Non date troppa importanza al vostro lavoro (in senso imperativo).

Un'idea che mi frulla per la testa ultimamente è questa: sto scrivendo il mio nuovo romanzo, e spesso mi fermo per pensare e riflettere su come inserire determinati argomenti nella storia, o su cosa descrivere in determinati passaggi che non ho ancora ben delineato.

Pur avendo sostanzialmente le idee chiare sulla trama e su dove voglio andare a parare (se così non fosse non avrei neanche iniziato a scrivere), mi blocco spesso anche per giorni per paura che una determinata idea funzioni male e che alla fine il romanzo finito non piaccia.

Insomma mi capita di procedere a singhiozzo, fermandomi per lungo tempo di fronte a una situazione che rischia di mandare a put-scatafascio tutto quanto. Mi pare un impedimento serio, perché come autore vorrei scrivere almeno tre romanzi l'anno (eh, piccoli però ^^) da spammare in giro per editori nella speranza che una volta o l'altra mi dica cuore e me ne pubblichino almeno uno. Vi ho mai parlato di come sono convinto che dopo il primo libro mi pubblicheranno tutto e diventerò famoso? No? Meglio.

Vabbe', come dicevo mi sono messo a riflettere su questa cosa, e alla fine ho inquadrato il problema e la sua soluzione: sono troppo ansioso di scrivere chissà quale capolavoro assoluto, e non mi accontento della storia che ho in mente.

Insomma se volete scrivere, forse è il caso che seguiate l'indicazione del titolo (e che segue):

Non date troppa importanza al vostro lavoro (inteso come imperativo).

E ora seguono i classici commenti a favore della mia idea (ovviamente ci vuole poco, visto che li scrivo sempre io):

Non tutti i libri che avete letto sono perfetti: o meglio, è veramente raro che un romanzo vi piaccia al 100% dall'inizio alla fine. Credete che l'autore sia caduto in una profonda depressione per questo, arrivando magari a togliersi la vita? Ok, sì, qualcuno l'ha anche fatto, ma molti altri si godono i proventi delle vendite e pensano che in fondo meglio di così non si poteva fare.

Potete scrivere altri libri: se vi impiccate per mettere giù un romanzo, vi ritroverete ad aver scritto solo quello e magari sarà anche brutto. Se al contrario sorvolate un po' su coerenza (eh, sì, l'ho scritto ^^) trama, stile, personaggi e intrecci narrativi, forse sarete più fluidi... e farete di meglio col romanzo che scriverete dopo.

Nessuno è buon giudice di sé stesso: magari l'idea che non vi convince al 100% piacerà invece ai lettori, mentre se state lì a impazzire per cambiarla ve ne uscirete fuori con una mezza schifezza.

Non si può piacere a tutti: quello che non piacerà a un lettore potrebbe piacere a un altro... e purtroppo viceversa. Da quello che sento, piacere a metà delle persone che incappano nel nostro romanzo (moltissimi neanche lo leggeranno!) è già un traguardo quasi irraggiungibile.

I fallimenti sono necessari: in fotografia, una buona foto ogni rullino è un risultato eccezionale (per il digitale ancora meno, visto che non pagando gli scatti fate meno attenzione) e se fate 10 buone foto all'anno siete un grande fotografo. Ma avete ragione: la scrittura è diversa dalla fotografia: non potete scrivere a casaccio sperando di beccare qualcosa a bucio di cuore ^^.

Meglio lo stile del contenuto: magari non dovrei scriverlo dopo tanti discorsi in cui dicevo l'esatto contrario... però è una verità. Se scrivete davvero molto bene, eventuali zoppicazioni in dentro la struttura de il romanzo non saranno poi moltissimo notevoli (io scrivo molto davvero bene, per il esempio).

I lettori sono dei bastardi: se anche vi impegnate fino allo stremo e ci mettete tutto quello che avete, troveranno comunque dei difetti. Problemi inerenti la trama, errori grammaticali, anche semplici refusi. State tranquilli che anche il romanzo più perfetto della Terra riceve le sue belle critiche.

A questo punto, è meglio non impegnarsi troppo: così di fronte a una critica potremo sempre dire che sì, avevamo notato un certo problema... ma che abbiamo deciso coscientemente di non correggerlo. La cosa era voluta, insomma.

E una cosa voluta non è un errore.

Simone

15 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

I tuoi consigli sono sempre più preziosi. Nascosti dietro ad una ironia impagabile... è un piacere leggerti tutti i giorni. :D

Unknown ha detto...

Non so che scrivere in questo commento... sul serio! Hai già detto tutto tu! ^_^

Anonimo ha detto...

Senti, prima di pubblicare questo post hai chiesto una consulenza crostacea, vero? ;-P
(ho trovato la connssione per cinque minuti...)

Anonimo ha detto...

si vero
queste cose appartengono alla categoria "semplice ma non banale"
ne prendo atto^^

Simone ha detto...

Gloutchov: grazie!

Samirah: be', fa comunque piacere avere la tua presenza.

Giuliana: uhm, credo che in certi posti sarei linciato per un post del genere ^^. Comunque in cinque minuti di Internet leggi il mio blog, brava vedo che dai importanza alle cose giuste! ^^

Gelostellato: prendo atto del tuo averne preso atto!

Simone

Unknown ha detto...

Un post del ttto condivisibile, non c'è che dire. Tranne semmai per l'annotazione sullo stile.
Odio che scrive solo per fare esercizi di stile, narrando però il nulla cosmico.
La contenutistica, a mio parere, dovrebbe avere sempre un ruolo chiave.
Tutto qui: il resto dovrebbe essere inciso nella pietra ^_^

Unknown ha detto...

PS: ...ove per contenutistica non è da intendersi necessariamente il trattare temi eccelsi, bensì anche una sana storia che incuriosisca e diverta...

FINE ;)

Simone ha detto...

Alex: verissimo quello che dici. Però io non davo un consiglio sulla base di quello che è "giusto" o che piace a me, ma in base a quello che funziona: se anche un testo dice poco o nulla ma è ben scritto, allora probabilmente passerà tanti giudizi.

Meglio ancora, se un testo è scritto veramente bene, intendendo con questo una narrativa che è chiaramente al di sopra di quella di altri scrittori, allora questo può essere un contenuto di per sé.

Ciao e grazie dell'intervento!

Simone

Unknown ha detto...

Secondo me il miglior modo per procedere è scrivere tutto di getto man mano che le idee vengono (anche se ci sono situazioni poco logiche). Terminata la prima fase si iniziano con i tagli, il ridimensionamento della trama e gli aggiustamenti allo stile. Dato che la nostra mente non è in grado di concentrarsi su tutto contemporaneamente è necessario concentrarsi su una fase alla volta.
Ne verrà fuori sicuramente un capolavoro ;)

Federico Russo "Taotor" ha detto...

"(io scrivo molto davvero bene, per il esempio)" Ahahahah! XD

Guarda, leggendo fino a prima degli esempi, non ero del tutto convinto. Ma come non essere d'accordo?

Per esperienza ho capito che (sottinteso: bisogna avere i requisiti minimi di scrittore, 2Gb liberi su HD, 512mb di ram ecc.) se si scrive qualcosa con animo "predisposto" e con sempre crescente impegno, i risultati si ottengono eccome.
Diciamo che i tuoi esempi sono validi da un lato, tipo se il lettore è scemo e ti fa un commento stupido: apprezzi che abbia letto il racconto, che è già molto, quindi annuisci e basta.
Ma se il lettore è intelligente e il suo commento è pungente - ho fatto la rima! trallalerò-lero-là! ^^ -, be', vale la pena impegnarsi di più, no? Io la penso così - e mi comporto così.

Anonimo ha detto...

Non sono del tutto d'accordo.
Se parliamo di romanzi di genere le forzature possono esserci (tipo il detective tutto d'un pezzo incorruttibile nemmeno se gli offrono 1 miliardo di euro per chiudere un occhio) ma l'incoerenza dovrebbbe essere bandita.
Comunque è inutile farsi tutte ste pippe mentali su cosa piace/non piace di una storia: come diceva qualcuno prima di me lo scrittore non è un buon giudice di sé stesso.
Tuttavia, se la storia piace e se è ben raccontata, le varie incoerenze possono essere eliminate/limate in fase di editing (a patto di trovare un professionista che metta in luce gli errori da correggere), un po' come accade per l'editing dei film (mica escono già belli pronti per essere proiettai nelle sale :D).
Io ho cominciato a fregarmene: dopo aver steso la scaletta mettere nero su bianco la storia è solo questione di tempo libero da profondere nell'opera. Attualmente mi sono stabilizzato sulla strabiliante cifra di 50 cartelle di 2000 battute per settimana e le cose filano che è una meraviglia: la qualità non sarà eccelsa ma alla fine è come fare sport; per me è un utile allenamento. Più ne fai più ci prendi la mano e alla fine ti viene "naturale" buttare giù sette-otto cartelle alla sera prima di andare a dormire.
Cazzo, un post lunghissimo per non dire quasi niente :D

Anonimo ha detto...

Beh, le tue sono affermazioni che sottoscrivo. Complimenti per la "saggezzzza" e soprattutto per l'ironia!
E così " i lettori sono bastardi", eh? Sapessi i critici letterari...
:-)
ciao

Simone ha detto...

Michela: be' anche quello è un buon sistema, credo.

Federico: se il lettore intelligente fa un commento pungente... adesso m'invento una rima offensiva e la metto. Poi sì sempre meglio impegnarsi, ma l'idea è avere successo senza troppo impegno, no? ^^

Fabbiuzz: 50 cartelle a settimana sono un sacco, ma che vuoi scrivere un romanzo?! ^^ (Battuta pessima, ok).

Giulia: i critici già sono stati redarguiti e messi al loro posto ^^.

Simone

lauraetlory ha detto...

Non fossi cosi' giovane, Simone, ti sposerei per quello che scrivi e per come lo scrivi.

Simone ha detto...

Lauraetlory: che bel complimento, grazie! ^^

Simone