Ed eccoci qua! Abbiamo spedito il nostro bel libro a tutti gli editori del mondo, e restiamo in attesa dei risultati. E i risultati, col passare dei mesi, arrivano!
Ci troviamo infatti la casella della mail intasata di messaggi degli editori, tutti più o meno così:
Gentile (inserire nome dell'autore). Siamo spiacenti, ma il suo romanzo (inserire nome del romanzo) non rientra nei nostri attuali progetti editoriali.
Se vuole indietro il suo testo, può venire a rovistare nei cassonetti davanti alla nostra redazione.
Con simpatia, (inserire il nome della vostra casa editrice qui).
Come potete intuire, si tratta di un prestampato preso da un sito Internet, e l'editore non si è preso manco la briga di compilarlo. Ma tant'è, il significato è comunque chiaro: non rientra nei loro progetti editoriali.
Insomma, ma che stronzata è? Vi pare che se mandate un capolavoro a uno che vende i libri, quello non lo pubblica perché ha altri progetti? Ma che è scemo? Ovviamente, è solo un modo cortese di dirvi che il vostro libro gli ha fatto schifo, ed è stato dato in pasto al tritarifiuti.
Quanto ci mette un editore, a dare un giudizio del genere? Prendendo i 3 - 4 che ho conosciuto io, sommati agli altri 100 mila di cui ho sentito parlare, direi meno di 30 secondi. Più o meno, è lo stesso tempo che i visitatori passano sul mio sito Internet prima di cambiare pagina (bello leggere queste statistiche, no? ^^)
Loro vi diranno che sono bravi a valutare i testi, per cui ci mettono poco a capirne il valore. Ovviamente, è una puttanata. La cruda verità, è che la cosa peggiore che potete obbligare un editore a fare, è proprio leggere un libro. In fondo è il loro lavoro e, come buona parte degli esseri umani, lo detestano. Gli editori odiano i libri, non sopportano di avere a che fare con gli scrittori, non glie ne frega una mazza di cultura e libertà di pensiero! Gli arrivano 30 manoscritti al giorno, sai che voglia che hanno di leggersi pure il vostro?
Secondo me, gli editori che si sentono più realizzati sono quelli che non pubblicano mai niente, e campano in realtà facendo un altro lavoro. Più sono grandi le case editrici, e più sono costretti a fare uscire tanti libri, per tirare avanti. Capite come deve essere frustrante, la loro vita? Ecco perché non appena gli capita tra le mani un esordiente, si pongono l'obbligo morale di demoralizzarlo a tal punto da fargli rinunciare a scrivere, così da non trovarsi più tra le scatole i suoi manoscritti. Penseranno: ma chi si crede di essere questo, per scrivere un libro e venire a rompere proprio a me, che ho tante altre cose da fare? Ma io lo distruggo! E così, effettivamente, fanno. Ovviamente, nel limite dei 30 secondi di cui sopra, perché non hanno tempo.
(Continua)
Simone