Come trovare un lettore veramente esperto (e perché NON dargli il vostro manoscritto).

L'altra volta avevo presentato la forse discutibile ipotesi di come sia possibile trovare degli amici fidati a cui affidare il giudizio sui nostri lavori letterari, ma di come forse sia meglio non dare retta a nessuno e fare tutto da soli.

Oggi vi dirò invece che esiste in realtà un sistema migliore per trovare una valutazione editoriale, e che consiste semplicemente nel dare il vostro manoscritto non tanto a qualcuno che conoscete e che giudicate affidabile, ma a una persona che in editoria ci lavora e che (si spera... e sottolineo in neretto si spera) ha le idee chiare su come si corregge un libro.

Vediamo allora chi sono questi lettori professionissimi e bravissimi, cercando inoltre di capire perché forse è il caso di scordarci fin da subito della loro esistenza e di proseguire con la solita auto-correzione della roba che abbiamo scritto.

Gli esperti a cui (non) affidare un giudizio sul nostro lavoro.

Un editor-e: sarebbe quello che pubblica i libri. Nella fattispecie, l'individuo che mette i soldi affinché altri producano e smercino a nome suo dei libri che trattino delle più disparate materie e argomenti.

Sarebbe bello farsi leggere e correggere da un editore, no? NO.

- In Italia ci sono migliaia di editori. E non ci prendiamo per il culo, non sono tutti grandi editori. E nemmeno quasi tutti. E nemmeno un po' meno di quasi tutti. E nemmeno... iterate ad libitum.

- In base alla succitata definizione, se le cose vanno come devono andare l'editore delega la fase di selezione e valutazione a qualcun altro, per cui non è lui quello bravo a leggere i libri ma è e rimane quello bravo a cacciare i soldi. Che poi io comunque non ci sputerei sopra.

- Un editore bravo che legge tutto il vostro manoscritto e ve lo commenta vuol dire una cosa sola: l'editore è vostro zio o vostro padre, e secondo me in un modo o nell'altro il libro ve lo pubblicheranno pure. Ma forse ancora una volta non avrete ottenuto una valutazione obiettiva ^^.

Editor (senza E): di editor ne ho conosciuti un po', e di solito se li contattate di persona per un manoscritto che potrebbe interessargli accetteranno di leggerlo e di farvi sapere se è pubblicabile o meno. Se dopo tutta questa trafila (e come è probabile) un editor non avrà intenzione di proporre il vostro libro a qualche editore, allora non aspettatevi mai e poi mai che vi dica in dettaglio come e cosa dovete aggiustare nel vostro manoscritto. Se gli editor si mettessero a correggere tutti i romanzi che non pubblicano... non gli basterebbe mezza giornata. O forse addirittura anche di più.

Se poi devo proprio dirla tutta, quando arriverà il giorno in cui per davvero un editor leggerà e correggerà il vostro libro voi lo odierete a morte e detesterete il risultato finale. Almeno così mi è stato detto da chi ha fatto l'esperienza ^^.

Qualcuno esperto: questa è una cosa che mi continuano a ripetere nei commenti all'altro post: trova qualcuno esperto. E ok, io lo troverei pure. Ma cosa identifica l'esperto in mezzo a tanti altri che esperti non sono? Cioè, io ho un blog con un corso di scrittura, ebook, foto, link, recensioni, segnalazioni... cappero l'esperto di scrittura POTREI ADDIRITTURA ESSERE IO!

E già io che non sono un cavolfiore di nessuno ho rifiutato più volte le (gentilissime, per carità!) richieste di "leggere e valutare" i libri di altri emergenti perché, semplicemente, raramente mi capita di imbattermi in qualcuno che segue il mio genere, e leggere e correggere i manoscritti degli altri richiede un lavoro che al momento non mi sento di fare.

Figuratevi quanto vi ca-fileranno gli scrittori veri.

Agenzia letteraria/valutatore a pagamento: se vi sta bene l'idea di pagare qualcuno che legga e valuti il vostro brutto libro potete mandarmi un bonifico e prendere per buona l'espressione appena usata (brutto libro). Altrimenti, auguri: tra decine e decine e decine e qualche unità e rotti di offerte che trovate in rete, io forse forse forse e ci terrei a evidenziare il FORSE mi fiderei di uno soltanto (non vi dico chi è, tirate a indovinare!).

So infatti di gente che ha speso un modesto quantitativo di denaro (non è che chiedano queste cifre, in fin dei conti! ^^) per avere in cambio una paginetta di critica ancora più squallida del commento dell'amico che dice: sì, beh... ho letto l'inizio ed era carino, ma poi mi hanno aperto la macchina e me l'hanno rubato (e vi giuro che questa cosa me l'hanno detta davvero).

Imparate a giudicarvi da soli: volete davvero fare gli scrittori, giusto? E allora vi dico una cosa, una specie di segreto che saprete soltanto voi (vabbe' ^^): se non fossi convinto di saper giudicare me stesso al di là di qualsiasi cosa possano dirmi gli altri, dopo i giudizi disastrosi che ho ricevuto coi miei primi lavori avrei sicuramente smesso di scrivere.

Forse devo riformulare la cosa. Il giudizio unanime del mondo letterario nei miei confronti (e scommetto spesso anche nei vostri), nel momento in cui mi sono affacciato all'editoria, è stato: fai schifo, non vali nulla, nessuno ti pubblicherà mai, tu non sarai mai uno scrittore. Io però ho visto del buono nei miei primi lavori, ho pensato che questo giudizio fosse sbagliato e ho deciso di continuare.

E come credo appaia ovvio, eccomi ancora qui che scrivo.

Simone

11 commenti:

Unknown ha detto...

'mmappa, quanta roba che hai scritto :)

Per come la vedo io:

- un editore serio ti legge fino in fondo solo se vuole pubblicarti, e di solito non succede (non a tutti, insomma!);
- un editore a pagamento solitamente ti dice che hai scritto un capolavoro anche se gli hai proposto un manuale su come spulciare le scimmie... tanto vuole solo i soldi.
- le agenzie letterarie per me posso fallire e sprofondare all'inferno. Cioè, io sto su tutte le notti a scrivere e ad ammazzarmi di fatica e poi devo PAGARE per farmi dire che il mio manoscritto fa cagare?
- Essere buoni giudici di se stessi è un buon consiglio ma non basta;
- la soluzione sarebbe farsi amico un editor... e approfittarne :)

Glauco Silvestri ha detto...

@alex:
"...farsi un amico editor" ??? In che senso? Per essere letto dovrei cedere alle avances di un eventuale "amico" editor? Oh mamma... aiutooo!!!

@commento generale:
In base alla descrizione dell'esperto, potrei essere anche io... beh, forse son solo e-sperto, o sperto e basta. Beh, forse solo perto... va bé diciamo erto... ok, rto... to... o...

uff! :(

Simone ha detto...

Alex/Glauco: eh, poi c'è l'amico editore, l'amico correttore di bozze, l'amico stampatore, l'amico distributore... dura la vita dello scrittore emergente ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Sorry Simone, sono di nuovo in disaccordo. Esiste la figura dello Script Doctor, esiste per le sceneggiature ed esiste per i libri. Chris Vogler è uno script doctor. La mia insegnante al corso di scrittura è una script doctor. Queste persone ESULANO dal gusto e ti dicono se il tuo racconto è scritto secondo certi canoni e rispetta delle regole fondamentali.
Insomma se tu scrivi musica e mischi accenti minori e maggiori a caso, un MUSICISTA te lo dice. Certo, puoi fare avanguardia e cacofonia PER SCELTA, ma per poter rompere le regole devi conoscerle molto bene.
Di sicuro io non vado a farmi correggere una bozza da uno che ha un blog sulla scrittura (senza nulla togliere a te personalmente, ovvio) ma mi rivolgo a chi ha una comprovata esperienza.
Che poi lo debba o meno pagare è un discorso a parte...

Anonimo ha detto...

Ho girato e condiviso nel blog il cortometraggio "Non ho dormito mai", se ti va e sei curioso/a o se hai 5.03 minuti in cui non sai che fare, vieni a dare una piccola occhiata. Ciao e grazie, scusa l'eventuale disturbo.

Simone ha detto...

Kaizen: ho capito, e se a te piace affidarti ad altri sei liberissimo. Io continuo a non trovarla una buona idea. La creatività è fatta anche di queste differenze, credo ^^

Massimo: ok appena posso faccio un salto!

Simone

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

Si ovvio che la creatività è fatta di differenze Simone, sono opinioni e per definizione opinabili. :-) Ciao!

Anonimo ha detto...

Molti commentano per fare critiche costruttive. Ho letto il Cubo e Mozard di Atlantide e li ho trovati pieni di idee e ben scritti. Fin qui il mio commento è gradito immagino, ma perché se ti dico che ho trovato i dialoghi irreali e pieni di esclamativi fuori luogo il mio commento non è più gradito? Lo dico come lo direbbe un fan che vuole leggere tue nuove opere, come uno al quale ricordi il suo modo di scrivere ma che, per mancanza di idee o di coraggio, lasciò tutto in disparte. Te hai la forza per andare avanti anche se ti criticano male ma ti prego di non confondere l'imparare dagli altri con il perdere la propria personalità. Si impara anche dai nemici, da chi ha pregiudizi, l'importante è analizzare le critiche e capirle. Altrimenti... non ci si evolve. Si resta sempre uguali, incapaci di eliminare le brutture del nostro stile perché ci sentiamo artisti incompresi avanti con i tempi.

So long

Nashira

Simone ha detto...

Nashira: grazie per il bel commento. Credo che tu abbia frainteso il senso del post: qui non si parla di trovare qualcuno che ci critichi (negativamente o positivamente) ma un collaboratore che ci indichi le parti del nostro la voro da rivedere e correggere.

Non si tratta insomma di un commento, anche ben posto, ma di un partecipare al romanzo ultimato aiutando a raggiungere la forma definitiva.

Ovviamente ogni altro commento è ben accetto e va preso e interpretato a dovere, ma in questi post io ho solo detto la verità: non conosco nessuno che possa aiutarmi in questa parte del lavoro, e allora faccio da solo.

Ciao e grazie ancora!

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao, è da qualche tempo che seguo il tuo blog, che mi piace molto. Vorrrei proporti uno scambio di link, il mio blog è all'indirizzo http://scritturalternativa.blogspot.com. Se ti va, esaminalo e fammi sapere se ti sta bene l'idea. Continua così!