Un mio amico ha trovato lavoro!

Sì sì! Dopo anni che era disoccupato, finalmente ce l'ha fatta!

Adesso questo mio amico lavora per un privato, un imprenditore. Per il momento le cose non gli vanno benissimo, ma lui continua a dirmi di essere felice e di aver realizzato il suo più grande sogno... quello di lavorare!

Lo hanno preso con un contratto a progetto, e scaduto questo non si sa ancora se lo chiameranno di nuovo o se tornerà a fare il disoccupato. Ma tant'è, lui è sicuro che continueranno a cercarlo perché è bravissimo in quello che fa, e a certe cose per il momento non ci vuole nemmeno pensare.

Per ora, poi, il mio amico lavora gratis. Gli hanno detto che non sanno se potranno pagarlo, visto che non è detto che sia abbastanza bravo da meritarsi uno stipendio. Deve comunque ringraziare che lo facciano lavorare senza neanche chiedergli dei soldi, come invece accade spesso. Se le cose andranno bene, verso la fine dell'anno dovrebbero pagargli qualcosa. Certo, gli hanno già spiegato che non può aspettarsi di campare e di mantenersi solo con questo lavoro, ma lui spera comunque di potercela fare perché è convinto di essere speciale.

Adesso deve andare due giorni da Roma a Torino, per parlare del suo lavoro, e le spese sono tutte a carico suo. Il viaggio a Milano serve ad aumentare le possibilità che tra un anno gli diano qualche soldo, o che magari gli offrano un secondo progetto, per cui è naturale che spetti a lui pagare perché in fondo sta investendo su sé stesso.

Certo, a vedere le cose così come stanno, mi pare che non sia proprio un gran che 'sto lavoro che ha trovato il mio amico. Si potrebbe insinuare che questo imprenditore sia un po' stronzo, ma a dirla tutta anch'io farei la stessa cosa se la gente accettasse di lavorare per me gratuitamente, e in più trattandomi come un benefattore. È il mio amico che sbaglia, secondo me. Vuole tanto fare lo scrittore, ed è convinto che prima o poi diventerà ricco e famoso... io spero tanto che ce la faccia anche se, a dire la verità, a me st'amico mio mi sembra tanto un po' coglione...

Simone

L'età di Lulu... punto com!

O anche lo scrittore che si autoproduce.

L'auto-produzione è sempre vista con occhio negativo, in tutti i campi. Se fai da solo sei uno sfigato, c'è poco da fare, questo sembra pensare la maggioranza. Ma sarà vero?

Fatto sta che, accanto all'editoria tradizionale, si sta affermando un nuovo sistema di pubblicazione detto print on demand.

In parole povere: mandate il vostro libro a Lulu (o altri siti, poi vediamo) in formato pdf o quello che serve. Mandate una copertina, scegliete quanto volete guadagnare sulle vendite e il gioco è fatto. Se qualcuno vuole acquistare la vostra opera, il servizio provvederà a stampare la copia richiesta, inviandola all'acquirente.

Qualcuno vi dirà che così non vale. Per fare gli scrittori, dovete trovare un babbeo che tiri fuori i soldi e investa su di voi stampando mille copie tutte insieme col rischio di venderne 10, altrimenti siete degli autoproduttori sfigati e nessuno cagherà i vostri libri. Be' sì... ma anche no però.

Intanto, stampandovi il libro in questo modo, non finite nel giro di quegli editori che vi chiedono i soldi per pubblicare. Io c'ho provato (eh, le ho provate tutte ^^) e alla fine non mi pare di essere diventato così famoso. Se avessi usato Lulu, male che andava risparmiavo i soldi.

Poi c'è chi dice che gli editori selezionano le opere valide, mentre su questi servizi trovate di tutto. A parte che se fosse vero, entrando in libreria non ci vedremmo accerchiati da cataste di libri spazzatura che questi bravi editori selezionano. Ancora di più, i libri dei piccoli editori raramente brillano per qualità e contenuti... e non mi pubblicano lo stesso, si vede che sono proprio scarso ^^.

Come prima, se proprio devo pubblicare una schifezza, a questo punto col print on demand almeno con le poche copie che vendo incasso qualche cosa, per quanto poco. Si parla di percentuali attorno al 30% del prezzo di copertina, non il 5-7% degli editori cartacei.

Fino a poco tempo fa, Lulu aveva il grosso problema dei costi di spedizione. Trovandosi fuori dall'Italia, un libro costava più di spese postali che di stampa, aumentando il prezzo a un livello che poteva scoraggiare i già pochi lettori interessati all'acquisto. Effettivamente, a me già mi rode di pagare 10 euro per il libraccio di qualche amico che ha pubblicato e che sono costretto a comprare. Figuriamoci se con la spedizione me ne costa 18! Recentemente, però, non so cosa si sono inventati, ma l'invio di un libro costa 2 euro, che è certamente fattibile. M'immagino che arriverà in un mese ^^

Esistono dei servizi analoghi anche in italia, come boopen (a cui avrei dovuto chiedere i soldi per la pubblicità, immagino). A differenza di Lulu, Boopen è un servizio aperto da poco per cui ancora non ha tutti i formati di stampa e le opzioni che offre Lulu. Essendo italiano, poi, per fargli vendere i vostri libri dovete inviargli un contratto firmato, che qualcuno potrebbe trovare una scocciatura.

Io ci sto facendo un pensierino, e penso che tra non molto userò Lulu per la sindrome di Reinegarth. Se le vendite andranno bene (cioè, NO) lo userò anche per gli altri romanzi. Se le vendite andranno molto bene (cioè, molto NO), ci metterò anche il libro dei gatti prima ancora di cercare un editore.

Ovviamente, per sapere come è andata non vi resta che tornare a visitarmi... intanto inizio a fare il pianto greco implorandovi di comprarvi il libro (è così che si vende, no? ^^ Questo è l'argomento di un futuro post), che l'ho scritto io per cui è bellissimo... anche se nessun editore vero l'ha voluto pubblicare.

Simone

Link correlati:

Boopen.it

Lulu.com

Il nuovo magazine del P2P!

Sono contentissimo di presentarvi una nuova pubblicazione online dedicata al Peer to Peer, al Creative Commons, alle reti d'informatica, ai computer e insomma a tutto quello che ha a che vedere con nuove tecnologie e forme di comunicazione.

Eccovi un estratto della presentazione:

P2PForum Magazine.

Sono lieto di presentare a tutti gli utenti del p2pforum il primo numero di P2Pforum Magazine. P2Pforum Magazine nasce con l'intento di raccogliere i migliori articoli e approfondimenti scritti personalmente dagli utenti di P2P Forum Italia.

In questo numero

* Le Creative Commons - Come pubblicare le proprie opere in maniera libera e legale
* Guida per Windows pulito sicuro e veloce
* Vista – Linux - lo scontro finale: Davvero Windows Vista è l'unico Sistema Operativo possibile?
* I vantaggi di un computer MAC - Il punto di vista di un utente Mac
* Intel Core 2 Duo - Alla scoperta dei nuovi processori Intel
* Le difficoltà di un download libero e legale con il p2p


Link correlati:

Scarica P2PForum Magazine!

La prima stesura del libro dei gatti!

Oggi ho stampato per la prima volta il testo completo, dalla prima all'ultima pagina! Alla fine saranno un 160 cartelle... metà di Mozart e il doppio di Reinegarth. Sarà la volta buona? ^^

Qualche notizia in più: per il modo in cui l'ho scritto (sarà l'argomento della prossima puntata del corso di scrittura), non c'è molto da rivedere. Già adesso infatti si può leggere dall'inizio alla fine senza trovarci grossi errori e senza che manchi qualche pezzo. Non sono tanto sicuro di come filano le prime pagine, che temo mi toccherà riscrivere, ma per il resto direi che la prima stesura non dovrebbe discostarsi molto da quella definitiva.

Confesso inoltre che sono molto soddisfatto: rispetto ai tre romanzi che ho scritto in precedenzai mi pare più interessante (a chi non piacciono i gatti, in fondo? Sì, ne conosco qualcuno anch'io... ^^), più scorrevole, scritto meglio... l'ho già detto che ci sono i gatti? Insomma secondo me è un bel libro e spero che alla gente farà piacere leggerlo.

Grazie a tutti quelli che seguono il blog e che mi hanno incoraggiato nel lavoro. Spero che il libro piaccia soprattutto a voi (anche perché se vi fa schifo poi lo scrivete nei commenti ^^).

Adesso lo lascio lì per un mesetto, così quando mi ci rimetto sopra avrò le idee un po' più chiare. Come se non bastasse ho già in mente anche il prossimo libro... e forse dovrei parlare al plurale. Ma di questo ne parliamo dopo, vero? ^^

Simone

Link correlati:

Un pezzettino della prima stesura (è sempre lo stesso ^^)

Il GiraLibro di OperaNarrativa.

Vi informo di una nuova iniziativa che è in partenza sul portale OperaNarrativa. In sostanza, si tratta di una forma di scambio di libri, utilizzando come base il forum che trovate all'interno del sito. Qui sotto trovate una descrizione più dettagliata, e ovviamente il link.


OperaNarrativa presenta Il GiraLibro

Il portale OperaNarrativa è nato come conseguenza della smisurata passione per i Libri e tutte le attività svolte ruotano attorno a questo principio: la diffusione del libro, senza distinzione di generi e/o argomenti.

Proprio in questa settimana abbiamo deciso di fare nostro un meccanismo già sperimentato da altre realtà (in primis dal BookCrossing), nella speranza che l’amore per i libri sia accompagnato da una sempre maggiore diffusione dei testi che più ci hanno colpito.

Nasce così Il GiraLibro, una sorta di prestito “di garanzia” suggerito da voi lettori e a disposizione di chiunque sia alla ricerca di emozioni da condividere. Il meccanismo è molto semplice: basta che una persona decida di mettere a disposizione un proprio libro (per un numero di lettori prestabilito oppure “a perdere”) e che ci siano lettori interessati che si mettano in coda per il prestito… il GiraLibro ha così inizio!

Il tutto verrà gestito attraverso il forum di OperaNarrativa (dove trovate anche tutte le istruzioni!) e ogni GiraLibro sarà segnalato nelle schede del sito, caratterizzato da una vera e propria categoria.

Liberate quindi i libri che più amate, oppure quelli che voi stessi avete scritto. Il mondo è pieno di lettori avidi che aspettano solo i vostri consigli.

E non dimenticate mai: OperaNarrativa, il libro che cerchi, qui c’è!


Link correlati:

OperaNarrativa

Dieci piccoli indiani.

Dopo una breve pausa, torna la rubrica de I libri che non pubblicherebbero se li avessi scritti io, perché io non sono uno scrittore famoso.

DIECI PICCOLI INDIANI - Mondadori
Agatha Christie

La trama: Sapete, l'ho letto tanto di quel tempo fa che non me la ricordo più molto (alla faccia della professionalità ^^). Comunque, per un motivo che è solo una scusa per un libro pieno di omicidi, dieci persone si trovano bloccate in una villa su un'isola. Come da programma, qualcuno inizia a fare secchi tutti quanti uno dopo l'altro. Praticamente una specie di Alien, solo che non è nello spazio ma su un'isola e invece del mostro c'è l'assassino.

Recensione: Non è un caso che, su una decina di recensioni che ho scritto fino a oggi, questo sia già il secondo giallo (per di più dello stesso editore, se non sbaglio) appartenente alla categoria dei classici del passato. Scritti decenni fa, questi libri sono talmente attuali da contenere delle strategie narrative che vengono utilizzate con successo ancora oggi. In particolare, il giallo di Agatha Christie contiene un colpo di scena (non ve lo dico, dai, così ve lo leggete!) effettivamente magistrale, attorno al quale ruota l'intera storia.

Tutti restano di stucco sul finale del Sesto Senso, no? Be', la signora Christie queste cose le faceva cinquant'anni prima, senza tirare in ballo poteri paranormali o fantasmi. La difficoltà di questo genere di scrittura è che, basandoci su un unico colpo di scena su cui poggia tutta la trama, il rischio è di non colpire più di tanto il lettore con un'idea in realtà moscia, o peggio ancora di farsi scoprire in anticipo fallendo miseramente. Invece, leggendo Dieci piccoli indiani la verità ci passa davanti agli occhi (e va bene, è scritto in maniera tale che è impossibile arrivarci prima ^^) ma solo alla fine capiremo chi è l'assassino e che diavolo ha combinato.

Perché non me lo pubblicherebbero: Niente di più ovvio. Se scrivessi oggi Dieci piccoli indiani, e lo spedissi a qualche ignota casa editrice (i manoscritti inviati alle case editrici note vengono cestinati direttamente dal postino, così si risparmia un po' di lavoro), l'editore inizierebbe la lettura pensando di trovarsi di fronte a un Western con una tribù di nativi americani pigmei.

Dopo una decina di pagine si chiederà ma quando arrivano l'indiani? prendendo a sfogliare rapidamente le pagine successive. Non trovando traccia dei piccoli pellerossa a cui già si stava affezionando, cestinerà con non curanza l'intero manoscritto per poi andarsi a ubriacare amareggiato e deluso.

NOTA: In alcune versioni del romanzo, il titolo è anche: e poi non ne rimase nessuno. Che, effettivamente, fa davvero schifo.

Cosa abbiamo imparato: Il titolo del vostro romanzo è la prima cosa che l'editore leggerà (e forse anche l'ultima). Sceglietelo accuratamente.

Simone

Non lo fate leggere a Nessuno!

Non Nessuno il gatto, nessuno il lettore. Questa la capirete dopo, andate avanti... ^^

Avrete intuito che siamo arrivati alla quinta puntata del corso di scrittura, e ormai il nostro romanzo si avvicina alla sua inevitabile fine (il tritarifiuti dell'editore). Non preoccupatevi, però! Per i prossimi aggiornamenti vedrò d'inventarmi qualcosa, tanto per allungare il brodo. Così il nostro corso durerà ancora per qualche puntata (anche perché se no dopo sul blog che ci scrivo?)

Insomma avete scritto il vostro romanzo, rubando tempo allo studio, al lavoro e (cosa molto più comune) al sonno. Il vostro libro inizia a pagina 1 e termina a pagina X (speriamo sia almeno pagina XX - nel senso delle 2 cifre - se no è un po' scarso come romanzo) e contenuta tra questo inizio e questa fine c'è una storia. Ok (credete voi) è finita! E di certo morirete dalla voglia di farlo leggere a qualcuno.

Non fatelo, per carità! NON LO FATE LEGGERE A NESSUNO, SE NON È FINITO! Ma abbiamo appena detto che è finito, replicherete voi... e invece no, non è finito v'ho detto! Sarà anche vero che il libro l'avete scritto tutto, ma quella che avete portato a termine è solo la prima stesura, non il testo definitivo che potrete arrischiarvi a far leggere a milioni (magari) di parenti e amici.

Certo, uno scrittore alle prime armi si aspetterebbe un minimo di pietà almeno da parte dei lettori (dagli editori sappiamo già cosa aspettarci). Trovando un singolo errore di grammatica in un testo di centinaia di pagine e altrimenti perfetto, uno che legge dovrebbe pensare che si tratti di una disattenzione, ma al cento per cento penserà che siete degli ignoranti che non sanno scrivere in itagliano ma che chissà perché si sono messi in testa di fare i romanzieri. Allo stesso modo, nessun genitore o fidanzato/a vi perdonerà mai i seguenti errori, comunissimi nelle prime stesure:

- Personaggi con due nomi diversi, perché gli avete cambiato nome e poi ve ne siete scordati.

- Colpi di scena fondamentali al proseguio della trama... ma che capite soltanto voi.

- Personaggi che cambiano sesso. Come sopra... solo che questo, visto i romanzi che vanno oggi, potrebbe non essere un difetto.

- Errori di ortografia e grammatica che voi non havete visto ma che un lettore vedrà subbito. (Sì, lo so che questo l'avevo già detto ^^)

- Frasi che vorrebbero essere delle frasi molto scorrevoli ma che pur volendo esserlo, tanto scorrevoli non vi sono venute, e allora potreste riscriverle più scorrevoli, no?

- Come sopra, solo con comprensibili al posto di scorrevoli.

- Imprevisti assurdi che non potevate immaginare, ma che capitano regolarmente. Ad esempio nel libro dei gatti (quello che sto scrivendo, lo so ho rotto le palle ^^) c'è un personaggio che ho avuto la bella idea di chiamare Nessuno. Grazie a lui, nel libro vengono fuori di continuo frasi del tipo: Nessuno sapeva che nel cespuglio non c'era Nessuno o peggio Nessuno non voleva l'aiuto di nessuno. Roba che se solo sbaglio a mettere una maiuscola (cosa che effettivamente ho fatto varie volte), quando lo rileggo non ci capisco niente nemmeno io ^^

Forse con questo post non sono arrivato da nessuna parte... ma del resto si parlava di allungare un po' il brodo, o no? Nel punto 6 del nostro (anzi, mio!) eccitante corso di scrittura parlerò di come effettivamente si può (cercare di) correggere il nostro lavoro, dandogli una forma più leggibile.

Simone

Lo scrittore che fa le faccine.

Io chi ha inventato le faccine lo metterei in galera!

All'inizio era una buona idea, essenzialmente pratica: su Internet non si vede il proprio interlocutore, per cui con :-) ci si mostrava contenti, e con :-( incazzati. Poi la cosa ha preso piede a tal punto che, ormai, sui forum degli scrittori (capito, SCRITTORI - o sedicenti tali) la gente si esprime solo così:

Io :) non saprei XD se :-/ a qualcuno 8-| è piaciuto :-) il mio ;-> Racconto :-(

La cosa peggiore poi è che già sarebbe abbastanza tremendo così, ma le faccine dei forum non sono coi caratteri bensì coi pupazzetti degli smiles per di più animati.

Ma porca troia, io da bambino li disegnavo i pupazzetti accanto alle cose che scrivevo... e il maestro s'incacchiava pure! Come si fa a fare una discussione seria se la gente ti riempie di pupazzetti?

E c'è pure chi le usa nelle email, per cui tra poco non ci sarà più niente da fare, saranno ovunque. Ve l'immaginate il fisco che vi scrive con le faccine?

Per l'anno 2006 abbiamo rilevato un mancato pagamento d'IVA e bla bla bla... dovrà corrispondere una sanzione amministrativa pari a DUEMILAOTTOCENTO EURO... :-) E poi vi ci mettono la faccina che ride, capito?!

Oppure il dottore?

Mi dispiace :-O ma c'è un problema con le sue analisi... :-(((((((((((((((((((((((((

E ogni malattia avrà la sua faccina animata, e magari a seconda della gravità il dottore aggiungerà anche lo smiley della morte con la falce. Così è sicuro che avete capito.

Simone

Grazie a Claudecf per l'immagine, che ho preso da Flickr.com (non sono tanto sicuro che il link funzioni).

Link correlati:

Le faccine ascii.

Le faccine animate.

I gatti sono (quasi) tra noi!

Il libro dei gatti (è un secolo che ne parlo, non mi fate rispiegare tutto da capo) prosegue benissimo, al punto che nel momento in cui preparo questo post sto terminando di scrivere l'ultima parte. Tra qui e una settimana conto di averlo terminato... poi magari ci vorrà un mese, ma bene o male direi che ce l'ho quasi fatta.

Però non aspettatevi di leggerlo subito, perché a parte il fatto che tra finirlo e trovare un editore sapete già quanto ce ne passa, la fase di revisione richiederà un bel po' di lavoro.

Prima di tutto voglio aspettare un po' di tempo, così da rileggerlo a mente fredda (almeno un mese, se non addirittura dopo l'estate. Hemingway ha aspettato 1 anno per rivedere il vecchio e il mare, ma vabbe', so' mejo io).

Poi devo rendere più omogenea la narrazione, rivedere qualche personaggio e aggiungere delle piccole parti mancanti. Insomma, ancora ce ne vuole prima che possiate andarlo a comprare in libreria... eh se ce ne vuole ^^

Anche i gatti del quartiere sembrano più agitati del solito, ultimamente. L'altro giorno all'angolo del marciapiede sotto casa ce ne saranno stati cinque o sei (qualcuno gli avrà lasciato da mangiare), e mi parevano proprio quelli del libro! C'erano Gennaro, Fiocco di Neve, Napoleone... erano proprio loro, identici a come li ho descritti, e mi guardavano storto pensando eccolo, è lui, quello del blog! Addirittura Macchia si era arrampicato su una recinzione, e ci guardava dall'alto in basso come se gli stessimo tutti sulle palle... proprio come fa nel libro!

Poi, una sera, mi è capitato d'incontrare anche Nessuno (il protagonista). Nel romanzo è un cucciolo, ma adesso è diventato proprio un bel gattone. L'ho visto passare di corsa nel gradino tra il marciapiede e la strada, e impegnato com'era nelle sue faccende personali non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo. Era come se avesse chissà cosa di troppo importante a cui pensare, mentre io non ero altro che un oggetto che ingombrava la strada, come una macchina o un secchio dei rifiuti.

Non ci sono dubbi, era proprio lui.

Simone

Il lato oscuro della scrittura.

Milano Nera è un sito letterario dedicato interamente alla narrativa di genere giallo e noir. Non mi pare che sulla rete ci siano molte altre iniziative di questo tipo (almeno, non in italiano), per cui se vi piacciono i romanzi thriller e i polizieschi conditi da sparatorie e omicidi sono sicuro che vi farà piacere seguuire il link che trovate in fondo al post.


Come consueto, una brevissima presentazione tratta dalle parole di chi gestisce il sito:

MilanoNera è una rivista online dedicata alla letteratura di genere, una dolce prigione di libri.
Gialli, thriller, noir e polizieschi sono l'oggetto delle nostre chiacchiere dietro le sbarre. Buona lettura. Quasi dimenticavo: ricordate di depositare tutti gli oggetti metallici e le bibite sul nastro del metal detector prima d'entrare.
Il direttore dell'istituto di pena


Simone

Link correlati:

MilanoNera

Il libro bisogna scriverlo per davvero.

Voglio fare lo scrittore. Bello, eh? Sento di essere portato e di avere le carte in regola per diventare un futuro grande della letteratura. Ho un sacco d'idee meravigliose per racconti e romanzi, sta tutto qui nella mia testa e adesso... adesso non mi va tanto, di scrivere.

Ci stanno i Simpson alla TV (se avete SKY, i Simpson ci stanno SEMPRE), hanno aggiornato il mio sito preferito (che è il mio, no? ^^)... poi domani sono stanco che ieri ho lavorato, mentre dopo devo andare a comprare il regalo per il compleanno della sorella di quella che mi piace per cui devo pensarci bene per fare belle figura. Insomma che posso farci? Non è colpa mia! Io sarei un grande scrittore, se solo avessi il tempo!

Questa è la scusa più patetica in assoluto. Il tempo per scrivere, chi voleva farlo, l'ha sempre trovato. La verità è che, quando si passa all'atto pratico, scrivere è effettivamente un lavoro faticoso, ed è sempre facile trovare una scusa per posticiparlo. Solo che, per quanto riguarda il lavoro vero, alla fine c'è sempre qualcuno che ci costringe a farlo. Fare gli scrittori invece, se non siamo noi stessi a darci le frustate quando battiamo la fiacca, è un'attività che può essere rimandata all'infinito.

Anch'io faccio così. Passo giornate intere davanti al PC, con l'intenzione di andare avanti col libro dei gatti, ma poi senza nemmeno accorgermene mi ritrovo su Internet e tra siti con le donnine, chat, blog, forum e giochetti alla fine è passata un'altra giornata e i miei gatti stanno ancora lì a grattarsi il sedere, fermi dove li ho lasciati. Domani mi ci metto d'impegno, mi dico, ma poi succede sempre la stessa cosa, i tempi si allungano e la fine del romanzo sembra non arrivare mai.

Personalmente, poi, trovo che riprendere a scrivere sia uno sforzo non indifferente, specie quando mi trovo in punti cruciali della storia con dei passaggi che non sono sicuro di saper ben descrivere. È però vero anche il contrario, e cioè che una volta iniziato e aver scritto le prime righe, il testo inizia a venir fuori in maniera molto più scorrevole.

Ecco allora qualche trucco che ho appreso nella mia decennale esperienza di scrittore emergente: come sempre, vi avviso che se seguite per filo e per segno tutto ciò che vi dico, finirete con lo scrivere un romanzo che non pubblicherà nessuno ^^

- Scrivete una frase, tanto per scriverla, sperando che dia il via.

- Tenete un blog, tanto per scrivere qualcosa e tenersi allenati. Attenti che con il blog il rischio è quello di non scrivere nient'altro.

- Interrompete il lavoro del giorno precedente lasciando una frase o un capitolo a metà. In questo modo avete già qualcosa con cui ripartire, col rischio però che dopo una settimana non vi ricordiate più di cosa volevate parlare.

- Leggete il mio post sul blocco dello scrittore (in cui bene o male dicevo le stesse cose ^^)

- Ammettete con voi stessi che, se non iniziate mai, forse scrivere non vi piace così come credete, e passate ad altro. Se doveste addirittura rendervi conto di odiare letteralmente la parola scritta, questo vuol dire che nell'intimo del vostro spirito non siete in realtà degli scrittori, ma degli editori. Se questo è il caso... valutate anche autori emergenti? Perché se così fosse vi mando subito qualcosa...

La prossima volta ancora non lo so (devo ancora pensarci... e scriverlo!). Comunque qualcosa su come correggere quello che abbiamo scritto

Simone

Link correlati:

Come superare il blocco dello scrittore.

Una cosa importante.

Oggi è un giorno strano.

Stamattina ho acceso il PC, ho aperto il contatore del blog e, come faccio sempre, ho guardato cosa stavano cercando i visitatori del sito che Google ha indirizzato verso la mia pagina. Mi è apparsa una lista del genere:

- Mattatoio N°5

- Kurt Vonnegut

- Libri Vonnegut

- Mattatoio numero cinque

- La crociata dei bambini


Inutile dire che, quando sono passato al sito dell'ANSA, sapevo già che notizia aspettarmi.

Ed è così da questa mattina, è un continuo. Penso che per domani avrò raggiunto almeno 200 accessi di persone che non conoscevano questo autore, e utilizzando Internet per informarsi finiscono col trovare ME.

La cosa mi ha fatto riflettere. Prima di tutto, mi sono detto che avrei voluto scrivere un post migliore sul libro di Vonnegut. La gente lo trovava in un'occasione tanto importante, ma io cosa ho scritto? Che avevo da dire?

Allora ho pensato che dovremmo sempre scrivere aspettandoci di essere letti in un'occasione speciale, perché poi non sappiamo dove andranno a finire le nostre parole e i nostri pensieri.

Ancora, mi sono detto che con la morte di Vonnegut se ne va un altro dei tanti testimoni della Seconda Guerra Mondiale. Piano piano, col passare degli anni, non resteranno più persone che hanno vissuto certe storie e certi drammi, ma solo i libri scritti da chi ha avuto il desiderio di mettere su carta le proprie esperienze. I libri raccontano la nostra storia, quello che siamo e quello che proviamo come esseri umani. Questo ho pensato. E mi sembra una cosa importante.

Simone.

Link correlati:

Il mio post su Mattatoio N.5

La notizia dell'ANSA

Spigoli e culture.

Vi presento un (quasi) nuovo sito dedicato all'arte e alla letteratura che (mi sembra) è già molto fornito di materiale interessante. Questo Spigolature si presenta come un portale che unisce diversi progetti che a loro volta spaziano tra numerose discipline, e nell'invitarvi a visitarlo vi lascio un'estratto della loro presentazione.

Intendiamo esprimere i nostri spigoli vivi ossia quei punti -quegli aspetti - che in modo più o meno diretto, riteniamo essere i nodi cruciali e sintetizzanti della nostra voglia di comunicare; del nostro sentire la cultura priva di aggettivi identificanti e limitanti; del nostro voler condividere opinioni, idee, progetti…

Simone

Link correlati:

Il sito Spigolature

Il signore degli anelli.

Il libro fantasy più famoso, considerato il maggiore punto di riferimento del genere, completa finalmente il suo percorso di opera immortale approdando nella mia rubrichetta dedicata ai libri che nessun editore pubblicherebbe se fossero opera di un autore emergente.

Una precisazione: il romanzo di Tolkien è tutt'altro che il mio libro preferito. Se siete di quelli che credono che questo romanzo dovrebbe trovarsi nelle camere d'albergo e che al posto delle sedie comprano copie aggiuntive della trilogia in versione integrale (tanto per sedersi va bene uguale) andate avanti a vostro rischio e pericolo, io vi ho avvisati.

IL SIGNORE DEGLI ANELLI - Bompiani
J.R.R.Tolkien

La trama: C'è questo tizio troppo cattivo (Sauron, mi pare) che deve a tutti i costi conquistare e distruggere il mondo. Uccide la gente per hobby, picchia i bambini, fa pipì senza alzare la tavoletta e poi ride di gusto nel guardare il casino che ha fatto. Per distruggere il mondo, forgia degli anelli magici che regala un po' a tutti, unitamente all'Unico Anello il cui possesso decreterà il controllo totale sull'Universo. Questo ovviamente vale solo se l'anello se lo mette Sauron, perché tutti gli altri quando lo indossano diventano invisibili e cadono preda di un grave esaurimento nervoso.

Succede insomma che gli hobbit (dei brutti nanetti) trovano l'anello, perché quello scemo di Sauron se l'è perso. Il mago Gandalf spiega ai nanetti che l'Unico Anello va distrutto buttandolo dentro un vulcano che, guardando sulla mappa che trovate all'inizio del libro, sta esattampente dalla parte opposta del loro villaggio (che sfiga!) Data l'importanza di tale compito, per questa operazione vengono scelte solo sette persone che dovranno andare fino al vulcano a piedi e senza l'aiuto di nessuno.

Recensione: Il romanzo di Tolkien è scritto meravigliosamente. Potete facilmente perdervi tra le sue pagine, affondando in un mondo immaginario unico e affascinante. Il mondo della Terra di Mezzo ha influenzato talmente tanto l'immaginario collettivo che, da questo libro in poi, c'è un filone letterario che si basa su libri suddivisi in tre parti, ambientati in mondi fantastici e abitati da creature più o meno identiche a quelle inventate dal professor Tolkien.

Il bello del libro è proprio questo: la sensazione di perdersi in un mondo diverso dal nostro, sprofondando nelle pagine che lo descrivono.

Si dice inoltre che il signor Tolkien scrivesse queste storie per leggerle ai suoi bambini. Tenero, no? No! Quello che non vi hanno detto, è che J.R.R. comesichiama queste storie ai figli gliele leggeva eccome, ma per punizione! Sei stato cattivo, adesso vai in camera tua che poi vengo su e ti leggo Il Signore degli Anelli! E il ragazzino lì a piangere, disperato.

Questo libro è lungo 1400 pagine, di cui 1350 contengono descrizioni. Ho capito che è bello, ma a volte è così bello da essere intollerabile. La scena tipo del romanzo, la struttura che si ripete più spesso, è la seguente:

- Descrizione generica di un'ambientazione (una trentina di pagine).

- Lista di nomi lunga 5 pagine di cui a nessuno fregava nulla.

- Finalmente arrivano gli hobbit (i protagonisti della storia) e parlano tra loro. Regolarmente un hobbit piagnucola di qualcosa (qualche mostro non morto che sta per divorarlo, ad esempio), e gli altri lo consolano. Questo dura dalle venti alle quaranta pagine.

- Gli hobbit affrontano il pericolo sfuggendo alla morte in maniera improbabile. Questa parte sarebbe divertente, e infatti dura poco (una decina di pagine).

- Arriva qualcuno che non c'entra niente (tipo un albero che cammina) e che parla di cose a cui non frega niente a nessuno (trenta pagine).

- Gli hobbit si fermano a mangiare e a cantare (magari in lingue incomprensibili che il lettore non può leggere). Tutti parlano dei cazzi loro, poi mangiano e cantano di nuovo (quaranta pagine).

Perché non me lo pubblicherebbero: Mi pare sia ovvio: ok, lui è Tolkien e la gente se lo legge lo stesso perché si aspetta che prima o poi arriverà qualche bella battaglia e il romanzo si farà più appassionante (come in effetti accade). Ma se fosse il libro di un emergente?

Di solito, se già l'incipit non fa intendere che quello che segue sarà divertentissimo e interessantissimo, è difficile che l'editore vada avanti. Inserite poi cinque pagine di nomi e una poesia senza alcun senso che il lettore deve sorbirsi, e saprete già che brutta fine farà il vostro romanzo.

Cosa abbiamo imparato: Ma se già è tanto difficile farsi pubblicare un libro solo, anche corto, come accidenti vi viene in testa di presentarvi a una casa editrice con un romanzo suddiviso in tre libri di 500 pagine l'uno?

Simone

L'estratto del gatto che cadde dal Sole.

L'esgratto, magari? Vabbè... l'avevo promesso, per cui finalmente eccovelo qui dentro all'uovo di Pasqua (tra l'altro, auguri!)

Rileggendo il testo, prima di riprendere la scrittura, ho trovato un paio di brevi capitoli in successione che sono abbastanza finiti, non contengono informazioni che rovinino l'eventuale lettura del romanzo completo e (spero) dovrebbero lasciare il lettore con la voglia di leggere qualcosa di più.

L'estratto è indicativo di quella che (spero) sarà l'atmosfera di alcune scene del romanzo vero e proprio. Non è invece assolutamente indicativo della storia, visto che non compare nessuno dei gatti adulti, ma solo i cuccioli (tra cui ovviamente il protagonista), e di quello che succede prima e dopo si capisce poco o niente. Avrebbe forse avuto più senso proporre l'inizio del romanzo, ma ancora non sono convinto di come scorre tutta la prima parte (mi sa che mi toccherà riscriverla) e non mi sento di farvela leggere.

Riguardo al testo vero e proprio, ho paura che i nomi possano generare un po' di confusione (cosa che sta diventando una mia prerogativa ^^). Se proprio non vi piacciono fatemelo sapere, e vedrò di rimetterci le mani. Magari possiamo anche aprire una specie di votazione sul blog, ne riparliamo più avanti.

Infine, un ringraziamento a Gabriella Saracco che mi ha aiutato a rivedere la bozza prima di metterla online!

Simone

Link correlati:

Il gatto che cadde dal Sole (estratto)

Il libro come oggetto di cultura. O quasi.

Eccoci al terzo atto della mia famosa (??) guida alla scrittura.

Perché la gente, dentro casa, tiene sempre una libreria? Perché ci piace esporre tutti i romanzi, le raccolte di poesie, i trattati e qualsiasi altro testo in nostro possesso (anche se magari non lo abbiamo mai neanche sfogliato?)

Facile, ovviamente. Perché quando qualcuno viene a casa a trovarci, facciamo la figura di quelli acculturati. Più libri ha la nostra biblioteca, e più i nostri amici assumeranno che siamo persone dall'intelletto fine e dall'animo nobile, stimandoci di conseguenza. Più i nostri libri sono grossi e noiosi, poi, e più appariremo intelligenti. È una legge di natura, tutto ciò che è più grande riscuote maggiore successo, e non c'è niente che sfugga a questa regola.

I libri, insomma, contengono cultura. Un romanzo è un concentrato delle idee e delle esperienze di vita dell'autore. Da un libro, in parole povere, possiamo imparare. Ok, fin qui è ovvio: prima di parlare di qualcosa, è necessario documentarsi, fare ricerche e studiare, così da presentare i nostri argomenti conoscendo a fondo (più o meno) quello di cui stiamo trattando.

Ma non è di questo che voglio parlare. Se avete una cultura più elevata, anche i vostri contenuti si eleveranno di conseguenza. È vero che ci sono grandi scrittori che erano operai e non avevano neanche terminato le scuole, ma sicuramente prendere una laurea, imparare un'altra lingua, suonare uno strumento e tutto quello che vi viene in mente vi darà una visione del mondo più ampia che si rifletterà su quello che scrivete.

Ricordatevi che uno scrittore deve dire alla gente qualcosa di nuovo, oppure mettere in luce delle cose che sono sotto gli occhi di tutti ma che, in qualche modo, sono sfuggenti e rimangono nascoste. Se la vostra cultura è solo quella di massa, se ripetete a pappagallo le cose che dicono al cinema o alla televisione, a cosa serve mettersi a leggere proprio voi, tra tanti?

A mio avviso (ma qui andiamo molto sul personale, per cui non vi chiedo di darmi retta), è meglio spaziare il più possibile. Conosco un sacco di aspiranti scrittori che studiano lettere, leggono libri per scrittori, frequentano siti per scrittori e vanno in vacanza nei posti per gli scrittori (che ne so, ci saranno ^^). E basta, ma che palle! Certo, se nei vostri libri volete parlare di un aspirante scrittore iscritto a lettere e che a l'hobby della lettura lo descriverete benissimo, ma forse qualche esperienza più variegata potrebbe aiutarvi a inventare anche un secondo personaggio, non studente e non scrittore, che abbia comunque qualcosa da dire.

Ammazza, che predicozzo... sono stato pesante? Spero di no, anzi a rileggermi mi sono auto - interessato, e spero di aver coinvolto un po' anche voi ^^ La prossima puntata qualcosa tipo:

Punto 4: Il libro bisogna scriverlo per davvero.

Simone

Come ottenere infiniti accessi al vostro sito.

Non dico molti accessi, un bel po' di accessi o solo qualche accesso in più del solito. Intendo proprio infiniti click diretti alle vostre pagine, una quantità oggettivamente illimitata. È facilissimo, basta usare questo trucchetto che ho appena inventato. Avrete bisogno di:

- Un sito e/o un blog (tipo, che ne so, IL MIO)

- Una pubblicazione elettronica che parli di voi e del vostro lavoro (tipo IL NUMERO DI MARZO DELLA GAZZETTA DEL PIRATA)

A questo punto, vi basterà linkare dal vostro sito la succitata pubblicazione che contiene il vostro link, e il gioco è fatto: avete creato un loop infinito di link che portano alle vostre pagine! I vostri visitatori clikkeranno sulla pubblicazione (in questo caso La gazzetta) ritroveranno al suo interno il vostro link e tramite questo torneranno a visitare il vostro sito che, ancora una volta, li spingerà a clikkare sulla pubblicazione che parla di voi.

Rimasti irrimediabilmente imbrigliati in questo inestricabile intreccio di link, i poveri utenti continueranno a clikkare e clikkare in cerca di una via d'uscita (che in realtà non esiste), aumentando all'infinito le cifre del vostro contatore.

Inutile dire che, a questo punto, se per qualche motivo desiderate diventare anche infinitamente ricchi, vi basterà aggiungere alle vostre pagine qualche banner di tipo pay per impression (uno per ogni infinità di denaro che desiderate). Magari vi daranno 10 centesimi ogni 1000 visite, ma grazie ai vostri infiniti accessi sarete presto possessori di una ricchezza inesauribile.

Simone

Link correlati:

Il numero di Marzo della Gazzetta del Pirata (Link Rapid Host)

Il forum della Gazzetta del Pirata

Un altro emergente in libreria!

Siamo in tanti a provarci, ma fortunatamente ogni tanto qualcuno riesce anche a fare quel passo in più, trovando finalmente un editore disposto a pubblicarlo.

È questo il caso di Umberto Maggesi che, dopo la classica gavetta su Internet tra blog, forum e siti letterari, arriva in libreria con il suo Nhan Bu. Ecco un estratto dalla presentazione:

Nhan Bu - Gruppo Ugo Mursia Editore
Di Umberto Maggesi

Romanzo ambientato nel Vietam del XIII secolo, racconta la storia di Bu, giovane orfano che sogna di entrare in una scuola di arti marziali. Una strada impegnativa che lo metterà di fronte a numerose prove, in una nazione che sta per essere invasa dal più terribile esercito che la storia abbia mai visto.

Una presentazione del romanzo si terrà inoltre Mercoledì 18 aprile ore 18,00 presso la libreria Mursia - Via Galvani, 24 Milano (angolo Viale M.Gioia). Nell'ambito della presentazione del libro, si terrà inoltre una dimostrazione di Qwan Ki Do, arte marziale sino-vietnamita.

Link correlati:

Il sito di Umberto Maggesi

Mattatoio N.5 o La crociata dei bambini.

Parlare del romanzo di Kurt Vonnegut non è il massimo per incrementare gli accessi al sito. Ben pochi saranno infatti in grado di scrivere correttamente il nome dell'autore, finendo così su qualche sito porno (come succede sempre quando sbagliate a scrivere qualcosa su Internet).

Per i pochi che ce la faranno, vediamo un po' di cosa parla questo libro e per quante e quali ragioni difficilmente lo pubblicherebbero a uno scrittore emergente.

Mattatoio N.5 o La crociata dei bambini - Universale Economica Feltrinelli
Kurt Vonnegut

La trama: Ecco, fosse facile. Il romanzo è parzialmente autobiografico, anche se l'autore non è il proragonista della storia visto che lo incontriamo come semplice comparsa in un passaggio del libro. Insomma c'è questo protagonista che partecipa alla Seconda Guerra Mondiale, viene arrestato dai tedeschi e finisce in un campo di prigionia per poi assistere al bombardamento che rase al suolo Dresda uccidendo trecentomila persone.

L'aspetto che caratterizza il libro è che il protagonista viaggia continuamente avanti e indietro in vari momenti della sua vita (non si tratta di ricordi, ma di veri viaggi nel tempo), viene rapito dagli alieni che lo espongono in una specie di zoo (!!), è l'unico superstite di un disastro aereo (o così mi pare di ricordare) e chi più ne ha più ne metta.

Recensione: Mattatoio numero cinque non è un vero romanzo di fantascienza, ma un libro di guerra travestito da romanzo di fantascienza. Kurt Vonnegut (ma lo scriverò bene almeno io?) ha detto che, dovendo parlare di un avvenimento così drammatico come il bombardamento di Dresda, non sarebbe riuscito a farlo in altro modo se non in questa maniera surreale con continui riferimenti fantascientifici.

Ecco allora nascere questo strano accostamento tra l'assurdo letterario (ad esempio gli alieni che osservano per anni il protagonista rapito e tenuto nudo sotto una cupola di cristallo) e l'assurdo storico della guerra, fatta di bombardamenti, deportazioni e campi di concentramento.

Il risultato è un testo certamente diverso da tanti altri libri che trattano gli stessi argomenti. Impossibile dire se valga più o meno di molteplici altre testimonianze della guerra che troviamo in letteratura. Sicuramente però è un testo che non può lasciare indifferenti, e in grado di ricordarci ancora una volta come attraverso gli occhi della fantascienza sia possibile discutere e analizzare la realtà del tempo in cui viviamo.

Perché non me lo pubblicherebbero: Il libro inizia ai giorni nostri (o quasi) per poi catapultarci nel mezzo della guerra e successivamente portarci lontano nello spazio, e poi ancora chissà dove. Non c'è un vero filo conduttore in questi salti spazio-temporali, ma solo un repentino cambio di ambientazione che ci conduce da un posto all'altro attraverso le diverse esperienze del protagonista.

Qualcuno potrebbe dire che il libro di Vonnegut è un'opera d'arte, e come tale vada apprezzata per il messaggio che vuole trasmettere. Un editore direbbe invece che saltare di palo in frasca senza una particolare ragione apparente è un errore, perché di solito gli altri libri non sono scritti così per cui farlo è sbagliato, a priori e senza possibilità di appello.

La Seconda Guerra Mondiale, poi, è un argomento troppo poco fantasioso per un romanzo che vuole essere di fantascienza. Bisogna necessariamente aggiungere robot senzienti, bombardamenti spaziali e - cosa fondamentale - almeno un personaggio con la spada laser che cambia colore a seconda che sia buono o cattivo.

Cosa abbiamo imparato: Se volete uscire dal seminato e non seguire pedissequamente le regole della narrativa, fatelo col vostro SECONDO romanzo.

Simone

Link - NON - correlati:

Ricordo che è disponibile la nuova versione di Mozart di Atlantide.

La lista della spesa.

Se a qualcuno interessa (spero di sì), ecco gli ultimi aggiornamenti:

- Mozart di Atlantide, nella nuova versione, é stato scaricato una cinquantina di volte dal sito e non so quante volte (ma penso di più) via P2P. Il numero piuttosto basso è dovuto al fatto che non ho ancora mandato una presentazione in giro per siti letterari, per cui gli unici a sapere dell'esistenza di questo ebook sono i frequentatori del Blog e dei forum P2P.

- Ho ricevuto nuove risposte negative per entrambi i romanzi (Mozart e Reinegarth) da Perrone Editore, Alacràn Edizioni e un altra casa editrice che adesso non ricordo. Gli unici ad articolare un po' i rifiuti, invece di mandare le solite risposte pre-stampate, sono quelli della Perrone (che per scelte editoriali non pubblicano fantascienza).

Cose da fare:

- Spedire a tutti i siti che conosco una presentazione di Mozart di Atlantide.

- Stampare quello che ho scritto finora del libro dei gatti (già fatto), rileggerlo e andare avanti.

- Preparare la solita rassegna mensile degli aggiornamenti del blog, da mandare ai soliti siti.

- Aggiornare il blog.

- Lavorare ^^

- Provare a organizzare un reportage fotografico sui gatti di Torre Argentina.

Simone