi hanno dato più di altri, su questo hai ragione tu.

Grazie per i commenti... e Mozart se non lo trovi mandami una mail (al momento partecipa al premio urania per cui non lo metto in bella vista come gli altri ebook)!

Fede: sì, più o meno era quella l'idea.

Shadow: ecco, anche quella ^^

Laura: hai ragione: la sindrome ecc ecc è il mio primo romanzo, e all'epoca non è che cercassi un messaggio particolare ma ero più intento a tirare fuori un finale che "funzionasse". Adesso sicuramente lo concluderei in maniera diversa... ma poi sarebbe una storia più triste per cui forse in fin dei conti è meglio che resti così.

Come film lo vedo un po' troppo introspettivo, anche se magari non ho l'occhio di chi lavora nel settore. Comunque non credo che col cinema sia più facile che con gli editori. Diciamo anzi che non saprei nemmeno da dove cominciare solo per provare a farmi leggere da qualcuno ^^.

Ciao e grazie a tutti!

Simone

Anonimo ha detto...

Ecco, Simone, col cinema in Italia proprio non provarci, soprattutto quando necessita di effetti speciali!!!;-P
Magari però se provi con un film di montaggio (chi è che afferma che la Corazzata non è considerata un capolavoro? Nelle mie lezioni di Storia del Cinema era esattamente il contrario... ma mi rendo conto che io ho frequentato solo una facoltà di Lettere dove circolano dei noti scansafatiche, e qualche scuola di cinema, quindi il loro parere non vale!!!;-P) ce la puoi fare... La prossima volta un bel romanzo minimalista senza effetti speciali, mi raccomando!

(scherzi a parte, io non ho letto la Sindrome, ma magari posso provarci. Se è davvero una buona storia, cinematograficamente parlando, puoi scriverla sotto forma di soggetto e inviarla a qualche concorso... Al Solinas esisteva un concorso per il Genere... Magari tieni d'occhio il sito per capire se equando esce il bando)