Il gatto che cadde nel cestino della carta (sperando che facciano la raccolta differenziata).

Vi ricordate del super editor famoso che avevo molestato personalmente per proporgli il mio libro? Vi ricordate di come mi ero detto assolutamente convinto che questa fosse stata una buona mossa e che avrei di certo ricevuto notizie da questa persona?

Infatti è andata proprio così! Oggi il postino ha bussato alla porta del mio ufficio (vabbe', ha citofonato) per recapitarmi una lettera da parte di un grande editore italiano di cui non faccio il nome perché immagino che già mi detestino a sufficienza.

Insomma, che posso dire? Mai in vita mia avevo ricevuto tanta attenzione! Addirittura una lettera, firmata in originale da qualcuno di cui non si capisce il nome (non è una fotocopia!) e speditami in forma cartacea con tanto di spese postali. Prima di adesso, avevo ricevuto giusto qualche rifiuto tramite posta elettronica magari con qualche strano allegato del tipo: TrojanWormDialerFdiskDeltree666.exe, e invece questi qui mi chiamano gentile signor Navarra e si dicono addirittura spiacenti di informarmi della mancata pubblicazione.

E vabbe', volevo scrivere un post ironico ma forse non mi sta venendo troppo divertente, per cui diamoci un taglio. In ogni caso, questa brillante introduzione era per dirvi che per quanto riguarda il libro dei gatti (il gatto che cadde dal Sole, sempre quello) è rimasto un solo e unico editore tra quelli contattati che ancora non mi ha sfancu... che non si è rammaricato di non potermi inserire nei progetti editoriali.

Certo, mi sento un po' in colpa nel rischiare di arrecare dispiacere a una qualunque persona... ma questo è un editore che ha addirittura una collana di libri sui gatti (non deve volerci una scienza per capire chi è ^^) per cui spero di avere qualche speranza. Se poi lo chiedete a me, tutte le case editrici dovrebbero avere una collana dedicata ai gatti... e anche una dedicata a Mozart di Atlantide e Primo Mazzini, così magari posso sperare di avere speranze che mi pubblichino pure quelli .

La bella notizia è che se mi dice male anche a 'sto giro potrei finalmente decidermi a mettere online il romanzo completo, così almeno chi segue il blog potrà finalmente leggerlo. Tanto tra un po' si compreranno tutti il lettore elettronico di ebooks digitali, e alla fine potrei fare i soldi vendendo quelli.

Mica come certi scrittori sfigati, che ancora stanno lì a vendere i libri ^^.

Simone

Ma a che serve un lettore di ebook quando esistono già i libri veri?

Ho comprato un lettore di ebook (il Sony prs-505) un paio di settimane fa, mi è arrivato da tre giorni e le impressioni iniziali le trovate qui. Tra una settimana o giù di lì vi darò anche un giudizio personale su questo apparecchio specifico, e più in generale su quanto sia leggibile o meno un libro elettronico inserito in un lettore che utilizza la tecnologia e-ink (uno schermo simile alla carta, per chi non lo sapesse).

Intanto, dai commenti al precedente post mi rendo conto che per molti il problema non è tanto che un lettore del genere funzioni bene e sia leggibile e faccia quello che promette, quanto semplicemente giustificare il suo utilizzo. In sostanza: a che serve un lettore di ebook quando ci sono già i libri veri?

Ecco, io non sono certo pagato dalla Sony o da quelli che fanno l'e-ink, per cui non starò qui a convincervi (o a sconvincervi, se mi pagasse qualche altra società concorrente) dell'effettiva utilità di 'sti affari. Vi posso però dire per quale motivo io ho scelto di comprarne uno, e il motivo è anche fin troppo banale: l'ho comprato per leggere gli ebook.

Sembra un fatto ovvio, ma a leggere le vostre impressioni forse non lo è. Attualmente c'è una direi enorme produzione letteraria online, molti scrittori pubblicano racconti e romanzi sui propri blog, c'è una biblioteca sempre più vasta di classici rilasciati in pubblico dominio, (a gratis) e qualche autore famoso un po' più intraprendente rende possibile lo scaricamento gratuito di opere anche commerciali (uno per tutti, i Wu Ming... e vabbe' non è uno ma cinque).

Il problema, però, è che fino a oggi di tutti questi libri io non credo di averne mai letto uno (per quanto io abbia sempre spergiurato il contrario ^^). Leggere a schermo è fastidioso, stanca in fretta, e poi leggere seduti alla scrivania davanti al PC non è proprio piacevole come starsene sbracati in poltrona oppure sul letto. Stamparsi gli ebook invece è una gran rottura di palle, il formato A4 è comunque scomodissimo da leggere e senza stare lì a metterci anche una rilegatura di qualche tipo tocca leggersi i fogli spaginati che io personalmente trovo odiosi.

Io stesso distribuisco i miei ebook già da anni, e a fronte di migliaia di copie scaricate ricevo relativamente pochi commenti. Mi pare evidente che ben pochi scaricatori abbiano poi il coraggio e la pazienza di leggermi davvero, ma non tanto perché il testo non li attira (in fondo cliccarci per scaricarlo è già un segno di interesse) quanto perché non sanno come leggerselo.

E insomma, un lettore di ebook nasce per risolvere questo problema qui: come si leggono i libri elettronici? Ma con un lettore di libri elettronici, ovvio! Di molti testi in formato digitale non esiste una versione cartacea, oppure esiste ma è a pagamento (anche se io non amo molto questa cosa di scaricarsi tutto senza pagare niente, ma sto finendo in un discorso troppo più complesso che magari faccio un'altra volta) per cui il problema che il libro vero sia meglio o peggio di quello elettronico nemmeno si pone. Quello che mi chiedo io è se esisterà mai un vero successo editoriale che non sia passato per una stampa tradizionale: immagino che sia possibile, anche se adesso è decisamente troppo presto.

Tornando al lettore di ebook: ma funziona questo affare, oppure è una sola, come dicono a Roma? Ecco, di questo volevo parlare più avanti... al momento vi dico solo che in quattro giorni (di cui uno a capire come farlo funzionare) ho letto mezzo tre uomini in barca, tre o quattro capitoli di capitoli di Nevicata (il libro di Alex, che trovate qui), un pezzo di Alice nel paese delle meraviglie, un po' di Salgari e un ebook di un emergente di cui non dico titolo e nome perchè era orrendo.

Adesso finisco di leggere un po' delle cose che ho iniziato, e poi vi dico qualcosa di più.

Simone

È arrivato il mio ebook reader, e-ink, lettore di ebook, palmare anti accecamento o come caXXo si chiama.

Chi segue un po' la scrittura online avrà già sentito parlare di questi cosi, e nella mia veste di aspirante scrittore famoso emergente digitale non potevo non essere uno dei primi ad accattarmente uno.

Quelle che seguono sono le mie prime impressioni sul Sony PRS-505, quello che ho preso io... A revolutionary digital reading experience secondo quello che dice la casa produttrice.

Prezzo: dico subito che questi lettori in Italia ancora non si trovano. Io l'ho comprato su E-bay pagando 200 Euri il coso sopracitato e 35 euri circa di dogana. Il costo è altino ma tempo addietro avevo visto altri modelli che costavano tranquillamente il doppio... e comunque data la mia posizione credo che l'acquisto fosse quasi obbligato per cui a me sta bene. Ah, la spedizione è arrivata in una decina di giorni, insomma abbastanza liscio come acquisto dall'estero.


Ancora la scatoletta, ma vista da un'altra angolazione.


Il contenuto della scatola denota un certo... bo' fate voi: il lettore, un foglietto di istruzioni, un Cd e un cavetto usb. Il caricabatterie te lo compri a parte, o ricarichi il lettore attaccato al PC. La calcolatrice è mia non stava nella scatola!


Il lettore da vicino, se vedete è molto sottile e la custodia è efficace. Esteticamente direi che è ok.


Ecco il messaggio di avvio del lettore, che foto irrinunciabile!


La schermata di selezione degli ebook. Il coso in questione è anche un fantasmatico lettore MP3 con ben 200 mega (sì ho detto mega) di memoria interna, e sì ovviamente tutti noi vorremmo andare a fare jogging con questo affare in tasca. Per chiarire, il lettore prende anche schede SD e Memory Stick, per cui se volete altra memoria non ci sono problemi.


L'ebook più bello mai stampato. E lo so che non si stampano, gli ebook.


Un altro ebook che leggerò a brevissimo, qualcuno lo conosce 'sto tizio?


Ecco la prima magagna: se leggete un PDF impostato come foglio A4, i caratteri sono troppo piccoli e vi tocca leggerlo per sbieco (o chiedere all'autore vostro amico di mandarvi il file in un altro formato ^^). Chiaramente, i pdf non preparati per questi lettori sono TOTALMENTE ILLEGGIBILI per cui scordatevi di leggervi tutti i pdf che avete accumulato fino a oggi.


Un ebook impostato come si deve, evidentemente è ben leggibile. Il testo dal vero sembra un foglio di carta stampata e non uno schermo digitale, anche se lo sfondo grigiastro non è il massimo. Comunque l'immagine rende male: in realtà c'è un buon contrasto tra il testo e sfondo, che non è così scuro come appare in fotografia.

Per impressioni di lettura e un giudizio complessivo vi toccherà aspettare un po'!

Ciao!

Simone

Come correre ai ripari dopo aver scritto una cavolata.

Torniamo all'argomento della settimana scorsa (o di due settimane scorse, credo): state lavorando a un libro storico, tecnico o che comunque richiede determinate conoscenze, e per questo motivo correte il rischio di scrivere qualche frescaccia.

Abbiamo già parlato un po' di come sia possibile evitare di ritrovarci in questa situazione, principalmente studiando e facendoci aiutare da qualche esperto. Resta però l'ultima opzione: il libro (o il post) è stato scritto, stampato, inviato, editato, ristampato, trasportato e distribuito a tutti i lettori che vi seguono assiduamente (se mai voi ne avete)... e della stronzata che avete scritto ve ne accorgete solo in un secondo momento. O, peggio che mai, voi non ve ne rendete conto affatto, ma a un certo punto si presenta qualcuno che ve lo fa notare.

Vediamo allora qualche trucco per redimersi da questa situazione... fermo restando il fatto che questo è un post un po' per ridere e che non avete in realtà alcuna reale possibilità di scampo.

Come salvare la faccia dopo aver scritto una cavolata:

- Ammettete l'errore, e promettete di stare più attenti in futuro: ok, un sistema patetico ma efficace. Nessuno continuerà a insultarvi e a inveire su di voi se vi siete scusati e umiliati pubblicamente... ma certo nessuno vorrà più leggere il vostro libro. Insomma, evitatelo.

- Negate con decisione: questo in realtà è un sistema adottato dai maggiori autori di best-seller. Qualsiasi appunto vi venga fatto, voi dite che non è vero e che avete ragione voi, visto che vi siete documentati. In realtà non è vero niente e siete dei poveri mentecatti, ma a buona parte dei lettori la cosa andrà bene così e i vostri ammiratori prenderanno addirittura le vostre difese. Se non avete ammiratori, la cosa si complica un po'.

- Contro-incolpate chi vi critica, di qualunque cosa: se tirate fuori qualsiasi magagna del vostro detrattore, diventerà lui il nuovo centro dell'attenzione mentre i vostri errori scivoleranno in secondo piano. Esempio:

Lettore pignolo: guarda che la Rivoluzione Francese è avvenuta dopo la scoperta dell'America (le uniche date storiche che ricordo) non prima.

Scrittore ignorante: no! E tu allora, che sei andato con quelle prostitute?

Se ci fate caso, è un sistema comunemente utilizzato anche in politica e nei normali rapporti di lavoro.

- Cancellate il commento incriminato: se si tratta di un post del vostro blog ci vuole poco, e avrete risolto il problema. Se si tratta dell'articolo di un giornalista la cosa diventa complicata, ma qualcuno sa far sparire anche quelli.

- Riscrivete il testo, aggiungendo la correzione: possibile se è una cosa digitale, molto meno se è un libro stampato (anche se esistono le seconde edizioni). Sicuramente una gran rottura di palle, per cui io lo eviterei (se scrivessi cavolate, ovvio ^^). Al limite si può promettere ai lettori di correggere il testo in futuro, sperando che dopo un po' se ne dimentichino.

- Fate assolutamente finta di niente: se ignorate abbastanza coloro che vi criticano, questi si annoieranno e alla lunga prenderanno di mira qualche altro scrittore ignorante (credete davvero di essere i soli?). Funziona perfettamente anche con i commentatori anonimi, ve lo garantisco.

E infine eccovi il metodo migliore per eccellenza:

- Dite che lo avete fatto di proposito: qualsiasi errore, cavolata, baggianata, stupidaggine o vera e propria puttanata che abbiate scritto, basta dire che serviva ai fini della trama, a migliorare la storia o a trasmettere un particolare messaggio. A questo punto nessun detrattore avrà più nulla a a cui appigliarsi, i lettori a cui comunque il testo era piaciuto si sentiranno gratificati (ovviamente per loro era già ovvio che l'errore era voluto) e non dovrete muovere un dito per correggere nulla.

Qualcuno potrebbe etichettare questo comportamento come viscido, negativo, superficiale o semplicemente truffaldino... e in fin dei conti non è che gli si possa dare torto. In ogni caso, il termine editoriale corretto è: storia alternativa, o più semplicemente ucronia.

Simone

Non c'avete capito un cavolo: ecco come si diventa scrittori davvero!

C'ho messo un pochettino (svariati anni) ma alla fine ci sono arrivato anche io. Non è colpa di come scriviamo, dei cattivi editori, del mercato o di chi legge! Se come autori non abbiamo successo (o peggio nemmeno ci vogliono pubblicare niente) è colpa delle stupide idee preconcette di cui è impregnata la nostra mente di aspiranti scrittori.

Il sistema che più o meno tutti utilizziamo è il seguente:

Passione personale - idea - scaletta - scrittura - proposta all'editore - lunga attesa - fallimento.

La passione è quella che ci spinge ad (appunto) appassionarci a un genere e a voler scrivere cose analoghe.

L'idea è l'intuizione per il nostro romanzo.

Scaletta e scrittura riassumono ovviamente il lavoro di stesura del romanzo stesso di cui avevamo l'idea.

La proposta all'editore sarebbe l'invio del manoscritto a qualche casa editrice.

L'attesa e il fallimento sono il finale ovvio e scontato di qualsiasi progetto partito con questi malsani presupposti.

Ecco invece come scrivere davvero un libro e come presentarlo se vogliamo fare della scrittura una professione. Lo schema questa volta è il seguente:

Analisi del mercato - idea - proposta all'editore - scaletta e scrittura - invio all'editore - successo.

L'analisi del mercato consiste nel saper capire cosa si vende e cosa vogliono i lettori (che poi è lo stesso che vogliono gli editori).

L'idea sarebbe il vostro spunto per una storia che si inserisce nelle richieste del mercato. Tipo se va di moda il fantasy con gli gnomi volanti, scrivete un altro fantasy con altri fottuti gnomi volanti.

La proposta editoriale, che deve avvenire PRIMA della scrittura del romanzo e non a posteriori, indica semplicemente questo: voi telefonate all'editore e chiedete se sarebbero disposti a valutare un romanzo di un certo tipo e con una certa trama, specificando che in caso affermativo voi lo scriverete appositamente per loro.

Scaletta e scrittura è il meccanico e noioso lavoro di costruzione del prodotto libro necessario alla vendita di nuovi gnomi volanti.

L'invio all'editore è sempre lo stesso, fermo restando che trattandosi di qualcosa di costruito sul mercato e su richieste dell'editore stesso se non ve lo pubblicano sono proprio delle teste di cappero (anche se può sempre succedere).

Il successo finale non è certamente scontato, ma tutto rema già a vostro favore (in fin dei conti avete scritto un libro che la gente ha già piacere di leggere). Direi che un pochino potete sperarci.

Fine della storia. Siete scrittori professionisti! Certo, il vostro romanzo non ha più tutto questo fascino (almeno per chi sa come lo avete scritto ^^), non c'è il bello dell'invenzione, non trasmetterete nuove idee e non cambierete il mondo.

Che poi, in fin dei conti, è lo stesso discorso che vale per qualsiasi altro lavoro. Solo che invece che dire che fate l'avvocato, il medico o l'ingegnere potrete dire che fate lo scrittore.

Eh be'... volete mettere? ^^

Simone

Come evitare di scrivere boiate.

Ecco il naturale seguito del post precedente (quello sullo scrittore che scrive boiate, credo). Con l'abilità e il pressappochismo che solo un aspirante scrittore famoso può sfoggiare, eccovi una bella lista di consigli per evitare che il vostro scritto (racconto, romanzo, trattato, sceneggiatura o giustificazione per aver fatto sega a scuola) contenga inesattezze tali da farvi fare una figura di ridicola di fronte al vostro pubblico di lettori.

- Siate colti: ok, che consiglio idiota. Chiunque poteva arrivarci da solo, lo ammetto. Se vogliamo scrivere una storia che tratti un determinato argomento (mettiamo la rivoluzione francese), ci conviene documentarci come si deve ancora prima di iniziarne la stesura (e ancor meglio se ci documentiamo proprio sulla rivouluzione francese stessa).

Ma non è solo questo. Se siete persone acculturate, se avete studiato e sapete tante cose, sarà più probabile che non scriviate idiozie anche nel momento in cui correte il maggior rischio di farlo: quando cioè siete così convinti di essere ferrati su un dato argomento da non andare a controllare.

Lo so, è un po' arzigogoloso come consiglio, ma è una cosa che funziona anche nel lavoro di tutti i giorni per cui datemi retta. È più facile scrivere una cavolata su argomenti in cui ci sentiamo ferrati piuttosto che quando parliamo di cose che non conosciamo. Se dovessi parlarvi, che ne so, della maschera di Tutankhamon, certo del fatto di non saperne assolutamente nulla mi documenterei a fondo e non commetterei alcun errore (tipo inventarmi l'esistenza di piramidi che in realtà non esistono o cose del genere).

Il problema invece nasce quando parliamo di cose di cui ci illudiamo di essere al corrente, perché corriamo il rischio di ripetere luoghi comuni e inesattezze che qualunque esperto sarà in grado di individuare, sottolineare e soprattutto smentire pubblicamente.

Sapere di non sapere insomma è già una gran bella cosa, lo diceva già a suo tempo un tizio famoso... di cui però non faccio il nome perché ho paura di scrivere un'altra boiata.

- Trovate uno che ci capisce: a me questo post mi sembra tanto di averlo già scritto (si sta avvicinando sempre più il momento di passare ad altro, mi sa ^^). Comunque sia, se passate il vostro testo a un esperto, è probabile che questa persona si accorga degli errori e che ve lo faccia notare.

Il guaio qui è che gli errori potrebbero essere così grossi da non poter essere corretti se non riscrivendo il libro per intero... e in questo caso vi consiglio di fottervene e lasciare il tutto così com'è. I registi di Hollywood lo fanno sempre, perché non potete farlo voi? (Perché non lavorate ancora ad Hollywood, mi pare ovvio).

Altro problema è che l'esperto potrebbe non essere così esperto come millanta di essere (non avete idea di quanti esperti incapaci ci sono al mondo) e non accorgersi di eventuali errori o imprecisioni. In questo caso, però, potete anche stare allegri, perché avete preso due piccioni con una fava: non dovete correggere il vostro libro, e se avete anche qualcuno a cui dare la colpa!

- Sceglietevi l'argomento: adesso anche questa è una cosa banale, ma forse bisogna comunque dirla (anche perché se no il post viene troppo corto). Nel vostro lavoro di scrittori sconosciuti, nessuno vi obbliga a parlare di Mozart piuttosto che della civiltà di Atlantide oppure dei gatti randagi.

A meno che non stiate scrivendo qualcosa per cui avete firmato un qualche contratto che vi vincola a determinati argomenti, siete solo voi a decidere di cosa tratterà la vostra storia. A questo punto, perché dovete rendervi la vita difficile? Scegliete ambienti e situazioni che conoscete, così non dovrete documentarvi più di tanto. Certo, il romanzo finito sarà una palla... ma se come autori fate schifo nessuna ambientazione originale potrebbe comunque garantirci il contrario.

- Pagate qualcuno: ok, questo non potete farlo come scrittori emergenti (l'idea è di non guadagnare una lira, ma almeno nemmeno rimetterci troppo). Potreste però farlo se foste degli scrittori famosi, anche se non necessariamente lo fareste visto che non sareste necessariamente vincolati a farlo.

C'avete capito niente? Bene. L'idea comunque era questa: c'è una tipologia di scrittori (quelli ricchi, famosi e americani) che paga una sorta di gruppo di ricerca affinché gli prepari tutta la documentazione necessaria alla stesura di un determinato testo.

Già che ci siete, se pagate un po' di più troverete anche un povero sfi... ghost writer disposto a scriversi il romanzo al posto vostro. Io per esempio ho un ghost writer che aggiorna il blog... e sì, avete perfettamente ragione: mi sa che lo pago anche troppo ^^.

Simone

Le idee stupide che copiano tutti: il lavoro schifoso che viene descritto come se invece fosse chissà quanto bello.

Dopo un bel po' di tempo di assenza, torna la sezione del blog più amata da grandi e piccini. E oggi si parla di lavoratori e del loro ruolo nella narrativa, cinema o televisione. Pronti?

LE IDEE STUPIDE CHE COPIANO TUTTI:
Il lavoro brutto che pare bello (per riassumere il titolo troppo lungo).

Di cosa si tratta: avete presente un lavoro brutto? Tipo il vostro lavoro, o lo scrittore emergente, o l'ingegnere che sta tutto il giorno davanti al PC con un programma di calcolo programmato da schifo che gira lento e vi impalla il computer (i miei ultimi sei mesi di università, praticamente)?

Be', probabilmente ce l'hanno presente anche molti scrittori... ma in modo un po' diverso. Qualsiasi impiego, lavoro o professione riportato nella narrativa diventerà intrigante, pericoloso, pieno di gnocche che vi desiderano e soprattutto ogni giorno succederà qualcosa di interessante perché se no non avrebbe senso girare una nuova puntata.

Perché è un'idea stupida: fermo restando che ogni lavoro, anche il più umile o il più merdoso, ha la sua dignità, ci sono delle cose che gli scrittori danno continuamente per scontato ma che in realtà non hanno senso. Ed ecco finalmente l'elenco che aspettavate con ansia:

- Se sei una bionda alta due metri e con due tette da paura, il tuo sogno non sarà fare il bagnino.

- Sempre in tema bagnini, non tutti i giorni affogano dieci persone nel vostro fazzoletto di spiaggia, di solito non avete a disposizione sottomarini ed elicotteri e che dei terroristi cerchino di far detonare una bomba atomica nel vostro stabilimento è un'eventualità improbabile.

- Gli scenziati non sono fighi. Neanche uno di loro.

- Se salite in piedi sul banco durante una lezione, i vostri alunni non vi imiteranno ma anzi metteranno il filmato su Youtube per farvi licenziare.

- Se siete un matematico secchione e malato di mente, a 40 anni non avrete mai lo stesso fisico che avrebbe... che ne so: un gladiatore.

- Nessuna guardia giurata ha mai salvato il mondo (almeno che io sappia).

- Di solito gli archeologi passano ore sotto al sole a scavare metri di sabbia con un pennellino. Non hanno la pistola, mentre la frusta non saprei dire a cosa serva.

- Se fate il maggiordomo, raramente vi capiterà di lavorare per un supereroe.

- Una puntata di E.R. riassume gli interventi che in un pronto soccorso normale avvengono nel corso di un anno, solitamente durante il turno in cui voi siete smontanti.

- Qualche boxer o lottatore o combattente ha finito la sua carriera imbattuto, ricco e famoso. Tutti gli altri hanno solo preso un sacco di botte.

- Il cowboy è una professione affascinante perché la televisione non trasmette gli odori.

- A scrivere una storia con l'ingegnere figo nessuno ci prova nemmeno.

- In tutti i film i programmatori sono dei geni che aprono e riscrivono dei software nel giro di pochi minuti. Ma nella realtà non funziona davvero così: a capire come funziona un programma scritto da un altro ci metterete degli anni, aggiornerete degli aspetti grafici per turlupinare gli utenti e poi vi cambieranno progetto.

- Se per lavoro guidate tutto il giorno allora siete un autista, un camionista o al limite un tassinaro. Niente a che vedere con Supercar o il Gattiger, insomma.

- Scrivere è una rottura di palle, gli scrittori non sono estroversi e fighi e di bell'aspetto, non diventano ricchi e famosi col loro primo libro e nessuna ragazza vorrà fare sesso con voi solo perché siete dei romanzieri. Ai poeti invece capita spesso.

- Quando iniziate a lavorare a un nuovo romanzo non parte nessuna musica, non c'è alcuna dissolvenza e dopo un minuto sarete ancora tra la prima e la seconda riga. Non certo alla presentazione del libro.

Approfondimenti: il lavori più ridicoli che ho visto o letto fare nella mia storia di persona dotata di tempo libero sono più o meno i seguenti:

L'inventore: anche se poi la cosa si ripete anche nel mio nuovo libro (che dite, che c'entra la coerenza? ^^) andare indietro nel tempo è impossibile, o comunque non riuscirete a costruirete una macchina del tempo da soli e con pochi soldi.

Il killer buono o il pirata buontempone: poi ero io quello incoerente?

L'insegnante privato di cose assurde: ma qualcuno va davvero a ripetizioni di tecniche ninja, poteri mutanti, lingua italiana per italiani, lotta con armi sconosciute, tecniche di autocontrollo o scrittura creativa?

Il poeta: nessun poeta si è mai potuto permettere una villa, un appartamento e nemmeno una misera stanza in un appartamento condiviso, a meno che ovviamente non fosse già almeno benestante di suo ancora prima di iniziare a lavorare.

Ma allora così non vale.

Simone

Lo scrittore che dice le boiate.

Mi è successo proprio pochi giorni fa: avevo scritto un post bellissimo e intrigantissimo su Tutankhamon, ma ecco che un simpatico e gentile commentatore mi ha fatto notare che tra le tante cose giustissime e interessantissime che narravo nel mio testo, avevo purtroppo scritto una notizia non proprio corretta sul conto di questo personaggio. Cosa questa che qualche pignolo potrebbe definire col termine castroneria, o anche come più semplice ca...ntonata.

Per altri dettagli potete cercarvi il post in questione, mentre al momento mi interessa parlare un po' di questa cosa: si può scrivere una stupidata in un proprio testo? Quanto spesso capita, che rischi si corrono, come si può rimediare a una cosa del genere e soprattutto come la si può evitare?

Intanto, mettetevi l'anima in pace: il caro Stephen King in uno dei suoi libri (tre dopo mezzanotte... per rimanere in tema di cantonate ^^) parlava già di questo problema e citava degli errori grossolani effettuati da qualche suo collega scrittore meno famoso di lui (tutti gli scrittori che conosce King, immagino ^^). Il nostro amico autore di best seller stava ovviamente mettendo le mani avanti per un racconto sugli aerei contenuto nel libro in questione (argomento in cui non si sentiva troppo ferrato, immagino) ma comunque il problema c'è ed è evidente.

Chi fa il pane si infarina, e chi scrive tanto prima o poi dice pure una boiata colossale. E come già dicevo tempo addietro, il problema non è tanto aver scritto una cavolata in sé (questo lo faccio sempre) quanto quando qualcuno se ne accorge e ha anche la bella idea di farsi avanti e sputtanarvi davanti a tutti. Insomma, quanto è grave questa situazione?

Più che grave, direi che siete fottuti. Nel momento in cui i vostri lettori non credono più a quello che avete scritto, i vostri testi non valgono nulla e nessuno vorrà più leggerli. Ok, nel caso di un autore emergente questo era vero anche da prima, però adesso non potete più nemmeno lamentarvi di essere ingiustamente snobbati da tutti: i lettori vi snobbano perché siete dei cazzaroni, e non avete più nulla a cui appellarvi.

Che poi qualsiasi storia abbia una componente assurda, inventata o semplicemente implausibile è anche vero, ma è tutto un altro conto: una cosa è che vogliate coscientemente dire una stronzata spacciando la vostra ignobile invenzione narrativa per bella e realistica (tipo certi thriller storici famosi...) ma tutt'altra cosa è dire una cavolata senza rendervene nemmeno conto perché siete degli zoticoni ignoranti. Se non avete il controllo su quello che scrivete come scrittori valete pochino, c'è poco da fare.

In seguito vedrò magari di darvi qualche consiglio su come evitare gli errori e come eventualmente rimediare (qui credo che mi arrampicherò un pochino sugli specchi, però ^^). Per il momento però la conclusione è che sì, si può sbagliare ed è umano, però se lo fate il vostro libro potete anche mettervelo... in tasca.

Ma attenti a non sbagliarvi anche lì!

Simone

Il promemoria dello scrittore.

Finito il ponte, finite le vacanze e tutto il resto, butto giù qualche riga per ricordarmi cosa devo fare nel mio "lavoro" di scrittore e ripartire (si spera) con le idee più chiare.

- Finire la rilettura di quanto scritto finora del nuovo romanzo.

- Portare avanti il nuovo romanzo.

- Scrivere qualche post per il blog visto che non ho più materiale "pronto" (di solito scrivo 3-4 post tutti insieme e li pubblico un po' alla volta. I prossimi aggiornamenti potrebbero essere:

Lo scrittore che scrive boiate (in riferimento alla cantonata che ho preso nel post su Tutankomesiscrive).

Un assaggio di Primo Mazzini (il nuovo romanzo, se ancora lo avessi detto poche decine di volte ^^).

Qualche altro discorso su come o perché scrivere qualcosa di commercialmente più interessante (ipotizzando che io capisca qualcosa di commercio, questo è chiaro ^^).

Un altro capitolo delle idee stupide che copiano tutti che è da un po' che non ne scrivo. Le recensioni dei libri che non mi pubblicherebbero fanno invece parte del libro del blog che è finito per cui non ne scrivo altre. O forse è solo perché non ho letto altri libri ^^.

- Studiare meglio come riorganizzare, cambiare o chiudere e riaprire ex-novo il blog. Come dico da circa un anno mi sono un po' stancato di parlare solo di libri, ma si sa chi lascia la via vecchia per la nuova...

- Contattare altri editori, visto che finora i miei romanzi non se li è filati nessuno. Come diceva Alex in un suo post (sperando di ricordarmi bene ^^) inizio quasi a pensare che sia tempo perso.

- In questi giorni ho avuto un'idea molto interessante, per cui voglio studiare meglio se può andar bene per un racconto breve (speriamo) o per l'ennesimo romanzo (speriamo di no! ^^)

- Vedere se ho qualcosa di nuovo da mettere online. Il libro del blog che mi ha chiesto più di una persona non posso metterlo un po' perché in fin dei conti già c'è (è il primo anno di blog) e un po' perché con la pubblicazione ancora in ballo preferisco non fare cose strane che possano far incapperare l'editore.

- Iniziare a pensare a un'eventuale ennesima revisione di Mozart di Atlantide da mettere online una volta concluso il premio Urania. Pensavo di rivedere i dialoghi e magari riuscire a dare ancora l'ennesima accorciata a tutto quanto, ma come dicevo già tempo fa è un lavoro difficile da fare senza un editor che mi aiuti.

Mi pare di aver detto tutto, anche se sicuramente non è così. Insomma ci si vede da queste parti come al solito, e adesso sapete già che cosa aspettarvi. Speriamo che si vedano anche i risultati!

Simone