Bisogna avere una storia.

Andiamo avanti con la seconda puntata della mia - se così si può chiamare - guida all'ideazione e stesura di un romanzo. Vi ricordo che queste non sono regole incise nella pietra ma semplici riflessioni personali unite ad alcuni consigli di carattere pratico. In realtà, in rete ci sono persone molto più qualificate di me a parlare di queste cose, ma visto che facendo una ricerca avete trovato me vi toccherà accontentarvi. Per eventuali dubbi o perplessità, non esitate a lasciare un commento.

Punto 2: bisogna avere una storia.

Ci sono degli autori (anche bravi) che scrivono semplicemente sedendosi alla scrivania, e tirando fuori quello che viene. Dopo tot pagine decidono che il tutto forma un romanzo, rivedono e correggono l'intero lavoro e lo mandano al proprio editore (se ce l'hanno, ovvio ^^) Capita spesso che libri scritti in questo modo vengano pubblicati, si vendano, piacciano e l'autore vada avanti una vita intera scrivendone un'infinita tutti allo stesso modo.

E vabbè, quelli sono altri autori (magari quelli bravi), mentre qui invece parliamo di me. Io non credo in questo modo di scrivere. A parer mio, un libro nasce da idee, immagini e pensieri che prendono molto lentamente corpo in una storia. Per tirare fuori una trama da uno spunto che sembra interessante ci vogliono anche anni, mentre se tutti scrivessero quello che viene non esisterebbero tutti quei romanzi che contengono un messaggio ben preciso. Pensate se Orwell avesse scritto a seconda di come gli girava quando si siedeva alla scrivania, e 1984 magari finiva bene perché quel giorno era contento. Oppure a tutti quei gialli o thriller dove alla fine si scopre qualcosa che avevamo avuto sotto il naso per tutto il tempo... immaginate Hitchcock che, durante l'ultimo giorno delle riprese, salta su e grida: che idea! Facciamo che la madre è lui vestito da donna! Necessariamente, quando questi autori hanno messo mano alla tastiera (o alla penna, se il testo è di qualche tempo fa), avranno avuto ben chiari in mente anche quei nodi della storia che, pur essendo rivelati solo alla fine, ne influenzano l'intero scorrimento.

Mi contraddico subito, dicendo che io non faccio mai degli schemi precisi, perché semplicemente non riesco a seguirli. Quando inizio un libro ho pronti i personaggi, di cosa parla la storia, alcune scene importanti e il finale, e mentre scrivo mi muovo a tappe, strisciando faticosamente tra due punti della storia già sviluppati. Quando ho iniziato il libro dei gatti sapevo già di cosa dovevo parlare (di gatti, appunto ^^), e avevo bene in mente tutta la parte iniziale, il finale e alcuni personaggi. Andando avanti ho cambiato varie cose, ma i punti fissi con cui ero partito sono rimasti sostanzialmente invariati.

Mi chiedo se anche chi dice di scrivere di getto non faccia allo stesso modo, magari senza rendersene conto. Ha una storia già delineata in mente, ma la scrive senza star lì a farsi troppe pippe mentali. Per saperne di più, vi consiglio di chiederlo a loro ^^

La prossima volta, qualcosa del tipo: 3) Il libro come oggetto di cultura. O quasi.

Simone

6 commenti:

Anonimo ha detto...

beh si che deve esserci...dal mio punto di vista non saprei nemmeno spiegarti per bene come si sviluppa tutto...semmai ne parleremo via mail :O cmq attento che potresti offendere qualcuno tipo David Lynch, mica cose da poco, ghgh :P

Anonimo ha detto...

O Stephen King. Tanto per fare una citazione culturale, vi ricordo una puntata dei Griffin, in cui Stewie paragona un pupazzo clown a IT, e c'è un flashback in cui King propone all'editore una storia campata al momento, con una lampada e una scrivania... Ecco, lui ci riesce e noi no? Ma che siamo più scemi di lui? ^^

Anonimo ha detto...

puntata grandiosa... :D io sinceramente sfrutto entrambi gli stratagemmi...almeno credo...ok ne parleremo un'altra volta, ora devo trovare un modo per sfamarmi... :O

Anonimo ha detto...

Da lettore posso dire che personalmente apprezzo molto i libri in cui la storia è ben costruita e ha un ruolo portante nell'opera.

Parlando ad es. di gialli o thriller mi piacciono gli indizi e i misteri che alla fine trovano la loro collocazione e spiegazione.

Per ottenere un simile risultato immagino che l'autore debba avere ben chiaro quello che vuole scrivere, almeno in relazione ai passaggi chiave.

Al contrario detesto le storie campate per aria con situazioni nel contesto inverosimili e inappropriate che saltano fuori senza logica apparente.
Esemplificando, mi piace Deaver e odio (cordialmente) King.

Per me avere una storia è fondamentale. ;-)

Ciao, dactylium.

Simone ha detto...

Grazie per i commenti, mi fa piacere che la discussione interessi. Scusate ma adesso non riesco a rispondere a tutti, ci si sente presto!

Simone

Silvia ha detto...

Ciao:) ho iniziato a leggere questo blog perché, mi sembra ovvio mi piace molto scrivere, il mio problema è che ho tante idee in testa forse anche troppe e non so come unirle insieme e formare un qualcosa che abbia almeno in parte un senso, non so se c'è un metodo preciso per scrivere un libro, fatto sta che io non ho idea di come fare, in tutta sincerità non credo di essere all'altezza di definirmi una scrittrice, sarebbe più corretto dire che sono una persona con molta fantasia a cui piace scrive a mano, ma da qui a scrivere un libro ci vuole tanto sudore xD. Il tuo primo punto (bisogna avere delle idee) mi ha aiutato molto (non ridere di me ma ho preso appunti per ricordami tutto quello che hai scritto xD )per il secondo punto ho capito bene quello che volevi dire, però (ora devo riuscire a spiegarmi bene)mettiamo il caso che io abbia una storia in testa o almeno l'inizio, i vari personaggi i temi di cui voglio parlare, ora come faccio a inizia a scrivere qualcosa? Devo farmi una specie di schema dove sono racchiusi tutti i punti di cui voglio parlare? In caso contrario non c'è il pericolo che mi perda a metà strada senza sapere come andare avanti? Spero di essermi spiegata abbastanza bene, in caso contrario scusami tanto ma sono un disastro nel farmi capire! Aspetto una tua risposta :*