Aggiornamento estivo: la filosofia del libro elettronico.

Un aggiornamento estivo un po' veloce e un po' affaticato, per chiudere però il discorso di qualche settimana fa su ebook e lettori digitali.

Quando si parla di libri elettronici, spesso qualcuno storce il naso perché l'ebook non è il libro vero. Quando si parla di lettori digitali, sempre qualcuno dice: sì, mi interessa... ma non è il libro vero. Insomma questo benedetto libro vero, la carta, sembra una condicio sine qua non per poter apprezzare davvero il lavoro di uno scrittore.

Ok, opinioni accettabili, idee condivisibili ma comunque ragionamenti fatti in maniera ipotetica: non sono molte le persone che hanno già potuto sperimentare la novità di leggere gli ebook su uno schermo che sembra di carta, per cui il fatto di essere o meno attratti dalla novità nasce magari da un articolo che abbiamo letto o da qualche idea che ci siamo fatti senza però osservare realmente l'oggetto in sé.

Io vi racconto invece una mia esperienza, che non è un'idea ipotetica ma è quello che mi è successo davvero: in questi giorni ho fatto un viaggio in treno, e ovviamente ho portato il mio lettore che ho usato per rileggere parti dei miei romanzi (sì lo so che non è normale ^^) nonché il classico Tre uomini in barca. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un libro di J.K.Jerome che volevo leggere da sempre ma di cui avevo sempre rimandato la lettura. Del romanzo vi dico solo che è divertentissimo e che oggi non sarebbe mai pubblicato, mentre ci tengo a farvi notare che durante la lettura mi sono imbattuto in questo passaggio:

(Il protagonista sta divagando su come - a parer suo - le preziose antichità che conserviamo gelosamente al giorno d'oggi, in realtà al loro tempo potevano essere banali oggetti senza valore).

Sarà così anche in avvenire? Le bagattate da quattro soldi del passato continueranno a essere gli apprezzati tesori del presente? Accadrà forse che i piatti decorati con foglie di salice, nei quali mangiamo, vengano disposti in fila sulle mensole dei caminetti delle persone altolocate, negli anni dal 2000 in poi? Le tazze con l'orlo dorato e il bel fiore d'oro all'interno (di specie ignota), che la nostra piccola Sarah Jane rompe oggi con la massima disinvoltura, verranno forse accuratamente rimesse insieme con la colla e figureranno su una mensola, spolverate soltanto dalla padrona di casa?

Ok, fine dell'estratto. Il libro è del 1880 o giù di lì, e l'idea sarà più o meno condivisibile ma mi ha colpito per il fatto che, in un certo senso, si riferiva a un tempo futuro che poi è arrivato davvero ed è quasi già passato pure quello (parlo del 2000, ovviamente).

Comunque la cosa interessante è un'altra: Jerome K.J. ha avuto questa intuizione, l'ha scritta su carta col calamaio o quello che cavolo utilizzava, l'ha stampata e fatta girare con i mezzi della sua epoca. 130 anni dopo, la sua idea è passata attraverso un canale digitale fino a raggiungere me, che l'ho riversata ancora una volta sul mio personale dispositivo elettronico.

Il risultato finale di tutto questo casino infinitamente complicato, è che Jerome ha scritto un libro, che io l'ho letto e che adesso sto qui a parlarne a voi. La carta, l'inchiostro o il digitale che sono serviti allo scopo sono stati il mezzo, lo strumento attraverso cui si è prodotto questo passaggio. Mentre l'oggetto di tutto, la cosa importante, è il messaggio pensato da un tizio (l'autore) e ricevuto da un altro tizio (il lettore).

La verità insomma è che esistono le idee, la voglia di comunicare e il desiderio di leggere e comprendere. Queste cose non cambiano mai, mentre il libro ha di volta in volta la forma che decidiamo di dargli. E nessuna di queste è quella vera.

Simone

18 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Domanda: Quanto durano le batterie?
Perché è uno dei miei terrori. Io sono capace di starmene anche mezza giornata in un parco a leggere e... rimanere a secco mi romperebbe. Così come mi romperebbe dover ricaricare l'ebook reader ogni qual volta torno a casa dopo aver letto un pomeriggio intero...
Insomma, il libro di carta può essere letto per un tempo indefinito senza necessitare di energia elettrica :)

ribadisco. Non aborrisco l'idea. Credo solo che la realizzazione non sia all'altezza del vecchio supporto. E costa tanto... per di più non posso neppure entrare in un negozio per poterlo toccare con mano prima dell'acquisto!

Aneddoto: Parigi, tardo pomeriggio. Sono in bagno, seduto sulla "tazza"; leggo mentre esplico le mie cosine... finisco. Appoggio il libro sul davanzale della finestra vicino alla tazza. Mi alzo, mi pulisco, tiro l'acqua e, inavvertitamente urto il libro. Questo cade proprio dentro al... buco del trono bianco.
Lo tiro fuori (bestemmiando) dall'acqua e mi metto ad asciugarlo con phon... due ore e mezza di lavoro, più una mezza giornata sul termosifone (era febbraio). La sera successiva ero sdraiato sul letto a leggere il libro (un po' gonfio... lo ammetto, ma ancora utilizzabile).
Cosa sarebbe successo con il lettore di ebook???

^_^

Ancora preferisco la carta. Ma gli ebook mi interessano e aspetto un lettore con la "L" maiuscola :)
(ovviamente, l'aneddoto, è lì solo per fare dell'ironia... e per raccontare una storia strana!! :D)

Anonimo ha detto...

Che il comunicare non è legato al mezzo non ci piove, ma io preferirò sempre i libri per due motivi.
1. Sono testardo fino al midollo.
2. sono convinto che il piacere di un libro è incomparabile rispetto a quello di avere un lettore.

E' insuperabile il piacere di andare in una libreria, aggirarsi tra gli scaffali, scorrere il dito lungo le costine e fermarsi al libro che c'interessa, o che ci ha colpito. Momento di riflessione. Lo prendiamo, leggiamo la trama, sfogliamo alcune pagine e leggiamo alcuni stralci. Poi assaporiamo l'odore delle pagine (sono malato, lo so) e infine soppesiamo il tutto.

Tutto questo con un ebook non si può fare. Non dico che non sia pratico, ma che è meno piacevole del libro, meno affascinante.
Pensate a tutte le storia che riguardano i libri e sostituiteli con gli ebook e i lettori. Il fascino è lo stesso?

Per questo, sebbene sia d'accordo sul comunicaree, fino alla morte comprerò solo libri. Gli ebook li lascio come mezzo per decidere gli acquisti.

Unknown ha detto...

Giusto.
Diamo troppa importanza al mezzo e sempre meno al contenuto.
Gli ebook stanno sulle balle a molti, ma in fondo sono un sistema come un altro per diffondere letteratura.
Conosco gente che non si porta i libri in giro "perchè pesano".
Alla fin fine se il materiale è buono non ci sono batterie o peso di libri che reggano (come scuse).

Per il momento anch'io preferisco il libro cartaceo.
Però al mare mi sono appena letto l'ebook di Glauco su iPod Touch, e non è stato affatto un'esperienza sgradevole, né ho rimpianto la carta sui polpastrelli...

Simone ha detto...

Glauco: il mio lettore "dura" 7000 pagine sfogliate. La batteria si calcola così il tempo di lettura non conta.

Simpatico l'aneddoto, il lettore di ebook nel cesso non ho ancora provato a immergercelo e non saprei dirti i risultati ^^

Claudio: anche a me piace moltissimo andare in libreria. Magari s'inventeranno l'equivalente digitale, non lo so... per ora ci sono entrambe le cose, e magari va bene così.

Alex: anch'io ho letto il libro di glauco sul lettore... 31 Ottobre però l'ho comprato ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

Forse è una discussione "temporanea" che ha origine solo dall'età media di chi vi partecipa.
è ovvio che io, che sono negli "anta", preferisca il libro cartaceo e che faccia molto fatica a leggere a video; è pure palese che se fossi nato solo due o tre anni prima forse avrei pure difficoltà a utilizzare il computer (ho fatto appena in tempo a saltare sull'ultimo treno per il futuro).
Probabilmente tra 20-30 anni la discussione non si porrà proprio.
Pensate ai CD e agli mp3, io che sono stato collezionista di dischi in vinile ho ancora un giradischi: è capitato di avere ospiti a cena, i loro figli, sotto i 10 anni, quando mi hanno visto mettere sul piatto del giradischi un 33 giri mi hanno chiesto cosa fosse e si sono stupiti che ne venisse fuori della musica.
bluzeit

Simone ha detto...

Bluzeit: ottimo intervento. Pensa io ho "solo" 33 anni ma già non ho nemmeno un vinile e tutte le vecchie cassette sono in qualche cassetto dove si saranno ormai smagnetizzate. VHS nemmeno a parlarne mentre CD musicali giusto il minimo indispensabile... anche se poi ascolto gli MP3.

Simone

Anonimo ha detto...

Non posseggo un e-book reader e i pochi e-book che mi sono capitati tra le mani li ho letti sullo schermo di un computer. In tal caso, pur possedendo un paio di monitor non proprio malaccio, non è stata un'esperienza particolarmente gradevole.

L'e-book reader è comunque un'altra cosa: ok, non l'ho mai provato, però mi fido delle impressioni di Simone.

Amo la tecnologia e può essere che un giorno ne comprerò uno; non sono contro "a prescindere" e presenta anche qualche vantaggio, però resto legato al fascino del libro cartaceo.

Trovo interessante come il digitale abbia facilmente soppiantato il tradizionale in molti campi (musica, cinema, fotografia) ma ancora stenti nel caso dei libri. Non so se dipenda da una tecnologia ancora immatura come quella degli e-book reader o se sia invece perché le persone continuano a preferire la carta. O magari perché i libri ci accompagnano nel loro supporto tradizionale (di carta o altri materiali simili ma comunque immutati nel concetto) da più di mille anni, mentre le altre arti sono più recenti nell'invenzione o nei mezzi per conservarle.

Post comunque molto interessante, altro che "affaticato". ^^

Ciao, dacty

Anonimo ha detto...

Be, la prima cosa che mi viene in mente e' che: si, Jerome aveva ragione. I suoi piattini e le sue tazzine fanno bella figura di se presso molti camini altolocati.

La seconda cosa che mi viene in mente e':
Ma se non ho necessita' di trarre dei dati da un testo (esempio: romanzo che va seguito in maniera lineare o poesia), che necessita' ho di sprecare corrente per leggerlo su uno schermo che, per quanto perfetto sia non fa altro che imitare la lettura su carta?

Sono, sia chiaro, un ex-libraio che gia 10 anni fa voleva trasformarsi in un editore elttronico con la allora sbandierata carta della Adobe che avrebbe dovuto sostituire il supporto cartaceo con un supporto cartaceo rinnovabile nei contenuti. Ho ancora i contratti che ho stipulato con vari editori per la pubblicazione dei loro contenuti in questa forma ed i CD con il loro materiale concesso.

Non si ando' avanti per la idiozia di D'Alema del bollino SIAE virtuale.

Ma gia' allora era chiaro che se uno vuole "godersi" un libro ha bisogno della carta. Mica per altro. Perche' il supporto cartaceo ha vita BEN PIU LUNGA di quello elettronico.

Ed io ho edizioni di testi che hanno ben piu di settanta anni, a cui tengo.

Credo nel reader, ma per altre diffusioni del sapere. (come sempre IMHO)

Marmott79 ha detto...

Ritorno al concetto originario per sottolineare che il mezzo è indifferente: ciò che conta è il contenuto... un po' come la vecchia diatriba vasca-doccia, l'importante in realtà è lavarsi.
Visto che siete così ferrati sull'argomento vorrei porre una domanda: quanto costa comperare un testo e-book? Lo chiedo perché inevitabilmente, ogni volta che vado in libreria mi trovo di fronte a due scelte: libro nuovo di un autore contemporaneo - libro di autore estinto da secoli, guardo il prezzo e trovo fino a 15 euro di differenza. Considerando la mia media di lettura viro sul libro più economico e mi rassegno ad aspettare che l'autore contemporaneo si estinga per poterlo avere a 5/6 euro.
Questo problema si è risolto nell'editoria digitale o no? Ve lo chiedo perché sono completamente all'asciutto sull'argomento.
Grazie

keypaxx ha detto...

Essere contrari agli ebook mi suona un po' come essere contrari ai blog e alla tecnologia in generale..

Anonimo ha detto...

Secondo me non sempre il contenuto è superiore al mezzo. Si prenda un Vangelo di recente pubblicazione e uno miniato del 1200. Il contenuto è il medesimo però il valore economico e storico del mezzo è sicuramente differente e chiaramente a favore dell'opera antica.

Il contenuto è rilevante per la diffusione, però il mezzo acquista priorità col passare del tempo. Probabilmente fra 300 anni anche il nostro più "scassato" volume cartaceo che abbiamo in libreria avrà un certo valore storico, mentre fra 800, quando la gente leggerà con innesti neuronali, anche l'ebook dimenticato sul nostro hard disk acquisirà una certa valenza indipendente dal contenuto.

Il mio discorso chiaramente porta un po' il concetto agli estremi, e si dovrebbe anche tenere conto del fatto che una volta persino il mezzo rappresentava una rarità, aveva quindi un valore intrinseco più elevato, ed era magari molto delicato nella struttura. Adesso la diffusione dei libri è talmente elevata da far ritenere che una copia qualsiasi (non quindi magari una prima edizione o una particolarmente di pregio) non diventerà certo un tesoro da museo, ma magari trasformerà la sua attuale banalità in motivo di vanto sulla mensola di un camino del futuro.

Un oggetto antico diventa prezioso per il semplice fatto di esserlo. Credo che questa considerazione valga anche i libri.

Ciao, dacty

L'avvocatessa ha detto...

E d'accordo.
Ragionamento stringente, che non fa una grinza.

Ma vuoi mettere l'odore della carta, il giallo del tempo, le increspature dell'acqua caduta mentre bevendo sbirciavi la pagina, gli strappi, le 'orecchie', il suono crepitante o sordo (che però diventa un rotondissimo 'floppp' quando il libro in questione ti piace), le ruvidità, i passaggi di mano...?

Se l'amore per un libro è davvero Amore, come si può fare a meno di tanto senso?

Saluti,
^_^
L'avv.

PìEss: in the meanwhile, io sto leggendo anche un sacco di libri. Elettronici.

Simone ha detto...

Bellissimi e molto interessanti i commenti di tutti, grazie davvero.

Come mi pare sia chiaro sono super incasinato e non riesco a rispondere dettagliatamente a tutti. Dico due cose che mi sono venute in mente leggendo i commenti:

Il blog è già un sistema di comunicazione digitale, funziona benissimo e non si può copiare su carta il piacere di scrivere e trovare una risposta. Forse allora ogni cosa ha il suo spazio e il suo giusto utilizzo.

Personalmente, forse mi piace solo fare l'anticonformista o forse non ho questo grosso amore per il libro stampato. Certamente sono daccordo con chi dice che adesso è più comodo.

Stampare milioni di best seller contro una distribuzione digitale che usa pochissime risorse (i byte) mi pare e mi parrà comunque uno spreco. Fermo restando che c'è la carta riciclata.

Il digitale già dopo 20 anni è illegibile... questo è un grosso problema da risolvere, e io ne parlerò in futuro.

Simone

Anonimo ha detto...

Anche se oggi forse non ce n'è grande necessità, l'idea di una letteratura ecosostenibile mi piace... magari per il futuro...

Anonimo ha detto...

mah, chissà forse il libro elettronico sarà "il futuro".. non è male come idea, certo il libro è un classico ma quando mi sono trovata a leggere attravarso uno schermo non mi è dispiaciuto.. sai cosa sarebbe bello? tipo un sito-negozio dove si trovino tutti i libri e poi scaricare quello che più ci colpisce.. sarebbe comodo.. :-D

ciao simone

Simone ha detto...

Emilio: a me a dirla tutta le cataste in libreria di certi libracci fanno anche un po' girare le scatole... e ok sono invidioso ^^.

Luna: qualcosa del genere c'è già, e stanno girando i primi prototipi di un affare che ti stampa "al volo" il libro che vuoi acquistare. Anche questa è una novità interessante.

Simone

Anonimo ha detto...

A proposito di cataste di libracci, dovrebbero proprio proibire la stampa dei testi universitari, optando per un comodo riproduttore di slide di powerpoint!

www.descrivivere.it ha detto...

Le idee sono idee qualsiasi forma esse abbiano, qualsiasi mezzo gli permetta di esprimersi, qualsiasi posto esse prendano attraverso l'elaborazione dei concetti e il nostro modo di tirarle fuori dall'anima. Ma il piacere della carta che è da sempre il simbolo per eccellenza dello scrivere è e resterà, credo in eterno, il porto più sicuro in cui ormeggiare scrivendola... questa esistenza. A presto. Serenab.