Tutta colpa dei vostri stupidi lettori!

Be', di che vi stupite? Ce la siamo presa prima con noi stessi, avanzando l'idea che i nostri libri fossero di pessima qualità (cosa che del resto è vera). Poi ce la siamo presa con gli editori, ipotizzando che fossero dei bruti ignoranti interessati solo al bieco guadagno e non alla divulgazione della cultura (cosa che anche questa del resto è vera).

Ma la verità, l'unica ragione per cui se anche scrivete un bel libro nessuno ve lo pubblica (o comunque nessuno se lo compra) mentre ad avere successo sono i soliti romanzacci commerciali con il conseguente piagnisteo da scrittore fallito che ne deriva (ma che per 'sta volta vi risparmio) è che i lettori sono delle enormi teste di cazpero.

È opinione comune che i poveri lettori indifesi si trovino a poter leggere soltanto la roba pessima scritta da qualche sfigato e stampata da qualche rincoglionito, e che dunque la colpa di una cattiva qualità del prodotto librario sarebbe da ricercare in chi lo produce. Be', è falso: gli scrittori scrivono quello che gli editori pubblicano che è ciò che le librerie vendono che alla fine della fiera è ciò che gli stupidi lettori comprano.

E adesso ve lo spiego un po' meglio:

Fare un libro (o un film) costa: se voi aveste dei soldi per produrre qualcosa, li buttereste nel noioso romanzo fanta-filosofico di un autore sfigato che nessuno comprerà mai (sarebbe quell'autocritica che vi piace tanto, se non si fosse capito) oppure sareste più propensi a investirli nella seconda trilogia del Signore degli Anelli o magari nell'autobiografia di un'acclamata pornostar? E allora non lamentatevi se tutto il mondo la pensa come voi.

Se fate male il vostro lavoro, probabilmente lo perderete: un editore, sceneggiatore, scrittore, produttore o quello che vi pOre si trova nella condizione di dover realizzare un prodotto che vende. E se la gente compra solo vaccate, perché dovrebbe giocarsi la carriera per produrre opere d'arte meravigliose che nessuno vuole vedere manco col binocolo? Forse per usarle come arredo per il ponte sotto cui andrà ad abitare?

Chi legge i libri è un completo idiota (della serie, due lettori avevo e adesso manco più quelli ^^): no davvero però scusate... perché stanno tutti sempre a fare il pianto che certi libri di successo sono in realtà pessimi (non faccio nomi ma cavolo tanto sono sempre gli stessi) ma poi appena giri la schiena corrono in libreria a comprarseli? Sembra che la gente da un lato non faccia che lamentarsi che il livello della cultura è basso, mentre dall'altro lato sia attratta solo dalle boiate.

La cosa è evidente già con un blog: quando scrivo un articolo privo di contenuti in cui insulto la gente e minaccio di scrivere coi rutti (cosa per la quale mi sto effettivamente allenando) ricevo quarantamila commenti entusiastici e un cinque o sei insulti distruttivi. Quando invece scrivo un post serio sul volontariato o sull'editoria multimediale mi arrivano sì e no 4 commenti striminziti... e quel che peggio è che non m'insulta nessuno.

Le persone intelligenti non sono fissate con l'entertainment: libri, film, musica, riviste... la gente normale le compra e a volte le apprezza anche, ma senza dargli chissà quale valore. Invece quando esce qualche film fatto con photoshop o l'ennesima trilogia della noia ci devono stare quelli che impazziscono e ve ne parlano eccitati già da mesi prima (un po' come i post in cui presento i libri che ancora devo scrivere ^^).

Cosa vi aspettare da un libro destinato a gente disposta a fare la fila di notte solo per comprarselo qualche ora prima? Ok, quando la gente aspetterà in coda per giorni sotto i lapilli infuocati solo per leggere il ritorno del seguito della trilogia della serie dell'epopea del libro dei gatti io mi aspetto di comprarmi almeno un bel macchinone. Però qui è diverso, perché io scrivo seguiti commerciali ma per persone colte ^^.

Se faceva schifo già l'uno, per quale assurda ragione devi vedere pure il quattro? Chissà, forse la gente è masochista, però il risultato è sempre lo stesso di prima: non faccio che sentir dire quanto siano pessime determinate serie di film o di libri o di quello che vi viene in mente, ma poi appena esce il nuovo capitolo devono tutti leggerlo/ascoltarlo/vederlo e comunque comprarlo a tutti i costi se no la loro vita non è completa. E il fatto che questa affermazione andrà a finire nel secondo libro del blog potrebbe farmi vincere il premio come autore più incoerente della storia.

E così potrò dire che almeno un premio come scrittore l'ho vinto.

Simone

13 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

eh..eh..eh.. in effetti, neanche è uscito il primo libro che già stai preparando il secondo!!! :D

Unknown ha detto...

Sarò sincero: i libri e il film troppo pallosi mi deprimono.
Recentemente ho scaricato un po' di film horror indipendenti girati con budger ridottissimi e con attori sconosciuti.
Dei (presunti) critici li lodavano per il loro essere diversi, molto "psicologici" e lontani dai canoni hollywoodiani.
Beh, a parte un'eccezione o due, li ho trovati pallosissimi .
Questo per dire che la parte di "entertaiment" così vituperata a volte serve per rendere appetibile un film o un libro altrimenti indigeribile.
La cosa brutta e che, come dici tu, moltissime persone cercano solo prodotti commerciali, senza un minimo valore reale di fondo.
Certo, ci vorrebbe una certa educazione alla qualità, ma poi quando esce un film del tipo "Resident Evil 12" e riempie tutti i cinema, cosa credi che decidano di finanziare, i produttori? La pellicola piena di idee ma sfigatissima, o il polpettone azione-sangue-sesso, possibilmente senza nesso logico?
Comunque è un cane che si morde la coda: di soluzioni ne vedo davvero ben poche...

Anonimo ha detto...

Qui ti volevo!
Alla fine tutta l'opera creativa si riduce a un puro mercato.
Viene prodotto e venduto solo ciò che il pubblico desidera; e quello che non sa di dover desiderare, glielo si fa desiderare lo stesso a suon di pubblicità.

Io non voglio togliermi dal gruppo dei pecoroni, perché acquisto anch'io molti prodotti commerciali, però se uno di questi non dovesse piacermi, difficilmente mi lascio tentare dal seguito, remake, o quel-che-è.

In effetti anche l'intrattenimento serve; il fatto è che se ne fruisce a dosi massicce, e per la cultura resta ben poco spazio (nei cinema, sugli scaffali delle librerie, nel tempo delle persone).

Ciao, dacty

P.S.
Grazie per la riflessione nel post precedente

Simone ha detto...

Gloutchov: non è che non è uscito, nemmeno c'è un editore! ^^

Alex: il film bello ma budget ovviamente risente del fatto di avere pochi investimenti alle spalle. Come la gente che critica gli ebook perché non sono "patinati" come i bei libri delle grosse case editrici freschi freschi di editing. Poi per il resto mi pare che siamo daccordo ^^

Dacty: infatti è quello che penso anche io... e prego ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Geniale!

Bruno ha detto...

Ognuno ha i lettori che si merita. Ognuno legge quello che si merita.
Insomma, qua siamo messi male!

Anonimo ha detto...

Alla fine è così. Intendiamoci si vendono e si pubblicano anche libri buoni (pochi anzi pochissimi) ma le copie vendute sono poche e lo scrittore se vuole camparci dovrebbe essere in grado di scriverne almeno 3 o 4 all'anno. Obiettivo un po' difficilino da raggiungere.

Angelo Frascella ha detto...

"quando scrivo un articolo privo di contenuti in cui insulto la gente e minaccio di scrivere coi rutti (cosa per la quale mi sto effettivamente allenando) ricevo quarantamila commenti entusiastici e un cinque o sei insulti distruttivi. Quando invece scrivo un post serio sul volontariato o sull'editoria multimediale mi arrivano sì e no 4 commenti striminziti..."

Forse la questione è solo che ricevi commenti ad un post se
- si può effettivamente discutere
- il post ha una certa dose di umorismo e quindi si può scherzare.

Ti faccio un esempio : se scrivi un post su cosa scrive uno scrittore emergente, allora i tuoi lettori (mediamente aspiranti scrittori) stimolati alla discussione e rispondono.

L'iniziativa sul volontariato invece è certo bella, però si presta più a dire "bella iniziativa" che a discutere e dopo che il primo ha detto "bella iniziativa" gli altri pensano "ok l'hanno già detto non posso dire nulla di nuovo". Plausibile?

Simone ha detto...

Rosa: grazie!

Bruno: mi sa che hai ragione.

Lealidellafarfalla: è vero. Io al momento sto a 2 libri all'anno, devo solo iniziare a scrivere il doppio (e soprtattutto trovare un editore ^^).

Angelo: hai perfettamente ragione. Solo che la discussione porta a un "movimento" maggiore sugli aggregatori e a una più alta visibilità... insomma bisogna stimolare la gente in qualche modo se vogliamo farci ascoltare e conoscere. Grazie del commento!

Simone

Anonimo ha detto...

E' lo stesso discorso per la tv: tutti a lamentarsi per il trash che domina a reti unificate, ma prova a fare un programma dignitoso e anche vagamente culturale e vedrai lo share in caduta libera come un aquilone in assenza di vento. La gente (sarebbe interessante capire cosa si intende di preciso con questo termine, ma sarebbe anche troppo cervellotico) critica facile, ma preferisce le cose semplici e facili da trovare. Una persona che mediamente legge Novella 2000 e un libro di Giobbe Covatta (o la Littizzetto o Totti od Oreglio o la raccolta delle battutacce di Zelig, a scelta) all'anno, di sicuro se entra in libreria, si ferma al pilone che ostruisce l'ingresso con il best-seller del momento. Che sia Bruno Vespa piuttosto che Fabio Volo, Moccia o chiunque altro, non conta. Vuoi mettere la fatica risparmiata?
Laura

Simone ha detto...

Laura: esatto. Il problema è che la gente siamo noi, inutile dare la colpa agli altri. Ha successo quello che CI piace, e poi tutto il resto sì è bello e importante ma per qualche motivo tendiamo a lasciarlo lì dov'è.

Simone

streetphone ha detto...

Io a suo tempo, da piccolino, su questo tema avevo una mezza teoria: metti che c'è una piramide, d'accordo? in cima ci mettiamo i "pezzi" (libri, film, cartoni, fumetti, teiere dipinte, sinfonie, vattelappesca) "buoni" (ben eseguiti\scritti, innovativi, geniali, fondamentali, di valore documentaristico, vattelapesca). A scalare, secondo gli indici di grado scelti, il resto, fino alla base della piramide: Boldi e De Sica, Muccino o chi si preferisce mettere all'ultimo posto (tanto per non fare nomi, solo cognomi, senza offesa e rispettando l'opinione di tutti, molto politucally correct...). ok attenzione non è una scala, è una piramide: quindi c'è geometricamente molta piu "carta straccia" che capolavori. il che oltre che statisticamente ovvio (non siamo tutti geni, ci sono gli onesti mestieranti in ogni campione) implica due cose
a. la carta straccia non è senza valore: è il valore stesso della piramide, perché tutti i suoi abitanti mangiano di quello, direttamente o no.
b. la punta della piramide cmq esiste, il che vuol dire che esiste in funzione della sua base, e viceversa...
in sintesi, se non ci fossero scrittori (artisti, idraulici, fisci...) validi, ce ne potrebbero anche essere di cani, ma se non cene fossero di cani, potrebbe essercene una minoranza di validi? penso proprio di no.
cosa ho detto non so, ma come diceva il poeta bassino nella piramide, c'ho ragione, e i fatti mi cosano! ;)

Simone ha detto...

Netalex: è un'idea affascinante, dico sul serio! Chissà, magari è proprio così.

Simone