Le storie tipiche degli scrittori emergenti: cosa scrivono più di frequente gli aspiranti autori?

Se vi ricordate, qualche giorno fa avevo proposto l'idea che per attirare l'interesse dei lettori fosse importante scegliere un tema ben definito da trattare nel nostro libro (che poi nessuno pubblicherà comunque, questo è bene ricordarlo).

Certo, nell'utopica (utopistica?) ipotesi che la scrittura risponda al bisogno pratico dell'essere umano di voler comunicare le proprie idee, quello di scrivere avendo per lo meno qualcosa di cui parlare sembrerebbe un consiglio insulso: chi scrive un libro senza voler dire nulla, magari solo perché non aveva niente di meglio da fare?

Ma gli scrittori emergenti, ovviamente! Se vi fate un giro su Google e cercate un po' di questi aspiranti nuovi autori, oltre a trovare mille siti che parlano di me (se non ci credete fate una prova!) vi imbatterete anche in opere letterarie scritte da altri e che nella quasi totalità dei casi ricalcano gli schemi che adesso vado a proporvi (e ovviamente a sputtanare, se non si fosse capito ^^).

LE STORIE TIPICHE DEGLI SCRITTORI EMERGENTI

Romanzo fantasy medievaleggiante con situazioni standard presentate attraverso un lessico mediocre: potrei stare qui per settimane a cercare di spiegarvi perché non dovete scrivere una storia fantasy (intendendo quella standard clonata da Tolkien), ma non è questo l'argomento di cui stiamo parlando.

Il fatto è che uno scrittore dovrebbe aspirare a far progredire il pensiero dell'umanità (sarò io un po' coglione vero? ^^), e non limitarsi a prendere il libro fantasy construction kit per assemblare qualche boiata tipo l'elfo oscuro però buono che non vede di buon occhio i nani deve viaggiare per la mappa alla ricerca di un certo numero di oggetti magici altrimenti il cattivo demoniaco conquisterà il mondo.

Mi rendo conto che alla fine potrete anche arrivare in libreria con un mattone fantasy e vendere un sacco di bei libri, ma come scrittore cosa pensate di aver realizzato? Ok, avete fatto i soldi, 1 a 0 per voi.

Romanzo thriller scopereccio con situazioni standard e lessico mediocre: ok, almeno avete fatto i compiti. Come già detto più volte sono i libri che vendono di più (almeno così mi è stato detto) e se anche la storia non ha senso, i personaggi sono stereotipati e le ambientazioni sono patetiche basta calcare un po' di più sul sesso e il libro piacerà lo stesso. 2 a 0 per voi, questo post sta prendendo una brutta piega...

Romanzo di genere non thriller e non fantasy con situazioni standard e lessico mediocre: questo è il classico libro dell'emergente sfigato che non vuole vendersi per scrivere qualcosa di commerciale, e se ne esce fouri con una schifezza che nessuno leggerà mai (a tal proposito, i link ai miei ebook stanno nella barra qui a destra ^^)

Storia vagamente autobiografica sull'amore e sui rapporti sentimentali in generale: come dite? Eravate fidanzate con un ragazzo bellissimo che era tutta la vostra vita, però poi lui vi ha lasciato con la vostra migliore amica e il mondo v'è crollato addosso? Ma è un libro comico? Allora è un libro porno? Allora è un thriller dove voi vi vendicate uccidendo il vostro ragazzo? Ah, è una triste storia melodrammatica con voi che vi lamentate perché dopo sei lunghi mesi di pianti e sofferenze tutti vi trovano insopportabile e nessuno vi vuole più tra le palle? Sapete che vi dico? Non stento davvero a crederlo!

Racconto senza capo nè coda con scene che si susseguono così come all'autore veniva in mente mentre scriveva senza alcuna idea particolare da portare avanti: una comitiva di ragazzi va a scuola, poi partono per le vacanze, poi due s'innamorano, poi uno muore, poi tornano a scuola, poi c'è un po' d'azione messa lì tanto per mettercela (uno che cade dal motorino, che ne so), poi i due si lasciano, poi arriva una specie di mostro che uccide uno, poi si scopre che però quello ucciso dal mostro se l'era sognato e non è morto... e poi c'è un colpo di scena dove non si capisce un cazzo e la storia finisce di botto. Il tutto condito da immagini oniriche e descrizioni di paesaggi.

Ok, i lettori più pecoroni diranno che a tutto c'era un significato nascosto e staranno lì a strapazzare le palle a tutti per spiegare intrecci narrativi inesistenti. Quelli più smaliziati, invece, diranno che avete scritto una bella cagavolata, con buona pace di ogni metafora reale e immaginaria che sia. Ma la cosa drammatica è che la somma tra pecoroni e smaliziati farà sempre e comunque un numero inferiore alle dieci unità.

Oppure voi siete una specie di autore famoso alla David Lynch e il libro piace e ha successo. Ma vi assicuro che resta una cagvolata in ogni caso.

Ignobile storia dalla trama scontata con banale significato retorico: il soldato che ci racconta degli orrori della guerra (scritto da uno che manco ha fatto il militare). I vecchi che sono soli e stanchi e nessuno li vuole. Il povero lavoratore che vive in un mondo corrotto e il tizio che si droga perchè da piccolo i genitori non lo capivano.

Insomma, ripetere male le idee degli altri sembra la specialità degli autori emergenti (io ripeto male le mie, ma vabbe' ^^), anche se la cosa è comprensibile: in fin dei conti si inizia a scrivere anche perché un libro ci ha colpito (magari in testa) o una storia che abbiamo letto ci ha particolarmente commossi. È normale voler ricreare delle emozioni che per primi abbiamo apprezzato.

Però questi libri-fotocopia sembrano un po' vuoti, no? Cioè, cosa pensano questi aspiranti scrittori del mondo che li circonda? Che effetto hanno le nuove tecnologie su di loro, che sta succedendo in Birmania, chi bisogna votare alle prossime elezioni, che squadra vincerà il campionato, è meglio la Dieta Cola, la Zero Cola o è sempre la stessa roba con l'etichetta cambiata, perché le donne passano la vita a rompere le palle con la dieta ma poi si fanno gonfiare le tette (vabbe' questo credo di saperlo)... insomma, ok il thriller, ok il fantasy e ok anche la storia di qualche bella tettona che si perde il reggiseno con qualche buffo stratagemma narrativo (questa in effetti non stanca mai). Ma se non avete niente da dire perché qualcuno dovrebbe volervi ascoltare?

Insomma, per tirare le somme sul predicozzo del giorno (scusate se sono scivolato un po' nel melodrammatico, poi lo aggiusto ^^): nei vostri libri parlate pure di quello che vi pare, purché parliate almeno di qualcosa. E vedrete che i lettori arriveranno.

E come s'era detto in passato, adesso il problema è solo quello di non farsi odiare.

31 commenti:

Angelo Frascella ha detto...

...mi verrebbe da dire che per ciascun tipo di storia che citi c'è almeno uno che ci ha fatto i soldi (ed è questo il motivo per cui molti le scrivono)...però questo andrebbe in contrasto col tuo precedente post sul NON criticare i già famosi e quindi dimostrerei di non aver imparato nulla ;D
...
PS non lo dici esplicitamente ma un'altro invito, nascosto nel tuo post, è "almeno cercate di migliorare il lessico" :)

ciao
Angelo

Simone ha detto...

Angelo: credo che i miei post si contraddicano già da soli... l'importante alla fine è riflettere un po' su certe cose.

Riguardo al lessico, non è tanto questione di scrivere bene o male, ma di avere uno stile personale e riconoscibile. A me sembra che si sforzino tutti di scrivere allo stesso modo, poi arrivano gli editor e appiattiscono tutto ancora di più. Dovrei dedicarci un post.

Simone

Anonimo ha detto...

Temo il tuo giudizio all'uscita del mio libro!

L'oracolo ha detto...

Racconto senza capo nè coda con scene che si susseguono così come all'autore veniva in mente mentre scriveva senza alcuna idea particolare da portare avanti

Io, io!
Prenoto già il genere, nel caso mi venisse voglia di scrivere.

Per il romanzo fantasy copiacarbone sono passato in gioventù. Per fortuna non ho mai avuto la tenacia necessaria; ho anche avuto la fortuna di conoscere gente che già ci stava provando - ti rendi conto di quanto sei grottesco solo quando ti vedi riflesso in qualcun altro.

Unknown ha detto...

Sinceramente non mi rivedo in nessuno dei casi che hai presentato. Ma è forse perché vediamo sempre i difetti degli altri e mai i propri.
Perfettamente d'accordo con te quando dici che l'importante si abbia veramente qualcosa da dire altrimenti fate a meno di imbrattare la carta :)

Simone ha detto...

Kinsy: be' per essere coerente io non criticherò mai direttamente il libro di uno scrittore più famoso di me (vale a dire tutti ^^).

L'oracolo: il romanzo fantasy l'abbiamo scritto tutti, credo.

Michela: be' meglio se non ti riconosci, magari hai scritto qualcosa di più originale!

Simone

Unknown ha detto...

Credo che non si debba per forza scrivere un romanzo con l'intento di comunicare chissà quale alto messaggio sociale, politico, religioso o morale.
Da strenue sostenitore della letteratura di genere mi "accontento" di una buona storia, scritta come Dio comanda, e che susciti la mia curiosità in modo magari originale.
Poi, ovvio, se un romanzo d'intrattenimento riesce a coniugare anche qualche tipo di "messaggio" ben venga.
Sullo scrivere tanto per scrivere invece hai ragione.
No hai romanzi fantasy con l'elfo frocio, il nano incazzoso e il mago matusalemme.
No al romanzo finto-scopereccio per fare scandalo.
No ai romanzi autobiografici (una palla!).
No alle raccolte di poesia (due palle!).
Insomma, se dovete proprio scrivere, cercate almeno di buttare giù qualcosa di coinvolgente...

Angelo Frascella ha detto...

Hai ragione Alex, ma quel qualcosa da dire potrebbe essere anche solo una buona storia da raccontare e non il messaggio che ti cambia il mondo ;)

ciao

Glauco Silvestri ha detto...

"Romanzo thriller scopereccio con situazioni standard e lessico mediocre: ok, almeno avete fatto i compiti. Come già detto più volte sono i libri che vendono di più (almeno così mi è stato detto) e se anche la storia non ha senso, i personaggi sono stereotipati e le ambientazioni sono patetiche basta calcare un po' di più sul sesso e il libro piacerà lo stesso."

Sembra il mio '31 Ottobre' eh..eh.. ma di sesso ce n'è pochino, forse è per questo che non decolla!! :D

Simone ha detto...

Alex: sono daccordo con te sul fatto che va bene anche una buona storia senza particolari riferimenti sociali o culturali.

Però già quando dici "che susciti la mia curiosità in modo originale" non mi pare che chiedi poco ^^.

Angelo: infatti.

Gloutchov: il tuo è un po' troppo horror, mica puoi fare come ti pare!

Simone

Anonimo ha detto...

Parecchi aspiranti autori scrivono di quando se ne stavano lì tutti rosiconi e sfigati a veder passare l'auto di lusso di Licia Troisi.
Altro che scriverne... lo fanno davvero, se non altro metaforicamente.

Simone ha detto...

Scherzo: be' mi pare che hai riassunto il post di 2 giorni fa ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

Naaaa, Simone. Non è vero che 'abbiamo scritto tutti un fantasy'. Io non ci ho mai provato. Mi attirava più il giallo alla Agatha Christie. Questo però alle medie. Alle superiori mi stavo già dedicando all'osservazione delle mie coetanee e delle loro fesserie amorose. Avessi voluto prendere qualcuno a modello, mi sarei dovuta ispirare a Garcia Marquez o a Pirandello (le mie letture dell'epoca, con un pizzico di Jane Austen)... Capisci anche tu che l'impresa sarebbe stata ardua!

Anonimo ha detto...

Io voglio scrivere un romanzo tipo la bibbia...più o meno uguale ma cambiando i personaggi e un pò il finale, tipo che diventi un pò trhiller con il sesso ma anche con dei richiami al sociale e all'attualità e a quelle altre cose che dicevi in questo post. Dici che sono originale? posso farcela?
diventerò famoso? Riuscirò a trombarmi qualche tizia famosa?
:D :D :D

riccardo gavioso ha detto...

" Romanzo di genere non thriller e non fantasy con situazioni standard e lessico mediocre: questo è il classico libro dell'emergente sfigato che non vuole vendersi per scrivere qualcosa di commerciale, e se ne esce fouri con una schifezza che nessuno leggerà mai (a tal proposito, i link ai miei ebook stanno nella barra qui a destra ^^) "

quanto ai miei link, basta chiedere :)

un saluto autocritico... da ieri sera mi sento sfiduciato :)

Anonimo ha detto...

Carino questo post,m i ci sono divertita un mondo :D
Si, siamo in parecchi a scrivere, me ne sto rendendo conto sempre di più ^^
Ovviamente, quando tutti si professano scrittori emergenti, è la volta buona che pochi davvero sanno fare il loro "mestiere". Come in libreria: troppi, troppi volumi, e metà di loro valgono veramente qualcosa (parlo più della narrativa contemporanea!)
Voglio dire, se gli scrittori emergenti (come me, solo che io ho un blog privato ,e scrivo fantasy) leggono Baricco e Ammaniti e quando si parla di classici storcono il naso...cosa ci si può aspettare? Parlo del lessico, non delle idee...se vanno di moda scrittori che anziché avvicinare la massa alla scrittura, abbassano quest'ultima alla massa, il lessico si adegua e quindi degrada!
Per le idee, parlando di fantasy, non posso che darti ragione: ormai va di moda qualsiasi opera che presenti gli stessi cliché; la conseguenza: nessuno scrittore si impegnerà più ad inventarsi un mondo tutto suo, a sfondarsi di poemi epici come me(iliade, odissea, eneide, beowulf, nibelunghi, tutti! Li sto leggendo per dare riferimenti culturali dietro il mio mondo) e a tirare fuori qualcosa di brillante! (Non che io lo stia facendo, eh, sia chiaro! Però mi sto impegnando per non essere mediocre!)
Per le altre tipologie che dire? Come fa successo un genere, tutti lì come mosche a copiarsi!
Arianna

Unknown ha detto...

Io sto scrivendo il mio primo romanzo fantasy, che, per inciso è il mio primo romanzo in assoluto... anzi, ora che ci penso, forse non è neanche un romanzo... oh... =_='

Anonimo ha detto...

Il problema è che scrivere è un lavoro faticoso e nessuno lo riconosce.
Molti scrivono per diletto (come il sottoscritto) e poi si ritrovano nel turbine tragico del: "Devi pubblicare, devi farlo".

Bellissimo il tuo post. Grazie per la bellissima lettura che mi hai offerto.

Simone ha detto...

Giuliana: effettivamente puntavi piuttosto in alto. Io il fantasy l'ho scritto, però... chissà che fine ha fatto ma non ci siamo persi niente. ^^

Gelo: be', prova a scriverlo e poi vediamo che succede!

Riccardo: be' la fiducia viene e va, speriamo che torni presto!

Arianna: il difficile è anche piacere proponendo cose di livello "elevato". Il rischio è di diventare noiosi (a me è successo).

Samirah: eh, il fantasy è quasi un passaggio obbligato mi pare... in bocca al lupo!

Alfonso: grazie per i complimenti!

Simone

Anonimo ha detto...

Siete davvero sicuri che si possa ancora scrivere qualcosa di veramente originale?
Alla fine l'uomo racconta solo se stesso (anche nei romanzi fantasy o di fantascienza), ma l'uomo non è cambiato molto negli ultimi 4.000 anni, quindi...
Se questa riflessione fosse vera, cambierebbe il contesto, la forma, ma non la sostanza.

Questa è un'idea un po' provocatoria, però mi piacerebbe leggere qualche commento da voi scrittori emergenti.

Ciao, dacty

Simone ha detto...

Dacty: ogni scrittore che analizza il tempo in cui vive racconterà di cose necessariamente diverse. Certo alcuni temi restano sempre gli stessi, ma le situazioni si evolvono di anno in anno.

C'è il periodo delle rivoluzioni, il periodo della guerra, il periodo delle scoperte scientifiche... la scrittura identifica e sottolinea al meglio l'epoca in cui viene scritta.

Che periodo stiamo vivendo? Cosa succede oggi e che resterà di questi anni ai posteri? Un bravo scrittore deve cercare di rispondere a queste domande, e il vivere il proprio tempo lo renderà unico o al limite simile solo agli scrittori che come lui fanno parte di un determinato periodo.

Io per dirne una potrei scrivere un romanzo che parla di come Internet influisce sulla vita delle persone. Ovvio che ieri questo tema non esisteva e domani sarà già vecchio, mentre oggi è giusto parlarne.

La gente che scrive cose solo perché divertono o vendono mi lascia perplesso... però ok ognuno fa quello che si sente.

Simone

Anonimo ha detto...

Dactylium, io sono perfettamente d'accordo con te. E questo nonostante abbia ragione Simone sul fatto che ogni epoca è a sè stante, a livello di invenzioni, tecnologia, scoperte, e via di seguito.
Sappiamo benissimo che un tempo sarebbe stato impossibile raccontare l'influenza di internet, perché non esisteva. Al limite, nell'Ottocento in Inghilterra si sarebbe potuta raccontare l'influenza dei quotidiani popolari (nati proprio allì'epoca...). Anzi, credo che volendo sarebbe molto più interessante scrivere un romanzo storico ambientato nell'Inghilterra in cui comincia a formarsi questo fenomeno, facendo una traslazione: racconto il mondo di oggi usando come metafora il mondo di ieri.
Perché il punto sta proprio qui. Non è internet ad interessarci, non sono mai le scoperte in sè l'argomento che può farci leggere un libro fino in fondo, ma è capire come reagisce l'uomo alle scoperte, cosa comportano per lui, e le conseguenze che che hanno sulla sua esistenza. Insomma, una scoperta o un'invenzione che non ha nessuna controindicazione non risulta interessante per nessuno. L'interesse nasce quando cominciamo a renderci conto che questa scoperta o invenzione può nuocere gravemente o aiutare enormemente l'uomo. Nel primo caso assisteremo a un tentativo di eliminare la scoperta (quindi ci troveremo in mezzo a un conflitto con chi invece vuole lasciarla lì dov'è). Nel secondo potremmo avere una situazione diversa: un tentativo di divulgare la scoperta ostacolato da chi vuole mantenere l'ordine costituito, quali che siano i motivi.
Faccio l'esempio di internet perché è quello citato da Simone, ma si può applicare a ogni storia. Anche le storie d'amore, se scorrono lisce come l'olio, non ci interessano. Abbiamo bisogno di ostacoli, nella narrazione. E' sempre questo ad interessarci, tutto il resto è pretesto. E ammetto che può essere interessante. Ma se non c'è il conflitto, anche il pretesto migliore non serve a nulla.

Faccio un esempio molto pratico. Ho letto un paio di anni fa un libro di Ballard, Il condominio. Ballard appartiene a un genere che io non leggo molto spesso. Dicono sia fantascienza. Bene. Io in quel romanzo non ho trovato nulla di fantascientifico. Ci ho trovato invece una profonda conoscenza dell'animo umano, e del suo istinto innato di lottare per arrivare sempre più in alto scalzando l'anello debole della società e arrivando alla crudeltà nel momento in cui la lotta per il potere diventa più difficile.
E tutta la storia si svolge all'interno di un condominio ultramoderno, completamente autosufficiente (addirittura non è necessario uscire di casa per fare la spesa...).
Questa è l'evoluzione dell'umanità che arrivata al suo punto massimo comincia ad involvere, e a tornare allo stato animale, dove tutte le regole della società civile sono spazzate via e ritorna la legge del branco.
Non mi pare che questo argomento sia di un'originalità bestiale. Eppure il romanzo si legge. Magari con qualche pausa ogni tanto... Ma si legge e si arriva alla fine tirando persino un sospiro di sollievo.
Insomma, cambiano i tempi, cambiano le condizioni economiche, cambiano anche le regole della società civile. Ma non cambiano gli uomini e le loro reazioni. Ed è questo che in fondo ci interessa, quando leggiamo una storia. Va da sé che si parla sempre di buone storie.

Adesso che ho finito, mi fate un riassunto di quello che ho scritto? :D

Anonimo ha detto...

Ecco il riassunto: una storia in cui fila tutto liscio non interessa a nessuno. Se ci sono problemi si fa più accattivante. I problemi cambiano, mutano i modi di affrontarli e superarli, ma resta la costante della reazione umana. Giuliana potevi dirlo in tre righe. ;-)

Scherzi a parte, ho letto con molto interesse il tuo commento, lungo ma ben argomentato.
Hai espresso con molta più chiarezza quanto volevo dire nel mio commento precedente.

Ciao, dacty

valda ha detto...

Io ho iniziato a scrivere un romanzo per sfogarmi. Ci sto riuscendo, sembra di parlare con qualcuno, con una persona ancor più intima di me stesso. La storia che gli racconto è la mia, però l'amplifico, ingigantisco gli accadimenti.
Al mio umore funziona!

Unknown ha detto...

Scrivere dovrebbe essere infatti, per prima cosa, un balsamo per lo spirito. Se non ci fa stare bene, se riusciamo solo a pensare a come gli altri valuteranno le nostre "opere", la scrittura perde il suo più intimo valore.
E' prima di tutto passione, come un musicista che prova tutto il giorno perché la melodia che sgorga dalle sue dita è semplicemente ciò che desidera.

valda ha detto...

A me non me ne frega niente che venga pubblicato questo romanzo. Non so nemmeno se riuscirò mai a finirlo. Ma da quando ho iniziato a scrivere sono migliorato in molte cose: ho una fame vorace di lettura, leggo di tutto ed in continuazione; riesco a relazionarmi nei rapposrti personali con molta più lucidità rispetto a prima.
ciao

Simone ha detto...

Sicuramente esiste anche una scrittura più intima e personale. Dipende sempre da quello che cerchiamo, immagino.

Simone

Unknown ha detto...

Mah, io penso che comunque sia la scrittura abbia una sua componente intima, al di là dei contenuti di ciò che scriviamo. Ci mettiamo comunque la nostra sensibilità, la nostra intelligenza (sperando che ci sia XD) e la nostra visione del mondo.
Anch'io non credo che vedrò mai il mio "romanzo" pubblicato, ma anch'io ho riscoperto il piacere della lettura e della ricerca da quando ho messo mano alla penna.
In fondo, come dice valda, è terapeutico, al di là di quante persone prenderanno in considerazione i nostri scritti o anche soltanto li leggeranno.

Anonimo ha detto...

Ciao, sono quello del post sul COME e il COSA. Sarà, ma proprio non mi va giù questa distinzione tra generi considerati in blocco.

Anche perchè rimanendo così sul generico, diventa una discussione sterile. Esempio.
Requiem for a dream. L'hai visto?
Trama: I vecchi che sono soli e stanchi e nessuno li vuole + il tizio che si droga perchè da piccolo i genitori non lo capivano.
Ok, è messa giù in maniera diversa, ma la base è questa.

Come quando dici "romanzo thriller scopereccio con situazioni standard e lessico mediocre".
Il problema non sta nè nel thriller, nè nello scopare: sta nelle situazioni stardard e nel lessico mediocre! Lo dici anche tu nel punto successivo.

Perchè andando avanti così si può sparare a zero su tutto: "il solito naufragio sulla fottuta isola deserta" (ci metteresti dentro anche Lost?) oppure "la solita invasione aliena che distrugge New York" (ci metteresti dentro anche il recente Cloverfield?). A me pargono qualcosa di diverso, che dici?

Marco

Ps: scusa per gli esempi del tutto cinematografici, ma io sono un aspirante sceneggiatore e preferisco parlare di qualcosa che conosco meglio.

Simone ha detto...

Marco: lost non mi pare il naufragio standard, e la regia non è mediocre (almeno nella prima puntata, perdonatemi ma non riesco a seguire i serial televisivi perché vivrei nel terrore di perdermi una puntata importante). Per cui almeno negli esempi che fai il mio discorso mi pare valido.

Cloverfield ancora non l'ho visto ma dopo gli ultimi cento film che ho visto sono un po' pessimista sulla fantascienza al cinema. Speriamo che mi faccia cambiare idea!

Ciao e grazie per l'intervento!

Simone

Anonimo ha detto...

per me questo post è veramente realistico... io tempo fa avevo cominciato a scrivere come mio primo libro una palla fantasy...non mi andava di farla ma volevo farla anche senza avere idee precise (ero una cagata). è passato un anno e sto ancora alle preime 5-6 pagine... ma tanto li rimarrà.
Ora invece sono concentratissimo perchè sto scrivendo il mio primo VERO libro, diverso dagli altri, è un romanzo comico non volgare con una storia ben precisa... penso sia diverso dai tipi comuni ma mi sono appassionato e mi ritrovo bene e, la cosa più importante, e che mi piace scriverlo... spero che un giorno verrà pubblicato!